Rivista Anarchica Online


cronache


Massenzatico (Re), Cucine del Popolo/
la “rivoluzione” è stata servita


Tantissimi compagni e compagne, amici e amiche, cuochi e professori, maghi e studiosi, hanno vissuto intensamente e la tre giorni de “La Cucina della Rivoluzione” a Massenzatico dove nacque la prima casa del popolo in Italia, nel 1893. Un appuntamento biennale organizzato dal Centro Studi Cucine del Popolo all'insegna del buon cibo, del bel gesto nutritivo e della convivialità militante. Questa edizione è stata senza ombra di dubbio la più partecipata. I compagni e i “supporter” delle Cucine del Popolo sono giunti da tutte le parti d'Italia. Da sottolineare la partecipazione dei “famosi svizzeri” presenti fin dalla prima edizione e dalle nuove entrate provenienti da Como, Gorizia, Firenze, Pordenone, Varese, Bari e tanti altri. Il Veglione Rosso è stato veramente un “gran pranzo di gala” a cui hanno partecipato trecentocinquanta compagni. Per i ritardatari, tutti reggiani, un centinaio, non c'è stata alcuna possibilità. Cercheremo di rimediare con una prossima edizione a carattere locale.

Sabato 6 ottobre, ore 20.00, veglione rosso

Il menù socialista del millenovecento era composto da: antipasti, cappelletti in brodo, tris di carne, insalate varie più zuppa inglese e mosto. Il tutto innaffiato da un buon Lambrusco rosso vivo. Ovviamente per tutti e tre i giorni è stata presente una succulenta alternativa vegana. Abbiamo inaugurato il convegno sotto le targhe di Prampolini e Veronelli con Giacomo Notari presidente provinciale dell'ANPI e grande amico e sostenitore delle iniziative libertarie. A seguire un fortissimo Paolo Nori, geniale narratore della nostra terra con un racconto esilarante apprezzato dal numeroso pubblico presente. Poi l'apertura gastronomica con una nuova profezia Barone Rosso della Lunigiana, profezia a base di testaroli al pesto con spezie sconosciute. Esaltante prestazione dell'unico cuoco ufficiale e irregolare delle Cucine del Popolo. Dopo è stata la volta degli Spavaldi, animati dal pericoloso anarco-artista Ceciò (si pronuncia alla francese) che ha messo in scena la performance “Il piccolo Fiammiferone”; lo spettacolo prevedeva un concorso di pensieri sulla libertà a cui hanno partecipato tutti i presenti.
Con verdetto unanime il “vincitore” è stato Massimino di Alessandria con il seguente pensiero: “La libertà è una compagna che non è stata ancora presa per mano” . Grandi applausi, tanto vino e moltissime belle persone che hanno continuato la serata nel bar del Centro Sociale, riaperto dalle nostre bravissime compagne per l'occasione. Al Sabato mattina siamo passati dalla teoria alla pratica con i laboratori sperimentali, prendendo in esame “La cucina dei Single”, di Bruno Bardi, “L'Aceto Balsamico”, di Gianfranco Riccò e “La Rivoluzione in Cucina” con gli antispecisti modenesi di Green Riot. A seguire il pranzo con un piatto povero della Liguria: arista con le mele preparata dall'esordiente Bruno Bardi, un nuovo cuoco destinato, secondo gli “esperti della mascella”, ad una brillante carriera nelle nostre cucine. Al pomeriggio è iniziato il convegno di studi storici che ha nuovamente proposto degli spunti intriganti per una riflessione di ampio respiro. Siamo partiti con Federico Ferretti con “La Tavola della Comune”; Franco Schirone “I menù dell'Internazionale”; Edi Zarro su “La cucina di Bakunin”; Valentina Delmonte “Le portate della nonviolenza”; Fiamma Chessa “King Bomba e rivoluzione”; Alberto Ciampi “Case del Popolo, case di tutti” e Jenner Meletti con “I cappelletti di Lenin”. Dopo una piccola pausa c'è stata l'attesa chiacchierata con Pino Cacucci che si è soffermato, con una ottima narrazione, sui personaggi del suo ultimo libro “Nessuno ti porterà un fiore”, un testo che tutti i libertari dovrebbero leggere in quanto presenta alcune splendide figure che hanno contribuito a fare la migliore storia sociale del novecento. Dopo il Veglionissimo Rosso, di cui abbiamo già detto sopra, c'è stato il bel concerto di Alessio Lega accompagnato da Rocco Marchi e da Francesca Baccolini che hanno presentato il loro originale e affermato repertorio, entusiasmando il Teatro Artigiano.

Momenti di socialità durante il veglione rosso

Anche cuoche e cuochi argentini e marocchini
La serata è poi proseguita nel “Bar dell'Avvenire” in un clima godereccio e festoso, nonostante una moderata stanchezza. La domenica mattina abbiamo aperto con le applicazioni dei laboratori: Luigi Rigazzi con “L'acqua d'Orcio”; Silvana Bastoli con “Le erbe estinte”; Fosco Delmonte con “Il vino sottile da bere e i guseder da fumare”, ed infine Daniela di Bagnolo con un grande set di liquori proletari, Nocino, Pino, Rossela, Laurino, eccetera. Alle ore undici c'è stata l'attesa conferenza del Professor Capatti, autorevole studioso della gastronomia di tutti i tempi su “La patata nella Rivoluzione Francese”. Il numeroso pubblico ha assistito ad una grandissima lezione di gastronomia. A seguire le “Cucine dei Popoli” con piatti multicolori. Cuoche e cuochi argentini e marocchini hanno realizzato due piatti tipici, riso con pollo, il taktoka e l'empanada. Non siamo riusciti a proporre, per svariati motivi, la cucina dei Sinti, anche se erano presenti. Ma stiamo preparando come Centro Studi una scorpacciata collettiva in un campo nomadi vicino alla città. Nel pomeriggio la spassosa narrazione collettiva con: Giuseppe Caliceti, Enea Raspini, Arturo Bertoldi, Lorenza Franzoni, Max Collini, Antonietta Centoducati, Ermanno Bartoli, Ivanna Rossi, Fabrizio Tavernelli, Pierluigi Tedeschi, Rossana Figna.
E finalmente siamo arrivati alla gnoccata sociale, alla reggiana, accompagnata da salumi e “lambruschi proibiti” per irrobustire i nostri pensieri. A seguire il concerto del gruppo di Rovigo “Berretto Frigio” con una accurata selezione di canti sociali e anarchici e naturalmente de “L'Internazionale”, per chiudere in bellezza.

Ore 22.00, Alessio Lega in concerto

Come sempre il convegno è stato autogestito e quindi alla “nostra maniera”: con esclusivo lavoro volontario di un centinaio di compagni e compagne, cinquanta di Massenzatico e cinquanta di Reggio.
Un ringraziamento speciale va come sempre alle Cuoche Rosse di Massenzatico, che per l'occasione hanno preparato un quintale di cappelletti.
A tutti i partecipanti, agli studiosi e relatori, ai cuochi, con in testa il Barone Rosso, a tutti gli ospiti, a tutti i giovani che hanno lavorato con appetito e, naturalmente, a Pollicino Gnus e “A Rivista anarchica”, con i loro preziosi inserti dedicati alle Cucine del Popolo, va il nostro ringraziamento.
Quindi arrivederci al 2014 per il prossimo appuntamento che sarà incentrato sulla cucina della solidarietà. Sarà nuovamente un convegno di gusto e di cuore, di libertà e solidarietà. Prenotarsi subito.

Gianandrea Ferrari
Coordinatore del Centro Studi Cucine del Popolo
via Don Minzoni 1/d, 42100 Reggio Emilia