Abbiamo incontrato Vandana Shiva, un
punto di riferimento per i no-global a livello mondiale, nei
giorni successivi allarresto di Caruso e compagni. Anche
se appena giunta dallIndia, Vandana era ben informata
sulla vicenda e non ha avuto esitazioni nel condannare il nuovo
episodio di repressione e nellesprimere solidarietà
agli arrestati.
Eravamo a Venezia (nellennesimo giorno di acqua alta)
e alliniziativa hanno preso parte alcune centinaia di
persone tra cui Massimo Cacciari, Gianfranco Bettin, Beppe Caccia,
Laura Corradi e lanimalista Consuelo Bianco.
Di Vandana Shiva sono note le battaglie a fianco dei contadini
indiani per difendere la biodiversità e contro la deforestazione
sullHimalaya. Tra i suoi libri più noti Terra
Madre, Campi di battaglia, Biodiversità
e agricoltura industriale, Biopirateria, Il mondo
sotto brevetto e lancora estremamente attuale Monoculture
della mente in cui analizza il rapporto tra sapere e potere;
andando oltre le consuete categorie politiche, evidenzia come
anche dentro di noi avvengano le medesime degenerazioni che
affliggono il pianeta, così come possono anche avvenire
le prese di coscienza alternative
Vandana sembra condividere lopinione ormai diffusa tra
gli ambientalisti autentici che lidea di sviluppo
sostenibile (tanto in auge ventanni orsono negli
ambienti della sinistra istituzionale) è giunta ad un
punto morto, un ennesimo alibi per coprire le politiche di sempre,
in particolare le politiche di potenza basate sul militare.
Basti pensare al concetto di impatto ambientale:
attualmente serve ad aprire la strada alle cosiddette grandi
opere, devastanti ma con il certificato.
Intanto cosa ne pensi dellarresto dei compagni della
rete no-global del sud Italia?
Da un certo punto di vista quello che sta accadendo in Italia
si potrebbe definire divertente; hanno arrestato
qualche decina di persone ma forse avrebbero dovuto, stando
alle accuse, arrestare i tre quarti dellUmanità.
Non posso fare a meno di pensare che proprio negli anni trenta,
quando in Italia vennero scritte le leggi fasciste che hanno
permesso larresto dei nostri amici a Cosenza, in India
Ghandi gettava le basi del suo movimento per la giustizia
In effetti, il nesso tra la disobbedienza civile
ghandiana e lattuale movimento dei disobbedienti
appare molto forte. Cosa puoi dirci in proposito sulle strategie
di lotta adottate dai movimenti in India?
Fin dal 1991, prima che la globalizzazione si solidificasse,
appariva evidente che intendevano brevettare la vita, con la
conseguenza di distruggere le economie locali. Già allora
in India centinaia di migliaia di persone cominciarono a dimostrare
contro tutto ciò, richiamandosi esplicitamente alle lotte
di settanta anni fa.
Negli anni trenta gli Inglesi decisero di monopolizzare il sale.
Allora Ghandi organizzò una grande marcia per andarsi
a prendere il sale direttamente dal mare, sostenendo che una
legge ingiusta non deve essere obbedita.
Questo principio Ghandi non lha inventato; lo ha appreso
viaggiando per lIndia dove lidea della non-collaborazione,
della disobbedienza civile è antica quanto la fame di
libertà. Il concetto è che fino a quando ci saranno
leggi ingiuste continuerà lo sfruttamento, loppressione,
lingiustizia.
Questo naturalmente vale anche ai nostri giorni. Oggi abbiamo
due soggetti che definiscono illegali i nostri atti di libertà:
il fascismo del potere economico e il fascismo del potere politico.
Daltra parte cosa può accadere quando quelli che
dovrebbero trovarsi in galera sono al governo
?
Vandana
Shiva
Talvolta sembra che oggi le cose siano più complicate.
Forse era più semplice comprendere la decolonizzazione,
le lotte di liberazione (anche mentre quei processi erano in
corso). Oggi che cosa sta accadendo, tra degrado ambientale,
manipolazioni genetiche, genocidi in atto e guerre più
o meno infinite?
Stiamo assistendo alla legalizzazione dellillegalità,
della corruzione. Tutte le multinazionali che spingono maggiormente
verso la globalizzazione sono direttamente coinvolte in forme
vergognose di corruzione. Sembra proprio che siano i leader
più corrotti quelli che traggono maggior beneficio dalla
globalizzazione, alimentando il loro potere sia economico che
politico e usando questultimo in modo arbitrario (nel
caso dellItalia gli ultimi arresti sono eloquenti).
Niente accade per caso. Se oggi lo scirocco è fuori stagione
e Venezia soffre più a lungo del solito di acqua alta,
forse questo ha a che vedere con ciò che sta accadendo
in altri luoghi, dove magari ci sono guerre per il petrolio
in atto. Allo stesso modo non è casuale che nel Sud dellIndia
in questo momento si stia importando grano dallAustralia,
invece che dal Nord dellIndia stessa (dove il surplus
viene calcolato in milioni di tonnellate).
Io sono fisica (considerata una delle più brillanti
promesse della fisica indiana, Vandana Shiva abbandonò
una sicura carriera nel campo dellenergia nucleare, denunciando
le ripercussioni sullambiente NdA) e mi trovo a disagio
quando il falso viene spacciato per vero; in questo caso la
cosa più costosa viene fatta passare per quella più
economica e vantaggiosa. Lo stesso avviene con gli OGM, spacciati
per più economici quando in realtà, se calcoliamo
i sussidi, sono più costosi, anche se poi arrivano nei
supermercati a un prezzo inferiore.
Il WTO produce accordi in materia di agricoltura e, in teoria,
dovrebbe occuparsi anche dellambiente: invece niente.
Lunica regola è quella del mercato: il diritto
per le multinazionali di impadronirsi di ogni mercato, indipendentemente
dalle conseguenze per la gente e per lambiente.
In India, dove tre quarti della popolazione è costituita
da contadini, per introdurre a forza la soia OGM hanno cambiato
perfino le leggi.
Lo stesso è avvenuto nel Kerala con le noci di cocco.
Qui il risultato non è stato soltanto la
distruzione della biodiversità, ma anche il crollo del
prezzo del cocco; in questo momento si stanno tagliando le palme,
distruggendo quindi lidentità culturale delle popolazioni.
Adesso è la volta dello zucchero. Quando i contadini
sono scesi in strada per protestare gli hanno sparato contro.
I diritti fondamentali (un lavoro, una vita degna
) vengono
sistematicamente negati.
Uno degli aspetti più inquietanti è sicuramente
quello dei brevetti
Negli USA la Carbide si è impadronita del WTO e ora
le regole di questa multinazionale vengono imposte allintero
pianeta. A mio avviso laccordo del WTO dovrebbe chiamarsi
accordo della Carbide.
Pensiamo allaccordo del WTO sulla proprietà intellettuale,
sui brevetti (partito proprio da Venezia, mi pare
) che
originariamente aveva lo scopo di tutelare i prodotti dellartigianato
(a proposito: ho appena visto il manifesto no-global dei vetri
di Murano
).
Oggi i brevetti sulla proprietà intellettuale appartengono
a multinazionali come la Monsanto che ha inventato solo prodotti
chimici che distruggono la vita. Risale a circa dieci anni fa
la decisione di ottenere immensi profitti nellagricoltura,
attraverso il controllo delle sementi e le biotecnologie e oggi
i loro progetti si stanno concretizzando. Quando il trattato
sulla proprietà intellettuale è arrivato al WTO,
un rappresentante della Monsanto ha commentato: Noi siamo
il medico, la diagnosi, il paziente
(ma forse avrebbe
dovuto dire: Siamo la malattia
NdA).
Nel trattato cè questa idea folle che la Natura,
le piante, il riso, il grano
tutto insomma sia stato quasi
inventato da loro, sia una loro esclusiva proprietà.
Adesso, in base alle leggi sulla proprietà intellettuale,
conservare e scambiare i semi è diventato un crimine
e i contadini che vogliono mantenere questa tradizione commettono
un reato. Esattamente come è diventato un crimine operare
per un mondo diverso. Stiamo assistendo al tentativo di privatizzare
lultima frontiera del mercato, la vita stessa. Vogliono
brevettare la vita, ogni forma di vita (piante, animali
).
Si pensa addirittura di clonare luomo, di brevettarlo.
Per me questa è una pazzia. Nella cosmologia indiana
la persona umana e la Natura sono complementari, inseparabili
luna dallaltra. Nellidea cartesiana
occidentale la Natura è concepita come ambiente
e risorsa, inferiore alluomo e fatta per essere
dominata e sfruttata, in una visione frammentata e meccanicistica.
Ritengo quindi che oggi al potere ci siano dei pazzoidi e che
dobbiamo liberarcene.
Unaltra grave questione è quella della privatizzazione
dellacqua
A Doha (nel Qatar, in pieno deserto; ormai per riunirsi devono
rifugiarsi nei deserti o tra le montagne del Canada, in luoghi
il più possibile inaccessibili) hanno introdotto una
dichiarazione che sancisce la privatizzazione dellacqua.
Pretendono di governare ogni tipo di risorsa, anche la più
essenziale e questo proprio nel momento in cui si mostrano incapaci
di governare anche se stesse (v. Enron, Vivendi
che si
sono letteralmente autoaffondate), altro che il mondo. Unaltra
multinazionale sta per privatizzare il sacro fiume Gange; pretende
di vendere lacqua ai ricchi di Delhi, privandone i contadini
fin dalle sorgenti. Tentano di far passare lidea che tutto
sia una merce prodotta da loro; lagricoltura, la vita
lacqua stessa (come se fosse Coca Cola), anche se in realtà
si limitano a imbottigliarla. Privatizzare lacqua significa
rubarla alla Terra e lasciare milioni di persone senza acqua
per bere e per irrigare i campi. Io credo profondamente che
lacqua (come del resto la biodiversità) sia un
dono della natura con cui convivere, non può essere trattata
alla stregua di una merce, di qualcosa di fabbricato
In
quanto dono della natura appartiene a tutti, tutti abbiamo diritto
allacqua, al cibo, allaria pulita
Oltre a Doha cè stato anche Johannesburg
Immagino che anche tu sia daccordo nel considerarlo un
fiasco
Considero il summit di Johannesburg come un tradimento; in
questa occasione è stato sancito che le multinazionali
possono privarci dei nostri diritti fondamentali ed è
stata data dignità ad ogni forma di corruzione. Il WTO
aveva già creato altre regole attraverso delle non
regole. Il sistema creato è tale per cui ogni realtà
che dovrebbe essere regolamentata (v. linquinamento, v.
gli OGM
) non lo è mentre le legittime proteste
dei cittadini per una vita sana diventano atti criminali. Quello
che ci viene imposto è un sistema corrotto, una democrazia
malata
Naturalmente limposizione di questa economia
di morte non ci impedirà di sognare, di costruire unaltra
economia possibile, ecocompatibile. Non dobbiamo quindi disperare,
nemmeno quando i nostri compagni di lotta vengono arrestati;
dobbiamo continuare a resistere, a lottare contro questi politici
corrotti che ci governano.
In questa battaglia per un mondo diverso, possibilmente
migliore, quali indicazioni ti senti di dare?
Proprio perché la globalizzazione non tocca solo la
sfera economica, dobbiamo progettare strategie alternative che
riguardano ogni aspetto della nostra vita. Bisogna capire, per
esempio, che gli arresti dei compagni sono presumibilmente una
conseguenza del grande e pacifico evento di Firenze e anche
dei nuovi contatti che si vanno stabilendo tra il movimento
no-global e i sindacati. Lottare contro le multinazionali significa
difendere la vita, le vite dove siamo: sul posto di lavoro,
sul territorio
Il concetto fondamentale è quello
di fare le cose concretamente; magari non tutto, ma tutto quello
che siamo in grado di fare. Bisogna comprendere che la globalizzazione
sta creando un mondo di compratori, di consumatori, non di produttori.
Non siamo più umani, cittadini, donne
solo consumatori
che devono comprare i prodotti delle multinazionali. Lottare
oggi significa reclamare la riproduzione oltre alla produzione.
Attraverso la clonazione e le biotecnologie, si vuole trasformare
la vita in una forma di profitto. Unidea di fondo del
pensiero di Gandhi (oggi estremamente attuale) era che questo
sistema tende a distruggere gli esseri umani, siano essi gli
Indiani dAmerica, gli schiavi africani o i contadini dellIndia.
Quello che lindustria tessile ha rappresentato per lIndia
(cioè la distruzione), oggi corrisponde, a livello planetario,
allindustria delle biotecnologie, alla biopirateria.
A quellepoca la strategia adottata dal movimento dei contadini
era quella di autoprodursi i vestiti, oggi la strategia diventa
la necessità di costituire una comunità di individui
liberi che rivendicano il diritto di autogovernarsi, di autogestire
leconomia, di avere cibo sano, non geneticamente manipolato.
In questo campo voi occidentali potete stare tranquilli, non
sentirvi in colpa: dicendo no agli OGM non provocate alcun danno
in altre parti del mondo; anzi, ci date un valido aiuto anche
contro la fame.
Guardate cosa è successo con la soia. Avevano detto che
avrebbero dato circa 50 chilogrammi per acro e invece ne hanno
dato soltanto un chilo (di un prodotto geneticamente modificato,
sottolineo). Avevano detto che era resistente, ma poi le piante
si sono ammalate di malattie diverse (a seconda delle diverse
zone climatiche) e hanno dovuto usare enormi quantità
di pesticidi
Avevano garantito un guadagno di diecimila
rupie in più per acro e invece i contadini ne hanno avute
settemila in meno. La quantità di acqua utilizzata per
il grano transgenico è decuplicata. Hanno introdotto
anche il cosiddetto riso dorato (nel senso che avrebbe
dovuto portare ricchezza) e invece
La verità è che la Monsanto e le altre multinazionali
raccontano fandonie. Tra i contadini indiani gli OGM hanno prodotto
indebitamento, disperazione, molti casi di suicidio: si tratta
a mio avviso di una moderna forma di schiavitù.
Rivendicare il diritto alla qualità della vita va di
pari passo con il diritto alla non-collaborazione. Tutto ciò
si traduce poi in cose diverse, dalla presa di posizione del
governo sudafricano contro le multinazionali farmaceutiche alla
lotta del nostro movimento contro il monopolio delle sementi.
Concludendo: Un altro mondo è possibile, senza
gli OGM.
Elena Barbieri e Gianni Sartori
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