Un ragazzo nigeriano scrive a un uomo-ombra
Caro Big Bro,
spero che questa mia lettera ti arriva in ottima forma di salute
come ti posso assicurare di me. Sicuramente stai pensando chi
sono. Come posso spiegarti sono un ragazzo nato in Nigeria cresciuto
a Dallax, finito in Europa senza sapere come, o come ho potuto
finire qua in carcere, sono un ragazzo che hai dato speranza,
mezzi per lottare per la sopravvivenza con tua scrittura. Devo
essere sincero, leggendo gli articoli tuoi, il modo in cui scrivi,
tua determinazione per portare avanti tue idee, il coraggio
e pazienza infinita che hai, ho chiesto a me stesso, è
tutto vero che il carcere ti ha fatto diventare quello che sei,
un intellettuale, e lo stato non è ancora soddisfatto.
Come possibile? Sappi che mi hai ispirato molto, mi hai dato
la forza e in continuo per lottare senza perdere la speranza.
Da noi si dice “un uomo che ha una gamba non deve pensare
che ha il peggio perché ce chi non ce l'ha manco una”.
Da questa mia metafora capirai mio discorso. Sei grande e ti
ringrazio per la lotta che stai facendo per tutti. A volte penso
perché non siamo tutti a lottare contro questa ingiustizia
che non sembra di cambiare? Ma non molliamo prima poi qualcosa
di buono succederà. Cortesemente se possibile mi fai
avere alcune copie nuove o vecchie del giornale “Ristrette
Orizzonti”, o altre cose che posso leggere e aiutarmi
a migliorare mia scrittura pessima in italiano. Scusami l'italiano
l'ho imparato in carcere. Ti mando forte abbraccio e sarò
contento se mi darai la possibilità di comunicare con
te stesso.
Con sincerità.
Precione
Caro Precione,
grazie della tua lettera. A tratti le tue parole, quando mi
fai i complimenti, mi hanno fatto sorridere e oggi avevo bisogno
di sorridere. Quando si varca la porta di una prigione, si perde
molto di più della libertà, si perde un pezzo
di vita. E a volte, come nel mio caso, tutta quella che ti resta.
Fra pochi mesi compio cinquantanove anni. E ti confido che da
molti anni che non conto più i giorni, i mesi, gli anni.
A che servirebbe? Sono solo giornate vuote e perse perché
in carcere non c'è tempo e senza tempo non c'è
vita. Sotto un certo punto di vista gli ergastolani sono anche
fortunati perché sono le uniche persone che conoscono
già il posto dove moriranno. E sarà la loro cella.
Sappi che il mio non è solo coraggio ma disperazione
perché niente è più crudele di una pena
senza speranza. Mi è rimasto solo l'amore che tenta di
convincermi che vale ancora la pena di tenere ancora acceso
il lume della speranza. Nei carceri italiani ci sono tanti diritti
scritti. Ed è importante averli, ma sarebbe ancora più
importante che qualcuno ti da il diritto che ti aspetta. Purtroppo,
questo non accade quasi mai. E devi lottare per averli, peggio
di quando sei fuori. In carcere per non affogare devi combattere
e scrivere per far sentire la tua voce. E ti confido che sono
le cose che scrivo che mi fanno sentire ancora vivo. Informarsi,
studiare, leggere, scrivere, è già comunque un
modo per andare contro corrente e per fare capire alle persone
che stanno fuori che la vendetta sociale non solo è inutile
ma è veramente una maligna spirale di odio. Non ti arrendere
mai, per cercare di realizzare i tuoi sogni. Per adesso inizia
a costruirli dentro di te. Ti mando uno dei miei libri, 'Gli
uomini ombra'. E che l'amore sia sempre con te. Buona vita.
Un abbraccio fra le sbarre.
P.S. cosa vuole dire “Big Bro”?
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova aprile 2014
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