Nuova sede
a Chieti
Il primo settembre il Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo di Chieti ha
inaugurato l’apertura di una nuova sede. La festa ha visto alternarsi sulla piazzetta di Porta Pescara un gruppo di flamenco, il piccolo circo aereomusicale MIFAvoLARE ed un concerto del gruppo Papaclescia. La partecipazione cittadina è andata oltre le più ottimistiche previsioni.
Fondato nel 1997, il Di Sciullo ormai da diversi anni non aveva più una sede ed aveva continuato la sua attività impegnandosi nell'edizione. In questi anni ha pubblicato diversi libri con un'attenzione particolare alla storia del movimento anarchico in Abruzzo, ma cimentandosi anche con testi di portata più generale. In particolare l’impresa maggiore fu nel 2004 la prima traduzione italiana della monumentale opera di James Guillaume L’Internazionale.
Ora il CSL riprende, pur continuando l’attività editoriale, il programma che si era proposto dieci anni fa: la costituzione di un archivio del movimento anarchico in Abruzzo, una biblioteca di testi anarchici che dia la possibilità di consultare opere di difficile reperibilità nelle biblioteche comuni, dar vita ad iniziative culturali di natura libertaria.
Centro Studi Libertari “Camillo Di Sciullo”, via Porta Pescara 27, 66100 Chieti (Ch), fab.pal@libero.it
Incontro USI
a Riotorto di Piombino
Il 7, 8 e 9 settembre scorso si è tenuta a Riotorto di Piombino (Livorno) la festa dell’Unione Sindacale Italiana, sindacato storico del movimento libertario ed autogestionario in Italia.
È stata una tre giorni ricca di presenze di compagni provenienti da tutta Italia che hanno partecipato attivamente all’organizzazione, ai dibattiti ed alle iniziative culturali e ricreative che erano state programmate.
“Sindacalismo di base, solidarietà ed autogestione” è stato lo slogan della festa, che si è articolata partendo il venerdì dalla presentazione del Progetto Libertario Flores Magon in Chiapas – i cui compagni promotori hanno anche organizzato uno stand ove erano a disposizione i materiali inerenti i progetti che si sono sviluppati nel campo della salute in Chiapas nonché quelli provenienti dalla Coordinadora, che riunisce tutti i gruppi di matrice libertaria che lì operano. È stato anche proposto il caffè biologico coltivato dai campesiños dei Los Altos del Chiapas.
La giornata di venerdì si è poi sviluppata con un dibattito di alto profilo storico-politico sulla figura di Pietro Bianconi, operaio antifascista, partigiano e sindacalista che ha dedicato la propria vita al movimento operaio e libertario a Piombino e nell’intera Toscana.
Ha esordito Guido Barroero dell’USI di Genova ed animatore della rivista “Collegamenti Wobbly” il quale ha inquadrato storicamente il dibattito politico-sindacale dal dopoguerra alla riattivazione dell’Unione Sindacale Italiana, il contributo tra gli altri di Pietro Bianconi, la decisione di gran parte del movimento anarchico di aderire ad un progetto sindacale unitario (CGIL) sino alla decisione minoritaria di dare nuova forza all’anarcosindacalismo con la ricostituzione dell’USI.
Particolarmente apprezzato è stato poi l’intervento di Franco Schirone, attento ricercatore e ricostruttore delle vicende del movimento anarchico e libertario, che ha poi messo a disposizione una prolusione scritta sulla figura di questo sindacalista libertario e mai dogmatico che ha anticipato il sindacalismo di base rompendo con la CGIL e dedicandosi a nuove esperienze di organizzazione di classe ed alla formazione politico-sindacale ed umana di intere generazioni di militanti. È intervenuto poi Gianfranco Careri, dell’archivio storico dell’USI di Ancona, che ha ricostruito: il quadro storico in cui è maturata una delle più belle esperienze dell’USI nazionale quando, dal primo dopoguerra sino al suo scioglimento ad opera del fascismo, l’USI è stata a capo della Camera del Lavoro di Piombino; il contributo anarcosindacalista alla lotta antifascista ed infine il processo si riattivazione dell’USI concluso proprio a Piombino nel 1950.
Infine ha preso la parola Fabio Razzi della Federazione anarchica Elbano-maremmana che, in un intervento rotto dall’emozione, ha ricordato il tratto umano di Pietro Bianconi, il suo profondo senso libertario di educatore all’anarchia ed all’autogestione dei giovani militanti, figura carismatica per tutto il movimento di ispirazione libertaria nel piombinese ed in Toscana. Presenti la figlia e la moglie di Pietro Bianconi, la tavola rotonda è stata anche un momento di palpabile partecipazione nel ricordo di un uomo di intensa umanità che ancora oggi può essere additato quale esempio di pensiero ed azione coerenti ai nostri ideali.
La giornata di venerdì si è conclusa con un concerto di Joe Fallisi, che ha eseguito le più note ballate anarchiche, trascinando i presenti in canti collettivi nell’entusiasmo di tutti i compagni, ed un’esibizione di bands locali. La giornata centrale di sabato è stata avviata da un interessante dibattito su psichiatria ed antipsichiatria, con interventi di Mariella Caressa di Ancona, Sabatino Catapano di Sarno, Gianni Santinelli dell’USI Sanità di Milano ed altri interventi – fra i quali ricordiamo anche quelli di Angelo Mulè e Sergio Onesti. Tutti i relatori hanno sottolineato come il disagio personale e sociale non possa essere psichiatrizzato tout court e che invece si debba sempre ricorrere – in prima battuta - all’autocura personale e sociale per uscire da forme di asserita patologia psichiatrica. Una società psichiatrizzata come la nostra accusa se stessa. Ad eccezione di casi assolutamente minoritari, il ricorso alla psichiatria ufficiale è solo una forma raffinata di controllo sociale per annientare le volontà degli individui con somministrazione di psicofarmaci al fine di impedire l’emancipazione individuale e la presa di coscienza dei problemi che ci affliggono così da affrontarli e risolverli uscendo da logiche individuali di sofferenza personale, familiare e lavorativa. Particolarmente interessante l’intervento di Sandro Capannini che ha ricordato l’esperienza di auto aiuto della “Casa del fuggitivo” (dalla psichiatria) a Berlino. Il dibattito ha lasciato spazio anche a sempre toccanti racconti di esperienze personali dove il ricorso indiscriminato alla psichiatria ed in assoluto al TSO sono stati censurati come mero strumento di compressione e contenimento della libertà individuale e di violazione della sfera personale.
Il dibattito si è poi sviluppato con interventi sulla necessità di sensibilizzare maggiormente la collettività, i familiari dei pazienti psichiatrici ed il personale sanitario impegnato in ambito psichiatrico sulle attuali forme di assistenza e cura di problemi di disagio mentale nonché sul business della somministrazione di farmaci, sulle realtà di internamento dei pazienti “pericolosi socialmente” negli ospedali psichiatrici giudiziari e sulla necessità di trovare un equilibrio tra tutela della collettività e libertà del paziente psichiatrico di accettare farmaci a fronte di un’attuale, concreta e dimostrata pericolosità dello stesso nei confronti degli altri.
Molto interessante è stata nel primo pomeriggio anche la presentazione del progetto di autodifesa sociale organizzato dai compagni dell’USI di Albenga, che hanno raccontato la loro esperienza di informazione, presa di coscienza e tutela della cittadinanza nei confronti degli abusi burocratico-amministrativi ed urbanistici delle istituzioni (Comune, Provincia e Regione) ai danni della comunità e dei singoli cittadini, rispondendo a domande ed offrendo materiale di controinformazione.
Nel pomeriggio di sabato si è poi tenuta la tavola rotonda dal titolo “Lavorare da morire” sul precariato e la sicurezza del e sul posto di lavoro con interventi di Melissa Mariani e Sergio Onesti (avvocati dell’U.S.I. di Milano); Marco Mascherpa (tecnico PSAL a Sesto San Giovanni, U.S.I. – Milano); Giulio Legnani (USI Sanità, Ospedale San Raffaele – Milano). Partendo dall’equazione più precariato = meno sicurezza sul lavoro, gli interventi si sono snodati sulle nuove forme di precariato istituzionalizzato (non solo la legge Biagi) con contemporanea precarizzazione del classico rapporto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato che subisce una continua erosione dei diritti a favore del profitto. Marco Mascherpa, che ha presentato le problematiche che l’organo di vigilanza (ASL) ha nelle verifiche sugli infortuni sul lavoro, soprattutto a danno dei lavoratori precari, ha anche delineato alcuni tratti della recente legge del 3 agosto 2007 n. 123 che ha dettato i principi di riforma della legislazione in materia di salute e sicurezza del lavoro. Giulio Legnani è intervenuto sulle lotte che ben possono essere organizzate sui posti di lavoro, ed in particolare nelle strutture sanitarie, in favore dei lavoratori precari e sulle modalità del loro coinvolgimento. Biagio Barbaro della Scala di Milano ha portato altri esempi di lotte promosse dai lavoratori “garantiti” insieme a quelli “precari”, che sono le uniche capaci di dare forza, unità e prospettive avanzate alle istanze di tutti i lavoratori.
Successivamente al dibattito si è proiettato il filmato autoprodotto a cura del Progetto cinema indipendente (U.S.I. Liguria) sul mondo del lavoro, esempio di cinema militante capace di comunicare in modo immediato e senza pretese intellettualistiche la trasformazione del mondo del lavoro in Liguria, con particolare attenzione al lavoro giovanile.
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Autogestione possibile
La serata si è conclusa con un concerto della “A Band” e de “I Malfattori” di Modena che, pur essendo stati interrotti dall’ispettore SIAE - che evidentemente si poneva il problema se gli autori dei canti anarchici fossero iscritti alla SIAE (!) e che poi si è allontanato dopo aver verificato che gli organizzatori della festa avevano provveduto già in precedenza al pagamento forfettario del balzello – hanno coinvolto i presenti in canti e balli collettivi.
L’ultima giornata, domenica 9 settembre, si è aperta con la conferenza-dibattito con Luigi Di Lembo (storico) e Gianfranco Careri (Archivio U.S.I. – Ancona) su Camillo Berneri nel 70mo anniversario della morte del grandissimo anarchico ed anarcosindacalista trucidato dalla gendarmeria stalinista a Barcellona nel maggio 1937. Nel dibattito sono intervenuti diversi compagni con apporti non solo colti, ma capaci anche di dare senso attuale ai contributi teorici di Camillo Berneri, alla sua capacità organizzativa ed al suo essere rappresentante e coscienza dell’esperienza autogestionaria e anarcosindacalista.
Anche l’ultimo dibattito della giornata è stato molto partecipato e si è incentrato sulle nuove frontiere dell’anarcosindacalismo tra sindacalismo di base, antagonismo sociale, autogestione delle lotte, mutualismo e nuovi modelli di vita sociale e di produzione.
Un incontro che ha visto l’intervento della Coop. Agricola Biologica Iris di Cavaltone (CR); dell’USI Ospedale San Raffaele di Milano e di altri compagni. Il confronto si è incentrato sull’autogestione possibile; sulle contraddizioni che evidentemente si creano tra profitto e autogestione; sull’effettiva partecipazione dei lavoratori a progetti di autogestione di iniziative economiche; sull’organizzazione sindacale di base e sugli strumenti di democrazia interna ad ogni forma autogestionaria.
La festa si è conclusa con i saluti finali di Fabrizio Zanchi, Segretario Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana, in un atmosfera familiare e per nulla formale, il quale ha ringraziato i compagni che hanno organizzato la festa e tutti coloro che vi hanno partecipato. Zanchi ha sottolineato come l’USI sia un’organizzazione sindacale di lavoratori che hanno l’obiettivo non solo della tutela delle proprie condizioni di vita e di lavoro, ma anche quello della trasformazione radicale dei rapporti economici e sociali, nella prospettiva dell’autogestione della società, della produzione e dei servizi.
Nel ricordare la recente costituzione del sindacato metalmeccanici che ha visto concludersi il processo di federazione dell’USI con Alternativa Sindacale, che raccoglie le frange più avanzate degli operai Fiat di Melfi, Fabrizio Zanchi ha continuato evidenziando come l’USI ponga al centro della sua attenzione il mondo del lavoro, la comunicazione con la società in trasformazione, praticando la democrazia all’interno dei posti di lavoro e l’autogestione delle strutture sindacali e rivendicando le pratiche assembleariste, dell’azione diretta e della solidarietà. In altri termini un sindacato non solo di lotta, ma che mira alla trasformazione sociale e politica della realtà attuale e che adotta al suo interno un’effettiva e coerente pratica libertaria ed autogestionaria.
La serata si è conclusa quindi con un concerto di gruppi locali.
Complessivamente l’iniziativa ha visto una folta presenza di compagni, non solo dell’USI, provenienti dalla Sicilia, alla Sardegna al Trentino, nonché altri in rappresentanza della CNT spagnola, della FAU tedesca ed altri. Scarsa è stata la partecipazione proveniente dal territorio circostante per concomitanti iniziative di interesse locale, come una festa in costume organizzata nel comune vicino. Ciò non ha impedito però la partecipazione di intere famiglie a pranzo ed a cena, attirate da un ricco menu che associava la varietà delle pietanze (dalla carne, al pesce al vegetariano raffinato), i prezzi modici e l’alta qualità dei prodotti e della loro preparazione.
La brigata di cucina è stata oltremodo apprezzata da tutti per l’impegno e la passione dimostrati ed ha visto fra i protagonisti i compagni Pina, Sumo ed Orso Borselli di San Vincenzo, Franco Laterza di Milano, Davide Milanesi di Bologna ed altri compagni come Anna di Piombino, Mariella Caressa di Ancona, Antonietta Catale di Alessandria e, alla brace, il prode Miodrag.
Come sopra detto i dibattiti sono stati apprezzati, sia per i temi che per l’alto livello degli interventi dei relatori e dei partecipanti. A dire il vero nessuno si staccava più dai dibattiti neanche per andare a mangiare e per prendere posto nell’organizzazione e si continuavano anche lungo i tavoli dove ci si sedeva per la consumazione dei pasti. Dibattiti mai polemici, ma costruttivi e coinvolgenti. Non è un caso che chi partecipava al dibattito, poi, si recava allo stand dei libri e della stampa per cercarvi e trovarvi materiali di approfondimento e continuare una discussione in capannelli di compagni.
A questo proposito è da segnalare che – pur essendo la festa coincidente con la vetrina dell’editoria anarchica di Firenze (non per responsabilità degli organizzatori, ma per colpa del Comitato comunale di Piombino), la stampa ed i libri sono stati molto venduti, con esposizione dei libri dell’Eleuthera, de La Fiaccola, di Zero in condotta e dei principali giornali del movimento.
A lato della festa sono state presentate mostre e proiezioni di filmati nonché realtà di autoproduzione, dal caffè del Chiapas al miele a prodotti vari, tra i quali ricordiamo quelli del banchetto organizzato dal gruppo di Firenze. Una menzione particolare merita infine lo spettacolo di Sabatino Catapano che, con un monologo di Pulcinella, ha saputo toccare le corde più profonde della sensibilità umana e politica dei compagni presenti.
Gli aspetti tecnici, fonici e musicali sono stati curati dai bravissimi compagni di “Libera” di Modena, che hanno assicurato alla festa una presenza puntuale e competente da un punto di vista tecnico e trascinante da un punto di vista musicale, che ha coinvolto i compagni presenti in canti e balli fino a notte.
Qualche critica
Il bilancio economico si è concluso con un segno positivo, anche se l’iniziativa non era stata organizzata per portare profitto alle casse dell’USI. Questo elemento va comunque segnalato perché l’organizzazione dell’iniziativa è stata positiva anche sotto tale profilo, senza sprechi, ma con uno sguardo attento al benessere complessivo dei presenti (tanti ospitati nelle case dei compagni e nei camping convenzionati), alla pulizia dei luoghi, all’igiene dei bagni, alla qualità dei prodotti È senz’altro da sottolineare il sentimento, l’emozione, la solidarietà e la comunanza che si sono venuti a creare fra tutti i presenti grazie alla profusione ed all’impegno di chi ha organizzato materialmente il tutto ed alla partecipazione sincera e motivata di tutti gli altri. Un grande esempio di civiltà anarcosindacalista e di viva pratica autogestionaria.
Anche se le presenze – soprattutto giovanili – sono state inferiori alle aspettative, le reti di relazioni che si sono intessute o rafforzate sono tali, per qualità e quantità, da aver compensato questa defaillance. Le giornate si sono svolte con un clima atmosferico che invitava alla vicina spiaggia ed agli ultimi bagni estivi, ma chi è rimasto alla festa si è fatto un bagno di autogestione e di anarchia che da tempo – e non solo all’interno dell’anarcosindacalismo – non si apprezzava.
Un discreto risalto è stato dato infine all’organizzazione della festa anche da “Il Tirreno” e da “Il Manifesto”, che hanno pubblicato ogni giorno la locandina con il programma ed addirittura “Il Manifesto” la bella fotografia scattata all’epoca del “Biennio rosso” raffigurante la sede della Camera del lavoro di Piombino imbandierata con lo striscione “Unione Sindacale Italiana Piombino Elba Maremma”, che è stata l’immagine simbolo della festa dell’USI.
Qualche critica colta qua e là tra i compagni. Innanzitutto la scelta del programma che ha privilegiato più gli aspetti storico-politici (da Bianconi a Berneri) che quelli squisitamente sindacali, che pur sono stati affrontati con riguardo ai temi del precariato e della sicurezza.
Si è parlato poco di economia e di globalizzazione, così come dei problemi del territorio che ospitava la festa (dalla quadruplicazione del porto di Piombino destinato, tra l’altro, al trattamento/bonifica dei fanghi Italsider di Bagnoli e Piombino, ala costruzione dei rigassificatori a Rosignano e Livorno). Infine si è fatto poco per coinvolgere la gioventù locale poco attirata da un programma considerato serioso e per addetti ai lavori.
Gli organizzatori hanno fatto tesoro di quanto sopra e, sin da ora, invitano tutti coloro che vorranno portare il loro contributo a concretizzarlo con ipotesi di lavoro, idee e progetti per l’anno prossimo, nella migliore tradizione di pratica partecipativa ed autogestionaria.
Un grande grazie a tutti i compagni che hanno reso possibile e godibile la festa dell’USI di quest’anno (Giovanni di Bergamo, Simone e Giacomo alla gestione del bar, nonché tutti i compagni liguri e della Toscana) con un arrivederci all’anno prossimo.
Sergio Onesti
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