
Encefalopatia spongiforme bovina.
"
scopo cautelativo et attesa determinazione competenti organi
nazionali, dispone sospensione distributiva et impiego derrate per gg.30 prodotti
carnei (scatolette, razioni cibi aut prodotti contenente carne bovina) giacenti
presso magazzino Forze Armate. Generi citati potranno essere sostituiti da derrate
alternative di pare valore nutrizionale
" (Fonogramma diramato dal
Ministero della Difesa).


I militari italiani non tutelati dall'uranio 238 vengono tutelati
contro il BSE. Sembra una barzelletta ma è la cruda e comica realtà!
Siamo comunque contenti che qualcuno metta avanti le mani e cerchi di proteggere
la propria "comunità"! Ma una "comunità" protetta
non finisce per discriminarne altre?!
Il carcere come comunità è
al di fuori di ogni controllo!
L'alimentazione anche se stabilita da Tabelle
Ministeriali, viene di fatto realizzata singolarmente e il più delle volte,
arbitrariamente, da ogni singolo Istituto. Non si vuole creare allarmismo (nel
caso non saremmo stati certo noi gli artefici!) ma la possibilità di estendere
il controllo dello scatolame in deposito alle imprese private che gestiscono il
vitto destinato ai detenuti da parte delle autorità competenti, ci pare
quantomeno doveroso. Se è più che comprensibile il timore del Ministero
della Difesa, non si capisce perché non debba esserlo anche il nostro,
magari nel vedersi aggiungere alle già troppe malattie riscontrate all'Interno
dei penitenziari anche l'encefalopatia spongiforme bovina.


"La certezza della pena e della crudeltà"
Re: "Il mio popolo è felice. Come vedete sorridono tutti.
Se qualcuno non sorride, lo sbatto nelle segrete".
Rivolto a un contadino sorridente:" Ehi tu, contadino sorridente".
"Dite a me, Maestà?"
Re: "Portatelo nelle segrete".
Il contadino è subito trascinato via.
Straniero sbigottito: "Altezza, non riesco a capire: quel contadino
stava sorridendo".
Re: "Già, ma adesso non sorride più. Preferisco prevenire
il crimine piuttosto che attendere che sia commesso".
Coloro che non hanno visto la galera e non ne sanno niente, nulla preferiscono
saperne; ma attenzione, al giorno d'oggi, innocenti o colpevoli, tutti possono
entrare in carcere e poi la certezza della medicina (della pena!) aspetta anche
a voi.
Meditate gente, meditate




Fuga per la libertà
Giovedì 15 luglio 1999, leggiamo "Liberazione": Polemica dopo
la morte nel carcere di Pisa, detenuto muore dopo 48 giorni di sciopero della
fame. Nel "Manifesto" dello stesso giorno: Genova, detenuto immigrato
si uccide in cella. Leggiamo altri giornali ma nulla
ascoltiamo i telegiornali,
idem con patate, ma ci bombardano di: "Ronaldo visto con una nuova fidanzata",
"Valeria Marini indossa solo mutandine di colore rosso", "Valentino
vestirà un noto politico". PIETA' !!! Basta con queste idiozie. Nessuno,
a parte l'eccezione che conferma la regola, dice o scrive la violenza degli organi
repressivi nel sistema carcerario, della brutalità impiegata senza vergogna,
senza onore, senza umanità, senza riserva, sia per deviare che per distruggere
la persona detenuta. Questo è il carcere, questa è la regola, la
legge. Eppure tutti sanno delle atrocità giudiziarie, dei benefici usati
come mezzi per estorcere confessioni, dei molti suicidi ecc. Perché nessuno
lo dice? Non si può lottare sempre da soli, non fa bene a nessuno, noi
lo sappiamo! Per un po' è anche bene, perché ti fa forte e accresce
le tue possibilità e forza interiore, ma se non si riesce a creare l'unione
possibile ci si spezza prima o poi
Com'è accaduto ai due compagni
di Pisa e Marassi, che sono morti da uomini pur essendo trattati da "animali".
Addio, compagni di sventura, la vostra fuga è riuscita.

"Il Cielo è di tutti"
La legge se tale vogliamo chiamarla dice: "Ordinamento penitenziario,
art.10, permanenza all'aria aperta". Non ci vuole uno studio particolare
per capire che l'ora di passeggio dovrebbe essere effettuata all'aperto e questo
fino a poco tempo fa, bene o male, accadeva. Certo avevamo lo stesso per tetto
un cielo di sbarre, ma di traverso, qualche fetta di cielo si poteva vedere ugualmente;
adesso invece hanno messo tutto intorno delle lamiere e quindi sembra di essere
sdraiati in una scatola di sardine con il risultato che quando finisce l'ora d'aria
si prova tanto sollievo perché in cella entra più luce e si respira
meglio. Qualche marziano della Direzione o del Ministero di Giustizia per passare
sopra ai diritti dei detenuti potrebbe parlare di sicurezza e dire: "E' inutile
fare col più, ciò che si può fare col meno, vale a dire?
Che è inutile fare con Giustizia quello che si può fare con Ingiustizia".
Ricordiamo che il carcere ha le sue necessità e lìora d'aria all'aperto
non si può trasformare in una camera a gas per topi. Ricordiamo che il
cielo è di tutti e non si perde con la prigione.

Lettera aperta dal porto delle nebbie di Parma e Roma
Da noi è proibito avere tute ginniche o pantaloncini con i propri legacci,
è proibito avere pantaloni con bottoni in metallo, è proibito portare
ai colloqui ai propri bambini delle caramelle acquistate regolarmente alla spesa
del sopravitto. Pensiamo che in tutte le cose vi sia un limite, ma stando ristretti
nel carcere di Parma abbiamo scoperto che il limite non esiste, ogni giorno vi
è una novità che se non fosse sulla pelle di chi è costretto
a vivere sarebbe da comiche: hanno iniziato a toglierci i cappelli di lana o con
visiera lunga, i maglioni a collo alto, giubbotti foderati, per poi arrivare a
togliere pure articoli acquistati con regolare domandina tipo radio perché
con antenna, cucchiai di legno e forchettoni di legno, utensili per cucinare e
l'incredibile è che ci fanno acquistare il riso e la farina per la polenta,
ci si chiede con che cosa si può fare un risotto o una polenta? Però
abbiamo i manici delle scope sempre in legno, questi sono autorizzati! Come ultima
novità ci sono state tolte pure le cose affettive tipo le fotografie, lasciandone
a ogni detenuto solo 25 come se le foto dei nostri cari abbiano un numero
ben preciso

Schizofrenia Mediatica
Da qualche mese a questa parte, tutti i mass-media non fanno che, da un lato
incoraggiarci all'acquisto di carne bovina, dall'altro fornirci notizie allarmanti
sui metodi di allevamento della stessa, creando così una forte sensazione
di disorientamento nei consumatori. Anche se non sapremo mai la verità
fino in fondo, oggi sappiamo molto di più rispetto al recente passato,
tant'è che destandoci momentaneamente dal torpore in cui siamo precipati
possiamo chiederci: ma perché succedono questi incredibili accadimenti?
Ma ancor di più perché per cercare di risolvere queste problematiche
ci si deve rivolgere, continuamente, ad interventi emergenziali? Ormai lo dovrebbero
sapere anche i bambini che gli interventi dettati dall'emergenza, sono interventi
il più delle volte irrazionali, ma soprattutto non risolvono il problema
trattandosi quasi sempre di palliativi. Per quanto riguarda poi il cosiddetto
morbo della mucca pazza siamo veramente davanti a un paradosso, comincio a credere
che i nostri politicanti sul serio credano allo stellone italico. Quella specie
di cappa divina che nell'immaginario (politicante) colletivo ci protegge da tutti
e da tutto.


Bastonate due volte
Alcuni prigionieri del carcere di Voghera (PV) vogliono tentare di dire la
loro sul pestaggio nel carcere di Sassari e dare la loro solidarietà ai
compagni massacrati. I mass media hanno incominciato ad avere pietà per
i bastonatori e nessuna per i bastonati nemmeno fossero loro le vittime di una
bestiale aggressione. Si vede che "tira" molto di più difendere
i maltrattatori che non i maltrattati. Probabilmente gli organi di Stato e di
stampa, dovendo inseguire gli umori della gente e, nella speranza di catturarne
anche i voti, farebbero carte false. Le guardie, dando solidarietà ai loro
colleghi invece di condannarli, pretendono regole certe per i prigionieri, pretendendo
per se stessi, garanzia e immunità. Allora è meglio non avere leggi
piuttosto che violare ogni giorno, una giustizia sempre più forte con i
deboli e tollerante con gli aguzzini. Le leggi dovrebbero essere uguali per tutti
e tutti uguali di fronte ad esse. Le botte, le torture ci sono state, lo dimostrano
i certificati medici, ma gli aguzzini sono riusciti a spostare l'attenzione sui
loro "problemi", facendo dimenticare il massacro: quindi più
soldi e più uomini per i carnefici, più carceri e meno educatori
per le vittime


La certezza delle bugie
Dopo il caso del detenuto in semilibertà, protagonista dei fatti di
sangue a Milano, si è scatenata l'offensiva contro la legge Gozzini. L'attacco
è massiccio e corale. Tutti chiedono a gran voce interventi che limitano
le cosiddette "scarcerazioni facili". Lo stesso ministro, che definisce
le scarcerazioni "un aspetto vergognoso del nostro paese", la vergogna
non la conosce proprio. Mi sembra il classico gatto che si morde la coda. Facciamo
notare al gatto e ai vari gattini randagi del "nostro" (del loro) parlamento
che il detenuto citato è un pentito e come tale godeva della semilibertà,
quindi sarebbe più ovvio prendersela con la gestione dei pentiti e lasciare
in pace quel brav'uomo di Gozzini, dato che non è colpa della sua legge
se i pentiti, per interesse dello Stato, sono lasciati liberi, pagati e protetti.
Il semilibero citato era un collaboratore di giustizia (probabilmente lo sarà
di nuovo), quindi il vostro problema non è la legge Gozzini (semmai quello
è un nostro problema), ma la generale condiscendenza che ogni legislazione
d'emergenza suscita nei confronti dei pentiti e gli effetti che essa provoca sul
funzionamento della giustizia.

"Sesso in carcere".
Foscolo: "Ragazzi come mai avete quel sorriso ironico sulle labbra?"
Leopardi: "Guardi chi parla".
Manzoni: "C'è poco da ridere, c'è da piangere, avete
letto i giornali? Un buon segnale per la vita della popolazione carceraria
arriva dal DAP, amore in carcere".
Foscolo: "Buona cosa ma di pessimo gusto, vogliono farci scopare per
non fare uscire più nessuno".
Manzoni: "Avranno una nuova arma di ricatto, quindi chi reclamerà
più?.
Foscolo: "Se è vero, sarà il Direttore che deciderà
chi scoperà o meno".
Leopardi: "Così comanderanno anche sul nostro uccello".
Manzoni: "Sul tuo no, non ti tira più".
Leopardi: "Il bastone vero è la carota, pardon, la patata,
è virtuale e ce la faranno vedere col binocolo".
Foscolo: "Se questi incontri affettivi sarebbero automatici e non
facoltativi, fatti con rispetto e dignità, non sarei a sfavore
Invece
di fare colloquio in una saletta in comune si farebbero in una stanza privata
con genitori, figli, mogli
"
Foscolo: "adesso, per farci subire più in silenzio, vorrebbero
usare l'arma del sesso!"



"Il Lupo perde il pelo ma non il vizio"
Come si può essere più irresponsabili, ma dopo quello che è
successo negli anni scorsi in Inghilterra, dove per contrastare il problema BSE
si sono dovuti sterminare milioni di capi bovini e nonostante questo si sono verificati
un centinaio di casi trasmessi all'uomo, In Europa vi siano ancora nazioni che
commercializzano i mangimi, i cui componenti sono a base di farine animali, ritenute
responsabili di questa malattia? Ma come non erano state proibite dappertutto?
Ma visto che così non è stato perché si è continuato
ad avere rapporti commerciali con questi nefandi lidi? Ma dobbiamo chiederci,
vero è che ormai i controlli avvengono su tutti i capi macellati (ad esclusione
di quelli avvenuti nei macelli clandestini) tant'è che oggi si può
affermare (lecitamente?) che la carne in vendita in Italia è esente dal
prione scatenante la BSE. Ma cari politici, per quanto riguarda il passato, anche
recente, siamo altrettanto sicuri? Che si può dire della carne macellata
all'estero e venduta in Italia anche solo un anno fa? Ma anche di quella allevata
e macellata in Italia un anno, due anni fa ecc. Di chi sono le colpe? Chi è
il responsabile?
Ma forse la logica delle emergenze, la vera logica che sottende alle emergenze,
è quella di spostare l'attenzione di un fatto ad un altro

Morire in carcere per topi e leggere stupidaggini
Sia a Milano, sia a Bologna ci sono state due infezioni fatali di leptospirosi
(scambiati per influenza). La colpa? Incredibile, ma vero, degli extracomunitari
che camminano scalzi sul piscio dei topi. Anzi, qualcuno li ha rimproverati
ma sì! Diciamo pure il nome: quel sant'uomo del direttore Luigi Pagano,
che loro sono abituati a camminare scalzi nel cortile dell'aria e magari si alzano
di notte per andare in bagno e non si mettono le "pantofole". Nessuno
ha detto o scritto che molti detenuti, soprattutto extracomunitari non possono
comprarsi unpaio di mutande, quindi come possono comprare un paio di scarpe o
di ciabatte?! Normalmente l'unico paio che hannon non vogliono sciuparlo e lo
conservano per quando escono
Molto spesso ci rendiamo conto che non solo
il Ministero non capisce nulla di carcere ma anche chi scrive o parla di esso.
Perché non ho ancora sentito o letto questa pure e semplice verità:
"I due detenuti sono morti perché avevano la colpa di non avere i
soldi per comprarsi un paio di scarpe". In conclusione la colpa di queste
due morti di chi è? A nostro parere, ne' dei topi, ne' degli extracomunitari,
bensì dei topi di scrivania del Ministero di Giustizia.

Detenuto malato, detenuto sfigato
Il Giuramento di Ippocrate dice: medico, ricordati che il malato non è
una cosa, o un mezzo, ma un fine, un valore, e quindi comportati di conseguenza.
In libertà una persona malata, bene o male è assistita. Invece guai
al malato in carcere, l'attenzione si trasforma in disprezzo, il male in vergogna,
non gode della pur minima protezione e la malattia si trasforma in ulteriore castigo.
Alla prima occasione, al minimo lamento o tentativo di conforto per un motivo
normalmente di nessuna importanza, la malattia viene rinfacciata come una colpa
e si viene additati come simulatori. E' come se si venisse cacciati dal gruppo
dei veri malati e considerati bugiardi, cattivi, meschini, senza valore.
Non trova più assistenza, compassione, qualunque disturbo diventa simulazione.
Secondo la concezione corrente il malato detenuto non è malato neppure
se gli mancano due gambe e ha un tumore, ma è una persona fastidiosa, di
cattiva qualità, dal carattere che tormenta, opprime e tiranneggia. Per
la società, la realtà è che il malato detenuto è cattivo,
malvagio, subdolo; è il malato immaginario che usa l'eventuale malattia
per avere sconti o bnenefici di pena. Ricordo a tutti che il malato detenuto è
come un cieco e ad un cieco non si possono fare rimproveri per il fatto che non
vede


Abbiamo bisogno d'interlocutori seri.
L'emergenza mucca pazza ci fa pensare e riflettere, ci rende consapevoli della
divisione d'intenti tra il mondo politico di chi governa e gestisce il potere
a proprio uso e consumo e dil resto della popolazione. Per esempio il Ministero
di Giustizia con tremila lire, dico tre, pretende di darci da mangiare tre volte
al giorno, colazione, pranzo e cena, con questa cifra fuori non si potrebbe comprare
neppure un chilo di pane ecco che allora poi spuntano come i funghi le mucche
pazze, i polli folli ed i detenuti fuori di testa

Provocazione
Alcuni di noi detenuti del carcere speciale di Voghera con spirito di sacrificio
e senso di maturità (più dei nostri aguzzini) per venire incontro
alle esigenze della destra, della sinistra, del governo e dei mass-media, proponiamo:
l'abolizione della legge Gozzini; il ripristino della pena di morte (però
solo per i reati più gravi e certamente con l'esclusione dei reati di Tangentopoli);
inasprimento per tutte le altre pene; carcere duro per tutti con isolamento continuo;
una sola fase di giudizio con i giudici rigorosamente mascherati; uso di forze
armate in caso di sciopero pacifico all'interno delle prigioni; un solo colloquio
visivo max un'ora per tutti; mezz'ora d'aria al giorno; lavori forzati a pane
ed acqua con la palla e le catene ai piedi. L'elenco sarà senz'altro incompleto,
ma ci affidiamo alla proverbiale intelligenza degli addetti ai lavori per completarlo.
Con la speranza che la nostra proposta vada a buon fine e che metta tutti d'accordo,
visto che, quando si tratta di bastonare i detenuti, tutte le forze politiche
finalmente convergono. Seguono 54579 firme.



Abbiamo bisogno d'interlocutori seri
Non vogliamo dilungarci molto sulle tematiche generali rispetto al "carcere
e alla pena", noi abbiamo parlato e scritto troppe volte; troppe volte abbiamo
marcato e rimarcato i problemi che affliggono la situazione giudiziaria/carceraria
italiana, vecchia, obsoleta, medievale; a questo punto e ben coscienti che amnistia
e indulto rimangono punti fermi nelle nostre richieste in senso lato, perché
servono a dare respiro e tempo a quel cambiamento "strutturale" che
si prefigge, e ben sapendo dell'ottusità e delle orecchie da mercanti del
ventunesimo secolo che hanno i nostri politici/politicanti, invertiamo la rotta
ed entriamo nei luoghi / non luoghi in cui l'esistenza soggettiva è costretta
a confrontarsi quotidianamente con il presente



Appello di prigionieri a prigionieri
Che cos'è la prigione?
Se nessuno ce lo chiede, non lo sappiamo; se cerchiamo di spiegarlo, non lo sappiamo;
proviamoci insieme
La prigione è un mondo ignoto per tutti coloro che sono liberi, quindi
facciamo loro conoscere l'inferno che hanno creato e che mal governano.
Non possiamo decidere sulla nostra condizione ma possiamo descriverla.
Scrivere le umiliazioni, le violenze a cui siamo sottoposti in carcere è
un atto di ribellione culturale e intellettuale, dell'intelletto, è un
modo per tenere saldi la mente e il cuore e ricordiamo che non ci saranno diritti
per i detenuti fin quando i prigionieri stessi non lottano per averli.

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