San Sebastian de los
Reyes (Madrid), 27 marzo 1977. 25.000 compagni al meeting della
CNT. Questa scritta, sotto a una foto “oceanica”
del pubblico nello stadio, caratterizza la copertina del n.
56 (maggio 1977). 37 anni fa, appunto.
E già il fatto di mettere una foto “spagnola”
in copertina la dice lunga sul vero e proprio entusiasmo presente
qui tra i libertari italiani non solo per quella manifestazione,
bensì più in generale per la ripresa del movimento
anarchico e anarco-sindacalista nella penisola iberica. Penisola
iberica: cioè non solo Spagna, ma anche Portogallo. Era
di due anni prima il numero quasi monografico di “A”,
dedicato al resoconto di viaggio di un redattore di “A”
in una Lisbona da pochi mesi liberata dalla dittatura fascista
del cattolico Salazar. Così nella primavera del 1977,
poco dopo la morte di Francisco Franco e la fine della sua dittatura
fascista, la nostra rivista continuava ad ospitare, numero dopo
numero, articoli, notizie, denunce di arresti, ecc. provenienti
dalla Spagna. E, nel numero che ora analizziamo, c'è
un lungo articolo di David Urbano (pochi anni prima arrestato
dal regime e oggetto, con i suoi compagni di persecuzione, di
una campagna di solidarietà internazionale) in cui tenta
un'analisi della realtà spagnola alla vigilia delle elezioni.
Il titolo e l'occhiello sono significativi: Ma c'è
la CNT – dalle destre al P.C.E. Tutti insieme appassionatamente.
Nel sommarietto si afferma: l'ascesa al potere di una
classe media che ha capito i vantaggi di una svolta democratica
e dell'inserimento della Spagna nel Mercato Comune – Il
ruolo della cosiddetta opposizione politica e sindacale e quello
dei lavoratori che, come sempre, restano esclusi dal processo
decisionale – Agli anarchici, dunque, resta il difficile
compito di costituire un'alternativa libertaria.
A conferma della poliedricità delle tematiche affrontate
sulla rivista, ci limitiamo qui a riportare gli altri scritti
presenti nel numero (che allora, con stesso formato di oggi,
aveva in tutto – copertine comprese – 36 pagine).
Dopo il consueto “Ai lettori”, di presentazione
del numero, apre un articolo di Luciano Lanza su “Minoranze
ribelli e dissenso operaio”. Segue un'intervista alle
“compagne dell'Organizzazione Donne Libertarie”,
un'organizzazione – si precisa – nata da poco
tempo in Toscana, che comprende attualmente compagne di Livorno
ed Empoli (Firenze): “Anarchiche è bello”
è il titolo. Dopo il citato saggio di David Urbano (arricchito
da un box sull'assassinio dell'anarchico Camillo Berneri a Barcellona
maggio 1937 ad opera della controrivoluzione stalinista)
è nuovamente Lanza a ricordare il contributo teorico
di Bruno Rizzi (da poco morto) nell'analisi della nuova classe
e del collettivismo burocratico. Una colonna è dedicata
al recente congresso straordinario della Federazione Anarchica
Italiana. La rubrica Rassegna libertaria si occupa del
neonato periodico emiliano-romagnolo La questione sociale e
di un lp (L'estate dei poveri – Dalla realtà
di classe al progetto libertario) appena realizzato dal
Collettivo del Contropotere (di Massa). Paolo Finzi torna, ancora
una volta, a criticare duramente i radicali, in questo caso
per i loro 8 referendum e soprattutto per la loro battaglia
al fianco della polizia penitenziaria per migliori condizioni
di vita: la durezza della critica rispecchia il clima dell'epoca
e la ultramarcata contrapposizione tra riformisti e rivoluzionari.
Il dissenso in Polonia e la polemica contro i “padroni
rossi” è l'oggetto di uno scritto (non se ne coglie
la paternità) tradotto dalla rivista anarchica internazionale
quadrilingue Interrogations. La biografia di Michail Bakunin,
scritta da E.H. Carr e pubblicata da Mondadori, e l'imperdibile
La società contro lo stato dell'antropologo Pierre
Clastres sono i due libri presentati nella rubrica “Letture”.
I fiorentini Francesco Naselli e Riccardo Pozzi propongono la
quinta puntata della loro serie su “autogestione e territorio”,
dedicata questa volta all'efficienza dell'organizzazione
libertaria. Un'intervista all'artista veneziana (ma residente
a Milano) Daniela Bognolo, del gruppo milanese Autonomia visuale,
fa luce anche sul più grande murales italiano (altezza
7 metri, lunghezza 81). Suo è anche il disegno in quarta
di copertina. La rubrica della posta contiene una sola, lunga,
lettera di Domenico Tarantini: titolo “I giovani e l'anarchia”.
Chiudono il numero la recensione del film Minnie e Mooscowitz
(di John Cassavetes) ad opera del curatore della rubrica Al
cinema, il mitico Paolo Zaccagnini (giornalista del quotidiano
romano Il Messaggero e indimenticato attore nel film Ecce
bombo di Moretti). E la terza di copertina, dedicata all'annuncio
della manifestazione nazionale per Serantini assassinato dalla
polizia. Appuntamento nella sua Pisa, il 7 maggio 1977. Allora
erano passati 5 anni dalla sua morte, oggi ne sono passati 42.
Ma per noi è come se fosse ieri.
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