ai
lettori
GrAzie
Dario!
Non
capita frequentemente di pubblicare in copertina un disegno
inedito di un Premio Nobel. E anche per chi non attribuisse
una particolare valenza a questo premio, possiamo dire che non
capita frequentemente di ricevere un dono di questo tipo da
un Maestro con la M maiuscola, da un'artista dello spessore
di Dario Fo.
Importante l'autore, non da meno il soggetto: Giuseppe Pinelli.
La storia non si fa con i se e con i ma, ma a me è sempre
piaciuto pensare che forse, se non l'avessero assassinato in
Questura quella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, Pino
sarebbe oggi tra i redattori di questa rivista. Quel che è
certo è che “A“ venne concepita nel 1970
proprio nell'ambito del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa
e in particolare del gruppo Bandiera Nera, che poco dopo la
sua morte e proprio nel corso della campagna di mobilitazione
su Piazza Fontana decise di dar vita a un nuovo periodico anarchico
– che poi vide la luce nel febbraio 1971.
Dario Fo, che anarchico non è mai stato (salde e note
le sue radici comuniste), si impegnò allora, insieme
con Franca Rame, nelle tante mobilitazioni di quegli anni. In
particolare, con lo spettacolo Morte accidentale di un anarchico,
fu lui più di chiunque altro a far conoscere a livello
internazionale quella vicenda. Tradotto in molte lingue e rappresentato
in mezzo mondo, il suo spettacolo teatrale e il relativo libro
hanno contribuito a far penetrare la limpida figura del nostro
compagno e la tragica vicenda che ne determinò la fine
nella coscienza di milioni persone. Senza alcun dubbio –
e già abbiamo avuto modo di scriverlo su queste colonne
– Dario ha contribuito ad elevare quella figura e quella
vicenda al livello di quelle di Sacco e Vanzetti, altri anarchici
italiani vittime – in quel caso negli Stati Uniti –
della criminalità del potere.
Quel Potere con la P maiuscola che, anche nella vicenda Pinelli,
ha visto l'individuo in carne e ossa soccombere, ma la sua figura
morale ritorcersi come un boomerang contro i propri disegni
e la propria immagine. E questo grazie, in entrambi i casi,
a milioni e milioni di persone che in tutto il mondo rifiutarono
la Verità di regime e invocarono giustizia e per essa
lottarono. Alcune persone in entrambi le vicende esercitarono
un ruolo di particolare rilievo e Dario Fo è stato tra
costoro. Aldilà di qualsiasi possibile differenza, di
ciò gli rendiamo merito e gliene siamo grati.
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Dario
Fo (Sangiano-Va, 24 marzo 1926) |
Non va dimenticato che il Premio Nobel gli venne
attribuito anche con esplicito riferimento a Morte accidentale
di un anarchico.
E poi non solo Pinelli e piazza Fontana. Un ricordo tra i tanti:
primi anni '70, a Milano Palazzina Liberty stracolma per un'iniziativa
su Franco Serantini, altro anarchico vittima della criminalità
del potere. Dal palco, insieme con un anarchico e con Dario
Fo, intervennero Umberto Terracini – l'anziano dirigente
comunista che era stato presidente della Costituente –
e (credo) Corrado Stajano.
Più di una ragione, quindi, per dire con tutto il cuore
al vecchio Dario, compagno di strada (nel senso proprio del
termine: quanti cortei e iniziative insieme!) in tante battaglie
di giustizia e libertà, il nostro grazie. Non solo per
questa copertina.
Paolo Finzi
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