Il 19 agosto a Montevideo é morta Luce Fabbri. Militante anarchica,
intellettuale, docente di letteratura italiana, donna lucida,
curiosa, appassionata ha attraversato il Novecento a testa alta,
aiutandoci a capire, a sperare e soprattutto ad impegnarci,
senza dare mai niente per scontato.
In queste pagine la ricordiamo con una bio-bibliografia curata
da Gianpiero Landi (pag. 29); con le testimonianze di un nostro
redattore (pag. 31), del pacifista viterbese Peppe Sini (pag.
32) e della uruguayana Comunidad del Sur (40); con una poesia
inedita di Luce (pag. 36); con una scheda sulla sua biografia
del padre Luigi; ed infine con l'ultima intervista (pag. 38)
rilasciata da Luce, lo scorso maggio, nella sua casa di Montevideo,
al nostro collaboratore Massimo A. Rossi.
Per le fotografie, si ringraziano l'Archivio storico "Armando
Borghi" di Castelbolognese - in particolare Gianpiero Landi
- e Olga Cressatti, nipote di Luce Fabbri, a Montevideo.
Sul prossimo numero della rivista sarà pubblicata la traduzione
di un articolo della studiosa brasiliana Margareth Rago (autrice
di una biografia di Luce) originariamente apparso sulla rivista
"Brecha" in occasione del 90° compleanno di Luce. La stessa
Rago ricorderà Luce sul prossimo numero della Rivista storica
dell'anarchismo.
a Porto
Alegre (Brasile), 1946
Da Malatesta a Internet
di Gianpiero Landi
Dall'ambiente familiare anarchico della fanciullezza
e della gioventó, all'esilio forzato con la famiglia prima in
Francia e poi in America Latina, dove ha poi trascorso oltre
60 anni. Una vita vissuta con forte tensione morale, saldamente
radicata nella migliore tradizione anarchica, mai dogmatica,
sempre aperta al nuovo ed al diverso. Fino ad imparare, a 90
anni suonati, a comunicare anche tramite la Rete.
Con la morte di Luce Fabbri, avvenuta
a Montevideo il 19 agosto 2000 all'età di 92 anni, scompare
una delle figure più rappresentative dell'anarchismo
internazionale, una militante e una intellettuale di grande
prestigio che ha saputo conquistarsi l'affetto e la stima di
molte persone, dentro e fuori il movimento libertario, grazie
alla sua limpidezza morale e politica e alla esemplare chiarezza
e profondità del suo pensiero. I suoi scritti politici
(ma Luce ha lasciato anche opere di storia e critica letteraria,
e perfino poesie), sparsi tra vari libri e opuscoli e soprattutto
tra le pagine di numerosi giornali e riviste spesso di difficile
reperibilità, costituiscono un patrimonio prezioso di
pensiero che merita di essere letto e meditato, ancora oggi
e nel futuro, da chiunque creda ancora nei valori della libertà
e della dignità degli esseri umani. La sua produzione
teorica, sempre lucida e stimolante, si caratterizza fondamentalmente
per lo sforzo costante e instancabile di approfondire le ragioni
di fondo dell'anarchismo e di attualizzarlo alla luce delle
trasformazioni nel mondo contemporaneo. La sua esistenza si
è svolta essenzialmente tra l'Italia, che lasciò
a vent'anni esule del fascismo insieme alla famiglia, e l'Uruguay
che l'accolse e che divenne la sua seconda patria. L'influenza
dei suoi scritti e della sua attività politica si è
fatta sentire però anche in altri paesi di entrambi i
continenti, l'Europa e l'America.
Sulle orme del padre
Era nata a Roma il 25 luglio 1908, figlia primogenita del noto
militante e teorico anarchico Luigi Fabbri e di Bianca Sbriccioli.
La famiglia, a cui Luce resterà sempre legata da un affetto
tenace e profondo, si completa ben presto con la nascita del
fratello Vero, avvenuta nell'ottobre del 1910 a Bologna, dove
nel frattempo Luigi Fabbri ha trovato lavoro come segretario
di un sindacato e poi come maestro elementare. Luce cresce in
un ambiente libero e culturalmente stimolante, testimone privilegiata
insieme al fratello dell'intensa attività politica e
culturale del padre, figura di primo piano dell'anarchismo italiano
delle prime decadi del Novecento, a contatto con i numerosi
compagni e amici che frequentano la sua casa, sia bolognesi
che di passaggio (tra di essi ricorderà sempre con particolare
affetto Errico Malatesta, che ai suoi occhi assumerà
quasi la figura di un nonno). Nasce in quegli anni il rapporto
di amicizia - mai interrotto fino alla morte - con il maestro
bolognese Aldo Venturini, all'epoca giovane anarchico collaboratore
di Fabbri, futuro studioso e divulgatore dell'opera di Saverio
Merlino.L'educazione ricevuta dal padre, sempre rispettoso dell'altrui
personalità, è fondata sulla discussione pacata
e razionale e sul libero convincimento individuale. I valori
ideali e morali trasmessi, solidaristici e umanitari, sono incentrati
sull'amore per la libertà e la giustizia nei rapporti
sociali. Ben presto, crescendo in questo ambiente, Luce si accorge
di condividere i valori e le idee del padre e con naturalezza
diventa anch'essa anarchica. Ancora giovanissima pubblica sulla
rivista "Pensiero e Volontà" (1924-26), redatta dal padre
e diretta da Malatesta, il suo primo articolo che firma con
lo pseudonimo Epicari. In seguito eviterà per molto tempo
di effettuare altri tentativi, per il pudore tipico dell'adolescenza.
Nell'autunno del 1926, dopo la definitiva affermazione del fascismo,
Luigi Fabbri espatria clandestinamente attraverso la frontiera
svizzera, recandosi poi in Francia dove lo raggiungerà
nell'anno successivo la moglie Bianca. La decisione, per lui
particolarmente sofferta e dolorosa, è dovuta essenzialmente
alla perdita del lavoro di maestro come conseguenza del suo
rifiuto di giurare fedeltà al nuovo regime, oltre che
all'impossibilità di svolgere qualsiasi attività
politica libera in patria. Con dolore, per ragioni di necessità,
la famiglia si separa. All'età di soli 16 anni Vero,
per non pesare sui genitori, si reca a Roma dove apre con un
amico un laboratorio artigianale per la lavorazione del legno,
diventando un buon ebanista ma vivendo, soprattutto i primi
anni, in notevoli ristrettezze economiche.
La separazione dal figlio, che non rivedrà più
fino alla propria morte, rappresenterà poi un motivo
costante di sofferenza per Luigi Fabbri. (Vero - attentamente
vigilato e più volte arrestato dalle autorità
fasciste - durante la seconda guerra mondiale sarà obbligato
a prendere parte alla campagna di Russia e al ritorno correrà
seriamente il rischio di essere deportato in Germania. Parteciperà
poi alla Resistenza a Roma, nel corso della quale si iscriverà
al PCI. Subito dopo la fine della guerra, seguendo percorsi
propri, riscoprirà il proprio anarchismo. Nel 1946 si
trasferirà a Montevideo dove sarà militante della
FAU e in seguito del gruppo libertario fondato dalla sorella.
E' morto nel 1991). Luce rimane da sola a Bologna per terminare
gli studi universitari, ospite in casa di un amico di famiglia,
il socialista Enrico Bassi. Verso la fine del 1928 finalmente
si laurea presso la Facoltà di Lettere dell'Università
di Bologna, con una tesi su Eliseo Reclus che resterà
inedita (alcuni estratti verranno pubblicati in seguito in lingua
spagnola sui quotidiani "Imparcial" di Montevideo e "La Capital"
di Rosario). Due mesi dopo la laurea anche Luce espatria clandestinamente
attraverso la frontiera svizzera, con l'aiuto del ferroviere
anarchico ticinese Giuseppe Peretti, che le fornisce un passaporto
falso e la fa passare per la propria moglie. Ai primi di gennaio
del 1929 Luce raggiunge i genitori a Parigi e la famiglia, almeno
in parte, si ricompone.
A Parigi, dove si concentra uno dei nuclei più consistenti
dell'emigrazione antifascista, Luigi Fabbri fonda e dirige il
quindicinale "La Lotta Umana" (1927-29), espressione dei gruppi
che si riconoscono nei programmi e nei metodi della "Unione
Anarchica Italiana", ma l'intero corpo redazionale, composto
anche da Ugo Fedeli, Camillo Berneri e Torquato Gobbi, viene
espulso dalla Francia. Il 20 marzo 1929 Fabbri viene prelevato
dalla polizia e costretto ad attraversare clandestinamente la
frontiera con il Belgio, sotto la minaccia di un arresto da
parte dei gendarmi francesi. In aprile la moglie e la figlia
lo raggiungono a Bruxelles e il mese successivo la famiglia
parte dal porto di Anversa per l'Uruguay, all'epoca l'unico
paese disposto ad accogliere immigrati privi di passaporto,
nella speranza di trovare finalmente un luogo ospitale dove
non si debba vivere sotto la minaccia costante di un decreto
di espulsione.
a 90 anni
Luce ha iniziato a navigare in Internet ed a spedire email
In sud America
I primi anni a Montevideo sono difficili per i problemi economici
e di inserimento, mentre la nostalgia del paese natale si fa
sentire in modo acuto. Fin dai primi giorni i Fabbri ricevono
perï la solidarietà e avvertono il calore dei numerosi
compagni anarchici e antifascisti, italiani e di altre nazionalità,
residenti in Uruguay e nella vicina Repubblica Argentina. Tra
i compagni che vanno ad accoglierli al loro arrivo al porto
di Montevideo ci sono gli anarchici di origine italiana Antonio
Destro e Domenico Aratari ("Adario Moscallegra"). Quest'ultimo
li ospita per il primo mese nella propria casa all'estrema periferia
della città, in mezzo ai campi, fino a quando non sarà
possibile il trasferimento in un'abitazione pió centrale presa
in affitto.
Luce conosce già un poco di spagnolo medievale, letterario
e antiquato, appreso durante gli studi universitari a Bologna.
Per aiutare la famiglia, impartisce lezioni private di italiano
e di greco, e partecipa a commissioni annuali d'esame per l'italiano,
che era materia curricolare nelle scuole secondarie superiori
dell'Uruguay.
I Fabbri frequentano l'ambiente del Circolo Napolitano, l'unica
delle società italiane di Montevideo che non avesse o
non stesse per aderire al fascismo.
L'anarchismo, che aveva egemonizzato il movimento operaio in
America latina nell'ultimo quarto del XIX secolo, agli inizi
degli anni Trenta nei paesi del cono sud appare ancora molto
forte. In grande maggioranza il movimento è di ispirazione
anarcosindacalista, e trova espressione soprattutto in due potenti
organizzazioni sindacali controllate da anarchici, la FORA (Argentina)
e la FORU (Uruguay). Luigi Fabbri collabora con le tendenze
del movimento a lui più affini e in particolare con il
gruppo del quotidiano "La Protesta", organo della FORA, senza
rinunciare peraltro a esprimere chiaramente il proprio dissenso
rispetto alla concezione dell'organizzazione operaia prevalente
all'epoca tra gli anarcosindacalisti sudamericani. Un dissenso
molto più marcato prova nei confronti delle gesta e delle
idee degli anarchici "espropriatori" come Severino Di Giovanni,
che proprio in quegli anni sta concludendo in Argentina la sua
tragica parabola. Dopo l'assassinio da parte di Di Giovanni
del direttore della "Protesta", Lopez Arango, che lo aveva accusato
di essere al servizio della polizia, Fabbri scriverà
un articolo colmo di indignazione per il quale sarà oggetto
di minacce e correrà alcuni rischi personali.
Durante la prima estate nel nuovo paese (che nell'emisfero australe
corrisponde ai mesi invernali dell'emisfero boreale), per ristabilirsi
nella salute compromessa dagli strapazzi del viaggio, Luce trascorre
un periodo di vacanza sulle montagne di Cordoba, in Argentina,
ospite di Diego Abad de Santillan e della sua famiglia. E' l'origine
di una amicizia con Santillan (da anni in corrispondenza con
Luigi Fabbri, con il quale collaborerà a varie iniziative
editoriali), che per Luce durerà tutta la vita.
Sempre nell'estate si svolge a Montevideo un Congresso latinoamericano
dei maestri, che rappresenta per Fabbri e per la figlia l'occasione
di conoscere persone interessanti di vari paesi, e di stabilire
legami in particolare con gli intellettuali anarchici argentini
Concepciòn Fernàndez (nata in Galizia) e José
M. Lunazzi.
Un'altra amicizia importante è quella con Simòn
Radowitzky, l'anarchico di origine russa che ancora adolescente
aveva lanciato la bomba che aveva ucciso Falcòn, il massacratore
degli anarchici argentini, e che per questo era stato condannato
all'ergastolo nel terribile bagno penale di Ushuaia, nella Terra
del Fuoco. Nel 1930, graziato dopo vent'anni di continue sofferenze,
Radowitzky viene obbligato a lasciare l'Argentina e giunge a
Montevideo, dove viene accolto calorosamente dai compagni locali.
Luigi Fabbri nel frattempo ha avviato una nuova importante iniziativa
editoriale, la pubblicazione della rivista "Studi Sociali",
il cui primo numero esce con la data del 16 marzo 1930. Alla
redazione collaborano Ugo Fedeli e Torquato Gobbi, e anche Luce
scrive alcuni articoli firmati con lo pseudonimo Lucia Ferrari.
I primi 8 numeri vengono pubblicati a Buenos Aires, appoggiandosi
alle strutture del quotidiano "La Protesta".
La relativa libertà di cui si godeva nelle due repubbliche
rioplatensi dura ben poco. Il 6 settembre 1930, con il colpo
di stato del generale Uriburu in Argentina, si scatena contro
gli anarchici una feroce repressione. La FORA assiste inattiva
al colpo di stato, convinta che si tratti di uno scontro interno
alla borghesia, che non avrà particolari conseguenze
sul movimento operaio. Santillan, divenuto il nuovo direttore
della "Protesta", con preveggenza vede incombere la catastrofe,
e insiste in modo disperato per la proclamazione di uno sciopero
generale che bloccherebbe il paese e potrebbe fare fallire il
colpo di stato, ma non viene ascoltato. Le conseguenze sono
tragiche. In pochi giorni l'intera organizzazione della FORA
e "La Protesta" vengono spazzate via. Molti militanti vengono
uccisi, torturati, deportati a Ushuaia. Quelli che riescono
a fuggire vanno a Montevideo, dove s'ingrossa la comunità
degli esiliati. Tra gli altri profughi, oltre a Santillan e
a Lunazzi, arriva Ermacora Cressatti, un muratore anarchico
di origini friulane, di cui ben presto Luce si innamora e che
diventa suo marito nel 1933 (alcuni anni dopo la coppia sarà
allietata dalla nascita di una figlia, Luisa). Scomparso l'appoggio
del gruppo de "La Protesta", la rivista "Studi Sociali" dovrà
fare da sè, con crescenti difficoltà economiche.
Sono gli anni della "grande crisi" economica originata dal crollo
della Borsa di New York del 1929, e le conseguenze si fanno
sentire anche in America latina. Perfino le sottoscrizioni alla
rivista dalle individualità e dai gruppi anarchici italiani
del nordamerica si fanno sempre pió scarse.
Studi sociali
Le preoccupazioni per la rivista si sommano a quelle per il
mantenimento della famiglia. Luigi Fabbri perde ben presto,
per ragioni politiche legate al suo antifascismo, un incarico
come maestro presso la Scuola Italiana di Montevideo e si mette
a vendere libri, ma i guadagni sono scarsi e aleatori. Cominciano
inoltre, già a partire dal gennaio del 1932, alcuni seri
disturbi di salute che tormenteranno i suoi ultimi anni e lo
porteranno infine a una precoce morte. Un grande dolore per
lui è rappresentato poi dalla morte di Malatesta (luglio
1932). Luce diventa il principale sostegno economico della famiglia,
soprattutto dopo avere vinto un concorso pubblico che le apre
la strada all'insegnamento nella scuola secondaria superiore,
come docente di storia in un Liceo.
Il giorno 11 marzo 1933 si apre a Montevideo un Congresso internazionale
antimilitarista organizzato da un comitato proletario dietro
cui si celava il partito comunista, in occasione della guerra
del Chaco (scoppiata nel 1932 tra Paraguay e Bolivia). Luigi
Fabbri e Luce (che ha la delega di un gruppo anarchico argentino)
vi prendono parte con altri anarchici latino-americani. Prima
della conclusione i 45 anarchici presenti lasciano la sala per
protesta, nell'impossibilità di potere discutere il documento
finale preparato in anticipo. Con gli anarchici lasciano la
sala anche molti delegati reclutati dai comunisti tra i "compagni
di strada". L'episodio si risolve nei giorni seguenti in un
abbandono delle organizzazioni comuniste da parte di molti simpatizzanti
e in un rafforzamento dei gruppi libertari.
Il 31 marzo 1933, quasi in coincidenza con l'avvio del nuovo
lavoro di Luce nel Liceo, si verifica in Uruguay il colpo di
stato di Gabriele Terra, che interrompe il clima di tolleranza
politica del paese e instaura un regime autoritario, anche se
meno feroce della contemporanea dittatura argentina e del fascismo
italiano. Alcuni anarchici di origine italiana, tra cui Fedeli,
vengono deportati in Italia e consegnati nelle mani delle autorità
fasciste. Per Luigi Fabbri si riaffaccia l'incubo di una nuova
possibile espulsione che però non avrà luogo,
forse perchä la sua attività politica è rivolta
quasi esclusivamente alla propaganda e alla lotta contro il
regime di Mussolini, senza intromissioni nelle questioni interne
del paese ospitante.
Nel settembre 1933 Luce si reca in Argentina, a Rosario di Santa
Fe, per tenere un ciclo di sei conferenze sul fascismo all'Istituto
di Studi Superiori. Le conferenze verranno poi pubblicate nel
volume Camisas Negras (Buenos Aires, Nervio, 1935). Nel
1932 era già apparso il volume I canti dell'attesa, pubblicato
a Montevideo dall'editore Bertani, una raccolta di poesie da
cui traspare soprattutto la nostalgia per il paese natale e
lo sdegno per il fascismo e le sue imprese.
Il 22 giugno 1935, a seguito di un intervento chirurgico, muore
Luigi Fabbri. Luce, gravemente ammalata, non può assistere
ai suoi ultimi istanti e neppure prendere parte al funerale.
La perdita del padre che adorava rappresenta uno dei pió grandi
dolori della sua vita. Cerca di reagire continuando l'opera
iniziata dal padre, in particolare "Studi Sociali" di cui era
da poco uscito il numero 40. Nella biografia del padre, scritta
a distanza di tanti anni, la stessa Luce ha spiegato le ragioni
di quella decisione:
"La rivista non morì. Dopo una lunga malattia (una cortico-pleurite)
e durante una lunghissima convalescenza - ebbi sei mesi di licenza
nel mio lavoro d'insegnante - preparai il primo numero della
nuova serie, non senza molti dubbi e molti scambi di lettere
coi compagni. Non credo nell'al di là, e far uscire ancora
la rivista era l'unica maniera di rimanere in contatto con lui,
quella parte di lui che la morte non poteva toglierci: il suo
pensiero. C'era sufficiente accordo fra noi, perchè potessi
farlo senza sacrificare niente della mia indipendenza, ch'era
il valore ch'egli mi aveva insegnato a difendere gelosamente.
Avevo però molta paura. Non pensavo di sostituirlo, ma
volevo mantenere un certo livello e temevo di non saperlo fare.
Ma mi parve di dover affrontare il rischio. M'accorsi però
che, assorbita com'ero, dopo la guarigione, dall'insegnamento
ed anche dal movimento locale, a cui s'aggiunsero ben presto
il lavoro di solidarietà con la Spagna libertaria e,
infine, la maternità, non potevo conservare il ritmo
di attività del babbo per quel che si riferisce alla
rivista. Questa uscì quando potè, fino alla fine
della seconda guerra mondiale; nel '46, col risorgere della
nostra stampa in Italia, perse la sua principale ragion d'essere
e cessò." (Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero,
p.215)
Il primo numero della seconda serie di "Studi Sociali", quasi
interamente dedicato al fondatore della rivista, esce il 20
novembre 1935 con articoli di Torquato Gobbi, Virgilio Bottero,
Emilio Frugoni, Domingo Rodriguez, Gaston Leval e alcuni scritti
dello stesso Fabbri. L'articolo di Luce si intitola "L'educatore",
ed esamina la figura del padre sotto il profilo del suo comportamento
nella vita privata, in famiglia e in particolare con i figli.
Anche in seguito Luce conserverà a lungo una certa ritrosia
a scrivere del padre come personaggio pubblico, per il timore
di non riuscire ad essere completamente obiettiva nei giudizi.
in alto
da sx a dx: Aldo Venturini, Giordana Garavini.
seduti: Domenico Girelli, Luce Fabbri
Al fianco dei cenetistas
Tra il 1936 e il 1939 Luce - che è in contatto soprattutto
con Santillan, rientrato in Spagna fin dal 1931 e che è
uno dei massimi dirigenti della CNT in Catalogna - si impegna
a fondo nel sostegno agli anarchici spagnoli che lottano sul
doppio fronte della guerra contro il fascismo e della rivoluzione,
con la creazione e la difesa delle collettivizzazioni libertarie
osteggiate dagli stalinisti e dalle forze borghesi repubblicane.
Va segnalato che alcuni suoi scritti del periodo e successivi,
improntati a una certa comprensione nei confronti delle ragioni
di quegli esponenti anarchici spagnoli che nel corso della guerra
civile avevano accettato di fare parte del governo di Madrid
e di quello autonomo della Catalogna, susciteranno dissensi
e critiche in settori del movimento libertario internazionale.
La stessa Luce preciserà in alcune occasioni che si trattava
appunto di comprensione per il dramma umano e politico di quei
compagni (convinti di scegliere il male minore in una situazione
obiettivamente difficile e piena di rischi nella quale avvertivano
drammaticamente il peso della propria responsabilità),
e non della accettazione del ministerialismo che non condivideva.
Nel 1937 pubblica, con lo pseudonimo Luz d. Alba, il volume
19 de julio. Antologìa de la revoluciòn espanola,
con lo scopo di informare l'opinione pubblica dell'America
latina di ciò che sta realmente accadendo in Spagna.
L'anno dopo esce a Lugano, a cura di Carlo Frigerio, l'opuscolo
Gli Anarchici e la rivoluzione spagnola, contenente l'articolo
di Luce "Il problema del governo" e un intervento sullo stesso
tema di Santillan. Collabora inoltre intensamente alla pubblicistica
anarchica, in particolare a quella uruguaiana e argentina.
La rivoluzione spagnola, che aveva suscitato all'inizio tante
speranze, si conclude infine tragicamente, seguita poco dopo
dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante la guerra
Luce compila in italiano "Rivoluzione libertaria" (un giornale
da mandare clandestinamente in Italia, di cui escono 5 numeri),
e subito dopo la pagina italiana di "Socialismo y libertad",
un interessante esperimento di periodico trilingue edito a Montevideo,
a cui collaborano socialisti, anarchici e repubblicani uniti
dalla comune lotta al fascismo.
Nei primi mesi del 1946, terminata la guerra, Luce fa un viaggio
in Brasile, ospite a Rio de Janeiro degli anarchici italiani
Nello Garavini e Emma Neri, esuli antifascisti, e della loro
figlia Giordana. Al ritorno da una visita a una proprietà
dei Garavini nella località di Mangaratiba, nella selva
amazzonica, Luce e Nello vengono colpiti da febbri malariche
e si teme per la loro vita. Luce rientra in marzo a Montevideo,
dove l'attendono il marito e la figlia di pochi anni, ormai
fuori pericolo e in convalescenza, ma debilitata dalla malattia.
Pochi mesi dopo si chiude anche l'esperienza della terza serie
di "Studi Sociali", che durante la guerra aveva cambiato di
formato e aveva rallentato ulteriormente le apparizioni dei
nuovi numeri.
Contro il mito castrista
Negli anni successivi la rivista sarà sostituita da
una collana di opuscoli, alcuni dei quali redatti da Luce: La
libertà nelle crisi rivoluzionarie (1947), L'anticomunismo,
l'antimperialismo e la pace (1949), La strada (1952).
Gli altri due opuscoli della collana, di autori diversi, usciranno
con una sua introduzione: Max Nettlau, Saverio Merlino (1948);
Errico Malatesta, Organizzazione - Luigi Fabbri, Libera
sperimentazione (1950). Nello stesso periodo collabora
con una certa regolarità alla rivista "Volontà",
all'epoca diretta a Napoli da Giovanna Berneri e Cesare Zaccaria.
Nelle edizioni RL, legate alla rivista, vengono pubblicati Sotto
la minaccia totalitaria. Democrazia Liberalismo Socialismo Anarchismo
(1955), uno dei suoi testi pió significativi, e Problemi
d'oggi (1958).
In lingua spagnola escono El totalitarismo entre las
dos guerras (Buenos Aires, 1948) e La libertad entre
la historia y la utopìa (Rosario, 1962). In questa
ultima opera Luce - all'interno di una riflesione più
generale su libertà, socialismo, rivoluzione e dittatura
- esamina criticamente, da un punto di vista libertario, gli
esiti autoritari della recente rivoluzione cubana. Va rilevato
che in Uruguay e in altri paesi dell'America latina la rivoluzione
cubana, che soprattutto all'inizio suscita entusiasmo e speranze
in vasti settori dell'opinione pubblica, avrà effetti
dirompenti sul movimento anarchico, indirizzando verso il castrismo
e la lotta armata una parte dei militanti e simpatizzanti, in
particolare quelli pió giovani. Si riproduce in certa misura,
a distanza di alcuni decenni, la situazione che si era creata
in molti paesi dopo la rivoluzione d'ottobre, allorchè
l'entusiasmo per gli avvenimenti russi aveva convogliato verso
i nascenti partiti comunisti una larga parte delle masse operaie
e anche militanti provenienti dall'anarchismo. Le differenti
valutazioni della rivoluzione cubana provocano accese discussioni
e polemiche all'interno della Federazione Anarchica Uruguayana
(FAU), e infine Luce, trovandosi in minoranza su una questione
decisiva, deve lasciare l'organizzazione con pochi altri compagni
e fondare un proprio gruppo autonomo. La frattura non sarà
mai più ricomposta, anche se il tempo si è incaricato
di darle ragione, facendo giustizia della mitologia castrista
e guevarista e della tragica illusione della guerriglia latinoamericana.
A partire dagli anni sessanta si assiste a un rallentamento
nella produzione di scritti politici, mentre diventano sempre
pió numerosi i saggi su argomenti di storia e di critica letteraria.
Nel 1949 Luce ottiene la cattedra di Letteratura Italiana all'Università
di Montevideo (la terrà fino al 1991, quando finalmente
andrà in pensione). Nel 1951 viene inoltre nominata docente
di Storia della civiltà italiana (in seguito anche di
Letteratura italiana) all'Istituto per la formazione dei professori
Artigas. Gran parte del suo tempo e delle sue migliori energie
vengono dedicate all'insegnamento e alla ricerca sui temi ad
esso legati. Nel 1966 pubblica il saggio Influenza della
letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853),
completato l'anno successivo da un secondo volume relativo al
periodo 1853-1915. A distanza di qualche anno appare La poesìa
de Leopardi (1971), preceduto e seguito da saggi su Foscolo,
Machiavelli, Dante. I numerosi contributi su quest'ultimo autore
culmineranno, a conclusione della sua attività di studiosa,
nel volume La Divina Comedia de Dante Alighieri, pubblicato
nel 1994 dall'Università di Montevideo.
Tra il 1973 e il 1985 anche l'Uruguay, come altri paesi del
continente, conosce l'epoca dei colpi di stato e della dittatura
dei militari, con una durissima e sanguinosa repressione dei
movimenti di sinistra. Forse per l'età già avanzata
e per il suo prestigio di studiosa, Luce non subisce particolari
persecuzioni, anche se deve rinunciare a svolgere un'attività
politica pubblica e nutre fondate preoccupazioni per la figlia,
simpatizzante di gruppi politici radicali, e per le due giovani
nipoti (nel frattempo sono morti la madre Bianca e il marito
Ermacora). Per evitare il rischio di un sequestro durante una
perquisizione, dona il suo prezioso archivio (che comprende
anche le carte del padre) all'IISG di Amsterdam, che provvede
al trasferimento dei documenti originali nella propria sede
in Olanda.
Le ultime opere
Dopo la fine della dittatura militare, che lascia comunque
al paese una pesante eredità di sparizioni e di persone
torturate o uccise, si creano le condizioni per un intervento
politico non clandestino. Luce riprende l'attività con
i compagni anarchici a lei più affini. Il "Grupo de Estudio
y Acci¢n Libertaria", di cui fa parte, nel 1986 dà vita
a un periodico che all'inizio si chiama "Geal", come la sigla
del gruppo stesso, e poi dal terzo numero assume il titolo "Opciòn
libertaria". Collabora inoltre con numerosi altri libertari
in Uruguay e in altri paesi dell'America latina, divenendo per
molti di essi un sicuro punto di riferimento. A Montevideo le
sono particolarmente vicini i compagni dell Comunidad del Sur,
fondata nel 1955 e tuttora attiva. Nel 1983 esce a Buenos Aires,
a cura di alcuni compagni locali, El anarquismo: mas allà
de la democracia, un opuscolo che raccoglie la traduzione
in spagnolo di alcuni interventi di Luce apparsi su "A rivista
anarchica", di notevole interesse per approfondire il suo pensiero.
Nel 1993 Luce compie il suo ultimo viaggio in Europa, per prendere
parte alla "Esposiciòn internacional anarquista" di Barcellona.
L'intervento che legge alla platea del Convegno, Una utopìa
para el siglo XXI (tradotto e pubblicato su "A rivista anarchica"
n. 205), può essere inteso come il suo testamento spirituale.
Approfittando del viaggio a Barcellona verrà anche per
qualche settimana in Italia, e sarà per lei l'ultima
volta che rivedrà il suo paese natale (nel dopoguerra,
i suoi viaggi precedenti si sono svolti nel 1954, nel 1981 e
nel 1987).
Negli ultimi anni Luce si dedica alla redazione dell'opera sua
forse pió necessaria, la già citata biografia del padre
che viene pubblicata dalla Biblioteca Franco Serantini di Pisa
nel 1996 col titolo Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero.
In certa misura e al di là delle sue intenzioni, si tratta
anche di una autobiografia, almeno per quanto riguarda il primo
periodo della sua vita, trascorso a stretto contatto con il
padre.
In coincidenza con i suoi novant'anni (festeggiati con un certo
risalto in Uruguay, dove era un personaggio pubblico) escono
nel 1998 due volumi di suoi scritti: Una strada concreta
verso l'utopia. Itinerario anarchico di fine millennio (Pescara,
ed. Samizdat), e La libertad entre la historia y la Utopìa.
Tres ensayos y otros textos del siglo XX (Barcelona-Dreux,
Edicion A. Fontanillas Borràs y S. Torres Planilla).
La sua mente, abituata a ragionare, ha lavorato fin quasi agli
ultimi giorni. Preparava da tempo un saggio sul fenomeno dell'autodidattismo
nel movimento operaio, e non sappiamo a che punto fosse arrivata
nella ricerca e nella elaborazione dei risultati. Nei giorni
stessi in cui ci è arrivata la notizia dolorosa della
sua morte, abbiamo ricevuto anche il numero 33 di "Opciòn
libertaria", contenente come al solito due articoli suoi, probabilmente
gli ultimi che ha scritto nella sua vita lunga e operosa.
Abbiamo perso Luce, e per chi l'ha conosciuta di persona e l'ha
amata si tratta di una perdita grave e irreparabile, anche se
in certa misura prevedibile in considerazione della rispettabile
età che aveva raggiunto. Parafrasando ciò che
lei stessa ha scritto in riferimento alla morte di suo padre,
ci è di qualche conforto sapere che ci resta qualcosa
che nessuno potrà toglierci, e cioè il suo pensiero.
Gianpiero Landi
Quella
piccola grande donna
La
notizia della morte di Luce Fabbri, appena ricevuta da
Montevideo, non riesce a rattristarmi.
Certo, non ci sarà più occasione di sentire
la sua voce - sempre più vocina, in questi ultimi
anni. Di sollecitarle interventi o puntualizzazioni. Di
immaginarla mentre, in questi ultimi tempi, non riusciva
più a leggere e si faceva leggere da altri quanto
la interessava. Di aspettarla in occasione del suo prossimo
viaggio in Italia per approfondire la questione della
violenza o delle prospettive del nostro movimento.
Tutto questo mi mancherà, certo. E piena è
la coscienza che con la scomparsa di Luce viene meno un
tramite fondamentale - l'ultimo, di tanto spessore - tra
il "vecchio" movimento anarchico di inizio '900 e noi
oggi. Basta per comprenderlo la pur succinta bio-bibliografia
curata in queste pagine da Gianpiero Landi, anima della
Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" di Castelbolognese
e autore dell'intervista a Luce che, pubblicata vent'anni
fa' sulla nostra rivista, ne segnï il rilancio dell'influenza
nel nostro ambiente.
A simboleggiare questo ruolo di Luce, basti pensare al
suo rapporto personale con Errico Malatesta, quel nonno
buono che da Londra le portava il meccano ed insieme a
lei stava steso per terra a fare le costruzioni. E poi
all'evoluzione di quel rapporto, in una continuità
ideale che non era "culto della personalità", ma
proficuo rapporto di scambio ideale con la figura a mio
avviso più ricca e complessa dell'anarchismo di
lingua italiana.
Su questo e su tanti altri aspetti della personalità
di Luce getta una luce indiretta, ma nitida, la biografia
di suo padre, Luigi, che finalmente Luce è riuscita
a completare ed a pubblicare (per ora in italiano, ma
è in corso di produzione la versione in castigliano).
Un volume di eccezionale spessore storico, teorico ed
umano, un vero e proprio scrigno per gli amanti della
libertà.
Ci saranno - ci dovranno essere - occasioni per riprendere
con calma i fili, numerosi e importanti, del percorso
di Luce, di questa donna che ha attraversato un secolo
intero sempre con la coscienza sociale all'erta. Una piccola
grande donna che ha saputo "metabolizzare" Hiroshima e
la parabola del comunismo di Stato, la rivoluzione spagnola
del '36 e quella di Internet, con una volontà di
aprirsi al nuovo, di non fossilizzarsi mai nelle certezze
del passato che è rara anche tra quelli della mia
generazione - figuriamoci in una come lei che (per intenderci)
nell'era dei "capelloni" e del '68 aveva passato la sessantina.
Ci vorrà tempo per scandagliare quella vera e propria
miniera di notizie, relazioni personali, valutazioni politiche,
riflessioni, umanità che Luce era. Una miniera,
credo, in tanta parte inesplorata, un grande patrimonio
che non possiamo disperdere: non tanto per l'affetto che
nutrivamo (e nutriamo) per lei, quanto nel nostro stesso
"interesse", di persone impegnate a cercare di comprendere
il mondo e di trasformarlo.
La nostra rivista, con la quale negli ultimi due decenni
Luce aveva instaurato un rapporto del tutto particolare
(tanto che qui sono apparsi gran parte dei suoi scritti
anarchici), assicura fin d'ora la propria collaborazione
a quanti si impegneranno in questa direzione. Intanto
dedica alla nostra giovane vecchietta, spentasi lo scorso
19 agosto nel lontano Uruguay, la copertina e questo modesto
dossier - comprendente, tra l'altro, l'ultima intervista
da lei rilasciata, proprio ad un nostro collaboratore,
Massimo Annibale Rossi.
Scrivevo all'inizio che, nonostante tutto, la notizia
della morte di Luce non è riuscita a rattristarmi
più di tanto. Il fatto è che una vita come
la sua, così densa, ricca di esperienze e di riflessioni,
piena di tragedie - certo - ma anche di tanta lucida speranza,
è una vita invidiabile. Luce ha molto amato e molto
è stata amata. Ha bevuto a mille sorgenti del libero
pensiero ed ha saputo trasmetterne il distillato a tante
persone, diverse tra loro, sparse nel mondo. Il vuoto
che lascia è immenso, ma la coscienza di quanto
ha costruito e non potrà mai venire distrutto è
ancora più forte.
Con struggente malinconia ma anche con serena coscienza
di tutto ciò, salutiamo per l'ultima volta questa
Luce che se ne va. E, andandosene, resta tra noi.
Paolo Finzi
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Una
luce non solo per gli anarchici
Un lutto grande per tutte le persone di volontà
buona: èscomparsa Luce Fabbri
Carissimi,
è deceduta a Montevideo pochi giorni fa Luce Fabbri,
la grande pensatrice,educatrice e militante anarchica,
figlia di Luigi Fabbri.
Aveva novantadue anni e fino alla fine è stata
di una limpidezza e di una lucidità straordinarie,
di una mitezza e di una magnanimità leggendarie.
La sua morte costituisce un lutto grande non solo per
il movimento libertario, ma per tutte le persone impegnate
per la pace e per la dignità umana. E' opinione
di chi scrive che le sue riflessioni e le sue proposte
costituiscano un contributo grande alla lotta nonviolenta,
alla difesa intransigente dei diritti umani di ogni essere
umano, all'impegno contro tutti i totalitarismi, contro
tutte le oppressioni e le denegazioni della dignità
umana, contro tutte le forme di complicità con
l'oppressione, l'ingiustizia, la violenza.
Vorremmo che leggessero almeno le sue limpide parole nell'intervista
a Cristina Valenti (di seguito citiamo la pagina web relativa)
soprattutto le persone che pensano di sentirsi lontane
da un punto di vista anarchico: scopriranno la concretezza
e la lucidità della riflessione e delle proposte
di Luce Fabbri, scopriranno una meditazione ed una prassi
di autentica costruttrice di pace e di convivenza, una
vera e profonda amica della nonviolenza, una educatrice
alla libertà ed alla solidarietà.
Vi segnaliamo alcune pagine nella rete telematica a lei
dedicate:
a) in primo luogo la bella intervista curata su
"A. rivista anarchica" nell' estate 1998
da Cristina Valenti: Luce Fabbri, Vivendo la mia vita,
http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm
b) per chi legge il portoghese c'è un'altra
intervista (in due parti) curata da J. M. Carvalho Ferreira:
Entrevista a Luce Fabbri, http://www.azul.net/m31/utopia/6/html/body_fabbri.html
(prima parte), e: http://www.azul.net/m31/utopia/7/7fabbri2.html
(seconda parte)
c) per chi legge lo spagnolo segnaliamo una testimonianza
di Luce Fabbri su J.B. Gomensoro, http://smu.org.uy/noticias/separ93/fabbri.htm
d) un suo intervento su Socializzazione e libertà,
in "A. rivista anarchica" del giugno 1999 è alla
pagina http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/255/34.htm
e) un ampio profilo di Luce Fabbri, apparso in
spagnolo sulla rivista
uruguayana "Brecha", ha scritto Margareth Rago, La libertad
seg£n Luce Fabbri, http://www.brecha.com.uy/numeros/n659/lucce.html
f) una bella testimonianza di Misato Toda, apparsa
su "A. rivista anarchica" dell'ottobre 1998, è
Il mio incontro con Luce, http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/248/31.htm
g) segnaliamo anche due brevi note apparse su "Umanità
Nova" n. 5 del 14 febbraio 1999
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio1999/un05/art379.html
) e n. 22 del 20 giugno 1999
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio1999/un22/art629.html
)
Peppe Sini
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E _ 01100 Viterbo _ tel. e fax 0761/353532
e-mail: nbawac@tin.it
|
BIBLIOGRAFIA
DEGLI SCRITTI POLITICI DI LUCE FABBRI
Scritti
politici Libri e opuscoli
_ Camisas Negras. Estudio crìtico històrico
del origen y evoluciòn del fascismo, sus echos
y sus ideas, con nota final proyectada a la actualidad
autoritaria argentina por JosÇ M. Lunazzi, Buenos Aires,
Ediciones Nervio, 1935, pp. 276
_ (con lo pseudonimo Luz D. ALBA) 19 de Julio. Antologìa
de la revoluciòn espaNola, Montevideo, Colecciòn
Esfuerzo, 1937
_ (insieme a D. A. de SANTILLAN) Gli anarchici e la rivoluzione
spagnola, Lugano, Carlo Frigerio Editore, marzo-aprile
1938, pp.20.
_ La libertà nelle crisi rivoluzionarie, Montevideo,
Edizioni Studi Sociali, 1947, pp. 42
-- El totalitarismo entre las dos guerras, Buenos Aires,
Ediciones Union Socialista Libertaria, 1948, pp. 24
-- Max NETTLAU, Saverio Merlino, traduzione e introduzione
di Luce Fabbri, Montevideo, Edizioni Studi Sociali, 1948,
pp. 35
-- L'anticomunismo, l'antiimperialismo e la pace, Montevideo,
Edizioni di Studi Sociali, 1949, pp. 48 (Edizione in lingua
spagnola, 1951)
-- E. MALATESTA, Organizzazione - Luigi FABBRI, Libera
sperimentazione, a cura di l.f., Montevideo, Edizioni
Studi Sociali, 1950, pp. 24 (introduzione di Luce Fabbri)
-- La strada, Montevideo, Edizioni Studi Sociali, 1952,
pp. 32 (Edizioni in lingua spagnola, El camino, 1952 e
1998)
-- Sotto la minaccia totalitaria. Democrazia Liberalismo
Socialismo Anarchismo, Napoli, Edizioni RL, 1955, pp.
52
-- Problemi d'oggi, Napoli, Edizioni RL, 1958
-- La libertad entre la historia y la utopìa, pròlogo
de Diego Abad de Santillan,Rosario, Ediciones Uniòn
Socialista Libertaria, 1962
-- El anarquismo: mas allà de la democracia, Buenos
Aires, Editorial Reconstruir, 1983, pp. 59
-- Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, con introduzione
di Pier Carlo Masini, Pisa, BFS, 1996, pp. 240
-- Una strada concreta verso l'utopia. Itinerario anarchico
di fine millennio, con prefazione di Massimo Ortalli,
Pescara, Samizdat, 1998, pp. 206
-- La libertad entre la historia y la Utopìa. Tres
ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona-Dreux,
pròlogo y ediciòn de Antonia Fontanillas
Borras y de Sonia Torres Planells, 1998, pp. 147
Riviste e giornali politici
Direzione e redazione: "Studi Sociali", II e III serie
(1935-1946);
"Rivoluzione libertaria"; "Socialismo y libertad"; "Geal",
poi "Opciòn Libertaria" (1986-in corso)
Articoli e interventi sono stati pubblicati inoltre su
numerosi giornali e riviste di vari paesi. Tra di essi
si segnalano:
"Studi Sociali" (I serie); "Volontà"; "Cènit";
"Revista Polèmica"; "A rivista anarchica"
Volumi di poesia
-- I canti dell'attesa, Montevideo, M. O. Bertani, 1932,
pp. 111
-- Propinqua Libertas (inedito di prossima pubblicazione)
Scritti di storia e di critica letteraria
-- Influenza della letteratura italiana sulla cultura
rioplatense (1810-1853), Montevideo, Ediciones Nuestro
Tiempo, 1966, pp. 59
-- L'influenza della letteratura italiana sulla cultura
rioplatense (1853-1915), Montevideo, Editorial Lena &
Cìa. S. A., 1967, pp. 75
-- La poesìa de Leopardi, Montevideo, Instituto
Italiano de Cultura, 1971, pp. 519
-- Machiavelli escritor (apartado del libro Vigencia de
Maquiavelo), Montevideo, Instituto Italiano de Cultura,
1972
-- Nicolas MAQUIAVELO, El Prìncipe, pròlogo
y notas de Luce Fabbri Cressatti, Ediciòn bilingùe:
Italiano - Castellano, Montevideo, Editorial Nordan -
Comunidad, s.d. [1993]
-- La Divina Comedia de Dante Alighieri, Montevideo, Universidad
de la Repùblica, Departamento de Publicaciones,
1994
Alcuni saggi pubblicati sulla
"Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" (Montevideo)
-- Interès literario de las "Obras Menores". Ayax
de H. Foscolo, 1952
-- Las Corrientes de Critica e Historiografìa Literarias
en la Italia actual, 1955
-- La poesìa del Paraiso y la metafora de la nave,
1960
-- Alegorìa y profecìa en Dante, 1962
-- Dante, poeta del conocimiento
-- Dante en la poesìa comprometida del siglo XIV0
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Ancora
un poco
Frullo
di voli sulla soglia oscura.
Ancora un poco; ancor debbo pensare
a come possa misurare il nulla;
ancor debbo imparare
a scandagliare il fondo del silenzio,
a camminare nell'oscurità.
Non sono preparata: dammi tempo
prima d'entrare.
Non c'è bisogno
che nessuno mi spinga: solo debbo
abituarmi a un sonno senza sogni,
al vuoto opaco dell'eternità.
Luce Fabbri
Dal
libro inedito di poesie di Luce Fabbri,
dal titolo Propinqua Libertas, di prossima
publicazione a cura di alcuni amici e compagni
come omaggio alla sua memoria.
|
Mio
padre, un
uomo libero
Luce
FABBRI, Luigi Fabbri storia d'un uomo libero,
Pisa, BFS edizioni Biblioteca Franco Serantini, 1996,
pp. 240, ill., L. 25.000
E' la commossa, partecipata e lucida ricostruzione della
vita e del percorso politico di uno fra i più significativi
rappresentanti dell'anarchismo europeo, indubbiamente
il più attento e coerente continuatore dell'anarchismo
sociale e malatestiano. Luce Fabbri, figlia e discepola
di Luigi Fabbri (Fabriano 1877 - Montevideo 1935), ha
saputo ricreare, in un'opera ricca tanto di notizie di
prima mano quanto di dati desunti da una rigorosa ricerca
documentaria, il percorso politico dell'amatissimo padre.
E' il ricordo di una esperienza per certi versi unica,
ma anche comune ai tanti militanti che in quegli anni
drammatici ed entusiasmanti, dettero tutte le loro energie
e il loro impegno, sacrificando la propria libertà,
nel generoso tentativo di costruire una società
più libera e più umana. In un affascinante
affresco da cui emergono le figure pió significative della
vita politica di oltre mezzo secolo (Errico Malatesta,
Pietro Gori, Gigi Damiani ecc.), le intime, private vicende
di una famiglia singolarmente libera e unita, si mescolano
agli avvenimenti che hanno costituito la storia contemporanea
del nostro paese. Dalla repressione crispina ai sommovimenti
dell'inizio del secolo, dalla tragedia della Grande Guerra
alle aspettative del "biennio rosso", dall'avvento del
fascismo alla dura necessità della fuga e dell'esilio,
le vicende di Luigi Fabbri si intersecano con quelle di
un popolo che faticosamente tenta di costruirsi un futuro
migliore.
Un racconto che si stacca dolorosamente dalla vicenda
personale, per elaborare memorie e sentimenti privati
in un ritratto di oggettiva, eppur semplice, grandezza.
Un libro di grande spessore storico, che è anche
il più perfetto gesto d'amore di una figlia per
un padre che le è stato maestro di vita.
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