G8 - Questo numero è il primo dopo Genova: inevitabile
dunque che il dossier di apertura (pagg. 5 - 31) sia dedicato
a testimonianze e soprattutto a riflessioni a partire da quanto
è successo in quel week-end di grande mobilitazione popolare,
di grandi violenze poliziesche ed anche di grande dibattito
nei movimenti.
Innumerevoli sono le testimonianze delle violenze poliziesche:
alcune le abbiamo viste con i nostri occhi, chi cera a
Genova e chi non cera, in tv. Di numerose abbiamo letto
su molti giornali: qui ci limitiamo a citare il numero straordinario
del settimanale anarchico Umanità Nova, edito
dalla Federazione Anarchica Italiana, pubblicato con notevole
tempestività nei giorni immediatamente successivi al
week-end genovese.
Nel nostro dossier abbiamo preferito dare spazio soprattutto
a riflessioni che - mai dimenticando o sottovalutando quella
violenza brutale e sistematica - si concentrano sulla realtà
del movimento anti-G8, sulle sue interessanti multicromatiche
caratteristiche, sulle modalità di intervento sociale.
In queste settimane, ormai mesi, da Genova in poi se ne sono
lette e sentite di ogni tipo: anche in campo anarchico. Il discorso
resta più che mai aperto ed i contributi che ospitiamo
si inseriscono in questo dibattito più generale che caratterizza
la sinistra, il popolo di Seattle, gli anarchici. La rivista
vuole essere, come sempre, uno degli spazi, degli snodi, di
questo dibattito - senza per questo rinunciare ad esprimere
la propria posizione, comè avvenuto nelle considerazioni
contenute in questa pagina (Ai lettori) del numero
di giugno. Scrivevamo allora:
Di fronte ad un Potere che ha dimostrato di non amare particolarmente
le mobilitazioni del popolo di Seattle, la nostra
risposta deve programmaticamente escludere la stupidità
di cadere nella logica militare, del voler conquistare
la piazza a tutti i costi, della copertura verso
quei gruppi o individui che si fanno forti della massiccia presenza
popolare per dar sfogo alla propria rabbia. Non
è assaltando i McDonalds o gli altri edifici simboli
di un sistema che non ci piace, che convinceremo qualcuno ad
avvicinarsi alle nostre posizioni.
La violenza non fa parte del nostro DNA né del nostro
orizzonte. Noi vogliamo partecipare a manifestazioni in cui
possano essere presenti anche bambini, vecchi, handicappati,
persone che non sono preparate allo scontro e che
- quando questo si scatena - ne sono inevitabilmente le prime
vittime. Sulla cattiveria delle forze dellordine
non abbiamo dubbi: sappiamo che, obbedendo agli ordini dei loro
superiori, sono pronte - come a Napoli - a scatenare una violenza
indiscriminata (e proprio sui fatti di Napoli pubblichiamo la
presa di posizione di Amnesty International). Ma altrettanto
ci è chiaro il ruolo di chi (anche a Napoli, come testimoniava
sullo scorso numero Alessandro Bresolin) si è fatto scudo
delle presenza popolare per fornire pretesti alla violenza delle
forze dellordine.
Non facciamo della nonviolenza una religione e sappiamo che
in determinate situazioni il ricorso alla violenza può
essere lunica via di fuga. Ma noi di A
- e non solo noi - da molto tempo andiamo sottolineando i grossi
pericoli che il movimento - quello anarchico come quello più
generale di contestazione anti-G8 - corre, se non saprà
far piazza pulita di posizioni e comportamenti estremisti
e violenti che, decisi ed attuati da pochi, finiscono per coinvolgere
tutti. Già visto e già dato, grazie.
Dopo Genova e (al momento in cui scriviamo) prima di Napoli/Pozzuoli
e di Roma/Fiuggi (?), sottoscriviamo alla lettera quanto scrivemmo
allora.
Volantone anti-global. Unaccoglienza molto positiva
ha avuto il volantone anti-globalizzazione, curato da Adriano
Paolella e Zelinda Carloni, pubblicato al centro dello scorso
numero di A e diffuso in migliaia di copie durante
le giornate di Genova (ma non solo). Ne abbiamo
fatto stampare molte migliaia di copie, che restano a disposizione
di chiunque voglia ordinarlo per diffonderlo.
Molti hanno apprezzato la nostra decisione di affiancare al
testo italiano la traduzione integrale in inglese, che favorisce
la diffusione planetaria delle nostre idee e che comunque testimonia
della nostra coscienza di non poterci più limitare a
misurare il nostro orizzonte anche operativo in termini nazionali.
A pag. 16 le modalità per ordinarlo.
De André. Ben 7 pagine (pagg. 32 - 38) di questo
numero sono dedicate al cd+libretto ed avevamo gli occhi
troppo belli, numero straordinario di A uscito
il 12 giugno e dedicato a Fabrizio De André. Si tratta
del maggiore successo di pubblico e di critica (come
si diceva una volta) in oltre un trentennio della rivista. Nellintervista
al compagno che, allinterno della redazione, lo ha prodotto,
si racconta la storia, si forniscono una serie di dati e soprattutto
si spiega il senso più profondo, politico,
dellintera operazione.
Mail-art. E in corso dal 27 settembre alla Cascina
autogestita Torchiera (piazzale Cimitero Maggiore 18 - Milano)
fino a domenica 7 ottobre la Mostra internazionale di mail-art
dedicata alla a cerchiata - nellambito delle
iniziative per festeggiare i 30 anni della nostra rivista. Sono
previste varie iniziative collaterali: per info contattate la
nostra redazione (02 28 96 627) o la stessa Torchiera (02 30
888 96).
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