dossier casa
Lotte per la casa
a Roma
Testo e foto di Chiara Lalli
Proprio come “libertà”, la parola “sicurezza” ha subito un vero e proprio stravolgimento nelle recenti tenzoni politiche. A Roma la campagna di Gianni Alemanno, e la sua attività da sindaco poi, sono al servizio della sicurezza. Ma quale sicurezza?
La risposta è abbastanza chiara se solo consideriamo le politiche abitative degli ultimi anni (Alemanno non si è inventato nulla, ha solo inasprito l’atavica tendenza delle precedenti amministrazioni). Negli ultimi mesi si sono intensificati gli sgomberi. Non solo i campi (l’ultimo è stato il Casilino 900): la ex scuola Tommaso Grossi di Centocelle, il Regina Elena, l’ex museo della carta a via Salaria, la scuola 8 marzo alla Magliana.
Qual è il destino di tutte queste persone buttate per strada? Esiste un diritto alla casa? L’edilizia pubblica è quasi inesistente e piegata agli interessi di pochi, e lo scenario è aggravato da centinaia e centinaia di immobili vuoti, da un patrimonio vaticano immenso e libero dall’ICI e da una cecità politica che fa leva sugli istinti più tetri: dagli all’untore, al clandestino, al più debole – in qualunque modo si manifesti la debolezza.
Alcuni hanno piazzato delle tende sul Lungotevere o a Piazza Venezia, accanto ai Fori Romani e al Milite Ignoto. Tutti sono costretti ad arrangiarsi, per strada e in una busta di un discount tutto quello che sono riusciti a conservare, nella totale assenza di politiche abitative. Durante una manifestazione romana sul diritto alla casa un partecipante ha commentato: “Che vergogna!, ma non lo vedono come vivono queste persone? E io ho pure votato Alemanno. Manco i cani si trattano così”. Manco i cani.
Chiara Lalli
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