ai
lettori
NovitÀ
Non è la prima volta che la rivista cambia pelle. Forse
ve ne sarete già accorti, il numero di “A”
che state leggendo ha una nuova grafica curata da Cinzia Piantoni
e Angelo Roveda di Erre & Pi (la società di fotocomposizione
e grafica che collabora con noi da oltre trent'anni). In realtà,
alcuni elementi di questo rinnovamento hanno fatto capolino
negli scorsi numeri, per esempio nell'impaginazione del dossier
di Camilla Galbiati su Piazza Fontana 1969 pubblicato nello
scorso numero di novembre (“A” 375).
E già da un po' qualcuno di voi si sarà accorto
dello spazio maggiore e della più forte “attenzione”
dedicata alle immagini, alle foto, ai disegni. La presenza ormai
(quasi) fissa di due cartoon (Anarchik e Anarchicco) ne è
da tempo un altro segnale.
Ma da questo numero il cambiamento grafico diventa più
radicale, riguarda l'intera rivista e non solo un dossier o
un numero.
Altra novità, la bicromia. Da questo numero la rivista,
tutta la rivista, ogni numero, viene stampata in due colori.
E poi ci sono le copertine. Nei primi 40 e passa anni di “A”,
solo un numero – quello dell'estate 1984 – ha avuto
la copertina stampata in quadricromia, cioè a colori.
Era il numero dedicato all'Incontro Internazionale Anarchico
di Venezia e la copertina raffigurava un “personaggio”
di Enrico Baj. Poi tre numeri fa nuovamente Baj, questa volta
con i suoi “Funerali
dell'anarchico Pinelli”, e due numeri dopo –
cioè lo scorso numero – nuovamente Pinelli, questa
volta disegnato da Dario Fo nella tavola donataci dal titolo
“Il volo dell'anarchico”.
La copertina del numero che avete in mano è in bicromia.
In futuro sarà in quadricromia quando a nostro avviso
sarà utile per valorizzare l'immagine, disegno o foto
che sia. A questo si aggiunga che ormai “A” ha una
foliazione fissa ben superiore alle 100 pagine, il che significa
50, 60 e anche più scritti, interventi, riflessioni,
ecc. a numero.
Per ogni gaudenza ci vuole sofferenza notava amaramente
un irresistibile Vittorio Gassman nel film “Brancaleone”.
E l'inevitabile, improcrastinabile, obbligatoria sofferenza
è rappresentata dall'aumento del prezzo della singola
copia, che passa (stabilmente) a 4,00 euro, l'abbonamento a
40,00 euro, ecc. Tutto ciò a partire dal prossimo
mese di maggio, cioè da “A” 380.
Non siamo né vogliamo essere fiscali, quindi se qualcuno
per un po' pagherà ai vecchi importi, non ci formalizzeremo.
Così come non ci offenderemo se qualche buon'anima volesse
iniziare fin d'ora ad abbonarsi per la prima volta o a rinnovare
al nuovo (futuro) prezzo di 40,00 euro.
Ci riserviamo, come in passato, di fissare un prezzo più
alto per singoli numeri “eccezionali” (ricordiamo
per esempio il numero speciale per i primi 40 anni di “A”,
“A” 358, 260 pagine, decine di pagine a colori all'interno,
che costava 10,00 euro), ma per gli abbonati questo sarà
come sempre ininfluente. L'abbonato, da noi, è l'unico
privilegiato accettato.
D'altra parte, chi ci conosce sa che il rapporto con i lettori,
gli abbonati e soprattutto i diffusori è basato innanzitutto
sulla fiducia, la simpatia, il sostegno volontario. È
chiaro che dobbiamo fissare dei prezzi e cercare di far quadrare
il bilancio. Ma il rapporto con “A” è e dovrebbe
sempre più essere una “bella storia”, diversa
– per quanto possibile – dai freddi e cinici rapporti
economici di cui è fatta la nostra vita quotidiana. E
l'elenco dei “fondi neri” (su questo numero a pag.
138) ne è sempre stato un piccolo esempio.
Fateci sapere che ne pensate: non della sofferenza (l'aumento
di prezzo), ma della gaudenza (il rinnovamento grafico
e...).
Paolo Finzi
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Carlo
Oliva disegnato, tanti tanti anni fa,
dalla matita di Roberto Ambrosoli.
Il disegno giaceva nei cassetti di Elèuthera
e Rossella ce l'ha passato.
Carlo ci manca, maledettamente |
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