permacultura
Esperienze di ecologia applicata
di Diego Morisetti
Creare dei sistemi ecologicamente ben strutturati ed economicamente produttivi, evitando ogni forma di sfruttamento e inquinamento:
questo è lo scopo della permacultura.
L'esempio di una fattoria del milanese.
Cammino sul sentiero che si inoltra
tra i campi insieme a Irene che, con parole pesate e precise,
mi descrive la proprietà che si estende per diversi ettari.
È una giornata piovosa ma questo non smorza l'allegria
del grosso cane pastore che ci accompagna, contento di fare
la sua passeggiata.
Mi trovo in piena pianura padana, a meno di mezz'ora da Milano.
Qui Irene e la sua famiglia hanno dato vita a un progetto di
riqualificazione di una vecchia fattoria e dei campi agricoli
annessi. La proprietà fa parte del Parco Agricolo Sud,
area in cui operano migliaia di aziende agricole condotte in
maniera convenzionale e in cui i problemi di inquinamento ambientale
diventano ogni giorno più pressanti.
A differenza di altri, Irene ha deciso di non affittare più
la vecchia cascina e i campi – di proprietà della
sua famiglia da generazioni – agli imprenditori agricoli
del luogo. Irene si è invece impegnata nello sviluppo
di un progetto di permacultura al fine di riportare i terreni
e l'ambiente a un equilibrio naturale, fatto di un suolo ricco
di sostanza organica e di un ambiente abbondante di elementi
che favoriscano la biodiversità, nel rispetto delle risorse
naturali anche per l'insediamento umano.
Ma cos'è la permacultura? In sintesi, si tratta di un
sistema di progettazione per la creazione di insediamenti umani
sostenibili che imita modelli e relazioni presenti in natura
con lo scopo di fornire cibo, fibre ed energie per soddisfare
i bisogni locali.
Il termine deriva dalla contrazione sia di “permanent
agriculture” che di “permanent culture” e
sta a indicare come una cultura non possa sopravvivere a lungo
senza una base agricola sostenibile e un'etica nell'uso della
terra. Il concetto è stato creato dagli australiani Bill
Mollison e David Holmgren, esperti naturalisti che, negli anni
'70 del secolo scorso, usando ciò che avevano osservato
in natura e nelle culture indigene, iniziarono a identificare
dei princìpi capaci di rendere quei sistemi altamente
sostenibili e produttivi. La loro speranza consisteva nell'applicare
detti princìpi ad un design di paesaggi produttivi che
fosse ecologicamente orientato.
La permacultura, quindi, si basa sull'osservazione dei sistemi
naturali e utilizza la saggezza dei metodi di coltivazione tradizionali
unita alle moderne conoscenze scientifiche e tecnologiche; pur
poggiando su solidi modelli ecologici, essa crea comunque un
ambiente coltivato, progettato per produrre alimenti per uso
umano o animale, in misura tuttavia maggiore rispetto a quanto
avviene generalmente in natura.
Lo scopo è di creare dei sistemi ecologicamente ben strutturati
ed economicamente produttivi, in grado di provvedere ai propri
fabbisogni, evitando ogni forma di sfruttamento e inquinamento.
Si valorizzano, pertanto, le qualità intrinseche di piante
e animali unite alle caratteristiche naturali dell'ambiente
e alle peculiarità delle infrastrutture, al fine di creare
sistemi in grado di sostenere la vita, utilizzando la minore
superficie possibile di terreno. Quello che è stato realizzato
in questa fattoria segue questo tipo di logica progettuale.
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L'azienda agricola e agriturismo Cascina Santa Brera si trova
a San Giuliano Milanese (Milano), nel cuore del Parco Agricolo
Sud e comprende 25 ettari, coltivati col metodo dell'agricoltura
biologica |
Equilibrare l'ecosistema
Irene mi mostra l'area agricola, suddivisa in tre grandi spazi
separati da pendii che ospitano siepi e fasce boscate con farnie,
sambuchi, platani, noccioli, olmi, robinie, pioppi, biancospini,
prugnoli, salici e così via. La campagna è solcata
da strade campestri e canali affiancati da nuove siepi e filari
per rimodellare in modo naturale il paesaggio, per fornire rifugio
e cibo agli animali selvatici e alle api, nonché legname
da lavoro e da ardere per riscaldare gli spazi abitati. Si è
infatti data particolare importanza alla valorizzazione delle
aree marginali, che in permacultura svolgono un ruolo chiave
nell'aumentare la diversità, nell'ampliare la produzione
vegetale e nell'equilibrare l'ecosistema.
L'allevamento di animali è stato integrato nella gestione
agricola di tutte le zone. Le galline, presenti in diverse centinaia
di esemplari, vengono utilizzate per concimare il prato, per
smuovere il terreno, per liberare l'orto dai parassiti oltre
che per le uova e la carne; esse, inoltre, vengono mosse di
zona in zona ogni due settimane grazie a pollai mobili che ne
consentono una gestione accorta senza il pericolo di sovraccaricare
il terreno. Questa gestione permette di ottenere numerosi benefici,
quali carne e uova di alta qualità grazie all'apporto
nutrizionale diversificato, galline in buona salute, prato concimato
e non rovinato dal razzolamento eccessivo (come invece accade
con i pollai fissi), suolo aerato e ricco di nutrienti eccetera.
Anche i maiali, presenti in pochi esemplari, vengono utilizzati
per concimare, per lavorare il suolo e per liberare le zone
limitrofe agli orti dalle radici delle infestanti più
aggressive, fornendo al contempo, a fine vita, un'ottima carne
per il nutrimento umano. Per quanto riguarda i bovini, sono
stati scelti alcuni esemplari della razza Varzese; si tratta
di una razza in via d'estinzione, che veniva allevata già
in antichità per molteplici scopi, quali latte, carne
e lavoro. Le mucche vengono qui allevate al pascolo, in rotazione
con le galline, fornendo così altri vantaggi: mentre
le prime mangiano l'erba alta, le seconde si nutrono di quella
più bassa spargendo al contempo il concime lasciato dalle
mucche sull'intera superficie, evitando il sovraccarico di nutrienti
nel terreno.
L'azione alternata e combinata di queste specie permette, quindi,
di mantenere fertili e produttivi i terreni da adibire alle
coltivazioni mentre i prodotti derivati dagli animali consentono
alla fattoria di ottenere un buon rendimento economico dalla
loro vendita diretta o attraverso i gas (gruppi di acquisto
solidale).
Tornando verso la cascina, Irene mi mostra i terreni limitrofi
adibiti a vari orti che sono stati studiati per ridurre al minimo
il lavoro umano e massimizzare gli effetti delle interazioni
benefiche tra le tipologie di piante appositamente selezionate.
Negli orti vengono coltivate diverse tipologie di verdure che
costituiscono il fondamento per il mantenimento alimentare dei
gestori, dei dipendenti e dei volontari che lavorano nella fattoria,
nonché le derrate principali per gli ospiti dell'agriturismo
ricavato dal restauro dell'antica cascina. Quest'ultima e l'abitazione
limitrofa sono state infatti rimesse a nuovo per rendere abitabili
gli alloggi abbandonati, realizzando impianti e servizi prima
assenti nel rispetto dei materiali originali e seguendo i princìpi
in linea con il pensiero ecologico e sistematico della permacultura.
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La Cascina Santa Brera ospita un particolare allevamento
di galline ovaiole per la produzione di uova biologiche certificate |
In collaborazione con altri attivisti è stata poi creata
un'associazione con lo scopo di coinvolgere nuove persone per
mezzo di attività didattiche di sensibilizzazione e di
pratica ecologica. Nel suo piccolo, l'impatto sociale dell'associazione
è ragguardevole, considerando che i corsi organizzati
registrano sempre una piena e soddisfatta partecipazione. Tra
i tanti corsi tenuti dall'associazione vi sono quelli di permacultura,
di orto biologico, di cura degli alberi, di apicoltura, di produzione
di pane e formaggio, di auto-costruzione di case in paglia,
di pannelli solari e di piccoli impianti eolici, e altri ancora.
Oltre ai corsi si organizzano regolarmente visite guidate e
attività per bambini allo scopo di introdurre nuove persone
alle attività della fattoria. Un'iniziativa davvero interessante,
rivolta a chi non ha la possibilità di coltivare e produrre
il proprio cibo, consiste nella possibilità di “adottare
un orto”, ovvero di frequentare un orto biologico e collaborare
al suo sostentamento economico (in abbonamento), godendo dei
suoi prodotti. Gli aderenti possono così scoprire aspetti
molto lontani dalla vita cittadina, legati alla riscoperta della
stagionalità del cibo, del lavoro contadino e delle necessità
delle piante; a loro spetta di decidere le scelte colturali
e di raccogliere personalmente la propria verdura, godendo al
contempo dell'accesso a un angolo di natura coltivata. L'iniziativa
ha avuto un ampio riscontro e vede tuttora partecipare molte
persone provenienti, in modo particolare, dall'area cittadina
di Milano in cui mancano spazi, ambiente e cultura adatti a
questa attività.
In cascina infine lavorano diverse persone, alcune di esse sono
volontari che hanno deciso di investire qualche mese della propria
vita per un'esperienza unica, a contatto con la terra e la natura.
L'atmosfera che si respira è di continuo fermento e Irene
deve andare ad accogliere i nuovi ospiti che arriveranno tra
poco. Accarezzo un'ultima volta il cane e la saluto, ringraziandola.
Ci sono voluti alcuni anni e molti sforzi per realizzare quello
che oggi lei mi ha mostrato. Per me si è trattata di
un'esperienza tangibile di ecologia applicata, vita naturale
e reale indipendenza. Un'esperienza che ti fa comprendere come
agire di prima persona e andare oltre le contestazioni e le
denunce porti a risultati concreti.
“Il più grande cambiamento che oggi possiamo avviare
è passare dal consumo alla produzione di cibo, anche
su piccola scala, nei nostri giardini. Se solo il 10 per cento
della popolazione facesse questo, ce ne sarebbe per tutti. Pertanto
la vera futilità è quella dei cosiddetti rivoluzionari
che non hanno un giardino, che dipendono dallo stesso sistema
che attaccano, che producono parole e pallottole invece di cibo
e ripari.” (Bill Mollison).
Diego Morisetti
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