ANARCHISMO
Sugli anarchici antiorganizzatori
Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901 e il 1919.
Come è noto, la critica
di Bakunin nei confronti dell'Internazionale marxista coinvolge
i concetti di autorità, burocrazie e centralismo, tutti
elementi dannosi per il movimento rivoluzionario. Da lì
in avanti gli antiautoritari dibattono e sviluppano ulteriormente
il tema dell'organizzazione.
La sezione italiana della prima Internazionale è una
associazione allo stesso tempo socialista, anarchica, comunarda,
collettivista, atea, rivoluzionaria e federalista. (2)
Organizza diversi congressi regionali tra il 1871 e il 1880,
anche se dal 1880 è indebolita a causa della continua
repressione. Include quattro diverse tendenze: l'evoluzionista,
la socialista rivoluzionaria, la comunista anarchica, l'individualista.
L'anarchismo nasce dalle sue ceneri, (3)
è un movimento plurale che comprende militanti favorevoli
all'organizzazione, cosiddetti antiorganizzatori, individualisti
e amanti della “propaganda del fatto”.
Un processo in organizzazione in “partito”, come
lo definisce anche Malatesta, nel senso di “associazione
fra anarchici”, comincia al congresso di Capolago del
1891. È però una dinamica lenta e Capolago è
una tappa di un cammino molto lungo e difficile: il convegno
nazionale successivo si sarebbe svolto sedici anni dopo a Roma
(1907), e dopo di esso sarebbero passati altri otto anni prima
di un nuovo appuntamento nazionale (Pisa, gennaio 1915). La
fine della prima guerra mondiale e la rivoluzione russa sono
tra i fattori che contribuiscono ad accelerare il processo di
organizzazione: alla fine degli anni dieci si tengono vari convegni
e congressi che sfociano nella fondazione dell'Unione Comunista
Anarchica Italiana nel 1919, che diventerà l'Unione Anarchica
Italiana nel 1920.
La stragrande maggioranza degli anarchici italiani è
antiorganizzatrice fino alla fine degli anni dieci e molti anche
dopo. Bisogna dire però che da una parte costoro, nonostante
tale definizione, non rifiutano di organizzarsi, dall'altra
grosse differenze li separano dagli individualisti, cui spesso
vengono erroneamente accomunati. Questi ultimi sono influenzati
dalle idee di Max Stirner, spesso mescolate con influenze nicciane.
Più che Stirner e Nietzsche a formare il retroterra politico
degli antiorganizzatori sono invece Bakunin, Kropotkin, Gori,
Reclus ecc. Al contrario degli individualisti, gli antiorganizzatori
riconoscono il valore dell'azione collettiva e il ruolo del
proletariato nel processo rivoluzionario.
Come accennavo, anche se il tema dell'organizzazione è
sempre oggetto di dibattito nel movimento, la grande maggioranza
degli anarchici non rifiuta il concetto di organizzazione. Gli
antiorganizzatori negano la validità di qualsiasi struttura
formale perché in essa vedono i primi segni dell'elitismo
e della burocrazia, ma ciò non toglie che essi ritengano
utile organizzarsi praticamente per migliorare la propria azione
rivoluzionaria. Opponendosi a qualsiasi struttura formale, ma
riconoscendo allo stesso tempo il valore dell'azione collettiva,
gli anarchici antiorganizzatori lasciano il campo aperto a un
altro fattore: il carisma personale.
Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i
circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo
soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901
e il 1919, oratore e editore, riesce a promuovere attorno a
sé una rete solidale di militanti dediti all'azione diretta
e alla rivolta antiautoritaria, con un grande obiettivo comune:
provocare una rivoluzione sociale transnazionale e permettere
così agli sfruttati di organizzare una società
libera e comunista. (4)
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Luigi
Galleani |
Il
primo pseudonimo: Mentana
Galleani nasce a Vercelli il 12 agosto 1861 da genitori benestanti
e monarchici; studia legge all'Università di Torino e
diventa ben presto un ardente repubblicano. Finisce gli studi
ma non ottiene la laurea, preferendo dedicarsi piuttosto all'attività
politica. Come molti giovani democratici è influenzato
al mito del Risorgimento e ha grande stima per personaggi come
Carlo Pisacane, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, dei quali
ammira l'attivismo senza soste e la completa devozione alla
causa. Costoro, come Felice Orsini, il patriota che prova ad
ammazzare Napoleone III nel 1858, incarnano la volontà
umana nell'accelerare il processo della storia e il progresso
sociale. Non è un caso quindi che egli si firmi spesso
nei suoi articoli con lo pseudonimo Mentana, la città
laziale dove le camicie rosse garibaldine si scontrano con le
truppe pontificie il 3 novembre 1867 nel tentativo di conquistare
la città di Roma all'Italia.
La sezione italiana dell'Internazionale ha relazioni strettissime
con il Risorgimento democratico. Sono molti i patrioti, già
cospiratori risorgimentali, volontari garibaldini e fautori
di società operaie che fondano i primi nuclei internazionalisti
o aderiscono all'Internazionale dopo la Comune di Parigi del
1871, fatto che provoca l'opposizione di Mazzini da una parte
e il supporto di Mikail Bakunin dall'altra. Soprattutto nella
sua prima fase, dal 1870 al 1874, l'Internazionale è
influenzata tanto da Bakunin quanto da Garibaldi grazie all'opera
di militanti vicino al primo come Fanelli, Friscia, Gambuzzi,
Dramis, e altri vicini al secondo, quali Ceretti, Suzzara-Verdi,
Castellazzo. (5)
Tra il 1881 e il 1885 il repubblicanesimo di Galleani si avvicina
progressivamente al socialismo. Scrive per diverse testate locali,
tra i quali “La Boje!” di Vercelli e aderisce al
Partito Operaio Italiano, che include socialisti legalitari
e antiparlamentaristi, partecipando al congresso di Bologna
del 1888. Nel primo numero de “La Boje!” scrive
a mò di presentazione di sè: “Chi siamo?
Siamo un pugno di ribelli, figli della rivoluzione, nati per
la rivoluzione”. (6)
Attivissimo nelle lotte operaie e contadine tra Piemonte e Liguria,
fin da giovane è definito un leader. Il suo stesso aspetto
fisico e il suo portamento sono rivelatori di un indubbio carisma:
discretamente alto, robusto, vestito sempre elegantemente, lo
sguardo fiero e il pizzo lo fanno apparire severo. Ma quel che
più colpisce, e preoccupa la polizia, è il fatto
che egli è un oratore eccezionale. La sua eloquenza ricorda
quella dei suoi eroi risorgimentali e la voce vibrante è
in grado di toccare le corde di tutti quegli sfruttati che accorrono
ad ascoltarlo. (7)
Ricercato dalla polizia, è costretto a rifugiarsi a Parigi,
luogo centrale per il sovversivismo internazionale. Qui incontra
vari militanti tra i quali Errico Malatesta, Paolo Schicchi,
Saverio Merlino, Galileo Palla e Amilcare Cipriani, prende parti
alle agitazioni del Primo Maggio e probabilmente è uno
degli autori di un volantino incendiario che incita i lavoratori
a scendere nella via armati e a imporsi con la violenza così
da vincere e vincere per sempre. (8) Incarcerato
e poi espulso, passa in Lussemburgo e raggiunge la Svizzera,
dove stabilisce stretti rapporti con Elie ed Elisée Reclus.
Quest'ultimo, già celebre geografo e teorico dell'anarchismo,
gli dà ospitalità per alcuni mesi e ha grande
influenza sulla sua formazione. Nel pensiero di Reclus da un
lato c'è una analogia tra natura e anarchia, per cui
la natura è sinonimo di armonia ed equilibrio e l'anarchia
è, stando a un suo motto, “la più alta espressione
dell'ordine”, dall'altro la storia è vista come
un processo di evoluzione e rivoluzione (in cui la seconda accelera
la prima) in un quadro generale di sviluppo e di progresso la
cui ultima tappa è appunto l'anarchia. (9)
Questa filosofia influenza Galleani in due sensi. Innanzitutto
rafforza l'idea per cui la distruzione è il primo passo
necessario per liberarsi di tutte quelle costruzioni innaturali
che opprimono l'umanità e per aprire la via all'anarchia;
in secondo luogo suggerisce che gli uomini – e gli anarchici
– non hanno bisogno di strutture artificiali per organizzarsi
in quanto essi sono naturalmente in grado di cooperare tra loro.
Nel gennaio del 1891 partecipa al congresso di Capolago dove
circa ottanta delegati dibattono per tre giorni e approvano
un manifesto e un programma socialista-anarchico-rivoluzionario,
stilato da Malatesta, Merlino, Gori, Pellaco, Cipriani e lo
stesso Galleani, in cui costoro indicano la rivoluzione come
unico mezzo per eliminate l'oppressione sociale e raggiungere
il socialismo, rifiutando così ancora una volta il parlamentarismo
e il riformismo. I delegati non stabiliscono una struttura nazionale
stabile e si limitano a nominare delle commissioni di corrispondenza
regionali che non hanno potere decisionale, rispettando così
quei principi di libertà e autonomia dei gruppi e dei
singoli rispetto all'organizzazione, stabiliti al congresso
di Saint Imier del 1872. (10)
A Capolago si decide anche di dare vita ad agitazioni rivoluzionarie
in occasione del Primo Maggio e si indica in Cipriani e in Galleani
i due oratori incaricati di fare giri di propaganda per la penisola.
L'arte oratoria di Galleani è conosciuta e ritenuta il
mezzo migliore per muovere i lavoratori all'azione. (11)
Da Sampierdarena egli viaggia così attraverso l'Italia
tenendo centinaia di comizi e conferenze, nonostante diversi
ostacoli che gli frappone la polizia.
A Pantelleria,
ma non in vacanza
Nel 1892 insieme a Pietro Gori rappresenta gli anarchici al
congresso di Genova del Partito Operaio Italiano – là
dove nasce il futuro Partito Socialista Italiano – e ha
un ruolo importante nella rottura che avviene con i socialisti
legalitari.
Meno di due anni più tardi, tra il dicembre 1893 e il
gennaio 1894, mentre in Sicilia prima e in Lunigiana e a Carrara
poi esplode la rivolta, è arrestato per associazione
criminale, ovvero anarchica. Il processo si tiene proprio mentre
la repressione nei confronti dei presunti colpevoli dei moti
è al suo apice. È condannato a tre anni di prigione
e cinque di domicilio coatto a Pantelleria e Favignana. La vita
qui è difficile come dovunque in quelle isole del Mediterraneo
che Crispi riempie di centinaia di detenuti. In queste colonie
penali le violenze delle guardie sono innumerevoli e altrettanti
sono gli atti di ribellione. Durante il suo soggiorno a Pantelleria
riesce a stabilire buone relazioni con la popolazione: (12)
dà lezioni ai ragazzi dell'isola, va ad abitare per conto
proprio, incontra Maria Rallo, un'anticonformista pantese di
venticinque anni che lo seguirà poi negli Stati Uniti
(13) e diventa buon amico di Andrea Salsedo
che gli sarà sodale nelle sue imprese al di là
dell'Oceano. (14)
Intanto in continente socialisti, repubblicani ed anarchici
danno vita ad agitazioni per la liberazione delle centinaia
di prigionieri politici confinati sulle isole. Il Partito socialista
decide di candidarne in Parlamento alcuni tra i più conosciuti,
con l'obiettivo di liberarli, e lo stesso Galleani, nonostante
la sua contrarietà, viene candidato nel luglio 1897.
(15) In risposta a tale tattica alcuni anarchici
costretti a Pantelleria, Ponza, Ventotene e Lampedusa editano
il numero unico “I Morti”, stampato ad Ancona il
2 novembre 1898, in cui spicca l'articolo di Galleani dal titolo
programmatico Manet immota fides. Qui egli scrive chiaramente
ancora una volta che gli anarchici non avrebbero mai accettato
la liberazione in cambio della partecipazione alle elezioni.
Tale articolo indica con chiarezza la sua estrema fermezza e
ha grande influenza sui compagni, in particolare sui più
giovani. (16)
Sul finire del 1899, dopo tre anni di prigionia, riesce a scappare
da Pantelleria e a raggiungere prima Tunisi e poi, attraverso
Malta e Alessandria d'Egitto, Il Cairo, grazie a una rete di
supporto che si estende da Paterson a Londra (Reclus e Emidio
Recchioni), da Tunisi (Niccolò Converti) a Napoli, dove
probabilmente partecipa all'operazione il nucleo raccolto attorno
al giornale socialista “La Propaganda”.
Al volgere del secolo ha maturato ormai il suo pensiero e le
sue convinzioni sono più ferme che mai. (17)
Oltre a Reclus è un altro grande a influenzare profondamente
le sue idee: Pëtr Kropotkin. Reclus e Kroptkin sono buoni
amici fin dal 1877 e, entrambi geografi, condividono lo stesso
approccio naturalistico all'anarchia. Anche in Kroptkin c'è
la convizione che essa corrisponda alla scienza, in quanto quest'ultima,
basandosi sulla solidarietà e la coperazione, è
l'esatto opposto del dominio. Anche qui la scienza e l'anarchia
coincidono a loro volta col progresso, visto nei termini di
un certo determinismo scientifico e storico, sebbene non marxista.
Le sue osservazioni sulla vita degli animali e degli uomini,
rivelano che il “mutuo appoggio” è un importante
“fattore di evoluzione”. Esso è prevalente
ad ogni livello della vita animale e umana, nonostante i conflitti
esistenti di fatto e il sorgere dello Stato, che è di
per sé autoritario e oppressivo. Il mutuo appoggio è
inoltre alla base dell'etica, poiché ogni uomo dipende
dall'altro, e considera i diritti dell'altro uguali ai propri.
(18)
Basandosi sulle concezioni di Reclus e di Kroptkin, Galleani
si convince così che qualsiasi organizzazione, artificale
o formale, sia autoritaria perché è la natura
in sé a portare gli uomini ad associarsi e sia quindi
contraria tanto all'anarchismo quanto alla natura. Qui sta la
base del suo essere antiorganizzatore. Inoltre egli condivide
con Kroptkin l'idea per cui la storia è una continua
lotta tra la libertà e l'autorità. La completa
affermazione della libertà può essere raggiunta
solo attraverso una rivoluzione sociale in grado di espropriare
la borghesia, distruggere lo Stato e instaurare il comunismo
cui concorrono liberamene tutti gli sfruttati. (19)
A questi elementi il nostro affianca un ulteriore fattore, quello
del diritto alla rivolta (diritto che nel militante anarchico
diventa a tratti dovere) degli sfruttati, al di là di
qualsiasi opportunità politica.
Anarchismo
antorganizzatore
Galleani è ancora al Cairo quando il 29 luglio 1900
Gaetano Bresci colpisce a morte Umberto I. Deve essere orgoglioso
dell'atto del suo compagno, considerato il suo entusiasmo per
le azioni individuali di propaganda del fatto. Già gli
anni ottanta e novanta dell'ottocento sono segnati da una serie
di omicidi di governanti e di esplosioni, un urlo di rabbia
contro la miseria e la repressione poliziesca attraversava l'Europa:
nomi come Ravachol, Léon-Jules Léauthier, Auguste
Vaillant, Emile Henry, Sante Caserio, Paulino Pallas, Paolo
Lega, Pietro Acciarito, Sofia Perowskaia, Michele Angiolillo,
Luigi Lucheni, Clemente Duval ecc. infondono coraggio e fierezza
tra i compagni. Gli anarchici sono in prima linea, in una fase
in cui la rivoluzione sociale sembra questione di mesi. Lo stesso
Kropotkin è a favore della propaganda del fatto nei suoi
anni giovanili e Galleani non è da meno, e ricorderà
sempre questi nomi sulla stampa anarchica e nei suoi discorsi,
indicandoli come esempio ai compagni. (20)
L'ammirazione che egli ha per questi “eroi” è
la stessa che aveva da giovane per quelle figure del Risorgimento
come Orsini e Pisacane. Dal punto di vista politico inoltre
ogni atto individuale per lui può essere sempre l'inizio
di una sollevazione collettiva e si deve considerare come qualcosa
che sta in mezzo tra la mera teoria e il movimento insurrezionale
di massa.
Si ferma al Cairo per circa un anno e, dopo un breve passaggio
a Londra, sbarca a New York nell'ottobre del 1901. Un mese prima,
il 6 settembre, l'anarchico Leon Czolgosz ammazza il presidente
degli Stati Uniti McKinley a Buffalo e il 29 ottobre è
giustiziato sulla sedia elettrica.
Galleani assume la redazione de “La Questione Sociale”,
guidato in precedenza prima da Giuseppe Ciancabilla e poi da
Errico Malatesta e si stabilisce a Paterson. Non ci rimane a
lungo però, perché comincia ben presto giri di
propaganda attraverso il New Jersey, la Pennsylvania, il Connecticut
e il Vermont. Torna a Paterson per dare il proprio supporto
al massiccio sciopero dei tintori del 1902. La valenza positiva
degli scioperi non è per lui quella di ottenere riforme
o miglioramenti salariali, ma di essere passaggi necessari in
cui è possibile sperimentare il boicottaggio, il sabotaggio
e la rivolta,in vista dello sciopero generale insurrezionale,
vero obiettivo della sua attività rivoluzionaria. Per
mesi incita i lavoratori di Paterson dalle colonne de “La
Questione Sociale”, con volantini, manifesti e comizi.
Quando tra il giugno e il luglio 1902 la rivolta scoppia aperta
e vengono assaltate e distrutte fabbriche e tintorie, è
in prima linea tanto da rimanere ferito da un colpo di pistola.
Ricercato dalla polizia si rifugia quindi a Montreal.
Sin dallo sbarco negli Stati Uniti sono chiari i tratti del
suo anarchismo antiorganizzatore. Egli non vuole creare una
organizzazione stabile, né politica (federazione anarchica),
né economica (sindacato). Nonostante consigli i compagni
ad aderire alle associazioni dei lavoratori per influenzarle
con la loro propaganda, è estremamente sospettoso dei
leader sindacali. Tale visione è così influente
tra gli anarchici italoamericani che essi, sebbene siano uno
dei gruppi etnici più influenti tanto per numero quanto
per grado di militanza, non giocano mai un ruolo considerevole
nel movimento operaio organizzato. (21)
Egli cerca quindi di organizzare il movimento non attraverso
strutture formali ma per mezzo della sua penna e della sua voce,
cioè con le pubblicazioni, i meeting e i comizi. Quando
parla i compagni rimangono rapiti dalla sua magnetica personalità:
tocca il loro animo, al punto che sono in molti ad ammettere
di “pendere dalle sue labbra”. (22)
Se molti anarchici apprezzano la chiarezza delle sue parole
altri, per lo più illetterati, ammettono che non lo capiscono
esattamente quando parla, perché è troppo “filosofico”,
ma lo stanno ad ascoltare con entusiasmo perché è
in grado di infondere loro emozioni e speranze. (23)
“Senti parlare Galleani e sei pronto a sparare al primo
poliziotto che vedi”: c'è sicuramente qualche esagerazione
in questa testimonianza di un giovane militante ma essa dà
la cifra dell'influenza che il nostro ha sui compagni. (24)
Nel movimento le conferenze e i comizi vanno di pari passo con
rappresentazioni teatrali, concerti, balli, tombole e pic-nic,
tutti momenti fondamentali nel dare vita a una socialità
sovversiva e a rafforzare la solidarietà tra i libertari.
(25) La solidarietà concreta è
la vera sostanza dell'anarchismo dei galleanisti e sostituisce
l'organizzazione formale.
Nel 1903 ritorna illegalmente negli Stati Uniti e si stabilisce
a Barre, nel Vermont, dove comincia ad editare un nuovo incendiario
periodico, quella “Cronaca Sovversiva” che sarà
in grado di scuotere l'animo indocile dei giovani militanti
e di diventare presto uno strumento essenziale nell'organizzare
praticamente il movimento. Dà voce alle lotte operaie
e alle idee anarchiche contro lo stato, la chiesa, l'esercito,
la famiglia e qualsiasi autorità. Offre resoconti di
quel fanno i compagni in varie parti di un territorio sconfinato,
è diffuso da una solida rete di diffusori e vive grazie
alle sottoscrizioni di militanti e simpatizzanti che vengono
raccolte soprattutto durante i pic-nic, le rappresentazioni
teatrali, i comizi ecc. Da questi elementi si capisce perché
Armando Borghi sosterrà poi, ricordando i galleanisti,
che “gli antiorganizzatori erano il gruppo più
organizzato”. (26)
All'inizio del XX secolo la tendenza antiorganizzatrice è
diffusa non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia. Come
accennavo all'inizio, il processo verso una struttura nazionale
è lento e raggiunge i primi risultati solo nel 1919.
I cosiddetti organizzatori, tra quali Errico Malatesta e Luigi
Fabbri, credono che una struttura nazionale, rispettosa del
principio di autonomia, sia più efficace nel provocare
la rivoluzione sociale. Inoltre essi pensano che una organizzazione
formale sia in grado di neutralizzare, o comunque limitare,
la funzione dei leader e la tendenza all'accumulazione di potere
in poche mani da cui non sfuggono neppure gli anarchici. In
teoria l'unico organo decisionale sono le assemblee, o congressi,
dove si stabiliscono commissioni che hanno solo potere esecutivo,
come nel caso delle commissioni di corrispondenza cui spetta
il compito di facilitare le relazioni tra i diversi gruppi.
Ad esempio è il congresso a stabilire a chi spetti la
direzione del periodico del movimento, seguendo così
un meccanismo che si può definire di “democrazia
diretta”.
La
“Cronaca Sovversiva”
Al contrario Galleani è convinto che ogni organizzazione
si basi su due cardini, la delega e la centralizzazione, che
sono gli equivalenti del parlamentarismo e del governo. Ecco
perché i galleanisti rifiutano più volte di costituire
una federazione anarchica degli Stati Uniti. (27)
“Il partito, qualunque partito, ha il suo programma che
è la sua carta costituzionale; ha nelle assemblee dei
delegati dei gruppi o delle sezioni, il suo parlamento; negli
organi direttivi, nelle giunte o comitati esecutivi, ha il suo
governo; è insomma una graduale sovrapposizione di organi
che per quanto larvata riesce una propria e vera gerarchia tra
i varii stadii della quale non è che il vincolo: la disciplina,
le cui infrazioni o contravvenzioni si scontano con pene congrue
che vanno dalla deplorazione alla scomunica, alla espulsione”.
(28)
Egli è estremamente abile nell'identificare tale processo
di burocratizzazione come il reale pericolo di ogni organizzazione.
Come dirà un suo compagno, Guy Liberti: “ha capito
il pericolo dell'organizzazione. Nel momento in cui una organizzazione
si fa adulta diventa conservatrice, e quando raggiunge la piena
maturità diventa reazionaria. Così è stato
per tutte le organizzazioni”. (29)
Tuttavia nel rifiutare l'organizzazione formale egli lascia
il campo aperto ad altri meccanismi di potere legati ai concetti
di carisma e di leadership. “Galleani era l'animo del
movimento”, dirà un antiorganizzatore stando a
indicare che il suo carisma era esso stesso uno strumento organizzativo.
(30) Inoltre i compagni hanno tale consapevolezza
della sua importanza per il movimento che lo supportano economicamente
per anni permettendogli di dedicarsi completamente alla propaganda.
Negando qualsiasi valore all'organizzazione formale, decisioni
importanti vengono prese non durante congressi “ufficiali”
ma nel corso di pic-nici o riunioni, più o meno ristrette:
la questione è sottile ma non di poca importanza: in
teoria in un congresso “formale” posizioni differenti
hanno uguale diritto di essere discusse in maniera aperta, e
questo non è sempre garantito in ambiti più ristretti
o, diremmo oggi, “informali”. Tali diversità
di metodo hanno il loro peso nel decidere, ad esempio, su chi
deve redigere il giornale del movimento. Un principio importante
per gli anarchici è quello della rotazione degli incarichi,
principio non facile da rispettare e disatteso quasi completamente
dagli antiorganizzatori: “Cronaca Sovversiva” viene
editato per più di quindici anni da Galleani e più
tardi sarà il suo “erede” Raffaele Schiavina
a guidare “L'Adunata dei Refrattari” per cinquanta
anni di fila. (31) Problemi simili sorgono
attorno ai comitati pro vittime politiche e alla gestione dei
soldi che questi raccolgono. Tra gli anarchici italoamericani
ci sono diverse polemiche su questo tema e in generale la mancanza
di organizzazione formale contribuisce sia alla mancanza di
rotazione negli ambiti decisionali, sia ad aumentare esponenzialmente
i pettegolezzi e le “voci di corridoio” che sono
sempre profondamente dannose per i movimenti rivoluzionari.
Ricercato dalla polizia, Galleani vive clandestinamente a Barre
per anni, protetto da un cospicuo gruppo di cavatori emigrati
da Carrara e si dedica completamente a “Cronaca Sovversiva”,
che riesce a raggiungere i gruppi italiani in ogni angolo del
globo, dagli Stati Uniti all'Europa, dal Nordafrica al Sudamerica,
all'Australia.
Nel 1905 dà alle stampe La salute è in voi!
“un semplice opuscolo per tutti quei compagni che desiderano
educarsi” – come si legge su “Cronaca Sovversiva”
– rosso, con l'immagine di Ravachol in copertina, in realtà
un manuale d'uso degli esplosivi compilato anni addietro da
Ettore Molinari e riadattato da Galleani. La dinamite sarebbe
stata effettivamente usata più volte dal movimento negli
anni a venire.
Nello stesso 1905 va in Francia dove rimane per un breve periodo
nel vano tentativo di dar vita a qualche evento insurrezionale.
Tornato negli Stati Uniti comincia un lungo giro di conferenze
(32) ma nel dicembre 1906 è arresto
in relazione allo sciopero di Paterson di quasi cinque anni
prima. Estradato nel New Jersey è processato proprio
a Paterson nell'aprile 1907. Rifiuta di giurare sulla bibbia,
ma alla fine viene scagionato.
Dopo il suo rilascio e subito dopo il congresso anarchico di
Roma del 1907 scrive per “Cronaca Sovversiva” diversi
articoli con il titolo La fine dell'anarchismo? in risposta
all'intervista rilascata a “La Stampa” da Francesco
Saverio Merlino, anarchico diventato socialista. Per Merlino
il movimento anarchico non ha futuro, dilaniato dalle pomiche
interne e ormai quasi completamente assorbito dal Partito socialista.
Al contrario, come scriverà Paul Avrich anni dopo, “Galleani
sostiene le ragioni del comunismo anarchico contro il socialismo
riformista, esaltando i suoi valori di spontaneità e
varietà, di autonomia e indipendenza, di autodeterminazione
e azione diretta in un mondo sempre più conformista”.
(33) Questi articoli hanno una grande eco
dentro e fuori il movimento e contribuiscono ad aumentare ulteriormente
il carisma di Galleani. Forse ora la sua penna è ancora
più potente della sua voce, e la polemica continua con
i socialisti parlamentaristi e i riformisti in generale rafforza
la leadership tra i Galleanisti, diventando un tutt'uno con
quella militanza senza compromessi di cui il manuale d'uso degli
esplosivi è un segnale inequivocabile.
Nel 1910 scoppia la prima rivoluzione del Novecento, in Messico,
cui accorrono a dare manforte molti anarchici italoamericani.
Alcuni continueranno a supportare i rivoluzionari, ma diversi
escono delusi da questa esperienza. Galleani dà così
voce alle critiche, anche aspre, contro Emiliano Zapata, Ricardo
Flores Magon e il suo giornale “Regeneraciòn”,
accusando il Partito liberale mexicano di essere un partito
più borghese che rivoluzionario. (34)
Quando la polemica sulla valenza della rivoluzione messicana
è ancora fresca, nel 1912, l'esercito italiano invade
la Libia e Galleani si dedica alla campagna contro la guerra.
(35) Nello stesso anno “Cronaca Sovversiva”
viene trasferita a Lynn, nel Massachusetts. Galleani è
spesso in giro per conferenze: dal 1912 al 1915 prende la parola
centinaia di volte, in particolare contro la guerra e i nazionalismi,
in Massachusetts, Connecticut, Pennsylvania, Ohio, Illinois,
Colorado e California. Nei periodi di assenza lascia il giornale
ai sodali Antonio Cavallazzi e Constantino Zonchello.
Quando nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale incrementa
ancora la sua attività antimilitarista: continua a tenere
conferenze e contraddittori, scrive decine di articoli su “Cronaca
Sovversiva” e su altri giornali anarchici che si stampano
in Italia, tra gli altri su “L'Agitatore” di Bologna
e su “Volontà” di Ancona, diretto da Malatesta.
(36) Proprio sul tema della guerra rompe
con Kropotkin e con Cipriani, che si schierano idealmente a
fianco della Francia contro la Germania. Egli rigetta invece
qualsiasi guerra che non sia la guerra socale e ancora una volta
dà voce alla posizione degli anarchici con il celebre
slogan “contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione
sociale!”. (37)
Sbarcato,
arrestato, rilasciato
Accanto alla propaganda antimilitarista sono sempre i conflitti
sociali e del lavoro a vederlo in prima linea. In questi anni
essi sono estremamente frequenti e violenti e devono fare i
conti con una repressione costante a opera delle varie polizie
statali, federali e private. Il 20 aprile 1914 è la data
del massacro di Ludlow, che provoca a una serie di proteste
e agitazioni in tutto il paese con protagonisti gli anarchici
italoamericani. (38)
Lo scoppio della guerra mondiale, il conseguente intervento
statunitense e la ferma opposizione al militarismo dei libertari
inaspriscono le lotte sociali. È da poco tornato da un
tour di propaganda in East Pennsylvania per supportare i minatori
in sciopero, quando, nell'ottobre 1916, è arrestato per
incitamento alla ribellione. Rilasciato su una cauzione di diecimila
dollari – tutti pagati dai compagni – comincia un
nuovo giro di conferenze nel Michigan che lo tiene occupato
fino alla fne dell'anno. La situazione per gli anarchici si
fa sempre più critica dall'aprile 1917 in poi, data dell'entrata
degli Stati Uniti nel conflitto. Quando il Congresso americano
vara un decreto che obbliga tutti gli uomini residenti sul suolo
americano a registrarsi entro maggio, egli scrive l'articolo
Matricolati!, suggerendo ai compagni di evitare la registrazione,
vista come primo passo verso la coscrizione obbligatoria. (39)
La polizia vieta la spedizione postale di “Cronaca Sovversiva”,
ne perquisisce gli uffici, così come fa con la casa di
Galleani, che viene arrestato con l'accusa di cospirare contro
la chiamata alle armi e rilasciato su cauzione (diecimila dollari).
Verrà infine multato di 300 dollari. “Cronaca Sovversiva”
viene diffuso ugualmente, prima attraverso un corriere privato
e poi con mezzi propri, addirittura in motocicletta. Le sedi
dei gruppi galleanisti sparse per il Nordamerica vengono perquisite
più volte nel corso del 1917 e 1918 e lo stesso accade
nuovamente agli uffici del periodico nel febbraio del 1918.
Galleani stesso è arrestato ancora una volta in maggio,
e nuovamente rilasciato. In luglio le autorità dichiarano
fuori legge “Cronaca Sovversiva” di cui vengono
però stampati clandestinamente altri due numeri, così
come accade in questo frangente per altre testate anarchiche.
Alla fine, nell'ottobre 1918 il Congresso vota l'espulsione
di tutti quegli stranieri residenti sul territorio che si professano
anarchici e il 24 luglio dell'anno successivo anche Galleani
viene deportato in Italia, lasciandosi dietro una moglie e cinque
figli. (40) In risposta alla sua deportazione
i compagni lanciano una campagna nazionale a suon di pacchi
bomba, che vengono spediti a decine di autorità statunitensi
ritenute responsabili della repressione contro il movimento.
(41)
Sbarcato a Genova, è arrestato ma presto rilasciato grazie
alla pressione dei portuali aderenti alla Federazione dei Lavoratori
del Mare. (42) Il Biennio rosso e al suo
culmine: i militanti italiani gli chiedono di prendere la redazione
di un nuovo quotidiano nazionale, “Umanità Nova”
ma egli rifiuta. Va a vivere a Vercelli e poi a Torino dove
nel febbraio del 1920 comincia una nuova serie di “Cronaca
Sovversiva”. Continua a collaborare con i compagni di
tutte le tendenze, organizzatori compresi, e mantiene sempre
un ottimo rapporto con Malatesta di cui ha grande stima, anche
se non lesina critiche alla fondazione dell'Unione Anarchica
Italiana, in occasione del congresso di Bologna del luglio 1920.
(43)
È costretto a entrare ancora in clandestinità
perché ricercato dalla polizia per il contenuto di alcuni
suoi articoli. Si costituisce poco prima dell'apertura del processo
a suo carico ed è condannato a un anno e mezzo di prigione.
Rilasciato nel dicembre del 1923, ha ormai 64 anni, soffre di
diabete e si dedica a rivedere i propri articoli polemici con
Merlino e a completare la traduzione italiana delle memorie
di Clemente Duval, (44) prima di essere
nuovamente arrestato dalla polizia di Mussolini e confinato
a Lipari. (45) Liberato nel 1930 ma tenuto
sotto stretta sorveglianza viene ospitato da Pasquale Binazzi
e da Zelmira Peroni a Caprigliola (MS), dove muore il 4 novembre
1931. (46)
L'Eretico, G. Pimpino, El vecc, Mentana, Minin: qualunque pseudonimo
abbia usato, Galleani è sempre stato lo stesso, coerente
con un'idea di anarchia aliena da qualsiasi compromesso. La
determinazione estrema con cui ha difeso il proprio anarchismo,
il suo comportamento esemplare di fronte alle autorità
sono tra gli elementi che lo hanno fatto un eroe per almeno
due generazioni di anarchici. Dopo la sua morte decine di suoi
articoli vengono ristampati in volume negli Stati Uniti prima
e poi in Italia. (47) Un ulteriore segnale
di quanto importante sia stata la sua figura. “Era davvero
un professore, un grande oratore: era il migliore!”, dirà
un suo compagno. (48) In queste semplici
parole è racchiuso tutto il peso del suo carisma.
Antonio Senta
Note
- Desidero ringraziare Tomaso Marabini per l'importante supporto
che continua a darmi nell'attività storiografica. Anche
in questo caso non è stato da meno.
- Pier Carlo Masini, Gli Internazionalisti. La Banda del
Matese 1876-1978 (Milano-Roma: Edizioni Avanti!, 1958),
p. 129.
- Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale, in Maurizio
Antonioli e Pier Carlo Masini, Il sol dell'avvenire. L'anarchismo
in Italia dalle origini alla Prima Guerra Mondiale, (Pisa:
Biblioteca Franco Serantini, 1999), p. 15.
- Per una sua biografia cfr. Ugo Fedeli, Luigi Galleani.
Quarant'anni di lotte rivoluzionarie 1891-1931 (Catania:
Centrolibri 1984, prima ed. Cesena: Antistato 1956). Vedi
anche Pier Carlo Masini, La giovinezza di Luigi Galleani,
“Movimento Operaio, Milano, a. VI, n. 3, maggio-giugno
1954; Paolo Finzi, Antologia di storia anarchica, “Volontà”,
Pistoia, marzo-aprile 1975, pp. 122-126; Camillo Levi [Paolo
Finzi], L'anarchico dei due mondi, “A Rivista
Anarchica”, Milano, aprile 1974; Redazione, Anarchist
graffiti, “A Rivista Anarchica”, Milano, estate
1979. Paolo Finzi, L'eredità di Luigi Galleani,
“A Rivista Anarchica”, Milano, ottobre 1981.
- Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale cit.
- Luigi Galleani, Chi siamo?, “La Boje!”,
Vercelli, 25 maggio 1885.
- Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato,
Rome, fasc. Luigi Galleani.
- Gli anarchici al popolo in occasione del 1°Maggio,
Paris, 1890, Service Historique de la Défense, Paris,
archive N (IIIeme République 1872-1940), folder 7 N
1363.
- Elisée Reclus, Évolution et révolution,
Genève, 1880; Elisée Reclus, L'Anarchie,
Bruxelles, 1895.
- Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico
internazionale 1872-1932 (Milano: Franco Angeli, 2003),
pp. 165-169.
- Luigi Galleani, Figure e figuri (Newark: Biblioteca
de “L'Adunata dei Refrattari”, 1930), p. 182.
- Cfr. L'anarchico Galleani da Pantelleria a Favignana,
“L'Avanti!”, Roma, p. 2.
- Natale Musarra, Una storia d'amore e di anarchia,
“Sicilia Libertaria”, Ragusa, aprile 2007, p.
5.
- Cfr. “L'Avvenire Sociale”, Messina, 1901-1902.
- Cfr. Il comizio a favore della candidatura di Galleani,
“Avanti!”, Roma, 20 marzo 1897, p. 3.
- Armando Borghi, Fermezza anarchica, “Umanità
Nova”, Roma, 3 aprile 1960.
- Cfr. Melchior Seele [Raffale Schiavina], A fragment of
Luigi Galleani's life, in Marcus Graham, edited by, Man!
An Anthology of Anarchist Ideas (Orkney: Cienfuegos press,
1974). http://www.katesharpleylibrary.net/d51cvp.
- Giampietro Berti, Determinismo scientifico e mutuo appoggio:
Pëtr Kropotkin, in Giampietro Berti, Il pensiero
anarchico dal Settecento al Novecento (Manduria-Bari-Roma:
Lacaita, 1998), pp. 293-370. Cfr. anche Pëtr Kropotkin,
The Scientific Basis of Anarchy, “The Nineteenth
Century”, XXI, febbraio 1887, pp. 238-58.
- La prima edizione di The mutual Aid è del
1902 ma tali concezioni circolano già sulla stampa
anarchica da una decina di anni prima. Le idee di comunismo
anarchico e di interdipendenza tra anarchismo, scienza ed
evoluzione risalgono al 1880.
- Cfr. Mentana, Faccia a Faccia col nemico. Cronache giudiziarie
dell'anarchismo militante (East Boston, Mass: Gruppo Autonomo,
1914 e ristampato da Galzerano nel 2001).
- Paul Avrich, Anarchist voices. An oral history of anarchism
in America (Oakland-Edinburgh, AK Press: 2005), p. 316.
- Cfr. Catina Willman e Concetta Silvestri, in Paul Avrich,
Anarchist voices cit., pp. 111, 107. Vedi anche L'Adunata
dei Refrattari, Il pensiero anarchico di Luigi Galleani,
“L'Adunata dei Refrattari”, Newark, 5 novembre
1949; Jospeh Moro, Bartolomeo Provo, Harry Richal, Elide Sanchini,
Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices
cit., pp. 113, 117, 129, 138, 142; Paul Ghio, L'anarchisme
aux Etats Unis (Paris: 1903), pp. 140-142.
- Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices
cit., p. 142.
- La frase sarebbe di Carlo Buda, fratello di Mario Buda,
ed è riportata da Charles Poggi, in Paul Avrich, Anarchist
voices cit., p. 132.
- Su tali dinamiche di “socialità sovversiva”
in particolare nell'area di New York, cfr. la tesi di laurea
di Marcella Bencivenni, Italian American radical culture
in New York city: the politics and arts of the sovversivi,
1890-1940 (The City University of New York: 2003).
- Riportato da Valerio Isca in Paul Avrich, Anarchist voices
cit., p. 147.
- Cfr. ad esempio “Cronaca Sovversiva”, Barre,
Vermont, 18 gennaio 1908.
- Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? (Newark:
edizione curata da vecchi lettori di “Cronaca Sovversiva”,
1925), p. 45.
- Guy Liberti, in Paul Avrich, Anarchist voices cit.,
p. 157.
- Ibidem.
- Sull'attività de “L'Adunata dei Refrattari”
e sugli stretti legami con “Cronaca Sovversiva”
cfr. I fondatori, Ricordi di casa nostra. Nel XXV anno
de “L'Adunata”, “L'Adunata dei Refrattari”,
New York, 13 aprile 1946, p. 1; Venticinque anni di vita
e di battaglia, “L'Adunata dei Refrattari”,
New York, 12 aprile 1947, p. 1; O. Maraviglia, L'anniversario,
“L'Adunata dei Refrattari”, New York, 22 aprile
1950, p. 1; Tino, Compleanno 1922-1952, “L'Adunata
dei Refrattari”, New York, 12 aprile 1952, p. 1;
- Per un resoconto della sua attività di propaganda,
cfr., Vico Covi, La propaganda del compagno G. Pimpino
a Philadelphia, Pa., “Cronaca Sovversiva”,
22 dicembre 1906.
- Paul Avrich, Review of Luigi Galleani, The End of Anarchism?,
“Black Rose”, Boston, inverno 1983.
- Per comprendere meglio i termini di questa polemica, cfr.
“Régeneracion sezione italiana”, diretto
da un ex sodale di Galleani, Ludovico Caminita. Consultabile
online: http://www.archivomagon.net/Periodico/RegeneracionItaliano/RegeneracionItaliano.html.
- Cfr. Mentana [Luigi Galleani], Madri d'Italia! Per Augusto
Masetti (Lynn, Massachusetts: a cura della “Cronaca
Sovversiva” e degli anarchici di Plainsville, Pa., 1913).
Nel 1912 Galleani edita anche tre numeri di “Balilla”,
un periodico antimilitarista per ragazzi.
- Questi articoli sono raccolti nel volume Una battaglia
(Roma: Biblioteca de L'Adunata dei Refrattari 1947).
- Cfr. “Cronaca Sovversiva”, Lynn, Massachusetts,
3 aprile 1915.
- [Ugo Fedeli], Un trentennio di attività anarchica
1914-1945 (Cesena: L'Antistato, 1953), pp. 121-123.
- Mentana [Luigi Galleani], Matricolati!, “Cronaca
Sovversiva”, Lynn, Massachusetts, 26 maggio 1917.
- Cfr. Paul Avrich, Sacco and Vanzetti. The anarchist background
(Princeton, New Jersey: Princeton University Press 1991),
Luigi Galleani ad nomen.
- Ibidem, pp. 137-148. Vedi anche una delle prime scene del
film J. Edgar di Clint Eastwood (2011).
- Gli Editori, Prefazione, in Luigi Galleani, Una battaglia
cit., pp. XII.
- Minin [Luigi Galleani], Attenti ai mali passi!, “Cronaca
Sovversiva”, Torino, 17 luglio 1920.
- Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? cit.; Clemente
Duval, Memorie autobiografiche (Newark: Biblioteca
de “L'Adunata dei Refrattari” 1929).
- Stando a quanto riporta Paul Avrich, nel corso degli anni
venti sarebbe riuscito a tornare negli Stati Uniti per un
breve periodo, riuscendo a incontrare nuovamente la sua famiglia.
- L'Adunata, È morto Luigi Galleani, “L'Adunata
dei Refrattari”, 14 novembre 1931.
- Oltre ai libri già citati, cfr.: Aneliti e singulti
(Newark: Biblioteca de “L'Adunata dei Refrattari”
1935); Mandateli lassù! (Cesena: Antistato 1954);
Metodi della lotta socialista (Newark: “L' Adunata
dei Refrattari” 1972); Alcuni articoli dalla sua
“Cronaca Sovversiva”, Pistoia: Archivio Famiglia
Berneri 1984). Per una sua bibliografia, cfr. Ugo Fedeli,
Luigi Galleani cit., pp. 124-131.
- Harry Richal, in Paul Avrich, Anarchist voices cit.,
p. 129.
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