Confusione. Tra le conseguenze collaterali del recente
conflitto iracheno ce nè una che nessuno ha finora
sottolineato: il trionfo dellanarchia. Non ci riferiamo
al meraviglioso ideale (anzi Ideale, come si scriveva un tempo)
che da oltre un secolo e mezzo anima noi anarchici e il nostro
movimento: quello resta come sempre appuntato nei nostri cuori
e nelle nostre menti un po sognatrici.
Ci riferiamo al casino, al disordine, alla latitanza del Potere,
ai crimini e ai saccheggi che hanno caratterizzato la vita quotidiana
degli iracheni a Baghdad, ma non solo allindomani
della caduta del regime di Saddam. Tutte cose che non hanno
niente a che vedere con lanarchia, che nella nostra
concezione e nel suo intimo significato filosofico è
un sistema di organizzazione sociale che esclude il Potere e
lautorità, ma non per questo anzi!
fornisce benzina agli aspetti più abbietti e terrificanti
del disordine sociale.
Francamente, siamo abituati a veder citare la parola anarchia
come sinonimo di caos, confusione, ecc.
Ma durante e dopo lintervento della coalizione angloamericana
in Iraq si sono raggiunti dei picchi degni di nota, con il coinvolgimento
anche di numerosi giornalisti, personalità e organizzazioni
di sinistra dai quali ci saremmo aspettati una qualche
forma di maggiore attenzione, se non altro per la comune frequentazione.
Pensiamo a Radio Popolare di Milano, che nei primi giorni del
dopoguerra a Baghdad si è distinta per la frequenza di
questo abuso verbale (poi qualche telefonata di ascoltatori
ha sortito leffetto voluto). Oppure a un corrispondente
di guerra del TG3 come Giuseppe Bonavolontà, che ricordiamo
attivissimo militante anarchico a Roma a cavallo tra la fine
degli anni 60 ed i primissimi anni 70: tu quoque,
Pucci, hai usato in modo sacrilego quella parola
che, nel ricordo, dovrebbe esserti ancora cara. Al medesimo
abuso, una volta, da parte di Gino Strada, il chirurgo fondatore
di Emergency alle cui attività e comportamenti
guardiamo con profonda simpatia e stima sono dedicate
le due lettere che trovate nella Casella
Postale. E pensare che il Gino labbiamo incontrato
la prima volta proprio ad una sua conferenza nella sede anarchica
di viale Monza 255 a Milano!
Non è la prima volta, né sarà lultima.
Questa volta, però, labuso semantico non è
stato appannaggio della sola destra, che vivendo nel culto dellAutorità
inevitabilmente disprezza chi vi si opponga. Un po troppi
esponenti della sinistra, gente più o meno compagna,
ha ripetuto con leggerezza quello stereotipo. E noi non facciamo,
in materia, sconti a nessuno.
Prossimo numero. Il prossimo numero (292) coprirà,
come di consueto, lintera stagione estiva. Il successivo
(293), datato ottobre 2003, uscirà a fine
settembre e arriverà a casa degli abbonati e nei punti-vendita
a partire dallinizio di ottobre. I diffusori che intendano
ricevere un numero maggiore di copie per la distribuzione del
numero estivo sono invitati a segnalarci al più presto
gli aumenti, in modo da permetterci di regolarci per la tiratura.
Anche pensando alle numerose feste, iniziative, campeggi, banchetti,
ecc. promossi durante lestate, ricordiamo che oltre alla
rivista mettiamo a disposizione numerosi dossier, la videocassetta
su Franco Serantini, il cd+libretto di De André ed
avevamo gli occhi troppo belli e numerose altre cose, tutte
comprese nellelenco NonsoloA,
che può esserci richiesto gratuitamente (anche in più
copie).
|