Rivista Anarchica Online


dossier A

Gayrights and copyrights
di Francesca “Dada” Knorr

 

Sulle «Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali» del Cardinal Ratzinger & Co.

«Educare il target a non concepire nient’altro al di fuori della fede nel prodotto, favorire le unioni, le abitudini, i comportamenti ‘leciti’ fra persone che condividono questa fede, è una strategia che va ben oltre le tecniche di feedback e di misurazione della consumer satisfaction. Di più: le precede. Inoltre, la Chiesa è formata dai suoi stessi consumatori e quindi auto-determina le proprie esigenze di consumo e le soddisfa in tempo reale. Nessuna marca è mai arrivata a tanto».

Bruno Ballardini, Gesù lava più bianco. Ovvero: come la Chiesa inventò il marketing, ed. minimumfax, Roma, 2000.


Un documento, «Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali», prodotto dalla Congregazione per la dottrina della fede nel luglio dello scorso anno, tiene fede a quanto citato sopra in maniera così disperatamente ostinata da risultare meschina, volgare. Si tratta di difendere il Mercato da attacchi che svilirebbero la natura unica del prodotto venduto, il matrimonio non-plus-ultra cattolico, quello indissolubile, … già intaccato dalla realtà dei fatti, e da quel mattacchione di Milingo che ne ha, diciamo, un po’ appesantito i tratti ultraterreni. Si tratta anzi di convincere i fedeli, e «di illuminare l’attività degli uomini politici cattolici», che l’altro prodotto ( la legalizzazione delle unioni di fatto) è assolutamente nocivo!
Ma se la etero-sessualità ritenuta dalla Congregazione «quella VERA», va fatta ad ogni costo primeggiare, congiuntamente al RITO di formalizzazione di fronte alla società della coppia, quali pericoli la minacciano? Praticamente nessuno, visto che l’introduzione del rito civile e del divorzio non impedisce ai cattolici di sposarsi in Chiesa. Sono le squallide, volgari, infime esigenze di mercato che obbligano il clero a voler sabotare ad ogni costo la possibilità per gli/le altre a volersi sposare o quantomeno a voler legalizzare la propria unione civilmente. Civilmente e non in Chiesa.
Evidentemente però, visti i toni, la Chiesa cattolica intende difendere un presunto controllo totale del parco-clienti, apponendo anche un marchio di fabbrica sul matrimonio, un brevetto tale che nessuno possa osare nemmeno nominare le parole «unione di una coppia», nonostante, per il suo significato, una «coppia» sia già «unita» nei fatti!
Questa multinazionale vuole il monopolio, e vende peggio della Microsoft!
Sappiamo tutti benissimo infatti, come nel testo che gira da anni in internet su «da Fidanzata 1.6 a Moglie 1.0», che le unioni tra le persone, per loro stessa natura, non sono sempre solide e imperiture; è quindi lo stesso modello venduto dalla Chiesa, il –sacro vincolo del matrimonio-, che fa acqua da tutte le parti, pur «essendo stato fondato dal Creatore». Meglio non attardarsi qui a considerazioni critiche sulla strumentalizzazione dei testi (in questo caso il Libro della Genesi) da parte della Chiesa, che ormai, pur di dimostrare le proprie affermazioni, non fa più distinzione tra citazioni dalla Bibbia, da Encicliche, da commentari, depliant, ecc.... rivestendo tutto di un’aura di sacralità e infallibilità. Il Verbo.

Zoccolo molle

Ma in questo caso soprattutto il Verbo segregare, perché la legalizzazione delle unioni di fatto, e Ratzinger si riferisce a quelle tra persone dello stesso sesso, è presentata come un gesto delinquenziale, e la richiesta universale (ma sì, usiamo un termine loro) di queste coppie ad avere dei diritti civili «è un fenomeno inquietante» che minerebbe... le basi stesse della società! Come una realtà che già esiste possa minare, se legalizzata, le basi stesse della società, è un mistero,… a meno che... a meno che non si intenda per «basi della società» quello zoccolo molle di eterosessuali sessuofobi che preferiscono pensare che, in fondo, se il loro matrimonio è uno schifo, però per fortuna è benedetto dalla Chiesa, che lo ritiene sacro e virtuoso... non come «quelli là».
Razzismo, incitamento a gesti di intolleranza: il politico cattolico «deve opporsi in tutti i modi possibili» anche a eventuali leggi già in vigore che diano finalmente la possibilità alle persone di unirsi civilmente per vedere riconosciuta la scelta fatta (come coniugi, compagni di vita, conviventi o semplicemente persone legate da un reciproco contratto). La Chiesa si spinge sino a definire assenti addirittura gli «elementi antropologici» dalle unioni omosessuali, elementi che possano caratterizzare queste unioni come famiglie. Antropologa, sessuologa, portavoce di dio: nei suoi prestidigitatori ruoli la Congregazione per la Dottrina della fede si spinge con agio all’infamare, a definire «i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato» incentrandoli sulla procreazione, e affermando come conseguenza che «le unioni omosessuali non svolgono neppure in senso analogico e remoto» questi compiti.
Insomma, un documento scritto con l’acqua alla gola e quindi urlato, su di un problema che è tale solo per chi ha ancora ansie da copyright. Chi vive più a contatto con la realtà e l’umanità delle persone, può solo considerare queste calunnie con indignazione e, collateralmente, pietà (ma sì, usiamo un termine loro).

Francesca “Dada” Knorr

I PACS in pillole:

PACS, proposta di legge “Patto civile di solidarietà e unione di fatto” presentata dall’onorevole Franco Grillini.
Il 14 febbraio 2004 si è tenuta a Roma, a Piazza Farnese, promossa dall’Arcigay nazionale, la manifestazione “Kiss2PACS”, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica, ad informare e a sostenere la proposta di legge in questione. (www.unpacsavanti.it)
A chi è rivolta la proposta di legge:
– patto civile di solidarietà è l’accordo tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso, volto a regolare i rapporti personali e patrimoniali relativi alla loro vita in comune
– unione di fatto è la convivenza stabile e continuativa tra due persone, di sesso diverso o dello stesso sesso, che “conducono una vita di coppia”.
Le possibilità offerte dai PACS:
– aiuto mutuo e materiale garantito a vicenda dai due contraenti
– diritto all’assistenza ospedaliera e carceraria in quanto familiari
– decisione sanitarie e successive alla morte spettanti di diritto all’altro/a contraente il PACS
– subentro nel contratto di locazione
– diritto all’eredità
– diritto del partner straniero ad acquisire la cittadinanza
– diritto ad usufruire delle agevolazioni previdenziali, fiscali, ed assicurative in quanto appartenente al nucleo familiare
– diritto al lavoro (disoccupazione, pubblici concorsi, equiparazione a coppia sposata)
– diritto ad astenersi dal deporre in caso di imputazione dell’altro contraente
– iscrizione all’anagrafe come famiglia e diritto alla casa
- possibilità di sciogliere il patto mediante atto scritto anche non congiunto.