Angelo della polveriera
Le donne, ora anche in Italia, il Paese dove si annida
il Vaticano, possono fare il soldato. Avevano già
la possibilità di guidare l'auto, di cacciare e calciare,di
fare le omicide in genere o le mafiose... ma lo Stato si
augura che almeno in questa nuova rispettabile professione
si impegnino di più. I media aspettano ansiosi un
parto plurigemellare di una soldata al fronte (il papà
è un ufficiale), ad es. nella prossima guerra del
Golfo, per avere la possibilità di mostrare i neonati
sparire uno a uno stavolta per colpa dei missili, e in secondo
luogo per dimostrare che le soldate non sono lesbiche e
che quindi la patria (patria, non matria) è salva
(salva non slava).
Ora che la guerra si è trasformata definitivamente
(grazie al definitivo impero dei media) in nobile azione
di Pace, la soldata, con tutto il suo carico umanitario
e materno, è la missionaria ideale, ed avrà
magari la fortuna di non finire a colpi di machete come
quelle povere suore, senz'armi per voto. Il non proprio
casto impegno dei suoi commilitoni, inoltre, verrà
depurato dalla sua presenza salvifica, risparmiando dei
fastidi a parecchie indigene: questo è uno dei motivi
più validi per vincere le perplessità di chi
non vorrebbe le soldate in guerra.
Era ora che, anche in Italia, paese coi biffi, si riconoscesse
anche questa possibilità alle donne, ed anzi, c'è
chi propone un anno di servizio obbligatorio per tutte!
Le soldate alle armi e, le obiettrici ad esercitarsi nella
cura del bene pubblico, con ore dedicate anche all'economia
domestica.
La quadrupla militanza
Sono ben quattro le case o caserme dove noi donne di oggi
ci esercitiamo, le statistiche dicono per circa 60 ore settimanali
in totale, e nessuna delle quattro può essere lasciata
senza danni. Ma vediamo:
se la donna trascura la casa ed i suoi familiari, si ottengono
dati negativi (morte del nonno, bambina molestata, scabbia,
arricchimento di McDonald's, assunzione di una colf in nero),
dunque, occorre sgobbare.
Se la gallina (dalle uova d'oro) non va più a lavorare,
i dati negativi risultano tanti (il marito, compagno, o come
direbbe Nanni Moretti, il fidanzato, continua a pagare le
rate dell'auto ma decide che la lavatrice non è più
necessaria) e quindi lei continua...Se invece per lei il suo
lavoro non è solo una questione economica ma di realizzazione
personale, dovrà assumere atteggiamenti duri e cinici,
nonché la colf in nero di cui sopra.
Ma c'è la militanza nella politica a permetterci di
essere presenti nei luoghi dove le cose possono essere cambiate:
la Pivetti, ad esempio, cambiò le fioriere di Montecitorio,
e la Bolognesi cercò di fare una legge per normalizzare
più ammodo il corpo delle donne. Ma il 90% del Parlamento,
cioè gli uomini, non si occupano di annaffiare le rose
né gradiscono tutt'ora che una donna possa fare (o
non fare!) figli come e con chi le pare. La fecondazione (leggi:
ri-produzione) deve restare un affare di maschi.
E la politica femminista, poi, è una quarta militanza
che ovviamente c'è poco tempo di fare. Vorrei vedere
voi a fare sette riunioni serali a settimana! ...Vi vedo?
Ma no! Figuriamoci a dover fare 10 manifestazioni al mese:
da Praga (nella quale i protagonisti sono dei maschi in tenuta
da autonomen) a Bruxelles (dove campeggia un baffuto contadino
con pipa che lotta per i sani prodotti della terra), al Chiapas
(dove c'è un sub-comandante filosofo che affascina
molto le compagne romantiche), al World Pride (nel quale tengono
allegramente banco i trans, fieri di ricordarci ciò
che di banale c'è nel femminile), è evidente
che occuparsi di femminismo, con queste scadenze, risulta
gravoso.
Ha da venì Baffona
Ma, appunto, come si fa a definire il termine 'femminismo'
in un mondo in cui si prospetta l'essere androgino e plurisessuale,
che cambia genere a seconda della e-mail che deve scrivere?
Siamo inondate da discorsi che più che filosofici o
politici sono letterari, romanzeschi o che fanno glamour:
mi vesto come mi pare, mi sento donna o uomo, mi cambio nome,
mi incido o mi protuberizzo et voilà! Dolce e Gabbana
sembrano più femmine e vestono Madonna. Questo è
il discorso dell'apparenza, quello che va tanto di moda su
Il Manifesto, dove Helena Velena, un uomo con la gonna,
ci feconda con barcate di informazioni su quale divo rock
è più perverso e quale diva è più
"frocia". Dunque non fanno testo le donne, e tantomeno
le lesbiche, a meno che non vogliano riconoscere che non esiste
più una loro riflessione, una loro ricerca e una loro
esistenza, bensì un discorso 'perverso' in cui tutti
e tutte sono in grado di intervenire su tutto con cognizione
di causa. In questa colonizzazione globale le donne che riflettono
su di sé e si rifiutano ai maschi vengono tacciate
di essere retrò e paiono una minaccia: non può
esistere uno spazio differente, esso è di per sé
un vuoto, una oscurità, un pericolo.
Il femminismo, un discorso politico delle donne nate donne
sul loro corpo, sulla loro storia e condizione, è dunque
lo Zero, l'Assenza, quello che si dice con termini specialistici
in qualche università, o che si ascolta a pagamento
nei convegni internazionali. ...O quello che alcune compagne
ancora continuano, col poco tempo che tolgono al partito,
con la difficoltà di conciliare quello con questo.
Soprattutto è la difficoltà a dialogare , a
capirsi oltre il velo dei condizionamenti, a darsi forza,
a stare con le altre in luoghi che non sembrino pollai.
E' in questo contesto che Baffona imperversa, come icona di
una donna geneticamente mutata a causa degli alimenti dietetici,
che ha in comune con i fratelli molte convinzioni: crede che
apparire sui media possa influire fondatamente sulla politica
dei Padri (e della Banca Mondiale), pensa che le nuove tecnologie
potranno dare nuove libertà alle donne e più
potere, e crede fermamente nel cyberspazio (Heil Internet)
solo luogo nel quale dialoga con le sue simili (mejo de gnennte).
Miss Italia e la Madonna
L'oscurità ed il pericolo di una donna che vive per
sé e non per i maschi: miss Italia e la Madonna sono
un antidoto a questo incubo. Eccole: pronte a mostrarsi, ad
apparire coi loro scultorei Portali, per rassicurare, perché
è sicuro che miss Italia sposerà un uomo, e
che la Madonna intercede sempre per noi come quarta in una
Trinità di maschi. Le hostess, le mascotte, gli ornamenti
in una società ove qualsiasi valore sia scaturito dall'
esperienza e riflessione politica delle donne è "out",
troppo difficile da commercializzare. "Partire da sé",
ad esempio, per le donne e gli uomini del duemila cosa significa?
Vi risulta che esista se non una sparuta minoranza di persone
che parla a suo proprio nome? Sono forse i maschi delle enclaves
che blaterano di Terra e Sangue?
Ora che la ricerca del grande leader è disperata tutti
parlano a nome di tutti, nessuno giudica secondo la sua esperienza,
solo quelli che non giudicano e non contano vi raccontano
di sé, si scoprono a voi sino alla nausea.
In quest'anno di giubileo della chiesa cattolica, poi, la
storia viene falsificata, gli inquisitori divengono "cercatori
di sapere" e le streghe delle poveracce spesso salvate
dalle loro bugie per merito clericale. Ma gli "altri"
uomini, quelle persone di sesso maschile che non hanno interesse
a condurre crociate e a glassare la torta della storia, come
riflettono sulla storia e sulla condizione femminile?
Chador erotico
Proprio poco tempo fa un compagno gay, coccolato e riverito,
mi ha voluto spiegare a cena, forse per farmi strozzare, che
le lesbiche in fondo sono sempre state tollerate perché,
come donne, "bastava che facessero i figli" e poi
potevano fare di nascosto quel che gli pareva... insomma,
la storia delle persecuzioni ha avuto i maschi come protagonisti...
e la data della prima fecondazione artificiale è riscritta.
Viene da chiedersi quali silenziose complicità di lobby
leghino gli uomini nello sfruttamento di corpo e mente femminili.
I compagni anarchici, ad esempio, sempre pronti a scagliarsi
in invettive sull'antifemminismo Vaticano, pensano che le
compagne debbano essere prima di tutto femministe, oppure
anarchiche? Ritengono che esista un legame tra i due ambiti,
o forse che il femminismo sia una questione settoriale priva
di valore politico ed etico generale?
Vi sono segnali che la dicono lunga sulla pochezza del dibattito
in ambiente anarchico circa gli usi dell'erotismo e sul dominio
maschile.
Pensiamo a Franco La Cecla, che su Libertaria 2/2000,
confrontandosi con Régine Dhoquois-Cohen circa la prescrizione
dello chador, si esibisce in un'ode alla danza del ventre,
accusando la sensualità 'occidentale' di stanchezza
e di scarso fascino, e affermando che "la concezione
della sessualità e della sensualità in Islam
può arricchire molte delle inaridite sorgenti delle
relazioni conflittuali e difficili tra i sessi nel nostro
vecchio Occidente". Quale sarà questa 'concezione'?
Avrà a che fare con l'Immacolata? In fondo anche le
suore hanno il velo ma non pare che ci guadagnino in fascino.
...Visto che la filosofia della differenza sessuale esiste
da mezzo secolo, sarebbe ora che ci aggiornassimo, e che gli
intellettuali maschi la smettessero di parlare col plurale
maiestatis descrivendo sensazioni solo loro, usando il solito
'neutro' in discorsi dove i soggetti sono solo maschili, e
dai quali usciranno grandi sbuffate libertarie, e nessuna
energia per riconoscere la prostituzione globale femminile
in quanto schiavitù, e dare libertà di scelta
alle donne.
L'energia e l'autenticità che le donne hanno se partono
da loro stesse è questione di scardinamento e di scelta,
in definitiva di identità: scegliere se ci si riconosce
come donna, come soggetto costruito e abusato, come soggetto
con potenzialità rivoluzionarie e non come "la
compagna di Tizio".
Etica femminista
Marina Padovese, questa compagna carissima, nella sua attività
di elaborazione antimilitarista aveva capito che una parte
dell'esperienza femminista ed una parte di quella anarchica
erano vicine, compatibili.
Il discorso femminista-anarchico sul potere, nel Paese dove
si annidano gli ovuli, può essere quello di chi sa
riconoscere la volontà di dominare e negare (opprimere)
e l'assenza di possibilità anche là dove sembrano
esistere. Ciò anche negli ambiti dove non è
consentito mettere in discussione i rapporti: nel gruppo politico,
ad esempio, pena il disgregarsi dell'alleanza.
In quest'epoca di Grandi fratelli alle donne vengono offerte
chances e lasciati usare strumenti inimmaginabili nel Patriarcato,
sempre con quella galanteria del 'prego, prima lei' che comunque
dà per scontato che siamo noi donne a dover pulire
le soglie dei nuovi secoli... .
Ora c'è da ripensare il modo di conciliare la propria
esistenza personale con la politica, ricordando che 'il personale
è politico'. Altrimenti si corre il rischio di continuare
a trovare sopportabile il 'progresso sostenibile' ed a portarlo
sulle nostre spalle (o meglio, sui nostri cromo-somi), sedute
attonite mentre in tv non c'è UNA SOLA VOCE che affermi
che le donne non hanno il dovere di ospitare ovuli fecondati.
Testi consigliati:
Sull'etica
-Virginia Held, Feminist Morality: Transforming Culture,
Society and Politics, 1993, The University of Chicago
Press. (Etica Femminista, Feltrinelli, Torino, 1997).
-Sarah Lucia Hoagland, Lesbian Ethics: Toward New Value,
ILS, Palo Alto, California, 1988 (Etica Lesbica. Verso
nuovi valori, Antelitteram, Fano, tiratura limitata, 2000).
Circa i pregiudizi eterosessuali sul lesbismo
-Rosanna Fiocchetto, Quattro luoghi comuni, in Squaderno
1, 1989, Estro editrice (chiedere a Cli, via S. Francesco
di Sales 1b, 00165 Roma).
Sulla donna globalizzata
-Slavenka Drakulic, Come siamo sopravvissute al comunismo
riuscendo persino a ridere, Il Saggiatore, Milano 1994.
Sul pensiero antimilitarista di Marina Padovese
-Donne contro la guerra, Germinal 80, Trieste 1999.
-Fuori la guerra dalla storia, introduzione a "Donne
contro la guerra. Interventi e testimonianze dall ex Jugoslavia"
a cura di M.Padovese e Salvo Vaccaro, Edizioni La Zisa, Palermo
1996.
Francesca "Dada"
Knorr