dibattito Saint-Imier
Senza fughe in avanti, né indietro
di Donato Romito
foto di Roberto Gimmi
Uno straordinario momento di incontro del multiforme movimento anarchico internazionale, una prova del suo pluralismo interno. Ma c'è la necessità di non restare fermi ai blocchi di partenza. Soprattutto servono strategia rivoluzionaria e programma politico, organizzazione e alternativa sociale. L'analisi dell'Incontro svizzero da parte di un militante della Federazione dei comunisti anarchici (FdCA).
Sui geologicamente famosi Monti
del Giura Svizzero sorge la cittadina di Saint-Imier. La storia
del movimento internazionale dei lavoratori è passata
di qui almeno tre volte: la prima per le lotte degli orologiai
locali, la seconda per il congresso di Saint-Imier del 1872
(punto di partenza dell'internazionale antiautoritaria e dell'anarchismo),
la terza – a 140 anni di distanza – nell'agosto
del 2012.
Quest'ultima è stata sicuramente uno straordinario momento
di incontro del multiforme movimento anarchico internazionale,
una prova del suo pluralismo interno, lo specchio di una realtà
composita delle varie correnti, delle diverse anime, delle storiche
e più recenti identità, delle pratiche libertarie
a piccola scala e di quelle di massa, degli approcci analitici
mai stereotipati e delle politiche concrete e propositive. Un
universo che non ama ieratici “ipse dixit“, né
resta incantato dalle stridule sirene di un'ortodossia che non
c'è, pronte con le loro litanie a emettere sentenze –
e quelli sono bolscevichi, e quegli altri sono confusionari,
e codesti sono vetero e quelli là, madonna, che riformisti!
Gli insu, poi! E così via dicendo: inutilità anche
comparse in qualche – per fortuna raro – resoconto
su Saint-Imier 2012, piuttosto a corto di argomenti.
Ne ha fatta di strada il movimento anarchico da quel 1872 e
quanto è cambiato attraversando la fine dell'800 e tutto
il '900... e quanto è rimasto uguale a 140 anni fa.
Saint-Imier 2012 era iniziato sotto buoni auspici. Già
da fine estate del 2011, l'Organizzazione Socialista Libertaria
svizzera (aderente alla rete Anarkismo) e la Federazione Alta
Montagna della Federazione Anarchica Francese (aderente alla
Internazionale Federazioni Anarchiche-IFA) sviluppano un'idea
commemorativa limitata ad un week end, maturata all'interno
del Centro Sociale Espace Noir di Saint-Imier (fulcro e cuore
pulsante di tutto Saint-Imier 2012), in direzione di una cinque
giorni internazionale ed internazionalista.
La
famosa Piattaforma di Makhno e Archinov
Nasce un comitato organizzativo internazionale a cui aderiscono
diverse Federazioni nazionali, sia aderenti all'IFA che alla
rete Anarkismo. Lo sforzo di ascolto e di cooperazione (politica,
economica, logistica ecc.) dei delegati e delle delegate ai
numerosissimi incontri preparatori svoltisi tra Svizzera e Francia
produce una proposta di evento densa di conferenze, dibattiti,
laboratori, gruppi di autogestione ufficiali, ai quali si sono
aggiunti nei cinque giorni innumerevoli momenti informali autogeneratisi
dalla disponibilità al confronto delle almeno tre migliaia
di anarchici ed anarchiche convenuti/e a Saint-Imier. Un'assemblea
internazionale che sembra promettere grandi novità sul
piano del dialogo e del confronto politico fra tutte le componenti.
Negli stessi giorni, infatti, l'IFA tiene il suo congresso:
ne escono rafforzati i legami politici tra le federazioni aderenti
e rinnovato l'impegno politico sul piano internazionale. Nella
sola giornata di venerdì 10 agosto, la rete Anarkismo
tiene il suo primo meeting intercontinentale in un tendone da
Belle Époque a righe bianche e blu: non era prevista
la nascita di nessuna internazionale delle organizzazioni aderenti
a tale rete, per cui non è stato un obiettivo mancato
e nemmeno rinviato. Anarkismo sembra star bene così,
in forma reticolare. Il comune ispirarsi, da parte delle organizzazioni
aderenti ad Anarkismo, alla Piattaforma Organizzativa dell'Unione
Generale Anarchica del 1926 (quella di Makhno e Archinov
per farla breve) o al Manifesto Comunista Libertario
del 1953 di Georges Fontenis (1920-2010), o ancora a Verso
una Nuova Rivoluzione della Agrupaciòn de Los Amigos
de Durruti (1937), o alla tradizione dell'“especifismo“
latino-americano, non è ragione storica sufficiente per
costruire un'internazionale.
È il 2012, ma siamo fermi ai blocchi di partenza del
1872.
Occorre molto di più: occorrono strategia rivoluzionaria
e programma politico per il presente. Organizzazione e alternativa
sociale.Per il XXI secolo. E se ne sente la necessità,
poi, proprio nel bel mezzo di una crisi di civiltà scatenata
dalle contraddizioni del capitalismo a cui non sembra contrapporsi
finora un movimento internazionale unitario (organizzazioni
di lavoratori e lavoratrici, organizzazioni politiche, associazionismo
e movimenti di base, pratiche alternative...) di lotta e di
cambiamento in direzione del comunismo libertario.
Saint-Imier 2012 inizia con una conferenza delle organizzazioni
sindacali alternative europee ispirantisi all'anarcosindacalismo
o al sindacalismo rivoluzionario o al sindacalismo di base libertario.
Beh, sembra proprio un bell'inizio. Lo spirito di Saint-Imier
2012 sembra produrre quelle situazioni di ascolto e di dialogo
tra componenti diverse (anche nel campo sindacale, sì),
auspice l'esemplare corso unitario (frutto di intelligenza politica
e lungimiranza) assunto in Spagna dalla CNT-Confederaciòn
Nacional del Trabajo, dalla CGT-Confederaciòn General
del Trabajo e da SO-Solidaridad Obrera, con scioperi generali
e mobilitazioni comuni in tutto il paese, a fronte della crisi
devastante per la classe lavoratrice spagnola.
C'è stato il report delle varie situazioni? Eccome! Ma
è mancato l'ascolto politico e quindi il dibattito e
dunque anche il dialogo. Non era forse da mettere in conto dopo
decenni in cui il sindacalismo libertario e l'anarcosindacalismo
europeo si sono lacerati e divisi? Forse sì. Ma questo
versante è una delle speranze più fondate su cui
possiamo contare per ricostruire prassi libertaria nel movimento
dei lavoratori, per uscire dallo stato di minorità e
condividervi obiettivi conflittuali e di classe nel breve e
nel medio termine. In uno spazio franco, esterno al tendone
di Anarkismo, si sono poi ritrovati, la sera di sabato 11 agosto,
militanti delle diverse organizzazioni sindacali presenti per
aprire canali di comunicazione diretta. È già
qualcosa.
Nessun
comunicato unitario
Saint-Imier 2012 aveva in programma per il sabato, alle ore
9.00, un dibattito sulla crisi del debito sovrano nell'area
dell'euro. Forse, nelle cinque giornate, uno dei pochissimi
momenti di analisi e di confronto sulla questione centrale con
cui volenti o nolenti stiamo facendo i conti quotidianamente
almeno da quattro anni.
Paul Bowman (del Workers Solidarity Movement irlandese, aderente
ad Anarkismo), Francesco Carlizza (della Federazione Anarchica
Italiana, aderente all'IFA), Laurent Esquerre (di Alternative
Libertaire francese, aderente ad Anarkismo), compongono un mirabile
telaio argomentativo ed analitico, anche se da approcci diversi,
davanti ad uno scarso pubblico, con scarso tempo e scarso dibattito.
Sarà che le noiose questioni di analisi economica non
hanno poi tanto “appeal“ nel movimento anarchico?
Difficile rispondere. Ma questo era probabilmente uno dei momenti
più importanti dove poter trovare un po' di dialogo e
di propositività comune. I tre generosi compagni hanno
relazionato a soggetto ed è finita lì, tra i ringraziamenti
e gli applausi dei presenti.
Sembrava, quasi alla fine, che ci fossero le condizioni sufficienti
per un comunicato conclusivo unitario di Sait-Imier 2012, pur
sapendo che non era previsto. Un comunicato che servisse per
l'azione politica e sociale dell'anarchismo organizzato e degli
anarchici/anarchiche in quanto individui impegnati negli svariati
campi di lotta, di resistenza e di creazione di sperimentazione
e alternativa. Il tentativo di giungervi da parte di delegati
dell'IFA (rappresentata dalla FA francese) e della rete Anarkismo
(rappresentata da OSL svizzera, FdCA italiana ed Alternative
Libertaire francese) c'è stato concretamente, ma si è
arenato prima dell'assemblea generale conclusiva. Evidentemente,
quelle condizioni politiche non c'erano e, nonostante lo spirito
iniziale di Saint-Imier 2012, sono ancora tanti i ponti da ricostruire.
Peccato, ma non dobbiamo disperare per il futuro.
Tracciare un bilancio politico di Saint-Imier non è cosa
facile, una volta accertata la capacità del movimento
anarchico internazionale di stare tra sé e sé
in cinque giorni di autogestione e di intensa agenda di impegni.
Incontri, abbracci, strette di mano, canti, brindisi ed esperienze
coinvolgenti sul piano personale e collettivo, rafforzamento
di rapporti internazionali, scoprire di saper parlare lingue
sconosciute anche solo per riconoscersi l'un l'altro/a nella
appartenenza ad uno stesso movimento, almeno per una volta nella
vita, nella stessa occasione della sua storica rappresentazione
commemorativa. Tutto questo è stato Saint-Imier 2012.
Per
il coordinamento delle Federazioni Anarchiche
Ma non basta. Non può bastare.
Saint-Imier 2012 si è chiuso con un enorme deficit: il
grande guadagno sul piano relazionale interno al movimento rischia
di non tradursi in un investimento fattuale ed ideale di proposte
politiche da condividere oggi con i lavoratori e le lavoratrici
di tutto il mondo, con le sfruttate e gli sfruttati di tutto
il pianeta, con gli oppressi e le oppresse di tutti gli Stati.
Non è infatti venuta fuori una chiara e forte indicazione
politica su come far fronte alla attuale situazione di crisi
economica, sociale, politica, ambientale, culturale, di civiltà,
che sta sbaragliando noi tutti/e, proletari/e, classe lavoratrice,
ceti popolari oppressi ed attivisti/e politici/che anarchici/che
e libertari/e, noi naturali nemici/che del capitalismo. Non
un'indicazione nitida, praticabile, diffondibile, per quanto
sfaccettata, su come costruire l'alternativa libertaria allo
stato di cose esistenti. È, questo, pretendere troppo
da un incontro anarchico internazionale, intercontinentale,
come quello di Saint-Imier 2012? Potrebbe essere consolatorio
rispondere che sì, è pretendere troppo.
Eppure, oggi, soltanto dal movimento anarchico potrebbero giungere
risposte al bisogno di comprensione della crisi, di risposta
agli attacchi del capitalismo e degli Stati, di elaborazione
e realizzazione di pratiche di solidarietà libertaria
e di costruzione di un'altra dimensione sociale e collettiva,
organizzata dal basso e a partire dai bisogni immediati. Che
è esattamente quello che cercarono di fare i congressisti
intervenuti nel 1872 a Saint-Imier.
Se non siamo ancora fermi lì, come movimento politico
e come nostra capacità propositiva verso i nostri naturali
interlocutori nella società, allora è giunto il
momento di commemorare Bakunin, Guillaume, Cafiero, Malatesta
e gli altri di Saint-Imier 1872, lavorando per l'unità
degli sfruttati e degli oppressi, per il coordinamento delle
federazioni anarchiche nel porsi come orientamento delle idee
anti-autoritarie ed anti-capitaliste in tutta la società,
per ricostruire le condizioni della nostra emancipazione dal
capitalismo e dallo Stato.
Non ne abbiamo la forza? Allora ricostruiamola. Stando nella
materialità del durissimo scontro sociale in corso, tra
coloro che hanno sovente fatto forte nella storia il movimento
anarchico internazionale, gli sfruttati e le sfruttate e le
loro organizzazioni e i movimenti capaci di esprimere prassi
libertaria. Senza fughe in avanti. Senza fughe indietro.
Donato Romito
Le immagini di questo articolo illustrano alcuni
momenti dell'Incontro di Saint-Imier (8-12 agosto 2012).
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