Ecco, poeti accademici disgustati dallolezzo
sociale, le poesie della strada pregne di sangue e di vino e
forse anche di tragica allegria, queste poesie insolenti, sorelle
illegittime delle vostre perbeniste collegiali da salotto che
sanno di rosolio e liquirizia. Ecco le strofe che non si trapiantano
nella metrica borghese, che scappano dalla gabbia della retorica
subliminale, che non obbediscono alle tacite direttive dellanestesia
culturale, che scivolano fuori dalla spina dorsale cattolica
dove la Musa del terzo millennio si dibatte nel cilicio urticante
del pentitismo ideologico, e diventano piedi, piedi camminatori,
piedi alati lungo la Storia, laltra però, dove
i bambini del ghetto di Terezin scrivono con più dolore
di quei poeti nostrani che marciano sulla Via Crucis con la
sofferenza del mondo sulle spalle, e per Dio, non inciampano
mai!
La Storia, quella da occultare, viene tramandata per via orale
di barricata in barricata come un passaparola timbrato Fahrenheit
451, paventando nuovi falò cartacei nella notte dei cristalli.
Parole queste come la Treccani della memoria utopica, parole
che non appariranno mai sulle enciclopedie dei cardinali, dei
papi, dei Conquistadores, perché lembargo agli
eroi sommersi non finirà, anzi si esalteranno solo e
sempre i loro blasonati carnefici. Parole che nessuna antologia
scolastica mostrerà per scortare alle soglie della rivelazione
ladolescenza manipolata, come nascosto resterà
linvito controdidattico di Leo Ferré: Bisogna
disimparare tutto! Parole come un turibolo che sparge
incenso esplosivo nelle notti troppo tranquille dei globalizzator-trotter
in giro per il mondo, meno G8, G7, G6, G5, G4, G3, G2, G1, Gzero!
Parole come bisbigli sovversivi sussurrati dai condannati a
morte allorecchio del cappellano che esercita la pietà
istituzionale... o cori degli angeli neri, eterni come un Rubens,
un De André, un Durruti, un Rimbaud... anime planetarie
da lanciare nel cosmo dalla piattaforma futura di Cap Carnarchival
al posto delluomo di Leonardo così scientifico
e poco poetico...
Terremoti
tascabili
Canzoni che non sentiremo in nessun Festival demo-commerciale,
ma replicate al di là del tempo e, soprattutto, al di
qua, nelleternità dellistante. Canzoni come
organetti che saltano per aria nei salotti borghesi del XIX
secolo, parole come terremoti tascabili per le (in)coscienze
manageriali delle nuove generazioni a pezzi componibili, parole-hackers
che sinfiltrano nei computer delle multinazionali affinché
il Sistema vada in corto circuito con le sue stesse chele di
granchio tecnologico, parole come un mutuo per costruire su
carta una società a immagine e somiglianza delluomo
liberato, la società del mutuo soccorso come un equilibrismo
in bilico sulle fosse rumene e argentine, parole come giullari
vendicativi che sbeffeggiano il potere con lautobomba
del sarcasmo a salve. Parole come finestre aperte sulle verità
murate a da cui più nessuno verrà spin... no,
verrà but... no, da cui più nessuno verrà
caduto perché il volo del ribelle genetico,
quello del DNA (con la cerchiata), non è mai a
scendere ma a salire.
E salgono dalle gole cantate personaggi indimenticabili dispensando
una fraternità ancora integra e struggente. Giovanni
Passannante che dal Museo Criminologico dovrebbe essere trasferito
a quello Ornitologico perché è lui luccello
Lyra, luccello del Paradiso, la specie non protetta, il
nido depredato! Quel suo cranio barbaramente esposto è
unacquasantiera in cui intingere il sogno e sbattezzarci
da ogni dottrina mistico-euclidea. Amilcare Cipriani che con
il dono dellubiquità fioriva contemporaneamente
su più campi di battaglia come un pettirosso da
combattimento, comunardo deportato in Nuova Caledonia
e poi turista n°2403 a Portolongone e alla fine, più
vivo che morto, fondatore a Parigi della Federazione Universale
dei Popoli. Sante Jeronimo Caserio (fratello europeo dellominimo
apache) avvelenato dalla propria e altrui miseria, per non vederla
più si fa tagliare la testa a Lione portandosi dietro
il signor Presidente della repubblica francese Sadi Carnot.
Francisco Ferrer, punito dai gesuiti e dai Reali per aver creato
le Scuole Moderne e libertarie in opposizione a quelle clericali.
Fucilato senza colpa alcuna nel 1909. Amen! Requiem! Opus Dei!
Sacco e Vanzetti, linnesto transgenico nella coscienza
americana già necrotizzata dal genocidio degli indiani...
Pinelli che si reincarna negli uragani in Florida perché
dopo quella morte è Nato, Soledad, battuta in velocità
da chi le ha stretto intorno al collo un lenzuolo ma di questo
terrorismo non ci sarà nessuna eco...
Parole dunque come il nuovo testamento, il testamento morale
di un nuovo tipo di padre e di madre, splacentati dai ruoli
nazivaticanskin, perché lamore possa scorrere finalmente
in totale nudità selvatica allinsegna di una globalizzazione
indiana retroattiva nei pressi di Little Bighorn per la carica
onirica finale.
Mauro Macario
foto di Reinhold Kohl
ballata
del Pinelli
Il feroce questore Guida
(testo
di G.Barozzi, D.Mora, F.Lazzarini, U.Zavanella, sullaria
dellInno del sangue noto anche come Il
feroce monarchico Bava)
Quella
sera a Milano era caldo
ma che caldo che caldo faceva
brigadiere apra un po la finestra
ad un tratto Pinelli cascò.
Signor
questore io glielho già detto
lo ripeto che sono innocente
anarchia non vuol dire bombe
ma giustizia amor libertà.
Poche
storie confessa Pinelli
il tuo amico Valpreda ha parlato
è lautore del vile attentato
e il suo socio sappiamo sei tu.
Impossibile
grida Pinelli
un compagno non può averlo fatto
e lautore di questo misfatto
tra i padroni bisogna cercar.
Stiamo
attenti indiziato Pinelli
questa stanza è già piena di fumo
se tu insisti apriam la finestra
quattro piani sono duri da far.
Quella
sera a Milano era caldo
ma che caldo che caldo faceva
brigadiere apra un po la finestra
ad un tratto Pinelli cascò.
Lhanno ucciso perchè era un compagno
non importa se era innocente:
Era anarchico e questo ci basta
disse Guida il feroce questor.
Cè
una bara e tremila compagni
stringevamo le nere bandiere
in quel giorno labbiamo giurato
non finisce di certo così.
Calabresi
e tu Guida assassini
che un compagno ci avete ammazzato
lanarchia non avete fermato
ed il popolo alfin vincerà.
Quella
sera a Milano era caldo
ma che caldo che caldo faceva
brigadiere apra un po la finestra
ad un tratto Pinelli cascò.
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Francisco
Ferrer
(di
anonimo)
Là
nel carcere di Barcellona
han fucilato Francisco Ferrer,
han fucilato quel buon pastore
con tanto onore, con tanta umanità.
Bacia la moglie, lasciando i figli,
con le parole che il padre non torna più
oh! Mantenete le mie scuole,
con tanto onore, con tanta umanità!.
Anche la Francia ha protestato
contro la Spagna, la sua malvagità
Ferrer è morto senza peccato:
vigliacchi quelli che lhan fucilà!
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gli
Anarchici
(di Leo Ferré, versione italiana di E.Medail)
Non
sono luno per cento
ma, credetemi, esistono
in gran parte spagnoli
chi lo sa mai perché
pensereste che in Spagna
forse non li capiscono
sono gli anarchici.
Han raccolto già tutto
dinsulti e battute
e più hanno gridato
più hanno ancora fiato
hanno al posto del cuore
un sogno disperato
e le anime corrose
da idee favolose.
Non son luno per cento
ma, credetemi, esistono
figli di troppo poco
o di origine oscura
non li si vede mai
che quando fan paura
sono gli anarchici.
Mille volte son morti
comè indifferente
con lamore nel pugno
per troppo e per niente
han gettato, testardi,
la vita alla malora
ma hanno tanto colpito
che colpiranno ancora.
Non sono luno per cento
ma, credetemi, esistono
e se dai calci in culo
cè da incominciare
chi è che scende per strada
non lo dimenticare
sono gli anarchici.
Hanno bandiere nere
sulla loro speranza
e la malinconia
per compagna di danza
coltelli per tagliare
il pane dellamicizia
e del sangue pulito
per lavar la sporcizia.
Non sono luno per cento
ma, credetemi, esistono
stretti luno con laltro
e se in loro non credi
li puoi sbattere in terra
ma son sempre in piedi
sono gli anarchici.
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