Bilancio. Come
di consueto, il bilancio annuale di “A” si è
chiuso al 30 novembre. Il 2004 ha fatto registrare un passivo
di 7.000 euro, che detratti dall’attivo iniziale, lasciano
nelle case di “A” circa 8.000 euro (erano 14.000,
ma quasi 6.000 sono stati consegnati a Emergency).
Siamo dunque ancora in attivo (cosa che ci è successa
3 o 4 volte nei 34 anni di vita e di bilanci della rivista),
ma questo attivo è dovuto al perdurante buon andamento
della vendita dei prodotti legati a Fabrizio De André,
che costituiscono attualmente i due terzi del nostro bilancio.
La situazione, dunque, è discreta, ma le prospettive
sono davvero preoccupanti: anche senza ipotizzare un calo delle
entrate “musicali”, la rivista ci costa molto di
più di quanto faccia incassare e già tra dodici
mesi potremmo ritrovarci in rosso. È dunque indispensabile
che si intensifichi l’impegno di noi tutti per sostenere
la rivista: molte sono le modalità. Regalare un abbonamento
ad un amico, trasformare il proprio da normale a sostenitore
(da 100,00 euro in su), diventare piccolo diffusore (facendosi
mandare a casa regolarmente qualche copia di “A”
da diffondere nel proprio ambiente), organizzare concerti o
cene di sottoscrizione, parlare o far parlare di “A”
in radio disponibili, ecc. Sono un po’ le solite cose,
ma se molti le faranno… ce ne accorgeremo.
Lo ripetiamo: la situazione non è drammatica, ora. Ma
potrebbe diventarlo.
Veronelli. Lo scorso numero della rivista,
con la copertina e il dossier dedicati all’iniziativa
eno-cultural-gastronomica di Massenzatico, nel Reggiano,
gli sarà di sicuro piaciuto. Tanto più che a Massenzatico
l’aspettavano e, se non avesse avuto problemi di salute,
ci sarebbe andato. A Reggio Emilia era stato già per
l’inaugurazione della sede anarchica, e l’affluenza
e l’entusiasmo erano stati davvero notevoli. Invece Luigi
Veronelli, l’anarchenologo Luigi Veronelli (come amava
definirsi), ci ha lasciati in una fredda giornata di dicembre.
Ci farebbe piacere ricordarlo con un bel dossier di testimonianze
e di suoi scritti, ci stiamo pensando. Nel frattempo affidiamo
l’addio al commosso ricordo che Gianni
Mura, suo grande amico e penna tra le più originali e
graffianti de “La Repubblica”, ci ha fatto pervenire.
E, tanto per non lasciar cadere il tema così caro a Veronelli,
ospitiamo un intervento della “cuoca
rosso-nera” sulle cucine del popolo.
Anarchik. Con la collaborazione del Centro
Studi Libertari di Milano, e in particolare di Rossella Di Leo,
abbiamo realizzato un dossier su Anarchik,
lo storico “omino nero” che, nato altrove, ha vissuto
gran parte della sua vita sulle nostre colonne. Gran parte dei
materiali (compreso l’intervento di Roberto Ambrosoli,
“padre” di Anarchik) sono stati ripresi dal n. 23
(giugno 2004) del Bollettino del Centro Studi Libertari.
Il Centro Studi Libertari di Milano ha in corso una ricerca
su scala internazionale su Anarchik.
Carta. A partire da questo numero, cambia
la carta della rivista. Si tratta di una carta ecologica, prodotta
cioè con criteri il meno possibile invasivi e inquinanti.
La precedente era una carta riciclata, che esclude il taglio
delle piante ma non necessariamente evita (a seconda dei criteri
di “lavorazione”) altri danni all’ambiente.
È ecologica, da questo numero, anche la carta della copertina.
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