Ho incontrato Peter Schumann, fondatore del gruppo Bread and Puppet Theatre,
in febbraio all'università di Pavia, luogo forse inconsueto per un laboratorio
che in conclusione porterà in strada uno spettacolo di protesta. Il workshop
è stato organizzato da Messaggi Pupazzi in collaborazione con i ragazzi
dell'ass.cult. i Co.r.s.a.ri. e il Teatro del Corvo.
Bread & Puppet si sono sempre contraddistinti per l'impegno politico
e sociale. Lavorate in strada, spesso in occasione di manifestazioni, ma anche
in ambiti teatrali, sempre con un legame diretto con la realtà. Raccontavi
prima che all'insediamento di Bush alla casa bianca era stato decretato un divieto
ad hoc per la manifestazione di protesta impedendo l'uso di pupazzi. Anche i trampoli
erano stati proibiti. Perché hanno paura di voi?
A Philadelphia, alla convention repubblicana, addirittura i nostri compagni
sono stati arrestati preventivamente, con violenza, il materiale sequestrato,
i pupazzi distrutti, gli attrezzi rubati. Abbiamo perso persino una trentina di
bandiere storiche dei Bread & Puppet, cucite e dipinte a mano.
Oggi negli Stati Uniti ci troviamo con un presidente non eletto democraticamente,
ma nominato dalla corte federale. E' un presidente di estrema destra, che ha portato
persone nel suo governo che non possono essere accettabili per chi da anni si
è battuto per i diritti delle donne, per l'ecologia, per i diritti delle
persone di colore, per i gay, per il diritto all'aborto. Sono molti i diritti
che sono stati violati da queste elezioni. Questa è la realtà americana
attuale.
L'altra realtà che ci tocca è la pubblicazione di "State of
the World", l'indagine annuale pubblicata in collaborazione con altre istituzioni
dal MIT (Massachuset Institute for Technology) che fa il punto della situazione
del mondo dal punto di vista ecologico. Non l'ho letto ancora personalmente, ma
l'edizione di quest'anno è la peggiore mai uscita. La terra, per come la
stiamo usando adesso, non sopravviverà più a lungo.
Noi in quanto teatro di pupazzi siamo influenzati da queste due realtà.
Troviamo impensabile accettare la situazione così com'è. Il nostro
urlo è per l'insurrezione culturale. Insurrezione contro il modo di vita
presente, contro le nostre abitudini, contro il gregge di pecore che siamo diventati,
contro l'educazione organizzata che trasforma le persone in pecore. Chiamiamo
le persone all'insurrezione contro l'ordine capitalistico. Nel nostro lavoro cerchiamo
di partire dalla spazzatura, l'arte non ha bisogno di grandi istituzioni, mostriamo
alla gente che ci può essere una vita al di fuori del classico way of life.
Sono curioso della reazione dei partecipanti al laboratorio, come affronteranno
quest'aggressività che è parte dello spettacolo. Ci stanno obbligando
tutti a comportarci da piccoli capitalisti. Ci obbligano ad usare la corrente,
ad usare la macchina eliminando sempre più i mezzi pubblici. Quando ne
potresti fare a meno, e basta (in italiano, ndr).
L'arte "a buon mercato", la musica "a buon mercato" possono
farcela.
I vostri spettacoli coinvolgono tutti i sensi, con l'arte dei pupazzi, la
danza e il movimento delle persone, la musica, i testi, il fuoco e le luci. Bread
& Puppet, pane & pupazzi è il vostro nome. Appunto il pane, un
richiamo ancora alla realtà, al quotidiano.
Noi coltiviamo il grano, lo maciniamo, impastiamo con lievito naturale la cui
origine risale a più' di cent'anni fa e poi cuociamo il pane in forni a
legna. Quando facciamo spettacoli in giro, costruisco il forno sul posto e poi
il pane cotto viene distribuito alla gente per essere mangiato. Soprattutto in
America Latina, negli slums, la gente capisce. Pane non è un contorno,
è nutrimento. E' lì che viene usato nel modo giusto. Quando costruiamo
i forni, che nelle città in occidente è proibito farlo, ci sono
magari ragazzi turchi, o sloveni, o nordafricani che si fermano a guardare e dicono
"è così che faceva anche mio nonno". Proibiscono i forni
nelle città per obbligarci ad usare la corrente, che è più
costosa, e la cui produzione inquina di più.
Lo spettacolo che state preparando per Pavia l'hai chiamato "messa".
Ma lo intendi nel senso di appropriarsi di una forma che per certi versi fa parte
della nostra cultura, o è legato alle religioni?
Quello che propongo è una religione di cartapesta, autoprodotta, anziché
una religione istituzionale con un solo dio imposto. La religione è piena
di ipocrisia. Una volta sono stato in Taiwan, in un tempio taoista, dove c'erano
centinaia di statue di divinità simpatiche, che di notte venivano coperte
una per una amorevolmente dai monaci, per ripararle dal freddo, con piccoli capellini
di lana. E' giusto che ognuno si costruisca i propri dei, come meglio crede.
Maria Mesch
Su "A" 194 (ottobre 1992) era uscito un servizio
di Cristina Valenti su Bread & Puppet.
Siamo tutti
sulla stessa barca - Pavia
Il
Bread & Puppet Theatre è stato fondato nel 1963 nel Lower East
Side, New York City, dallo scultore di origine tedesca Peter Schumann. Comincia
a sperimentare in un attico i primi spettacoli, i temi dei quali vanno dalle favole
alle notizie del giorno. Ben presto l'attività del gruppo esce all'esterno,
in strade, piazze e chiese della città. Durante gli anni Sessanta, i Bread
& Puppet partecipano spesso alle manifestazioni contro la guerra del Vietnam
e mettono in scena processioni e coreografie che coinvolgono centinaia di persone,
che occupando le strade principali di interi quartieri.
Dal 1970 il Bread & Puppet si trova nel Vermont, l'estremo nord-est degli
Stati Uniti, dove affianca il lavoro con i pupazzi al lavoro della terra, il fare
il pane al fare teatro, lasciandosi influenzare dall'esperienza di vivere in campagna.
Nel 1974 il teatro si stabilisce definitivamente in un fattoria a Glover. Mentre
durante l'inverno la compagnia è spesso in tournée per spettacoli,
parate e laboratori in Europa, centro e sud America, Australia o Africa, la gran
parte della costruzione di nuovi pupazzi avviene durante l'estate con volontari
provenienti da tutto il mondo che partecipano alla produzione annuale più
grande, il Circo della Resurrezione Domestica: si tratta di un festival all'aperto
dalla durata di due giorni che celebra la bellezza e lamenta le pene dell'esistenza,
per mezzo di spettacoli e performances con pupazzi, maschere, attori e musica.
M.M
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Per ulteriori
informazioni e per partecipare a futuri laboratori e spettacoli (tra l'altro stiamo
pensando a una riproposizione di "siamo tutti sulla stessa barca" per
la manifestazione contro il G8 a Genova) - contattate l'assistente italiano di
Peter Schumann: Damiano Giambelli 02 4075518 - teatrodelcorvo@tiscalinet.it
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Messaggi Pupazzi: Antonio Matera 03479738459 / Filippo Fabbrica 03487112780
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Peter Schumann
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