Quando
Georges è morto, “A” era poco più
che una bambina: aveva 11 anni.
Lui stava in Francia, noi in Italia,
non ci siamo mai conosciuti di persona.
Ma noi conoscevamo i testi poetici e
dissacranti di alcune sue canzoni e potrebbe anche essere
che un numero di questa rivista, a lui che aveva collaborato
per qualche anno con Le Libertaire, sia capitato
in mano.
Comunque sia, a 31 anni dalla sua scomparsa
Georges Brassens è tutt'altro che scomparso.
Grazie ai suoi CD, e in Italia anche
grazie ai suoi numerosi e validi traduttori ed epigoni, la
dolce e graffiante poesia continua a farci sognare e (possiamo
dirlo?) a lottare.
O, almeno, a resistere.
Attraversano
questo numero complessivamente 7 box numerati progressivamente,
ripresi da brani di trasmissioni-radio francesi.
Per gli stralci dei testi delle canzoni di Brassens
e per lo stralcio dell'intervista di André Sève
a Georges Brassens si ringraziano per la gentile concessione
Nanni Svampa, Mario Mascioli e l'editore Lampi di Stampa.
Tutti questi testi sono infatti ripresi dal volume di Nanni
Svampa e Mario Mascioli Attenti al gorilla
(ed. Lampi di Stampa, 2012), che contiene i testi di tutte
le canzoni di Brassens, tradotti appunto da Svampa e Mascioli.
Disegno che
correda questa pagina: Garance Lobotomie per i 30 anni dalla
morte di Goerges Brassens, 29 ottobre 2011.
La redazione
di "A" si dichiara pronta a riconoscere i diritti
sui testi e sulle foto, che non ha potuto regolare in anticipo,
per non essere riuscita a contattarne gli eventuali titolari.