Incontro Paolo Finzi in una calda domenica
dagosto, in redazione. È circondato da tre scatoloni
pieni di buste già confezionate ed affrancate: dentro
e intorno cè una quantità di confezioni
di ed avevamo gli occhi troppo belli, il cd+libretto
che insieme costituiscono il numero straordinario di A
uscito il 12 giugno scorso. Straordinario da più di un
punto di vista, butto lì.
Certo. Straordinario perché, seppure fuori numerazione,
lo abbiamo concepito come un numero della rivista: le 72 pagine
del libretto sono il frutto di un impegno redazionale, costruito
intorno a De André, ma pensato innanzitutto come uno
strumento di propaganda anarchica, seppure con un
taglio molto molto particolare. Non a caso dentro al libretto
ci sono Malatesta, Armand, Pinelli, Mannerini, Brassens, il
manifesto del concerto di De André a Carrara nell82
in favore della stampa anarchica ed altro ancora. Oltre alla
premessa redazionale ed al mio intervento sul rapporto tra Fabrizio
e lanarchismo.
Ma straordinario anche per il successo che sta ottenendo: aldilà
di ogni più rosea aspettativa.
Sul tavolo Paolo ha un paio di schemi riassuntivi: in due
mesi e mezzo ne sono state vendute circa 6.000 copie, per un
incasso di quasi 120 milioni di lire pari, più
o meno, alle spese finora sostenute per la stampa delle prime
20.000 copie.
La prima tiratura è stata di 7.000 copie
precisa Paolo ma dopo pochi giorni, a fronte della
marea di richieste, abbiamo deciso di stamparne altre 13.000.
E con le richieste del cd sono giunte anche numerose richieste
del dossier Signora libertà, signorina anarchia:
quasi un migliaio negli ultimi due mesi. Tra un po dovremo
farne fare la quarta ristampa, arrivando così (compreso
il n. 252 di A, contenente una prima versione del
dossier, andato completamente esaurito) a 20.000 copie stampate.
Vedrai, ti chiamerò
Chiedo a Paolo come sia nata lidea di questo cd+libretto.
Quando Fabrizio morì, i mass-media parlarono molto
di lui, facendo anche riferimento chi più, chi
meno al suo anarchismo. Spesso, però,
questo riferimento era impreciso, superficiale, se non a volte
addirittura inconsistente. Decidemmo di costruire
su A un dossier, che appunto vide la luce nel numero di marzo
1999: in copertina mettemmo quella foto scattata da Reinhold
Denny Kohl che è diventata un po il
simbolo del Fabrizio libertario. Il rapido esaurirsi di quel
numero e numerose sollecitazioni ci spinsero a concepirne una
versione editorialmente autonoma ed arricchita nei testi. Al
maxi-concerto genovese del 12 marzo dello scorso anno, nel teatro
Carlo Felice ricolmo di pubblico e di emozioni, così
come tra le 40.000 persone in piazza De Ferrari, davanti al
maxi-schermo, iniziavamo la diffusione del Signora libertà,
signorina anarchia.
Proprio in quelle settimane riceviamo in redazione tramite Marco
Pandin un bootleg (una registrazione-pirata) di una versione
live di Via della Povertà, registrata (molto
male) a Marsala nel 1975. Fabrizio era solito aggiornare quella
canzone a seconda dei personaggi politici in auge, per cui ne
esistono tante versioni differenti. Andiamo a trovare Dori,
per parlarle della nostra idea di allegare ad un numero di A
un cd con quella registrazione. Ci rendiamo conto che la registrazione
è proprio brutta, ma loccasione è ghiotta:
e poi Fabrizio che cita gli anarchici nel testo... La prima
idea è quella di allegare un CD con quella registrazione
ad un numero della rivista.
Dori dice subito di no. E ci convince: Fabrizio era sempre stato
molto attento, in maniera quasi maniacale, alla qualità
dei suoi prodotti e certo non avrebbe apprezzato
una simile registrazione. Nemmeno il lavoro fatto dallamico
e compagno Piero Milesi, che era stato larrangiatore ed
il direttore artistico di Anime salve, riesce a
migliorare sufficientemente quella registrazione. Vi troverò
io qualcosa, abbiate pazienza ci dice Dori, confermandoci
il suo impegno a sostenere la nostra rivista come aveva
fatto a suo tempo Fabrizio.
Passano altre settimane, qualche mese. Ci ritroviamo a Garessio,
in provincia di Cuneo, per la prima edizione delle giornate
dedicate a Fabrizio. Sollecito Dori: il dossier Signora libertà,
signorina anarchia sta andando benissimo, tanta gente
nellordinarlo, nel comprarlo si rivolge a noi con
pensieri di libertà, di affetto per Fabrizio, di nostalgia
ed anche di anarchia. È tutto un mondo che si va palesando
ai nostri occhi. Un mondo sconosciuto e profondo. Ne riparliamo
al ritorno dalla Sardegna si impegna Dori. Vedrai,
ti chiamerò.
E un giorno dautunno, in effetti Dori mi chiama. Ci troviamo
nella sede dellAssociazione Fabrizio De André e
a piedi ci rechiamo nello studio di Lucio Violino
Fabbri. Sottoterra, in un locale acusticamente isolato, grazie
ad apparecchiature per me eccezionali e sconosciute, ci ritroviamo
avvolti, penetrati dalla voce di Fabrizio: è una versione
live di Se ti tagliassero a pezzetti, quella che poi
è entrata a far parte del nostro cd. Ma ascoltarla
e riascoltarla più volte laggiù, in quel
contesto, è stata unesperienza indimenticabile.
Dori in un angolo ed io in un altro, accucciati, non ho il coraggio
di guardarla negli occhi.
Quando ritorniamo in superficie ho in mano una copia di quella
registrazione. Dori è convinta che sia la cosa giusta,
con quel signorina anarchia al posto dellufficiale
signorina fantasia. Anchio penso possa essere
il fulcro di qualcosa: ma di che cosa? Dori accenna alla possibilità
di aggiungere un passaggio parlato di Fabrizio durante un concerto,
del tipo di quelli utilizzati nel filmato Faber.
Passa altro tempo e Giancarlo Pierozzi il fonico di tante
tournée di Fabrizio mi fa avere alcuni cd con
decine di chiacchierate del Nostro: brevi, lunghe,
belle, meno belle, insomma le più varie. Altre me ne
fa avere Mariano Brustio, il più grande collezionista/conoscitore
delle opere di Fabrizio, il cui ruolo nella realizzazione del
nostro progetto è assolutamente di primo piano.
Apro una parentesi: Garessio, primi di luglio 2000. Al tavolo
di fianco, al ristorante, cè una famiglia tipo
la mia, anche loro con due figli più o meno delletà
dei nostri. Aurora butta lì: Secondo me, sono qui
per De André, attacchiamo discorso. Io, orso come
sempre, le ricordo che farsi i cavoli propri è virtù
mai abbastanza seguita. Dopo cinque minuti siamo seduti allo
stesso tavolo e lui sta raccontando di essere un collezionista
di tutto ciò che riguarda Fabrizio. Ha moltissime registrazioni,
gliene manca una di Via della Povertà del
75. Proprio quella che ho qui con me
butto lì. Occhi sbarrati. Ma non te la posso dare,
Dori non ha piacere che certa roba giri ed io sono daccordo
con lei. Capisco. Contatto stabilito, scocca
unamicizia. Chiusa la parentesi.
Ma le registrazioni che ci passa Mariano non sono come
qualità acustica come quelle di Pierozzi. Non
vengono dal mixer. Per cui si decide di utilizzare solo quelle
ufficiali. Mariano però ha un asso nella
manica. Tra mille altre cose, ci consegna un bootleg serio,
una registrazione fatta dai suoi amici Paola e Massimo a Perugia
nel 97: è quella che nel nostro cd sarà
la traccia 8, I carbonari. Ma in quel momento non si
sa se si tratti di una canzone popolare o dautore sconosciuto.
Quando Dori lascolta, non ne viene a capo: fra laltro
lei a quel concerto di Perugia non era presente e non si ricorda
di averla mai sentita cantare da Fabrizio in pubblico (in
privato forse sì). Come si fa a scoprire che cosè?
Se bisogna richiedere i diritti di riproduzione a qualcuno?
Si procede empiricamente. Dori la canticchia per telefono a
Franco Fabbri. Io, per parte mia, ne parlo con Fabio Jacopucci,
un anarchico di Roma che subito si ricorda di averla ascoltata
in un film di Luigi Magni: Nel nome del papa re,
butta lì. In realtà scopriremo alla fine che si
tratta de Nellanno del Signore, un cult-film
di Luigi Magni con fior dattoroni, uscito nel 69.
A Dori la registrazione sempre restaurata
al meglio dal solito Milesi piace e diventa la seconda
traccia musicale del cd quella conclusiva. Con Mariano
e la sua famiglia trascorriamo insieme lo scorso Capodanno,
ad ascoltare e riascoltare quelle tracce parlate: alla fine
ne scegliamo sei. Il tutto viene rispedito in Liguria a Milesi,
perché ripulisca, equalizzi, faccia insomma tutto il
possibile per renderci al meglio la voce di Fabrizio, quella
voce.
Il cd a questo punto è pronto per la produzione.
Nel frattempo Paolo ha lavorato per mesi alla preparazione
del libretto. Qui Dori Ghezzi non centra: tra tanto materiale,
vengono scelti alcuni scritti. Altri vengono accantonati, a
volte non senza perplessità e dispiacere (anche degli
autori). Ma il limite delle 72 pagine è invalicabile
(per motivi di produzione e di costi) e dentro devono starci
anche tante foto (tutte originali) e la trascrizione completa
dei testi di Fabrizio, parlati e cantati. Paolo racconta di
lunghe chiacchierate, telefoniche e di persona, con Mariano
Brustio, Piero Milesi, Reinhold Kohl, ecc. per definire bene
il progetto grafico, i contenuti, la copertina, ecc..
A Massimo Ortalli, responsabile dellArchivio storico della
Federazione Anarchica Italiana, viene chiesto di individuare
due brani, brevi ma significativi, rispettivamente di Errico
Malatesta (figura di punta dellanarchismo organizzato)
e di Emile Armand (individualista anarchico), di stampo deandreiano:
analoghi, per quanto possibile, alletica di Fabrizio.
Dopo pochi giorni Ortalli propone due pezzi davvero belli e
poco conosciuti.
Vado a trovare a casa sua Fernanda Pivano, ricorda
Paolo mi accoglie con simpatia: De André apre
tante porte, alla grande. Si dice disponibile a preparare uno
scritto per il nostro libretto, poi per varie ragioni la cosa
non si concretizza.
Vengono fatti 14 giri di correzione delle bozze, continui aggiustamenti
ai testi ed alla grafica. La pazienza di Mai Esteve, dello studio
Amber, autrice del progetto grafico e della fotocomposizione,
è messa a dura prova, per settimane, per qualche mese.
Sembra ad un certo punto che il lavoro sia infinito, che il
cd+libretto non uscirà mai.
Tanta gente dà una mano. Ricordo la visita nello studio
di Guido Harari, il principale fotografo in Italia di personaggi
del mondo della canzone: sta preparando un volume fotografico
su Fabrizio, che uscirà a breve. Ci ha dato alcune foto
inedite di Fabrizio, così come ha fatto Reinhold Kohl
una cui mostra fotografica su De André (dal titolo
Signora libertà, signorina anarchia) sta girando
nelle librerie Feltrinelli in tuttItalia.
Paolo ricorda poi i problemi burocratici per
lottenimento delle liberatorie per i due brani musicali,
da parte delle case di edizione musicale e dei musici
che suonavano con Fabrizio. Tutti disponibili, anche grazie
al supporto di Dori. E poi i rapporti con la City Records, che
fa produrre il cd negli stabilimenti austriaci della Sony, e
la complessa scelta del formato della confezione a 8 copertine
e della tipografia alla quale affidare la produzione ed il confezionamento
del libretto.
Una faticaccia, una tensione vissuta anche con punte parossistiche.
Cè stato un periodo in cui i miei familiari sono
giunti a odiare me e il tuo De André, perché
sembrava che altro non mi interessasse. A parte gli eccessi
quasi inevitabili quando senti appieno la responsabilità
di un progetto così coinvolgente, debbo riconoscere che
la gestazione del cd (durata proprio 9 mesi, dallinizio
della fase operativa, lo scorso ottobre, fino al 12 giugno,
giorno della nascita) è stata proprio una
bella storia.
Nel campo-nomadi
Il 12 giugno è la data della presentazione del cd alla
stampa nel campo nomadi di via Idro a Milano. Io cero
e mi è parso che sia andata bene.
Sì, è stata una mattinata davvero positiva.
Lidea di farla in un campo di zingari mi era venuta in
mente mesi prima, come diretta conseguenza della presenza dei
Rom sia in uno dei parlati di Fabrizio (come presentazione del
brano Khorakané, seconda traccia del suo ultimo
album Anime salve) sia nel libretto (con la testimonianza
su di una zingara tedesca reclusa ad Auschwitz) sia infine
sulla stessa copertina del cd.
Lorganizzazione è stata tuttaltro che semplice,
perché la struttura nella quale è stata tenuta
la conferenza-stampa, è gestita dal Comune di Milano.
Gli zingari del campo hanno approvato e sostenuto il progetto
fin dallinizio e durante la conferenza-stampa erano presenti
in buon numero. Desidero qui ringraziare in particolare Marina,
Tora, Franca e le altre Romnì (donne Rom) che ci hanno
dato una mano nel gestire il buffet. E poi Angela Sacco, da
sempre vicina ai Rom (ed in particolare a quelli del campo di
via Idro) con la sua calda umanità e fine conoscenza
della loro cultura. Ed anche vari Rom (Mario, Lisse, ecc.) che
si sono resi disponibili. E Mario Bossi e gli anarchici del
Ponte della Ghisolfa che si sono occupati dellimpianto
audio.
Un grazie davvero speciale va ad Iride Baldo, che ha gestito
con polso fermo e grande professionalità lintera
operazione di lancio del cd, contattando e coinvolgendo
decine di giornalisti, preparando i comunicati e le cartelle-stampa:
un lavoro certosino, che non ho mai visto fare per uniniziativa
anarchica e che ha dato i suoi frutti. Allindomani della
conferenza-stampa, cioè mercoledì 13 giugno, il
95% dei quotidiani nazionali riferiva della conferenza-stampa.
Certo, hanno contato la presenza di Dori, di Antonio Ricci (il
regista di Striscia la notizia), di don Andrea Gallo
(il prete dei carrugi di Genova), di Franco Fabbri, ecc. Certo,
si trattava del primo cd veramente nuovo uscito dopo la morte
di Fabrizio, contenente solo materiale inedito e realizzato
con il consenso ed il sostegno di Dori e della Fondazione Fabrizio
De André. Ma senza Iride, senza le sue centinaia di fax,
telefonate, idee, il tutto sarebbe stato impossibile.
In effetti, scorrendo i giornali del 13 giugno, la notizia è
stata riportata spesso con grande rilievo e con sostanziale
correttezza. Il messaggio è passato chiaro: un prodotto,
anzi un omaggio degli anarchici al cantautore che per tutta
la sua vita, anche artistica, si era sempre schierato dalla
nostra parte. E, con gli anarchici, gli zingari, parte di quel
mondo di perdenti che Fabrizio ha cantato con profondo
rispetto e con preciso senso dello schieramento: dalla loro
parte, non da quella del potere. E con loro gli omosessuali,
gli Indiani dAmerica, la libertà: il nostro mondo.
Pacchi e pacchetti
Un punto sul quale Paolo insiste molto è la modalità
di distribuzione. La scelta di non affidare la distribuzione
allesterno, ma di autogestirla, è fondamentale:
ed é in linea con il prodotto, che appunto
non è un cd di De André, ma innanzitutto
un numero della rivista anarchica A.
È chiaro spiega Paolo che fin
dallinizio abbiamo pensato ad una cosa che
potesse anche far entrare dei soldi nelle casse della rivista.
Questo è stato anche lintendimento di Dori, che
nella sua bella lettera pubblicata in una delle copertine del
cd parla di sostegno ad A. Ma non a qualsiasi costo:
abbiamo scelto la via forse più difficile, quella appunto
della vendita diretta. Abbiamo stabilito degli sconti di scala
(vedi il box di questa pagina) fino ad un massimo di 20 copie,
in modo da favorire la piccola distribuzione, le librerie, i
centri sociali, i gruppi - non le catene di librerie o i grandi
punti-vendita.
Paolo spiega che si è subito messa in moto una rete sempre
più estesa di gente varia (non solo anarchici), piccole
librerie, edicole, negozi, ecc. che ha iniziato ad ordinare
il cd alle nostre condizioni: sconto massimo 28%, pagamento
anticipato e nessun diritto di resa. Numerose librerie (grosse)
e soprattutto quelle facenti parte della principale catena di
librerie politiche si sono fatte vive per cercare
di spuntare condizioni particolari. Siete matti,
Siete fuori mercato, Abbiamo decine di persone
interessate allacquisto, ma non potete pretendere di dettare
voi le regole del mercato: dovete lasciarci il diritto di resa.
Cè stata racconta Paolo anche
unofferta di acquisto di 10.000 copie, purché in
conto-deposito. Ma a tutti abbiamo detto di no, spiegando che
vogliamo poter guardare in faccia anche il vecchio contadino
anarchico pugliese che ce ne ha ordinate 20 copie, pagandole
anticipatamente alle nostre condizioni. E lha fatto senza
protestare, perché si tratta di uniniziativa no-profit,
nel senso che il profit andrà nelle casse di A.
La nostra idea, fin dallinizio, è stata quella
di coinvolgere nellimpresa (pagamento e poi guadagno)
tutti coloro che ci sono vicini e credono nel nostro progetto.
Credimi, per noi sarebbe stato molto più comodo consegnare
gran parte della tiratura nelle mani di un distributore (in
primis lottimo Enrico Vigna, che con la Diest distribuisce
mensilmente nelle librerie la rivista) e lasciare a lui lincombenza
del grosso dellamministrazione.
Ma abbiamo voluto dimostrare e lo stiamo facendo
che è possibile resistere alle sirene del mercato, ai
grossi quantitativi dati con grossi sconti magari ad un grosso
distributore, che alla fine ci avrebbe guadagnato lui. Non ci
sta bene. E vediamo, settimana dopo settimana, allargarsi la
rete di piccole realtà (librerie, gruppi anarchici, realtà
pacifiste e del commercio equo e solidale, ecc.) che si impegnano
nella distribuzione del cd.
Tanto per non fare nomi, il titolare dellUnicopli di Milano
(che è al contempo casa editrice e distributrice) si
è fatto vivo con noi per lacquisto di 500 copie.
Ha subito compreso ed apprezzato lo spirito della nostra iniziativa
ed ha accettato in pieno le nostre condizioni: ha mandato un
fattorino con un assegno di quasi 10 milioni. La libreria Utopia
di Milano ha oltrepassato le 600 copie vendute, il negozio di
musica di Gianni Tassio a Genova le 400 copie, la libreria Anomalia
a Roma e la Mag6 a Reggio Emilia le 200 copie. E la lista è
lunga.
Paolo spiega che è tutto un mondo che si è messo
in movimento, bombardando la redazione di richieste attraverso
i vari canali possibili: messaggi in segreteria telefonica,
fax ed e-mail per segnalare il proprio indirizzo e richiedere
linvio contrassegno; oppure lettere con assegni, versamenti
sul conto corrente postale e bonifici bancari per ricevere quanto
richiesto senza laggravio delle spese postali.
Lassalto spiega Paolo è
stato tale che per alcune settimane si sono aggiunte 3 o 4 persone,
alcune a tempo pieno, solo per evadere le richieste. Abbiamo
stipulato un contratto con un corriere, quotidianamente andiamo
in posta a spedire, una persona si occupa solo della parte amministrativa.
È stato ed è un grosso successo politico,
prima ancora che commerciale: migliaia di persone si sono dovute
relazionare con la redazione di una rivista anarchica, a tanti
abbiamo proposto anche il dossier Signora libertà,
signorina anarchia e abbiamo inviato copie-omaggio di A.
Sono così aumentati gli abbonamenti, le richieste di
materiali vari (letture, volantone antifascista e antiglobalizzazione,
musica per A, ecc.) e soprattutto di informazioni
sulleditoria anarchica, sulle opinioni degli anarchici...
Sono arrivate anche lettere belle, qualcuna addirittura commovente.
Nessuna critica?
Naturalmente sì. Uno ci ha scritto chiedendoci dovè
finita la buona e vecchia razza degli anarchici, istintivamente
anticlericali, visto che alla nostra conferenza-stampa abbiamo
invitato anche un prete. Due o tre se la sono presa con il prezzo
del cd troppo elevato, uno ci ha accusato addirittura di ignominia
perché sfrutteremmo un morto per far soldi. Un altro
ci ha contestato che laver fissato il prezzo (come riferimento)
in euro, per avere un prezzo tondo quando la lira non ci sarà
più, sarebbe in linea con chi dal 1° gennaio prossimo
alzerà i prezzi con la scusa della comodità dei
prezzi interi.
Sul prezzo Paolo si accalora. Sottolinea che il prodotto
è ben curato, in tutti i suoi aspetti, ma evidentemente
lo si paga. Spiega:
Si sarebbe potuta realizzare una confezione più dimessa,
senza un libretto di tante pagine, a due colori, ecc. Ma sarebbe
stata unaltra cosa. Di edizioni simili certo non ne faremo
tante, forse nessunaltra. E francamente ci tenevamo a
farla bella, con un cartonato sostanzioso (che non
ti si sfacesse in mano dopo poco tempo), con una ricca dotazione
di immagini, ecc.
Spiega poi che nel prezzo sono comprese le (eventuali) spese
di spedizione postale. Chi lo paga anticipatamente (27.000 lire,
appunto) lo riceve a casa per posta prioritaria ovunque abiti
nel mondo: il che è stato pensato per non sfavorire chi
abita lontano dai centri dove lo si può comprare direttamente
in una libreria o presso un circolo.
E poi, a giudicare dalle lettere e dalle e-mail che ci arrivano
conclude Paolo la stragrande maggioranza
delle persone è entusiasta delliniziativa, delle
sue caratteristiche, delle sue modalità distributive.
G.R.
Quanto costa
Una copia costa 14 euro (lire 27.108).
A partire da 3 copie, costa 13 euro (lire 25.172) -
sconto 7% circa
A partire da 5 copie, costa 12 euro (lire 23.235) -
sconto 14% circa
A partire da 10 copie, costa 11 euro (lire 21.299) -
sconto 21% circa
A partire da 20 copie, costa 10 euro (lire 19.363) -
sconto 28% circa
Non chiedeteci ulteriori sconti.
Non si effettua alcuna forma di conto/deposito.
La conversione euro/lira, fissata per legge, fa sì che
i prezzi in lire (peraltro utilizzabile solo fino al 28.02.2002)
siano definiti alla lira. Per la comodità degli acquirenti,
il prezzo finale (cioè quello dell'intero ordinativo)
può essere arrotondato alle mille lire inferiori (es.
27.108 diventa 27.000, 54.216 diventa 54.000 ecc.).
Per acquistarlo.
Chi paga anticipatamente non paga le spese di
spedizione postale
I pagamenti anticipati si possono effettuare:
- con versamento sul nostro conto corrente postale 12 55 22
04 intestato a Editrice A, cas. post. 17120, 20170 Milano;
- con bonifico bancario sul nostro conto corrente bancario n.
6.81 intestato a Editrice A - Milano, presso il
Monte dei Paschi di Siena, filiale n. 11 di Milano (Abi 1030,
Cab 1612).
- con assegno non/trasferibile intestato a Editrice A
spedito in una busta.
Per acquistare contrassegno è sufficiente comunicarci
(per posta, fax o e-mail) i propri dati ed il numero di copie
richieste e prepararsi a pagare al postino il pacchetto
che arriverà. Per le spedizioni in contrassegno (qualsiasi
sia limporto) applichiamo un sovrapprezzo di 4 euro (lire
7.745).
Poster, cartoline, mostra fotografica
Si intitola come il nostro special Signora
libertà, signorina anarchia e riproduce la stessa
foto scattata da Reinhold Kohl a Fabrizio, da noi utilizzata
in copertina, il poster, formato 50 x 70, che viene messo
in vendita a lire 12.000 (+ 3.000 per le spese di spedizione
postale, in un apposito tubo). Per richieste di 5 o più
copie, il costo scende a lire 10.000 cadauno (spese di spedizione,
in questo caso, comprese). Per richieste di 20 o più
copie, il costo unitario scende a lire 8.500 (sempre spese di
spedizione postale comprese). Gli ordinativi si fanno esclusivamente
tramite pagamento anticipato (con assegno non/trasferibile o
vaglia postale) alla Tipografia Mori, viale Lunigiana 13, 54011
Aulla (Ms), tel. 0187 421 403, fax 0187 421 396, e-mail: morimarina@libero.it.
Alla stessa tipografia Mori si possono richiedere delle cartoline
in quadricromia: si tratta di 11 soggetti diversi, tutti riproducenti
fotografie di De André scattate dal solito Kohl. Il costo
al pubblico è di lire 2.500 a cartolina (+ relativa busta
bianca). Per info su modalità, sconti e ordinativi, rivolgersi
direttamente alla Tipografia Mori.
Il poster è in vendita anche alla libreria Utopia (via
Moscova 52, Milano) ed allInfoshop MAG6 (via Vincenti
10-A, Reggio Emilia).
Ricordiamo che Reinhold Kohl ha deciso che parte del ricavato
del poster vada nelle casse della nostra rivista. Di questo
gli siamo, naturalmente, grati.
Sempre con il titolo Signora libertà, signorina
anarchia Kohl ha realizzato una piccola mostra
fotografica, disposta su 3 pannelli, contenente una quarantina
di foto di De André. E stata esposta, finora, nelle
librerie Feltrinelli di Pisa, Genova, Firenze e Siena. In ottobre
viene esposta alla Feltrinelli di Parma e dal 3 novembre
in quella di Modena.
Ne esiste anche una versione più grande.
Chi fosse interessato ad averla per iniziative pubbliche, contatti
lo stesso Kohl al suo indirizzo di e-mail: reinholdkohl@fotokohl.com
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