Questo numero esce a 44 pagine, 8 in meno di quella che ormai è
diventata da lungo tempo la foliazione-base di "A". In compenso, il
prossimo numero (che coprirà l'intero periodo estivo) avrà una particolare
consistenza.
Dibattito G8. Anche in vista della grossa mobilitazione internazionale
contro il G8 a Genova, il prossimo mese di luglio, prosegue la pubblicazioni di
materiali inerenti sia la protesta contro i potenti della Terra sia le tematiche
connesse.
Com'è ormai nostra consuetudine da lungo tempo, la rivista ritiene suo
compito principale quello di ospitare opinioni, testimonianze, riflessioni di
segno diverso, senza alcuna volontà di "dare la linea". Il nostro
obiettivo è quello di stimolare un dibattito, che vada aldilà degli
slogan e delle stantie ripetizioni di luoghi comuni.
Tra questi luoghi comuni, ce n'è uno che merita, a nostro avviso, un'attenzione
particolare. Ed è quello secondo cui alla radicalità di una contrapposizione
(in questo caso, contro i potenti della Terra) deve necessariamente corrispondere
una visibile "durezza" dello scontro con le forze dell'ordine. Noi non
vediamo questo nesso, anzi. Riteniamo che tanto più le nostre manifestazioni
sono dichiaratamente nonviolente, quindi off limits per violenti e provocatori
di ogni risma, tanto maggiore può essere il tasso di partecipazione e la
comprensibilità della nostra opposizione.
Di fronte ad un Potere che ha dimostrato di non amare particolarmente le mobilitazioni
del "popolo di Seattle", la nostra risposta deve programmaticamente
escludere la stupidità di cadere nella logica "militare", del
voler "conquistare" la piazza a tutti i costi, della "copertura"
verso quei gruppi o individui che si fanno forti della massiccia presenza popolare
per dar sfogo alla propria "rabbia". Non è assaltando i McDonald's
o gli altri edifici simboli di un sistema che non ci piace, che convinceremo qualcuno
ad avvicinarsi alle nostre posizioni.
La violenza non fa parte del nostro DNA ne del nostro orizzonte. Noi vogliamo
partecipare a manifestazioni in cui possano essere presenti anche bambini, vecchi,
handicappati, persone che non sono preparate allo "scontro" e che
quando questo si scatena ne sono inevitabilmente le prime vittime. Sulla
"cattiveria" delle forze dell'ordine non abbiamo dubbi: sappiamo che,
obbedendo agli ordini dei loro superiori, sono pronte come a Napoli
a scatenare una violenza indiscriminata (e proprio sui fatti di Napoli pubblichiamo
la presa di posizione di Amnesty International). Ma altrettanto ci è chiaro
il ruolo di chi (anche a Napoli, come testimoniava sullo scorso numero Alessandro
Bresolin) si è fatto scudo delle presenza popolare per fornire pretesti
alla violenza delle forze dell'ordine.
Non facciamo della nonviolenza una religione e sappiamo che in determinate situazioni
il ricorso alla violenza può essere l'unica "via di fuga". Ma
noi di "A" e non solo noi da molto tempo andiamo sottolineando
i grossi pericoli che il movimento quello anarchico come quello più
generale di contestazione anti-G8 corre, se non saprà far piazza
pulita di posizioni e comportamenti "estremisti" e violenti che, decisi
ed attuati da pochi, finiscono per coinvolgere tutti. Già visto e già
dato, grazie.
Volantone anti-G8. Con gli occhi puntati su Genova, ma anche oltre,
pubblicheremo sul prossimo numero, nelle pagine centrali di "A", un
volantone di 16 pagine curato da Zelinda Carloni e Adriano Paolella. Tirato in
almeno 10.000 copie (oltre a quelle comprese in "A"), sarà distribuito
a partire dall'appuntamento genovese di luglio. Una caratteristica di questo volantone
è quella di essere integralmente bilingue (italiano ed inglese), in modo
da poter essere compreso (e, forse, utilizzato) anche dalle migliaia di "stranieri"
che verranno a Genova e, più in generale, dal "popolo di Seattle".
In altre parole, si tratta di un'iniziativa editoriale contro la globalizzazione
che cerca di rendersi globalmente comprensibile. Modalità e prezzi per
ordinarlo saranno indicati sul prossimo numero.
Questionario. È il 30 giugno l'ultimo giorno utile per inviare
il questionario pubblicato sullo scorso numero. Ricordiamo che ne esiste anche
una versione virtuale, consultabile e scaricabile sul sito del Centro studi libertari
www.anarca-bolo.ch/csl.
Il curatore del questionario, Domenico "Mimmo" Pucciarelli, informa
che nella versione virtuale sono state aggiunte alcune richieste di informazioni
"dimenticate" nella versione cartacea. Chi avesse modo e voglia di integrare
l'eventuale questionario già inviato, è pregato di farlo.
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