editoria
Storie di anarchici tra Modena e provincia
a cura di Andrea Pirondini
È uscito di recente, per le edizioni Zero in condotta, Anarchici a Modena. Dizionario Biografico, una raccolta di storie di “vite militanti” per una ricostruzione inedita dell'ambiente politico e sociale modenese, dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra. Ne riportiamo l'introduzione e un paio di biografie.
Introduzione
I primi lavori sulla storia del movimento anarchico modenese
risalgono agli anni ottanta e tra questi spicca la bella monografia
su Rivoluzio Gilioli. Tali contributi hanno avuto il grande
pregio di delineare una cornice di riferimento e di mettere
in risalto i punti di forza ma, per un lavoro sistematico ed
avere un quadro organico della presenza anarchica nella provincia
di Modena, occorre attendere la pubblicazione dei due volumi
de Alle radici dell'anarchismo modenese – Il XIX secolo
– Per un mondo migliore.
Il recente Dizionario storico dell'antifascismo modenese
ha dato nuovo impeto alla ricerca ed il puntiglioso lavoro di
scavo negli archivi e di spoglio delle pubblicazioni ha precisato
fatti e portato alla luce documenti inediti. È in questo
solco che si inserisce il Dizionario biografico degli
anarchici modenesi, edito per i tipi di Zic in collaborazione
con l'Istituto storico della resistenza di Modena.
Il lavoro si compone di due parti essenziali. Una prima parte
tematica in cui sono descritte in modo dettagliato le organizzazioni,
i giornali ed alcuni momenti salienti legati alla storia degli
anarchici geminiani, con ricostruzioni accurate capaci di delineare
con precisione alcune vicende. Tra queste degne di nota sono
la ricostruzione organizzativa della Federazione Provinciale
Comunista Anarchica, del Sindacato Edile Provinciale, e della
Camera del Lavoro di Modena e Provincia con relativa stampa
anarcosindacalista. Nella seconda parte, quella biografica vera
e propria, arricchita da un'importante apporto fotografico,
troviamo le biografie dei nomi più conosciuti dell'anarchismo
modenese affiancate, per la prima volta, dai tanti 'militanti
di base', che rappresentano il tessuto connettivo, il vero nerbo
del movimento, testimoni dell'incidenza del pensiero libertario
nel tessuto sociale.
Nel ricostruire le oltre 300 biografie, a volte con pochi frammenti
documentali o coriandoli di vita si è reso necessario
fare delle scelte. Sono stati inseriti tutti i nati in provincia
di Modena schedati come anarchici dalla Questura di Modena e
nel Casellario Politico Centrale di Roma. A questi sono stati
aggiunti chi, nel modenese, vi si è trasferito per lungo
tempo o in modo definitivo. Mancano, se non altro come gesto
scaramantico, le biografie di persone in vita.
Oltre ad utilizzare criticamente gli archivi di polizia sono
state consultate, in modo altrettanto critico, le fonti del
movimento: periodici, memorialistica, autobiografie, testimonianze
orali per integrare, confrontare, cercare conferme o più
semplicemente per dare maggiore risalto e far emergere il lato
umano, dove le vicende politiche s'intrecciano con la miseria,
le speranze, le difficoltà, i ripensamenti, i drammi
e le gioie della vita quotidiana.
Si dice che un popolo senza memoria non ha futuro ed è
condannato a ripetere gli errori del passato. In un mondo sempre
più complesso e gravido di incognite sul domani guardare
al passato è forse un modo per recuperare alcuni punti
fermi, alcune certezze. Per questo, tra le tante storie personali
e le 'vite militanti' raccolte, a cui spesso si è riusciti
a restituire un volto, è doveroso un accenno per mettere
in evidenza la figura esemplare di Renzo Cavani e la notizia
inedita che per due volte ha cercato, senza riuscire, di uccidere
il duce.
Questo dizionario biografico, che copre l'intero arco temporale
che va dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra, è
un libro di memorie che va oltre la trasmissione della memoria
del Movimento anarchico per assumere il valore inaspettato di
un racconto di cui andare orgogliosi. L'augurio è che
con questo contributo la storia degli anarchici modenesi abbia
finalmente raggiunto la maturità per uscire dall'anonimato,
dalle mistificazioni ed essere riconosciuta come una componente
importante della nostra storia e identità locale.
Andrea Pirondini
Siberia
Gilioli (la Libera)
Rovereto sulla Secchia (Modena) 14.2.1908
Fontenay-sous-Bois (Francia) 27.6.2005
di Onofrio e Maria Pelliciari
Sorella del più noto Rivoluzio Gilioli, fa parte
di una numerosa famiglia di anarchici con la quale, nel
1922, emigra in Francia a Fontenay-sous-Bois nei pressi
di Parigi. È la stessa Siberia a ricordare: «Nel
1924 decidemmo di uscire da Parigi. Ci informammo che
a Fontanay c'era una vecchia disposta a dare in vitalizio
un suo chalet con un bel giardino in un passaggio privato
con solo 6 casette, proprio in faccia ad un bar. Appena
abbiamo visto questo chalet, ne siamo rimasti meravigliati
ed abbiamo subito accettato le condizioni della vecchia
che era esigente: 3900 franchi all'anno erano molti ma
data la nostra numerosa famiglia era impossibile alloggiare
diversamente e ben contenti si fece subito l'affare».
È interessante sottolineare questi aspetti perché
nella casa dei Gilioli si riuniscono gruppi di anarchici
ed il Comitato pro vittime politiche, e diviene nel tempo
un punto di riferimento solidaristico ed un richiamo organizzativo
per molti antifascisti non solo anarchici. Qui trovano
rifugio e ospitalità, anche per lunghi periodi,
diversi fuoriusciti italiani, tedeschi e russi, tra cui
anche l'anarchico modenese Renzo Cavani che si fidanza
con Siberia e dalla quale ha un figlio, Jacques. Allo
scoppio della guerra civile, Siberia, parte per la Spagna;
a quanto è dato sapere è l'unica donna modenese
a farlo. Verso la fine del 1936 raggiunge Renzo Cavani
e si impegna nei servizi di frontiera di Portbou. Nel
1937 è segnalata a Barcellona e nel maggio dello
stesso anno ripara di nuovo in Francia. Viene iscritta
nella Rubrica di frontiera e al Bollettino delle ricerche
per arresto. Nel 1945 rientra con tutta la famiglia a
Fontenay-sous-Bois dove continua a vivere nel dopoguerra
ed assume, dopo la morte del padre, la guida della ‘tribù
dei Gilioli'. Riceve la cittadinanza francese nel maggio
1946 grazie all'interessamento di alcuni partigiani e
rifugiati ebrei incontrati durante l'occupazione. Muore
nella sua casa a Fontenay-sous-Bois il 27 giugno 2005,
per sua espressa volontà la salma viene cremata.
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Eugenio
Bertolani
Lama Mocogno (Modena) 23.4.1949
Carpi 14.5.2008
di Walter e Alberta Ruggeri
Studia all'Accademia di Brera ed a Milano entra in contatto
con il gruppo redazionale di “A Rivista Anarchica”.
Meglio conosciuto come il Carpi, diventa distributore
del periodico anarchico. Per motivi di lavoro si trasferisce
per un breve periodo di tempo in Germania. Rientrato in
Italia, trova impiego in lavori stagionali e si dedica
a tempo pieno all'impegno politico. Comincia anche la
vendita ambulante di libri, attività che svolgerà
per gran parte della vita.
A Mirandola, all'inizio degli anni '70, assieme a Fausto
Bolzani ed altri fonda un gruppo anarchico. Eugenio, di
carattere risoluto e deciso, più portato per l'azione,
non è certo un tipo diplomatico e nascono alcune
tensioni con il gruppo Gruppo anarchico 'Pisacane' di
Modena.
Il gruppo anarchico della Bassa ed il gruppo di Modena
si formano sulla spinta della contestazione antiautoritaria
e con forti connotazioni libertarie, del '68. Un movimento
storico straordinario e forse irripetibile, fucina di
talenti, di speranze e di sogni. Nella nostra provincia
B. è un protagonista di quegli anni. Appianate
le divergenze, più personali che politiche, tra
gli anarchici modenesi, B. figura tra quelli che si schierano
contro la deriva psichedelica del movimento e l'uso di
sostanze stupefacenti. Tale deriva porta alla fuoriuscita
di alcuni compagni dal Gruppo 'Pisacane' che confluiscono
in Lotta Continua.
Eugenio collabora a “Linee per la Rivoluzione Libertaria”
e, nel 1975, costituisce con Maurizio Tonelli, Angelo
Trevisani e Maria Rosa Muratori il Gruppo anarchico 'Renzo
Cavani' la cui bandiera, ideata da B., è nera con
un bordo rosso. L'acume e la lucidità politica
hanno sempre contraddistinto B.; divoratore insaziabile
di libri, forse anche come sfida alla forte miopia, fonda
assieme ad altri, nella sua casa, la Biblioteca popolare
Ugo Fedeli intesa come centro di documentazione «per
essere presenti ed informati sulla realtà politica
e sociale del territorio».
Nel 1977 B. fa parte della redazione de “La Questione
Sociale. Foglio anarchico d'informazione regionale”,
promossa dal Gruppo 'Renzo Cavani' con la collaborazione
dei gruppi anarchici di Bologna, Forlì e Rimini
che, solo nel modenese, distribuisce 400-500 copie.
B. si impegna moltissimo anche nel comitato di difesa
all'obiettore totale Matteo Danza e nella solidarietà
a Sandro Galli impegnato nello sciopero della fame contro
il giuramento di fedeltà nel pubblico impiego.
Eugenio è un fabbricante di ‘bolle di sapone'
e di soldatini di piombo, accuratissime e fedeli ricostruzioni
frutto della sua profonda passione per la storia. La sobrietà
proprio non sapeva cosa fosse. Tra moche di caffè
e stecche di sigarette, le iperboli e gli eccessi sono
la sua cifra. Proverbiale resta la mangiata di 11 cotechini.
L'amore per il cibo, negli ultimi anni lo porta ad aprire
un'osteria. La malattia lentamente lo divora. Muore il
14 maggio 2008 a Carpi. |
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