Dopo aver dichiarato che, dopo
Cronosisma, non avrebbe più scritto, ecco invece
che Vonnegut ritorna con queste "conversazioni terminali"
(Kurt Vonnegut, Dio la benedica dott. Kevorkian,
80 pagine, 10.000 lire). E torna in modo singolare, da par
suo solo, riuscendo a fare della morte una qualità,
un luogo, una situazione. In questo volumetto, insieme divertente
e amaro, Vonnegut è un inviato radiofonico dall'incerta
soglia della vita, su cui scivola avanti e indietro grazie
a un uso letterario della macchina per l'eutanasia del famoso
"dott. Morte". Di lì intervista, con l'umorismo
nero che gli è congeniale, una ventina di personaggi
defunti ma rigorosamente vissuti e un personaggio vivo ma
rigorosamente inventato. I brani che seguono riportano le
interviste post mortem all'avvocato Clarence Darrow e all'attivista
Vivian Hallinan.
Clarence Darrow
Il dottor Jack Kevorkian mi ha di nuovo slegato da quella
che è diventata la mia lettiga personale, qui nella
cella per le iniezioni letali del carcere di Huntsville,
Texas. Jack ha diretto le quindici esperienze di quasi morte
controllata che ho fatto finora. Ehi, Jack, vai così!
Durante il viaggio di questa mattina lungo il tunnel celeste
che conduce alle porte del paradiso è venuto a cercarmi
Clarence Darrow, il grande avvocato difensore americano
morto da sessant'anni, ormai. Voleva che gli ascoltatori
della WNYC sentissero la sua opinione sulle riprese televisive
nelle aule dei tribunali. "Per me sono le benvenute"
ha detto, se ci potete credere. Quest'uomo, con la reputazione
di un gigante, veniva da una povera cittadina agricola dell'Ohio.
"La presenza di quelle telecamere è l'ammissione
definitiva" mi ha detto, "che i sistemi giudiziari
di ogni tempo e di ogni luogo non si sono mai preoccupati
se si faceva o non si faceva giustizia. Come i giochi dei
Romani, i sistemi giudiziari sono i mezzi con cui i governi
iniqui e non esiste altra forma di governo
intrattengono la gente con vere vite in palio".
Ho ringraziato l'avvocato Darrow per aver reso la storia
americana più umana di quanto sarebbe stata senza
di lui, con la sua eloquente difesa in tribunale dei primi
organizzatori dei sindacati operai, degli insegnanti di
verità scientifiche impopolari, e per il suo violento
disprezzo per il razzismo, e per il suo disgusto per la
pena di morte. E il defunto, il grande avvocato Clarence
Darrow, mi ha detto solo questo: "Ho fatto del mio
meglio per intrattenere".
Ora stacco e vi saluto. Ehi, Jack, che ne diresti se andassimo
in città a mangiare un boccone in un buon ristorante
messicano?
Vivian Hallinan
Jack Kevorkian e io credevamo di conoscere tutti i rischi
che correvo durante le esperienze di quasi morte controllata
che mi ha fatto fare. Oggi, invece, mi sono innamorato di
una donna morta! Il suo nome è Vivian Hallinan.
Quella che mi ha fatto venir voglia di conoscerla è
stata una parola nel titolo del suo necrologio sul "New
York Times": "Vivian Hallinan, 88 anni, decana
di una colorita famiglia della Costa Occidentale".
Cos'era a rendere "colorita" una persona o addirittura
un'intera famiglia? Nell'aldilà avevo intervistato
persone che erano state brillanti, influenti, coraggiose,
carismatiche o quant'altro. Ma che diavolo significava "colorito"?
Mi vennero in mente due sinonimi possibili: "stravagante"
o "pittoresco".
Finalmente ho decifrato il codice. "Colorito"
sul "New York Times" significa incredibilmente
bello, elegante e ricco, ma socialista.
Volete che vi faccia un discorsetto "colorito"?
Il defunto marito di Vivian, l'avvocato Vincent Hallinan,
pieno di soldi fatti trafficando in beni immobili, nel 1952
si candidò alla presidenza degli Stati Uniti per
la lista progressista! Fino a che punto si può essere
pittoreschi e stravaganti, persino in California?
Ve lo dico io. Vincent fece sei mesi di carcere per la sua
clamorosa difesa del leader sindacale Harry Bridges, accusato
di essere comunista negli anni del maccartismo. Vivian passò
trenta giorni in gattabuia per condotta indegna da parte
di una signora durante una dimostrazione per i diritti civili
nel 1964.
E sentite questa: i suoi cinque figli maschi erano tutti
alla dimostrazione insieme a lei, e uno di essi, Terrence,
oggi è procuratore distrettuale a San Francisco!
In paradiso si può avere l'età che si vuole.
Mio padre ha appena nove anni. Vivian Hallinan ha scelto
di averne per sempre ventiquattro, ed è un pezzo
di ragazza che ti lascia senza fiato! Le ho chiesto se le
piaceva che la definissero "colorita".
Mi ha detto che avrebbe preferito essere chiamata nello
stesso modo in cui Franklin D. Roosevelt era chiamato dai
suoi nemici: "Un traditore della sua classe".
Kurt Vonnegut