La pretesa del prete: introduzione ai meeting
Il
meeting anticlericale ha rappresentato per molti anni un punto
di riferimento nella battaglia italiana per il rispetto della
diversità culturale e della libertà di pensiero.
Ciò in un habitat politico fortemente soffocato dalla
presenza del Vaticano, cupola talmente efficace dal punto
di vista del condizionamento da far sì che il nostro
Paese sia ancora per molti aspetti fortemente arretrato nel
riconoscimento di diritti civili già compiuto in altri
paesi d’Europa.
Una storia di autogestione e di sfide, di provocazioni e di
repressione, caos creativo e punto d’incontro dal quale
nel 1986 nacque anche la prima versione organizzata della
protesta contro l’uso della fede a fini politici: l’Associazione
per lo Sbattezzo.
Fu da quel momento che il battesimo, questa “scheda
bianca” consegnata nelle mani della Chiesa, venne denunciato
collettivamente come fonte di fraintendimento, perché
considerare a tutti gli effetti “cattolico” chi
è stato battezzato è funzionale per le gerarchie
cattoliche alla presentazione di una massa di manovra in politica.
Una storia di intuizioni culturali e politiche: col rinnovamento
di un termine, “anticlericale”, che ci avrebbe
permesso di fare critica non alla religione di per sé
e neanche alla “fede” ma alle istituzioni e ruoli
che ne usano ed abusano.
La storia dei meeting parte dagli anni ’80 e finisce
a cavallo del 2000, contando migliaia di partecipanti, nel
frattempo molte cose sono cambiate. Eppure grazie al nostro
modesto lavoro il termine “anticlericale” è
uscito dai polverosi faldoni ed ha acquisito una nuova dignità.
La professione di sacerdote è una delle più
controverse del mondo, e possiede un alone tutto suo di ambiguità,
a volte similitudini con quella del militare: chi è
questa persona che viene messa alla guida di un gregge di
fedeli? Non è un teologo, al quale possiamo chiedere
conto della sua esperienza di pensiero e di ricerca sulla
fede, non è nemmeno un frate o un monaco, che sceglie
di percorrere la sua strada di fede col suo cammino interiore.
Il sacerdote è una figura plurale, intermedia, di professionista
della religione, le cui caratteristiche sono definite e indefinibili.
Che si tratti del sacerdote-manager, del missionario, del
prete di borgata, è sull’investimento che su
di lui ha fatto una struttura gerarchico-monarchica che i
fedeli sono chiamati a poggiare, tanto che spesso si tratta
di avere più fiducia su questa investitura che nell’esistenza
del “Regno di Dio”, come sottolineato dai recenti
avvenimenti.
Eppure, nella nostra società patriarcale e mammona,
questi uomini col potere di confessare i peccati altrui e
di consigliare
su ciò che non hanno mai vissuto, sono molto influenti:
ma come i politici di professione, spesso paiono nati imparati,
e vogliono orientare senza esperire, condizionare senza conoscere.
I meeting anticlericali non hanno voluto sferrare attacchi
personali né essere ideologici verso le religioni,
hanno piuttosto sottolineato quanto il professionismo religioso
sia un danno per la libertà di coscienza. Oltretutto
alcuni sacerdoti (ancora in carica!) hanno partecipato agli
stessi meeting...
Il nostro Discorso civile, innanzitutto, dalle radici libertarie
e femministe, sul potere e sulle – caste –, è
esploso poi anche nella politica ed ora è tanto in
voga, quasi si trattasse di discorso nuovo!
Così come il politico professionista, il poeta professionista,
o, come direbbe Wislawa Szymborska l’eremita professionista,
il clero gioca tutt’ora una carta bruciata nella partita
del rinnovamento: questo paludarsi, questo essere scelto dall’interno
di una struttura chiusa, oligarchica, separata (“sacra”)
depone tutt’ora male nel gioco delle modernità,
con quello schierarsi continuamente contro tutto ciò
che non sta all’interno del proprio chiuso orizzonte,
e dover intanto mediare con chi consente a questa struttura
gerarchica di continuare a sostenersi. Gli Stati, innanzitutto,
dittatoriali o non, e il sistema economico, ingiusto, pazzo,
crudele, ma pur sempre foriero della tassa di religione, ...dello
stipendio del prete.
Dalla decadenza, ormai totale, hanno salva la faccia solo
le religioni i cui ministri non sono sostenuti se non direttamente
dai fedeli stessi, o nelle quali si sono aperte le porte ai
cambiamenti, ad esempio spezzando il lucchetto patriarcale
al riconoscimento dell’autorità femminile. Margot
Kässman, pastora protestante guida della chiesa tedesca,
si è dimessa agli inizi del 2010, appena si è
diffusa la notizia che era stata trovata positiva all’etilometro.
Papa Ratzinger, già Prefetto della Congregazione per
la Dottrina della fede in tutti gli anni in cui il Vaticano
ha sconsigliato ai vescovi di denunciare i preti pedofili
all’autorità giudiziaria civile, al momento in
cui scrivo è ancora sul suo faticato scranno, a sostenere
la teoria che, pur con una incidenza nel clero di circa il
sei per cento, la pedofilia è solo un incidente di
percorso. Non solo, mentre le gerarchie gettavano fumo negli
occhi alla stampa sulla questione pedofilia con la promessa
di improbabili “collaborazioni” con la giustizia
“degli uomini”, sul sito web di Dio, il noto www.vatican.va,
documenti ufficiali confermavano la pedofilia come delitto
contro la morale (come nel vecchio codice italiano lo stupro)
e l’assoluta dipendenza dei rei dalla giustizia divina,
cioè facente capo alla Congregazione per la dottrina
della Fede.
Spesso la nostra attività di critica alla struttura
italiana della Chiesa cattolica, è stata attaccata
come aggressiva, o polemica: del resto tutti coloro che hanno
sostenuto in questi ultimi anni battaglie di laicità
sono stati accusati di “laicismo”, nel senso dell’essere
ideologici, aggressivi, intolleranti. Parliamo ad esempio
di Paolo Flores d’Arcais, col suo “Etica senza
fede”, o di Enzo Marzo, Giorgio Bocca, Alessandro Galante
Garrone, Vito Laterza, Paolo Sylos Labini, additati come feroci
laicisti per essersi permessi di ricordare concetti base della
democrazia liberale borghese. “Il principio dello
Stato moderno, quello che ha salvato l’Europa dalle
guerre religiose e ha garantito la libertà di culto,
è la distinzione tra diritto e morale”,
scrivono sul Manifesto laico nel 1998, e finiscono nel calderone
dei “mangiapreti” nel quale pensavano caduti solo
gli “anticlericali”.
Non ci si può aspettare di fare battaglie per il cambiamento
e di essere ben accetti da chi vive invece sulla stagnazione,
ci si aspetta, semmai, di essere incriminati per “resistenza
a pubblico ufficiale” quando ci si ripara dai colpi
del manganello.
Ora siamo giunti a tempi nei quali chi possiede i giornali
(ed Il Giornale) può permettersi anche il lusso di
pubblicare inutili articoli che teorizzano Wikipedia come
troppo “laicista”, solo perché vi sono
pubblicate molte voci sgradite agli integralisti.
Tornando ai meeting: in realtà il nostro può
considerarsi un servizio sociale, un dono politico, utile
anche ai credenti cattolici , una voce fuori dal coro che
si è semplicemente azzardata a dire chiaramente ciò
che molti, credenti stessi, pensano. Che sarebbe meglio cambiare.
Che una società più libera necessita di figure
differenti. Che la pretesa del prete, quella di reprimere
la propria sessualità credendosi Angelo, va valutata.
Che la pretesa del prete, quella di fare omelie di condanna
di realtà che non ha mai incontrato, è vana.
Che la pretesa del prete, di essere separato dai laici e immune
dalla loro giustizia, è ormai invisa ed odiata a causa
dei tanti crimini rimasti celati e recidivati.
Cadute queste pretese, nel tempo di oggi, in cui regna una
classe politica che si vuole tradizionalista in religione
e apertamente puttaniera nei costumi, il clero sa di non avere
più protezione, come in qualsiasi dittatura (ma questa
è differente, perché utilizza nuovi e più
pervasivi mass media), le sue debolezze saranno usate con
ancora meno scrupoli di un tempo per avere silenzio su temi
delicati, e obbedienza nelle mansioni comunque utili alla
“coesione sociale”, cioè al profitto dei
pochi.
Così, se vuole sopravvivere senza problemi, il clero
deve asservirsi ad un nuovo padrone e cercare nuovi alleati.
Ma in nome di cosa? Della sua stessa sopravvivenza.
In questo la critica politica dei meeting anticlericali, quando
ancora le spore dell’ex Dc stavano solo germinando ed
il clero aveva il SUO partito, ha visto lontano, prevedendo
le attuali cadute.
E non cedendo a tentazioni “spiritualiste” permettendosi
cioè giudizi sul tasso di cristianesimo di questa o
quella enciclica, di questo o quel porporato. O agognando
e mitizzando il sacerdote “alternativo”, la pietra
dello scandalo, che predica ed è “diverso”
pur non criticando mai direttamente i suoi superiori.
Certo, la storia dei meeting vista oggi è quasi incredibile:
un’ aggregazione annuale di tre o più giorni,
di carattere nazionale, svolta in spazi pubblici, senza sponsor
o fondi neri. Oggi utilizziamo i social network per coordinarci
e scendere faticosamente in piazza, giorno dopo giorno, contro
manovre sempre più fitte che riducono la società
ad uno spettro orwelliano: autoritarismo, mistificazioni dei
media, diritti fondamentali cancellati in nome di un asservimento
totale alle lobby di potere, libertà di parola che
costa a molte persone violenze gravissime, spesso nascoste.
Spesso la provvisorietà e la virtualità, un’aura
insopportabile di nuovo leaderismo, ci sconfiggono ancor prima
di iniziare.
Negli anni ’80 e ’90 abbiamo potuto invece incontraci
a lungo in una struttura tangibile, aperta ed anche conviviale,
e chiederci quanto potevamo ancora sperare di fare PER e non
solo contro, anche non sapendo quanto sarebbe durata la nostra
utopia propositiva di fronte alla sconfitta delle forme-partito,
al perdurare dei modelli neutri (leggi maschili) delle stesse
utopie, al decadere della socialità popolare di fronte
a quella commerciale, con tutti i necessari paradigmi di abbandono
della fiducia nell’Altro che l’inizio del terzo
millennio ci ha portato. Ah! Saperlo, saperlo... avremmo potuto
mettere meglio a fuoco i nostri “per”. Per una
libertà femminile che leggesse criticamente i modelli
maschili dominanti, le caricature della femminilità
ancora tanto in voga. Per sfatare i luoghi comuni conformisti,
la bugia che senza religione non vi fosse etica credibile
(e umanità), la favola del “nichilismo”
delle correnti di pensiero non religiose.
Mi riferisco alla balla dell’“edonismo distruttivo”
di chi non crede, costruita in primis proprio da Joseph Ratzinger,
il sir Bliss di questi decenni, che ha voluto interpretare
la psicoanalisi come la teoria del piacere senza limiti, confondendo
la politica capitalista del consumo con le politiche della
liberazione sessuale, attaccando oltretutto le Teorie della
differenza sessuale e del Gender come portatrici dell’indistinto
e del caos, mentre proprio queste hanno fatto luce sulle differenze
e sulla capacità umana di penalizzarle o valorizzarle
culturalmente. Innanzitutto donne come Irigaray, che ha svelato
una volta per tutte la bugia del discorso “neutro”,
in realtà maschile. E poi Judith Butler, con le sue
riflessioni sulla costruzione dell’identità sessuale.
Scrive Massimo Recalcati nel suo “Elogio dell’inconscio”,
in difesa proprio di questo oggetto che “è dotato
di un suo rigore etico e di una sua propria grammatica”
e che in questi anni sembra essere sparito nell’ uniformazione
della psicologia e nella mercificazione del desiderio,
-
“Come Copernico e Darwin avevano contribuito in modo decisivo a infliggere due umiliazioni fondamentali al narcisismo dell’uomo che si considerava il padrone del mondo..., Freud infligge la terza e più sottile umiliazione. Non essendo più al centro del cosmo (umiliazione cosmologica), né potendo vantare una origine divina (umiliazione biologica), l’uomo non può più nemmeno essere “padrone in casa propria” (umiliazione psicologica)... Credo si debba elogiare la psicoanalisi su questo punto, perché in questa frustrazione del narcisismo umano essa produce una cultura critica che si oppone a qualunque enfatizzazione unilaterale dell’uomo e dei suoi poteri accostandoci a un’etica della tolleranza e del rispetto delle ragioni dell’altro.”
E di narcisismo, in questa attuale tele-dittatura di Papi eleganti e di politici-divi, ne sappiamo qualcosa.
Ma quanto costa, ad una cultura cattolica che contesta le politiche del “Partito dell’Amore” berlusconiano (quello che afferma che chi svela le differenze e crea dissenso produce “odio”) riconoscere che il Prèmier gli ha scippato la retorica del Bene, sulla quale, per appiattire i conflitti e tacitare i dissenzienti, tanto il clero aveva lavorato?
E quando si chiuderà in Italia il tormentone sul rapporto tra religione e sessualità, svelandola dalla sua matrice procreativa, risorgendo dall’angusto loco di penitenza in cui secoli di macerazioni e fobie lo hanno rintuzzato?
Sergio Quinzio, teologo e mistico, scriveva nel suo “Mysterium iniquitatis” che sarà l’ultimo Papa, da lui riproposto col nome di Pietro II, a cadere all’incrocio dei bracci della Basilica di san Pietro, dopo aver lasciato ai posteri le sue riflessioni sulla necessità per i cristiani di credere veramente nella profezia della Resurrezione della carne, ciò smettendo di considerare il sacrificio sulla croce del loro Dio come l’atto finale salvifico della loro religione, ma credendo che veramente tutte le cose materiali della Terra, alla fine, saranno loro restituite integre. Questo dogma, terribile e incomprensibile per gli stessi credenti, svela con Quinzio la matrice iperbolica della sua religione, rigetta l’ambiguo piacere clericale della negazione del corpo, rifugge dal bizantinismo e dell’astrazione propri della teologia ratzingeriana, e pretende forse per il cristianesimo una strada differente, alla ricerca di una conciliazione con il mondo terreno e di una fede che realmente interloquisca con la paura della morte. Fine delle gerarchie o pericolosa mutazione in una fede totalitaria e ancor meno tollerante verso le laicità? Ci sarà modo di discuterne.
Infine, ma non in ultimo, una menzione per tutti coloro che, seppur non citati in questo breve testo, dall’intento divulgativo e privo di pretese storiografiche, sono stati presenti anno dopo anno ai meeting fanesi, costitutori come me del “nocciolo” della manovalanza, con le loro capacità, i sacrifici e la fatica, gli scherzi, prova tangibile delle possibilità di realizzazione sociale delle utopie che scegliamo. (1).
|
Uno dei primi articoli sullo sbattezzo
usciti sulla stampa nazionale, L’Espresso 1986 |
Dai campanili alle spiagge: una città in miniatura
Per introdurre la storia del “fenomeno meeting” occorre accennare proprio al suo peculiare habitat.
Fano è una piccola città di provincia lambita da un mare tranquillo, l’Adriatico.
Le Marche, parte essenziale dello Stato pontificio di un tempo, restano nei luoghi comuni velate da una certa aura impiegatizia, tanto che usava dire “meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta” con riferimento al fatto che molti degli esattori delle tasse papali erano marchigiani. Papa Clemente VIII, al secolo Ippolito Aldobrandini, che firmò la sentenza di condanna per Giordano Bruno, era fanese di nascita.
Campanili, chiesette, case volanti della Madonna che, per miracolo, dalle nubi si depositano sui colli di Loreto... il panorama verde e azzurro campagnolo si stempera scendendo verso il mare.
Proprio Fano, luogo di confluenza della vecchia strada consolare Flaminia col mare (ed ora dell’autostrada A14), ha un bagaglio di cultura ironica, abituata agli scambi di denaro e di battute con chi giungeva dal Lazio e dall’Umbria sino alla costa o chi invece vi approdava. L’antico e mai ritrovato “Tempio della dea Fortuna” era sicuramente il pit-stop pagano adatto a chi si metteva in viaggio per commercio.
Assieme a Viareggio, la città è una delle culle dell’arte cartapesta, ed ospita il più antico Carnevale d’Italia, il cui “pupo” storico, bruciato ogni anno in coda ai festeggiamenti, si chiama “Vulón”, cioè colui che si vanta, e segna l’insopprimibile senso del provincialismo, la pantomima dei nobili, dei possidenti e dei rampanti che dalle campagne e nella stessa città rincorrevano gli agi e la notorietà cittadina e sfottevano sempre, metodicamente, il nuovo venuto.
Depositaria delle influenze della calata napoleonica, affine alle ironie del pesarese Rossini e del romagnolo Fellini, “Fanum” (appunto, “tempio”!) sprigiona un sotterraneo senso di irriverenza e di contagiosa arguzia, tanto che anche il nome della sua spiaggia di sassi, “la Sassonia”, non può non far ridere quando pensiamo che una gran parte del turismo fanese è tedesco. L’anima pagana è a lungo assopita, forse narcotizzata da secoli di gestione clerico – borghese della città, nella quale tutto si svolge tra canoniche e municipio, tra sindaco, notaio, vescovo e sacerdoti di campagna.
Leggere Fabio Tombari (2), scrittore fanese celebre negli anni Trenta (fu uno dei delfini della Mondadori), può aiutare a capire la vita di questa città, microcosmo di personaggi proto-felliniani che sono sempre un po’ delle caricature. Chi invece ha letto qualcosa della storia dello Stato Pontificio non ignorerà uno dei fatti più eclatanti, detto “l’oltraggio di Fano”, svoltosi secondo le cronache dell’epoca nel 1537, quando il figlio di papa Paolo III, il temuto e debosciato Pier Luigi Farnese, insidiò e stuprò il giovane vescovo fanese Cosimo Gheri. Quale luogo migliore per rinfocolare i sentimenti anticlericali, sia dei non credenti che del... clero minore?
Dalle stanze alla piazza: usciamo all’aria aperta
La tradizione anarchica e libertaria marchigiana ha lasciato nella città la sua traccia, ancora presente negli anni ’80 per l’attività del Circolo culturale Napoleone Papini (3), che gestiva la sua modesta ma attrezzata sede in centro in coabitazione con il Collettivo femminista. Qui si incontrano gli anarchici attivi nel sindacalismo, gli antimilitaristi (la legge che disciplina l’obiezione di coscienza al servizio militare era del 1972 e molti anarchici anche prima si rifiutavano di svolgere il servizio militare e di vestire la divisa e finivano in galera), si vendono libri di piccole case editrici: dalla storica La Fiaccola (4) di Ragusa, nota per i suoi pamphlet anticlericali anticipatori di quelle che furono poi le Millelire di Stampa Alternativa, alle edizioni Antistato, dalle riviste mensili come A rivista anarchica, al settimanale Umanità Nova (un vero settimanale di formato simile a un quotidiano, senza...finanziatori occulti) stampato a Livorno dalla Federazione anarchica italiana. Al Circolo toccherà verificare quanto sono cambiati gli umori conservatori cittadini, quegli umori e quei poteri che già con l’arrivo negli anni ’70 di Adele Faccio (5), all’epoca delle battaglie per il divorzio, si erano scatenati sul quotidiano Il Resto del Carlino in filippiche dai toni... infernali.
Siamo negli anni ’80 e sta per entrare in scena, come patto di non belligeranza tra Stato e Chiesa, il Nuovo Concordato, che consentirà alla Chiesa di incassare il famoso Otto per mille Irpef, senza però ancora prevedere la possibilità per altre confessioni religiose di fare altrettanto (cosa che avvenne poi, ad iniziare dall’intesa con le Comunità ebraiche del 1989), e con l’introduzione di meccanismi tali da devolvere le quote di coloro che non scelgono.
Non solo, sono gli anni dell’avvio del papato di Wojtyla, eletto nel 1978, e delle manovre finanziarie e politiche che creano il clima torbido nel quale si inscena l’attentato al Papa del 1981, e da cui sfocia lo scandalo dello Ior, con l’assassinio di Roberto Calvi nel 1982 e l’incriminazione del cardinale Paul Marcinkus nel 1987. Il regime sovietico scricchiola ed i falchi occidentali legati la mondo dell’alta finanza e del Vaticano vogliono approfittarne per fare da perno ad un nuovo corso che “liberi” gli stati ex sovietici per esportarvi, oltre al libero mercato, anche il cattolicesimo.
Sono anche gli anni della riforma dell’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, con la cosiddetta legge Falcucci del 1985, e la protesta di chi si ritrova, non volendo frequentare l’ora di religione cattolica, messo ai margini dei tempi scolastici.
È naturale che anarchici, libertari, femministe, siano depositari di istanze differenti e più incisive di quelle di chi, con una cultura politica comunista di partito, tende invece a giungere a patti con “l’altro potere”, quello clericale, dividendosi gli spazi di ingerenza, non per niente l’Italia è il Paese di Don Camillo e di Peppone. Così Fano, all’improvviso e a causa di una congiunzione favorevole di opinioni e passioni, diviene la sveglia di un fermento anticlericale assopito in tutt ’Italia. L’occasione la offre lo stesso Papa, facendo annunciare la sua venuta in pompa magna il 12 agosto del 1984. “Il Papa incontra i marinai”, dice l’annuncio alludendo vagamente ad incontri evangelici e pesche miracolose, mostrando di manovrare già bene quello spirito da spot pubblicitario che poi sarà esempio per tutti i neo-leader italiani.
Uno spazio liberato: la prima Zona Dewojtylizzata d’Italia
Inizia a Fano il balletto organizzativo della visita papale, finanziato da Comune, Regione, Stato italiano: una serie di oboli suppletivi oltre a quelli già pagati dalle casse nazionali, con una spesa comunale quantificata in un miliardo di vecchie lire. Nuovi parcheggi (uno viene ancora definito dai fanesi “parcheggio del Papa”), strade asfaltate, mega-pranzo allestito presso la Cooperativa “Il pesce azzurro” (mensa con menù a base di pesce), con ai primi posti i notabili cittadini, ed un grande palco sul mare con posti a sedere riservati per assistere alla messa celebrata da Wojtyla, arrivo in elicottero e viaggio in papa-mobile blindata attraverso le vie della città. Alla faccia della sobrietà! Del resto è il nuovo corso mediatico introdotto da questo Papa giovanile e sportivo (detto allora “L’atleta di Dio”), il cui volto e la cui sicurezza nel parlare e nell’imporsi ai fedeli non nasconde un autoritarismo sincero, e l’ intenzione propagandistica sarà evidente nell’apparato spettacolare dei suoi viaggi.
Forse vale la pena di ricordare che l’uso dei mass media da parte dei religiosi non era allora così scontato come oggi,e che anzi la Chiesa si era prodigata in raccomandazioni circa il “pericolo morale” insito nell’uso della tv, e impegnata nella richiesta strenua di censura sia della stampa che della radio (canzoni, film, argomenti “licenziosi”, ricordiamo che sino agli anni ’70, per legge, in Italia non si poteva neppure parlare in pubblico di contraccezione).
Il tempo dei sondaggi, dei mass media che creano opinione, delle televisioni private, richiede alla Chiesa un’operazione di commercializzazione della figura del Papa? E così sia! Nel 1985 poi Wojtyla inaugurerà anche le Giornate Mondiali della Gioventù, beandosi di bagni di folla prima inimmaginabili, e nel frattempo inizia una restaurazione post Concilio (6) senza limiti, ad iniziare dalla sua Enciclica, la Familiaris Consortio del 1982, nella quale nega l’eucarestia ai divorziati e invita con decisione a non usare alcun tipo di contraccettivo. Questo papato si caratterizzerà per grandi aperture “umane”, che creeranno la passione per il Papa – leader capace di suscitare emotività ... e per grandi strategie di chiusura delle timide aperture mosse verso la teologia più innovativa e i fermenti sociali dei tre precedenti Papi, papa Giovanni XXIII, papa Paolo VI e lo sfortunato papa Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani.
E c’è chi non ne può già più di questa “wojtylizzazione” del territorio: così gli anarchici ed i libertari del Circolo Napoleone Papini, assieme agli antimilitaristi, alle femministe ed a tanti altri, inaugurano la loro “Zona dewojtylizzata” e stampano il primo adesivo “Papa Wojtyla? No, grazie”, il quale, ricalcando lo stile di quello antinucleare, suscita sconcerto nelle curie e plauso altrove, circolando su richiesta popolare in oltre 10mila copie. Alcuni dei componenti del locale Collettivo antimilitarista fanese, ovviamente, vennero subito denunciati, senza prove concrete, per “affissione abusiva”.
Lo slogan “Il Papa incontra i pescatori”, col solito intento massificante, non piace a diversi lavoratori del Porto di Fano, che sostengono la nostra iniziativa da subito con grande energia. (7)
Quell’occasione fu la dimostrazione che esisteva la possibilità di aprire spazi di libertà e dissenso nella città, a beneficio di tutti. Infatti fu possibile richiedere l’uso di uno spazio sul lungomare, la nuova “Tensostruttura”, come luogo espositivo e di festa senza incappare nei vincoli e regolamenti restrittivi che invece poi vennero imposti, per dar modo alla politica di impicciarsi dell’uso degli spazi pubblici, restringere le possibilità d’uso tramite l’aumento delle tariffe di occupazione del suolo pubblico, o con l’applicazione “all’italiana” delle norme per la somministrazione di cibi e bevande che potevano essere più o meno rigide a seconda di chi esercitava e di chi veniva segnalato come fastidioso ed ingombrante con le sue iniziative.
Certo, il primo “meeting anticlericale” (definizione proposta da Donato Romito (8) per la seconda iniziativa) prese in contropiede quelle che chiamerei le “Forze del consenso”: politici, clero, i tradizionali “benpensanti” (che amano essere gli unici a pensare) non ebbero tempo di reagire a questo piccolo spazio d’informazione in riva al mare. Mentre le gente però leggeva le mostre da noi scritte e incollate dai titoli più fantasiosi (allora solo pennarelli e colla, niente stampa digitale...), un signore con lunghi mustacchi, con un foglio poggiato sulla spalla di un sacrestano, copiava i testi che riteneva più criminosi. Si trattava di un attempato capo-scout molto vicino alla Curia vescovile, dal significativo nome di Carlino (il più noto quotidiano con pagina locale fanese, è il già citato Il Resto del Carlino).
“Il costo del Wojtyla”, sulle spese della visita papale, “Il Signore scia con voi”, sull’alone mediatico della sportività di GPII, “La mela è mia e la gestisce io” sull’antifemminismo di Wojtyla, “Un’onnipresente intolleranza”, sui viaggi del Papa, in particolare sulla visite papali nel mondo, che vedranno in seguito nel 1987 l’abbraccio al dittatore cileno Pinochet, “Cacciatori di porpora”, sulla scalata agli alti vertici vaticani del clero vicino a Wojtyla... la gente leggeva interessata e si apriva la sperimentazione di una nuova attività popolare, quella che avrebbe fatto uscire il termine “anticlericale” da polverosi archivi e l’avrebbe riscoperto col significato attualissimo dell’ avversione al professionismo religioso, al preteso monopolio dell’etica da parte delle religioni, ed all’ingerenza pesante ed opprimente del Vaticano nella vita sociale e politica italiana. Un termine con un significato rinnovato quindi, e capace di riunire assieme sia non credenti od agnostici che molti credenti arcistufi dei diktat e delle parate delle gerarchie.
Secondo meeting anticlericale: un diavoletto carino ed... in tonaca
La Rocca Malatestiana di Fano, costruita tra il 1458 ed il 1452, deve il nome a Sigismondo Malatesta, Signore anche della vicina Rimini: era un grande spazio, ben poco utilizzato, nel quale ancora al pianterreno stavano le celle chiuse, ricordo dell’epoca in cui era divenuta un carcere. Queste negli anni successivi saranno oggetto di un aneddoto, quando Pietro Bianconi, partigiano, libertario ospite del meeting, declinerà gentilmente l’invito a dormire in una celletta, adibita a foresteria, per non ricordarsi dei suoi trascorsi in cella durante il fascismo. Bella, coi suoi camminamenti dai quali si vede il mare, un po’ discinta, con qualche mattone cadente a causa dei mancati restauri (sulle mura qualche fiore di cappero), ragnatele qua e là, solo qualche stanza a pianterreno occupata perché adibita ad ufficio comunale... della Nettezza Urbana. A chi volete che importi se ce la prendiamo per un fine settimana? Nessuna tariffa oraria, basta fare una richiesta e tagliare un po’ l’erba nel bel cortile interno vasto e spoglio.
Altri tempi. L’idea di organizzare un meeting estivo ci stuzzica, ci piace la possibilità di poter cucinare e organizzare anche uno spettacolo serale. Ci sono persone disposte a tenere conferenze e a fare mostre: e così nel luglio del 1985 il meeting si fa. È una cosa nuova per la città, una festa organizzata che non rientra nei programmi turistici comunali, o tra i dibattiti estivi tradizionali organizzati nelle feste dei partiti, molto in voga negli anni ’80. Eppure è proprio l’atmosfera, favorevole allo spontaneismo, del nostro piccolo Comune che ci dà la possibilità di organizzarci senza troppe spese: vi sono strutture pubbliche da usare, e ancora è tutto a misura di cittadino qualsiasi. Ti serve un pentolone in cui cuocere la pasta per 50 persone? Vai all’Ufficio Economato, fai una lista, compili una richiesta et voilà! Devi solo andartelo a prendere. Graticole di dimensioni infernali, pentoloni profondi mezzo metro, padelloni pantagruelici, forchettoni da sagra, massicci tavoli (usati anche per il servizio elettorale) sui quali ceneranno centinaia di anticlericali.
Occorre sottolineare l’atmosfera di integrazione tra ideali politici, capacità, quotidianità che si crea da subito al meeting: il fatto di gestire uno spazio fisso per alcuni giorni fa sì che persone diverse tra loro si conoscano, che altre possano arrivare (non c’erano ancora i social networks), soprattutto fa uscire allo scoperto le capacità e le competenze delle persone. Dalle frequentatrici del Circolo N. Papini, liceali e universitarie, che si scoprono magazziniere o libraie, alle economiste che diventano bariste, ai muratori che montano i palchi, ai bancari tramutati in chef abilissimi.
Si crea così quel caos creativo che fa venir fuori le energie migliori o peggiori alle persone, che crea sia le nuove amicizie che le divergenze. Sarà inoltre leggenda del meeting che ogni anno non solo si creassero nuove amicizie, ma anche nuove coppie, nuovi progetti...e, contraddicendo la diceria che i laici e gli anticlericali posseggano una “cultura della morte” (semmai del buon morire)... nuovi bambini.
Il meeting è ancora un piccolo spazio, poco pubblicizzato, però già esprime il suo fascino maledetto. Ad iniziare dall’immagine scelta per il manifesto serigrafato di quell’anno: un pretino ottocentesco con alette, corna e coda da diavolo, su uno sfondo rosso scuro. Su questo spicca la domanda: “Cos’è bene, il diavolo o l’acqua santa?” Quasi a significare la complementarità tra virtù e peccato ed il clericale gioco delle parti tra questi antipodi culturali.
Ai dibattiti, uno sulla “Wojtylizzazione della Chiesa cattolica”, l’altro su “Stato italiano e nuovo Concordato”, si respira già la potenzialità critica che poi svilupperemo.
Terzo meeting anticlericale: di tutto, di più
Uno spazio di incontro anticonformista non passa inosservato, e il fatto che sia organizzato in luoghi pubblici e ad ingresso gratuito dà i suoi risultati. Catalizza cioè l’attenzione dell’area giovanile e della sinistra marchigiana, e non solo di quella che oggi si definirebbe “sinistra radicale”. Così, a leggere il programma del Terzo meeting, tenutosi alla Rocca Malatestiana dal 14 al 17 agosto 1986, sembra di leggere quello di una via di mezzo tra una Woodstock all’amatriciana e un impegnato convegno libertario. Dodici gruppi musicali in tre serate (nomi come “La croce e il nulla” a “Rivolta dell’odio”...), video, cabaret, dibattiti che spaziano dal movimento antinucleare (a pochi mesi dall’incidente di Chernobyl) a quelli di tematica prettamente anticlericale, con Adriana Dadà (9) su “Chiesa cattolica e rivoluzione spagnola, 1936/1939” a Gianni Cimbalo (10) sull’ora di religione nella scuola pubblica.
Questa edizione del meeting tiene a ...battesimo molte idee che poi si replicheranno nelle edizioni seguenti, in primis il “Menù eretico” (11), che divertì e nutrì schiere di buongustai. Il Menù viene raffigurato anche con vignette su Insalate iconoclaste e Salse eretiche presso la mensa, e con grafici, redatti da cuoche-esperte matematiche, sulla composizione degli... spiedini d’eretico. Degna di menzione la vignetta raffigurante il Pollo “Giuliani” alla diavola, ... raffigurante (molto carino il pollo e perfetta la caricatura) il nostro acerrimo oppositore locale democristiano. Poi la Camminata collettiva sull’acqua, una mattutina (non troppo) passeggiata di gruppo “non competitiva” sul bagnasciuga adriatico che inaugurò un nuovo modo di fare volantinaggio.
La terza edizione inoltre apre una nuova stagione di censure, in primis ad opera della Questura locale, messa in moto dalle più insistenti lamentele di chi, non contento di regnare indisturbato, si preoccupa anche di soffocare la satira e di impedire, se non può i pubblici dibattiti, almeno lo svolgimento sereno della kermesse. La Digos si concentrò sulla mostra del materiale, di altissima qualità artistica, dell’editoria underground olandese di contestazione alla visita del Papa svoltasi nel maggio del 1985, “Il papa ti irrita? irrita il papa” che presentava già un concetto di satira “alla pari” sul Papa che non poteva essere ammesso in Italia.
Questa mostra, con fumetti e grafica di altissimo livello, fu presentata dalla Federazione dei comunisti anarchici (12), molto presente ai meeting ed anzi propositrice di letture politiche originali rispetto alla “questione religiosa” in Italia. Scrivevano infatti per la presentazione: “per iniziativa congiunta della Chiesa cattolica e di alcune “forze laiche”, che guidano l'alleanza pentapartito, si persegue un disegno strategico tendente al “compattamento confessionale” del paese in gruppi religiosi” mostrando un taglio analitico dei cambiamenti sociali ed un notevole acume nella previsione della tendenza al comunitarismo, nella quale ha buon gioco la nascita di nuove Comunità religiose chiuse.
Dopo aver chiesto quindi, con atteggiamenti anche intimidatori, la rimozione di alcuni fumetti, le “autorità” preposte denunciarono due degli attivisti (io e Federico Sora) e la denuncia sfociò automaticamente in una multa di centomila lire per esibizione di materiale osceno.
I meeting, a causa delle pressioni politiche, vennero da subito considerati reato in se stessi: fin dalla seconda edizione fu usanza dei Carabinieri annotare le targhe di tutti i mezzi parcheggiati nei pressi e comunicare poi ai comandi locali la partecipazione dei proprietari al meeting. Si avviavano probabilmente indagini sulle persone segnalate, molti frequentatori raccontano di visite al loro domicilio da parte dei Cc.
Ci furono poi i primi tentativi di sabotaggio “amministrativo”, se così si può dire, con l’assessore all’urbanistica che concedeva gli spazi a patto che non venisse esposta la scritta “anticlericale” perché, diceva, era offensiva per i ...clericali!
A questo si aggiunge il tentativo, poi ritirato, di vietare l’uso dello spazio centrale sul lungomare, la Tensostruttura di Sassonia, per iniziative “non comunali”.
Allora l’esperienza era troppo diretta e fresca, per noi organizzatori, perché potessimo, oltre che percepire, capire che avevamo aperto un catalizzatore di stili, persone, energie che viveva al di là delle nostre aspettative e preoccupava così tanto, secondo una certa interpretazione politica (fatta presente alle “forze dell’ordine”) così da dover essere controllata, ostacolata e repressa. C’era inoltre il nostro pensiero organizzativo e strategico, aperto al contributo di tutti e per questo vincente, e non ideologico, che faceva paura perché non stava al gioco delle spartizioni e delle ipocrisie. In un periodo in cui la laicità era sempre più svendibile in cambio di favori, e Comunione e Liberazione promuoveva la spartizione degli appalti pubblici, qualsiasi discorso in difesa della non lottizzazione dei beni e dei servizi pubblici risultava controcorrente e sgradito.
Ma c’era anche l’estate, la gratuità di spazi altrimenti poco utilizzati che aprivamo a tutti, la scarsità di iniziative di questo tipo nell’area giovanile: tutto ciò convogliava verso di noi l’interesse delle persone cui andava di fare qualcosa di diverso della propria vacanza. Qui confluiva anche il disagio, la curiosità, la voglia di parlare o di strillare al mondo la propria ribellione verso un paese bigotto e conformista, e verso chi ha sempre voluto colpevolizzare e patologizzare la diversità ed il dissenso segnalandoli non come ricchezza ma come problema.
Il terzo meeting è anche quello in cui, il 15 agosto, si svolge l’assemblea costituente della Associazione per lo sbattezzo (13), la cui scrittura verrà poi depositata presso l’ Ufficio del registro a Fano nel dicembre 1986. Subito una iniziativa interessante dell’inverno dello stesso anno: la presentazione a Fano della conferenza dello psicologo Alberto Pettigiani su “I guasti psicologici dell’educazione religiosa” (14).
Quarto meeting anticlericale: gli spazi vuoti si colmano
È in quest’anno, il 1987, che il meeting anticlericale diventa compiutamente un appuntamento “mondano” nazionale per l’area anarchica e quella giovanile punk, ed un polo di attrazione per l’area radicale, socialista e laica, attivata dallo sbarco sulla cronaca nazionale della notizia della fondazione di una associazione per lo “sbattezzo”. Il quarto meeting vedrà la partecipazione al programma di Guido Tassinari (15), figura storica dell’area di pensiero radicale che in Italia sostenne il ricorso alla sterilizzazione maschile volontaria prima, e la libertà di eutanasia poi. A questo meeting si apriranno anche spazi alla coscienza della corporeità e al discorso sulla sessualità, con la partecipazione di Gianni Azzola, psicoterapeuta milanese, ed il suo seminario sulla bioenergia. Il quarto meeting avrà il suo logo, quel cartello triangolare di pericolo generico, al posto della “A” di anticlericale, che verrà stampato anche sulla “Millelire” edita grazie a Stampa alternativa nel 1993 e su vari gadget per l’autofinanziamento (in primis le magliette).
Questa edizione del meeting viene pubblicizzata con un volantino che contiene, oltre all’immagine ed al programma, anche un testo. Cos’era cambiato? Il fatto che la stampa iniziasse ad interessarsi ai meeting ci dava la possibilità di fare delle domande, di indicare dei temi, di dare delle risposte. “l’anticlericalismo di questo secolo rivendica la libertà di non culto, la liberazione da tutti i marchi clericali sull’individuo e sulla società. Perciò, lunga vita al meeting. Perseverare diabolicum est, ma anche liberatorio”. Di fronte alle accuse degli integralisti cattolici fanesi, che definivano il meeting una “festa blasfema”, ribattevamo ironicamente che la nostra festa dispensava “il beneficio della scomunica e dello sbattezzo”, sottolineando “che si deve lottare senza accettare che la nostra concezione di vita ci venga fatta scontare come peccato”, ed in questa frase è percepibile il legame con tutti i movimenti di lotta per i diritti civili e la laicità. Oltre a Tassinari ed Azzola, intervengono poi Gualtiero de Santi (16) (su “fede e laicità”) e Paolo Cognini (17). Quest’ultimo presenta un tema che verrà sviluppato in seguito col discorso delle unioni civili: la Chiesa e la codificazione dei “comportamenti amorosi”, introducendo a Paolo di Tarso e alla storia dell’ istituzione del matrimonio cattolico.
Nel 1987 la romana Radio Onda Rossa arriva al meeting evidenziando un episodio che troverà altri gravi risvolti in seguito, col processo per le emissioni elettromagnetiche nocive delle antenne radio vaticane. La radio romana sottolineerà l’aggressività della propaganda vaticana: il furto delle frequenze da parte di Radio Vaticana alle piccole radio indipendenti del Lazio.
La Rocca Malatestiana si riempie dei primi visitatori “fidelizzati” e di turisti e di curiosi, ed arrivano anche i contributi espositivi artistici, oltre a quelli politici (con la mostra, ad esempio, sui “Privilegi delle confessioni religiose nella società”): arriva, nuova e cosmopolita, la “mail art” (18), coi suoi pannelli, i suoi ritagli e contributi artistici da tutto il mondo, i gruppi musicali locali si moltiplicano tanto che sarebbe impossibile elencarli tutti.
Quinto meeting: dall’ora di storia a quella di... ginnastica
Ecco un’agenda inedita per la Rocca Malatestiana fanese, in una giornata d’agosto del 1988. Al mattino alcune persone di svariata età svolgono una stage di ginnastica bioenergetica, qualcuno in cucina fornisce diverse gigantesche moke di caffè a coloro che si sono fermati a dormire nelle cellette interne, cioè a chi si occupa dei concerti, della libreria, della cucina e delle pulizie. Il problema del dormire è stato risolto delegando “gli ultimi”e meno assonnati gestori di mensa e spettacoli alla chiusura del massiccio portone d’ingresso, per consentire ai compagni e compagne che lavorano alla gestione di dormire perlomeno qualche ora in pace. Mai il detto “gli ultimi saranno i primi” sembra più funzionante.
Il fossato erboso, opportunamente falciato, ed il giardino antistante sono invece sede del campeggio libero. Un campeggio libero in pieno centro città?!? Incredibile a sentirsi oggi che si urla al degrado anche se un ragazzino mangia una focaccia seduto sui gradini di un edificio pubblico.
Oltre a “quelli della ginnastica”, più mattinieri, è dalla tarda mattinata che inizia ad entrare gente per visitare le mostre e sbirciare il menù eretico (in questo meeting anche “pietanze scismatiche” a causa dello scisma vaticano della corrente del Cardinal Lefevbre) (19), mentre chi si è candidato alle corvée si destreggia nella sistemazione dei magazzini e della cucina, nella preparazione del pranzo, nella pulizia dei bagni per i quali una veterana compagna anarchica di Livorno, Marina Giandolfi, inventò per i casi disperati una bottiglietta di acido muriatico “a spruzzo”, precursora beat dei prodotti yuppie “a pistola”.
Ma al di là del nostro aspetto, del quale c’è da essere orgogliosi, di kermesse pezzente e “autodidatta”, questa edizione si gioverà dell’articolo apparso pochi mesi prima sul quotidiano La Repubblica, che dava notizia della nascita dell’Associazione per lo sbattezzo riportandone con cura l’indirizzo fanese, e che aveva scatenato una mole di corrispondenza tale verso la sede fanese da costringerci allo svuotamento giornaliero della nostra casella postale di centinaia di lettere di interessati.
Estremamente utile per noi l’interesse della stampa nazionale (20), che ci consentì anche in epoca ancora preistoria per internet, di far conoscere i nostri argomenti a tutt’Italia.
Mentre il pomeriggio scorre lento e pigro nel caldo estivo, all’ombra degli ippocastani del giardino interno, proprio nel 1988 parte l’idea dell’“Angolo divino”, che vedrà poi anche eno-etichette autoprodotte e sosterrà non poche fantasiose chiacchierate e infuocate discussioni pomeridiane.
Il dibattito di apertura del venerdì vede l’intervento dell’Aied, la Associazione italiana per l’educazione alla contraccezione con “Come si svuota la legge 194 senza abrogarla. Le manovre della Chiesa”. A questo si aggiungerà un dibattito su “La religione del padre. Il ruolo subalterno delle donne nella Chiesa cattolica” con Marina Padovese (21) e Katia Vandini.
Al piano superiore dell’edificio, l’intervento di chiusura della domenica sarà un dibattito che susciterà l’indignazione dei benpensanti, anche se tratta di un tema noto e riconosciuto, e non solo in Toscana: “La bestemmia come espressione di rivolta e fantasia popolare contro la Chiesa”, proposto da Guido Tassinari. Qui anche la mostra “Settimo: non rubare”, che percorre le tappe dei rapporti tra Vaticano e finanza, e che poi sparirà, forse... rubata, o data in prestito a non si sa chi durante quell’anno.
Ma la quinta edizione del meeting offre molto di più della provocazione, e vede l’arrivo di nomi e personaggi più noti che in passato: Cemak (anche lui marchigiano) con la mostra sulla sessualità nel linguaggio politico, Caterina Bueno (22), la nota studiosa di musica folk italiana, ospite fissa dell’edizione, le Officine Schwarz allora gruppo di punta della musica “industriale” italiana, Enrico Sturani e la sua sterminata collezione di cartoline.
Si è consolidata intanto una “tradizione” organizzativa che vede riunioni aperte nei mesi precedenti, nelle quali si fa il conto degli argomenti e delle persone disponibili a lavorare alla costruzione del meeting, e si cerca di trovare a fatica delle regole che permettano il rispetto delle aspettative di tutti. Non sarà facile venire a patti con la solita folla di persone che crede che le proprie esigenze debbano essere sopportate da tutti: da quello che vuole bere, e vuole farlo gratis, a chi vuole pontificare, a quello che non accetta la chiusura notturna e crede ci faccia il piacere ascoltare la sua musica (alla batteria!) anche alle 3 di notte.
Sta di fatto che, al di là di episodi sporadici (niente di più di quel che può accadere a qualsiasi festa) e di piccoli problemi organizzativi (come quando l’Amministrazione non ci fornì per due giorni i secchi per i rifiuti), la Rocca Malatestiana sembrava svecchiata dalla sua muffa e dai suoi calcinacci: e soprattutto il giardino resta privo delle “spade” che invece nelle notti disabitate del resto dell’anno restavano abbandonate nelle aiuole.
Ecco che una rissa scoppiata in un bar sul lungomare, nella quale si riconoscono alcuni personaggi che erano stati visti di passaggio al Meeting, scatena il linciaggio della stampa locale nei nostri confronti: lo stratagemma della provocazione è sempre quello usato in casi difficili, e se le risse non accadono, si possono sempre far accadere.
Il meeting si difende e continua la sua strada. Auto finanziandosi grazie alla vendita di libri e magliette ed alla distribuzione dei pasti, sempre mantenuta a prezzi popolari, anche se alcuni dell’ala “insurrezionalista” del movimento anarchico non tarderanno a polemizzare su di un aumento di 100, 200 lire sui prezzi di alcuni libri e sul costo dei pasti, in realtà sempre estremamente ed assolutamente bassi, e sempre gratis per chi aiutava. A proposito di gadgets che contribuivano a sostenerci economicamente, proprio nel 1988 a Orvieto veniva fotografato e sequestrato (!) il più rinomato dei nostri adesivi “Papa Wojtyla? No, grazie!”, accusato di vilipendio a Capo di Stato estero.
Sesto meeting: cambiamento di prospettive
Ma la Rocca Malatestiana diviene inagibile: dai suoi “camminamenti” possono cadere mattoni, la fortezza va “messa in sicurezza”, e per il 1989 l’amministrazione comunale, certo anche per far sbollire i vapori dei furenti bacchettoni democristiani, ci propone al suo posto l’egualmente vetusto Bastione Sangallo.
La struttura, disegnata da Antonio da Sangallo per scopi difensivi, con ampia visuale ad angolo sulla costa, era abbandonata da tempo, dopo vari tentativi “pre-elettorali” di recupero. Due ingressi, uno su di un giardino panoramico ed uno su grotte e segrete: anche se malandata la struttura sembra adatta sia ai concerti che alla gestione della mensa. La grotta principale servirà al servizio libreria ed ai dibattiti. Episodi eroici e trovate tecniche, che avrebbero certo ispirato Jules Verne, nel tentativo di sistemare un po’ l’area, dai compagni che dormono direttamente sui tavoli per essere presenti sin dal primo mattino (tra questi il nostro libraio di fiducia, l’editore siciliano Franco Leggio (23) e il bruniano Rino Camerlengo), a quelli costretti a peripezie per far entrare negli angusti recessi il materiale, come l’esibizione di chi fa entrare dal cancello un congelatore portandolo da solo sulle spalle, tra gli applausi generali: il sindacalista Luigi d’Intino.
Dalle alte mura, che danno sullo snodo principale della statale adriatica, viene steso un gigantesco, monumentale striscione con la scritta “sesto meeting anticlericale”, disegnato da Fabio Santin: al di sotto, oltre alla strada statale, la stazione ferroviaria e la caserma dei carabinieri. Risultato, incuranti della legge che ci consente di esporre il titolo dell’iniziativa svolta all’interno di un’area senza pagare una tassa, ci multano per “affissione abusiva”. Il ricorso contro la multa fu vinto anni dopo.
1989: l’anno precedente era stato quello della censura e dei picchetti al film di Martin Scorsese, “L’ultima tentazione di Cristo”, ed il testo di presentazione del meeting si era concentrato sulla figura papale, sulla sua intransigenza e sul suo uso dei mass media “...Wojtyla ha sfoderato di recente anche il Diavolo, immaginandolo come residente in quei moderni mezzi di convincimento e persuasione dei quali le Curie tutte da tempo si servono...”, nel sesto meeting l’attenzione si concentra invece su una manifestazione molto mediatica, cardine di quell’assalto al sistema economico pubblico ed alla laicità da parte degli integralisti cattolici: il meeting di Comunione e liberazione che quell’anno prendeva a prestito i nomi di Socrate, Don Giovanni e Sherlock Holmes.
-
“...il monumentale meeting di comunione e liberazione... un gioco di poteri reazionari e miliardari, con giovani rampanti che privatizzano i problemi sociali, e si arrabbiano con la nostra “eresia”, ignari del fatto che comunque sia, Socrate e don Giovanni (non sappiamo Sherlock Holmes) usati sui loro manifesti, se ne stanno invece alla mensa autogestita del meeting anticlericale di Fano.”
Nel frattempo, GPII esprimeva solidarietà a Khomeini per gli attacchi ricevuti e si iniziava a respirare un pesante clima bipartisan islam-vaticano di caccia al vignettista “blasfemo”. Una caccia che al sesto meeting viene subito stigmatizzata con la proiezione, nella prima giornata, del film appena de-censurato di Renzo Arbore, Il Pap’occhio, sequestrato un mese dopo la sua uscita nel 1980 e ridistribuito solo nell’ottobre del 1988!
Nell’atmosfera estiva di domenica 20 agosto si svolge il convegno tra associazioni laiche dal titolo roboante,“Cancellare il Concordato”, tematica che poi sarà sviluppata con una riflessione più argomentata sui rapporti privilegiati non più tra la sola Chiesa cattolica e lo Stato italiano ma tra Chiese, comunità religiose e Stati. Su questo occorre essere precisi: non si parlava di patti stipulati per garantire i diritti civili alle persone religiose, nel senso di rispetto per usi e sensibilità, ma si contestavano i meccanismi che ponevano gli appartenenti alle fedi riconosciute in posizione di privilegio rispetto a laici e non credenti (finanziamenti particolari per l’associazionismo cattolico, finanziamento a scuole private, ecc.). Soprattutto la Chiesa cattolica risultava enormemente privilegiata perché, oltre ai proventi dell’Otto per mille, usufruiva ed usufruisce di una serie di leggi e decreti particolari, che garantiscono anche privilegi per le sue strutture (ricordate la recente questione dell’esenzione dall’Ici degli immobili di proprietà ecclesiastica) (24), molto al di là delle facilitazioni e degli aiuti concessi invece alle associazioni e alle strutture del volontariato laico, di eguale utilità sociale.
A questo dibattito parteciperanno anche nomi fanesi, tra i quali l’ex sindaco Enzo Cicetti, oltre che gli esponenti delle associazioni laiche italiane.
Lo spazio dei dibattiti vedrà la presentazione di una delle ricerche più note dello storico Mimmo Franzinelli “Padre Gemelli per la guerra” (25), saggio che rispolvera il profondo legame tra il fondatore dell’Università cattolica di Milano, e cappellano militare, ed il fascismo. All’appuntamento ormai tradizionale delle donne anarchiche e libertarie ai meeting, prenderà la parola di nuovo Marina Padovese, una delle donne anarchiche più attive nell’ambito antimilitarista, con una sua riflessione su “Donne e Potere”.
Nuovo tema, in quegli anni ancora poco discusso, quello sulla “Morte laica” nei suoi vari aspetti compresi l’eutanasia e il suicidio, la donazione/predazione degli organi” (la legge sulla donazione fu poi approvata nel 1999), al dibattito parteciparono la psicoterapeuta Unmila Malfatti, Marinella Bragagnini del Coordinamento friulano per l’ecologia sociale, l’antropologa Anna Maria Rivera.
Gli spazi culturali ed artistici, estremamente caotici e multiformi, continuano ad attrarre personaggi del mondo teatrale, al sesto meeting la compagnia teatrale universitaria Atarassia di Urbino, con “Archeologia della violenza” del Living Theatre e S. Shulberg: in uno spazio che pensavamo ci avrebbe messo in difficoltà,visti i terrazzamenti e la fatiscenza, viene invece montato un traliccio in tubi innocenti e sul palco lo spettacolo si trasforma in una scena teatrale collettiva quando gli attori insegnano a chiunque lo voglia a buttarsi dall’alto sulla folla, che accoglie chi si getta con le mani alzate. Uno scenario fantastico.
Nel frattempo la Dc e la stampa locale si sono date da fare a denunciare “episodi teppistici” e a legarli alla nostra manifestazione (fatti esterni al meeting dei quali noi non abbiamo alcuna responsabilità) sbandierando il caso di una rivista comprata al servizio libreria del meeting, contenente una caricatura di Wojtyla ed una di Khomeini, e cose simili. Diciamo che il rinvenimento di materiale “blasfemo” reca gioia ai democristiani che vedono in questo l’unico appiglio per scagliarsi contro il meeting, denunciandosi offesi nel loro senso religioso. Si giunge addirittura a paventare una lettera ufficiale di protesta “per il meeting” alla Farnesina, inviata dal Vaticano. Esplodono accuse in consiglio comunale, durante il quale il sagace giornalista fanese Carlo Moscelli racconta che dai banchi democristiani giungono al meeting accuse di ...”eretismo”. Si agogna quella chiusura di tutti gli spazi di dissenso, in una sorta di armonia con le ruspe milanesi che proprio in quei giorni radevano al suolo il mitico centro sociale Leoncavallo, col quale i partecipanti al meeting solidarizzarono.
Settimo meeting: “Io vi annunzio che vi denunzio”!
Diceva così l’angioletto dell’annunciazione disegnato da Patrizia Diamante (26) ma lo “stop” ai meeting non viene dato dalle denunce, sempre basate su presupposti rivelatisi inconsistenti e più adatti alla stampa scandalistica che alle aule dei tribunali. Lo stop viene dato dal cambio di amministrazione comunale, che vede insediarsi una giunta da “compromesso storico”: Dc più Pci... e il “contratto” il Pci, che l’anno successivo si trasformerà in Pds, lo fa concedendo la testa degli anticlericali. Gli spazi pubblici richiesti vengono rifiutati “per motivi di ordine pubblico” riferendosi a episodi in realtà non legati direttamente all’organizzazione dei meeting, supportati da denunce mai presentate né quindi verificate.
Strana ironia: mentre Dc e Pci si giocano la nostra testa nel nostro piccolo comune della riviera, a livello nazionale viene approvata la legge 142/1990 (27) sull’ordinamento delle autonomie locali, che consentirà non solo l’ingresso, ma la concertazione del privato col pubblico per la sussidiarietà (leggi “appalto”) dei servizi sociali e sanitari, garantendo nuovi affari alle cooperative “bianche” e “rosse” e mettendo ancor più a rischio la laicità nei servizi pubblici.
Ci penserà anche il Papa, con la sue Enciclica Centesimus annus dell’anno seguente, a ribadire che lo “Stato assistenziale” può provocare danni... mentre la Compagnia delle Opere (28), allora benedetta da Dio, evidentemente no. L’epoca di Formigoni è sbocciata, assieme alla spartizione del Welfare, il vecchio “Stato assistenziale”.
Il 1990 è quindi l’anno del “Tour anticlericale”, il meeting si svolge in spazi di fortuna concessi da comuni limitrofi (il comune di Marotta, sul litorale, mentre la collinare San Costanzo prima ci concede il teatro ma poi, sotto le ire del parroco e della Dc, il sindaco comunista fa retromarcia), però la speranza che non fosse visibile, quella per cui i democristiani avevano speso tutte le loro preci, risulta vana. Il meeting è presente: c’è nella gente che viene comunque e fa la spola tra la sede del Circolo culturale Papini, e la sala convegni a Marotta di Fano. È presente nel “picchetto” con tanto di roulotte rimediata da Lia Didero (29) e posizionato con un escamotage in pieno centro, lo è sulla stampa con comunicati, interviste, proteste. Ed il programma si svolge comunque (anzi, proprio il termine “Tour” starà ad indicare la disseminazione dei contenuti del meeting anche in altre città). Si passa da “Ateismo, laicismo, anticlericalismo” (30) di Mimmo Franzinelli, al dibattito su Chiesa ed Europa dell’est con Gualtiero De Santi, all’abecedario di citazioni anticlericali “Da Crizia a Cicciolina” di Tonino Profili, al ricordo dello scrittore e giornalista della Rai Pietro Cimatti (31) e di altri autori... . Non lo facciamo apposta a resistere: ormai siamo pietre che rotolano spinte da una serie di sollecitazioni e proposte di intervento che ci giungono da tutt’Italia. Serena Urbani (32), attrice del Living Theatre scomparsa prematuramente, ci guarda coi suoi occhioni pensosi: a lei, sempre alla ricerca di libertà e sperimentazione, sembriamo forse degli ibridi, come fossimo il risultato di uno strano incontro tra movimento hyppie continentale e sagra provinciale retta da alcuni maghi della cucina e del computer.
Nel frattempo, priva di ogni scrupolo, la “clownesse” Pralina Tuttifrutti mette in scena dall’interno di un imballaggio per frigoriferi (con scritto sopra IBM, immaculate beate Mary) la sua “Comunione computerizzata” proprio al centro del Corso cittadino, parlando da una feritoia con voce robotica ed invitando i malcapitati a “barrare il peccato” nella scheda che offre e che, poi ritirata, farà decidere di dispensare o no la comunione.
Mentre si susseguono le polemiche sulla stampa locale su chi sia a favore o contro la nostra “esistenza” in spazi pubblici (notevole anche il gossip sul Pci locale, che, pur avendoci negato l’uso degli spazi pubblici, si mormora ci avrebbe offerto “sottobanco” il suo festival dell’Unità, indiscrezione poi smentita), qualche buontempone presenta alla stampa una lettera di minacce scritta da “un musulmano residente a Fano” che prefigura vendette di gruppo contro l’offesa che a suo dire, avremmo perpetrato contro l’Islam con la pubblicazione di una vignetta sulla morte dell’ayatollah Khomeini. Ovviamente nessuno si preoccupa della nostra incolumità: la nostra satira risulta profondamente pericolosa agli occhi dei benpensanti mentre le lettere minatorie... sembrano goliardate. La vignetta “blasfema”? Frutto del sarcasmo del vignettista jesino Giordano Cotichelli: “Khomeini è morto! Nel paradiso di Allah c’è grande attesa. I pasdaran attendono fervidamente l’arrivo dell’imam: –vieni, essù cocco bello che ti facciamo un culo così–. Altro che paradiso degli eroi”.
Dopo gli storici sequestri dei film di Buñuel (1963 e 1969), la denuncia a Roberto Benigni nel 1980, le censure a Scorsese ed ai Monty Python, ora anche opere meno importanti e significative, come semplici vignette, o dichiarazioni estemporanee, cadono nel mirino degli integralisti religiosi, che non accettano che le persone vedano le cose “dal di fuori” della loro fede. Non per niente, l’anno precedente, di fronte ad una protesta del relatore speciale Onu sulla libertà religiosa, circa l’impossibilità in Arabia Saudita di professare altre religioni, le autorità del paese avevano risposto che per loro tutti gli abitanti sauditi erano musulmani e che quindi il problema ...non si poneva.
L’ostracismo Dc-Pci, sorretto da preoccupanti teoremi di “prevenzione” simili agli editti fascisti per il mantenimento dell’ordine pubblico, dà luogo invece a esilaranti parate: come quella di un nutrito gruppo di anticlericali che durante il meeting, muniti di bianche ali d’angelo in carta velina ed al suono di “tu scendi dalle stelle” ed altri motivi edificanti, fa una visita inaspettata in Municipio al vicesindaco Giuliani.
Alla fine del meeting è Rossana Rossanda de Il Manifesto che, ospite di una manifestazione fanese di dialogo tra credenti e non e da noi interpellata, ci scrive una lettera nella quale dice che non poche “delle nostre battute” offendono i credenti, trattando il meeting alla stregua di un avanspettacolo e senza sapere o voler distinguere, quindi, tra la manifestazione in sé (della quale probabilmente non lesse nemmeno il programma) e quei pochi casi di satira presente al meeting che potessero in qualche modo essere giudicati offensivi per i credenti, esaltati da quella che lei stessa in gioventù avrebbe potuto definire stampa di regime.
Ottavo meeting: otto per mille meeting
L’ottavo meeting, 1991, ci vede vincitori di un’aspra battaglia per la concessione di Rocca Malatestiana e Sala e chiostro San Michele. Dopo aver motivato di nuovo “problemi di agibilità”, ma decadute le motivazioni “di ordine pubblico”, la giunta comunale viene messa alle strette: ci sono prove che gli spazi che ci si vogliono negare sono già concessi invece ad altri. Quindi otteniamo per lo spazio ricreativo i giardini pubblici di fronte alla Rocca Malatestiana e questo potrebbe causarci problemi, visto che ci sono negate le stanze interne necessarie a dispensa e cucina... ma un astuto “patron” del Psi, Vito Rosaspina, allora presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, ci viene in aiuto concedendoci di sua iniziativa il Tir-container-cucina, attrezzatissimo, della Protezione civile provinciale, grazie al quale sforneremo pragmaticamente centinaia di impeccabili piatti del Menù eretico. Potete immaginare lo smacco dei “rivali” politici fanesi del personaggio: è proprio vero che in alcuni casi tra i due litiganti, il terzo gode.
Dibattiti, libreria e seminari si tengono invece nello spazio centrale del Chiostro San Michele. È lì che, dopo facchinaggi immani, riusciamo a gestire un ottimo servizio libreria e riceviamo la stampa. E si tratta proprio di un ritorno in spazi pubblici anche giornalistici: il 1991 infatti è un anno di altri importanti servizi nazionali sul meeting e sull’associazione per lo Sbattezzo. Sarà per il socialista Claudio Martelli che si pronuncia contro il potere temporale della Chiesa... ma anche l’attualmente ateo devoto Giuliano Ferrara ci chiede di partecipare alla sua trasmissione tv, L’Istruttoria. Inoltre quest’anno segna una divertente intesa con l’editore Sergio Bonelli e l’autore Tiziano Sclavi, che chiudono un occhio e ci permettono di pubblicare per il meeting un fumetto di Dylan Dog, disegnato da Fabio Santin (33), sceneggiato da Dada Knorr e Marina Padovese, nel fumetto parliamo di noi e c’è anche un Andreotti disegnato con tratti horror.
Oltre a esponenti del mondo libertario e anticlericale, tra i quali l’immancabile Pierino Marazzani (milanese della Associazione Giordano Bruno), con le sue rassegne storiche sui misfatti della Chiesa cattolica (e le Effemeridi anticlericali), avremo ancora ospite Joyce Lussu (34), scrittrice di origini marchigiane visitatrice fissa dei meeting, e relazioni come quella del noto educatore Marcello Bernardi su “Sessualità e genitalità” e di Dora Pezzilli (Aied) su “Sessualità e gusto del peccato”, interventi di esponenti di Scuola e Costituzione (Sandro Masini ed Antonia Sani), Mavi Montagna sulla problematica dell’esposizione dei crocefissi nelle aule scolastiche pubbliche (come vedete non c’è niente di nuovo nelle aule pubbliche) oltre che personaggi noti per i movimenti, come Massimo Consoli, autore di Homocaust (35) e fondatore del primo archivio gay italiano.
Altra tematica inerente il “peccato” è l’uso di sostanze stupefacenti, con la tavola rotonda con Marco Taradash sull’antiproibizionismo.
Di nuovo si ripresenta il tema dell’alleanza e del confronto con le associazioni laiche in un incontro “Per una Federazione delle associazioni laiche”. Dalle meno note come la Giuditta Tavani Arquati (36) o il Movimento Salvemini (37), alla Associazione per la libertà religiosa in Italia, alla Unione atei agnostici razionalisti, al bollettino Laicità, alla rivista torinese L’Incontro, periodico torinese fondato dall’avv. Bruno Segre, noto antifascista e presidente dell’Associazione nazionale Giordano Bruno.
Il meeting non disdegna inoltre incursioni su altri temi, come in altre annate e presenta un dibattito su “La falsa liberazione. Chiesa cattolica ed est Europa. Un nuovo totalitarismo”, con da Belgrado il sociologo Trivo Indijc, da Budapest Agnes Hocberg, e come coordinatore Cosimo Scarinzi, della rivista Collegamenti Wobbly.
Nel 1991 c’è anche il celeberrimo film dei Monty Python, Life of Brian, finalmente sdoganato anche per le sale italiane (era in attesa dal 1979!). Tra gli spazi ricreativi, presente un intervento comico di Patrizia Diamante col suo Partito Groucho marxista d’Italia con “Dai testimoni di aspirapolveri ai rappresentanti di Geova. Tecniche di mercato nel Tempio”.
Uno spazio a parte va dedicato al manifesto dell’ottavo meeting, che sarà il pretesto più incredibile per ordire contro di noi una denuncia per “vilipendio a capo di stato estero”. Si trattava di una banconota da mille lire con raffigurato papa Wojtyla in una delle celebri vignette di Vauro. La banconota era stata creata come commento visivo al concorso “Soldi al Vaticano” e come manifesto del meeting. Per inserire l’effige, ovviamente, la vignetta era stata ritagliata. Alcuni esponenti della Curia e della Dc locale, capitanati dal pervicace avvocato democristiano Giuliani, vogliono ravvisare nella vignetta elementi offensivi (diranno nella denuncia che la testa del Santo Padre sembra uscire da un “water-closet”...fraintendendo il modo di Vauro di disegnare il collare dell’abito papale). Anni di illazioni e “passaparola” hanno funzionato, e soprattutto funzionerà l’aria scandalistica che si vorrà creare fino a giungere in Procura, perché la denuncia stavolta non verrà archiviata. Esilarante sarà la trascrizione dell’interrogatorio dei testi dell’accusa svoltosi nel febbraio ’94 al Tribunale di Pesaro, testo che verrà integralmente riportato nella nostra Millelire “Vilipendio” nel 1995:
...PM: senta, lei ha visto quel manifesto per la città?
Pres: lo ha visto...
PM: questo manifesto?
Teste: io sì l’ho visto sia attraverso la stampa, sia perché me l’hanno passato appunto quello che ha fatto l’esposto.
PM: l’esposto. Ma per la città non l’aveva visto?
Teste: il tavolo...
PM: per strada?
Pres: per strada, l’ha visto per strada? L’ha visto affisso sui muri?
Teste: no.
Pres: no.
Teste: non l’ho visto per strada.
PM: l’ha visto riportato nel giornale?
Teste: io l’ho visto... ed ho letto...ed ho letto...
PM: ho capito. L’esposto.
Teste: le varie stampe, la stampa che lo ha riprodotto e tutti i commenti. Mi sono unito all’esposto sia della curia che l’altro che è stato fatto...
PM: dei cittadini, sì.
Teste: ...per evitare che si ripetesse perché...
PM: perché si è sentito offeso?
Teste: eh?
PM: è stato... si è sentito offeso da quel...
Teste: mi sono sentito offeso e...
Pres: cos’è che l’ha disturbata, vedendo questa immagine qui, cos’è che l’ha... le ha dato fastidio?
Teste: io mi sono sentito offeso non solo per la volgarità, ma anche per il mancato rispetto ai miei sentimenti religiosi.
Pres: d’accordo, ma che cosa di questo...che cosa di questo... la difesa?
Difesa: io volevo chiedere se lei ha letto compiutamente l’esposto che ha firmato
Pres: aspetti, glielo ripeto io... dia retta a me, segua me: lei ha firmato un esposto...
Teste: sì
Pres: questo esposto prima di firmarlo lo ha letto tutto?
Teste: è logico
Pres: ecco
Teste: è logico
Pres: va bene
Teste: ho letto anche ...(?) la curia che aveva fatto... (?)...
Pres: altre domande?
Difesa: lei conosce i legali responsabili di quelle...
Pres: conosce queste due persone lei, S.F. e P.F.?
Teste: no, no, ho la fortuna di non conoscerle.
Pres: va bene. Domande del PM ancora?
Dott.ssa Agabiti: Senta che fosse una latrina quella chi glielo ha detto? Lo ha interpretato lei?
Teste: ...(fuori microfono)...
Dott.ssa Agabiti: cioè voglio dire che fosse... che questa testa del Papa fosse dentro una latrina...
Teste: ma quello, è chiaro che si vede che... è la figura del Pontefice, ma a parte ho detto... (?)... poteva essere Maometto o poteva essere...
Pres: si, no, d’accordo.
Teste: ...chiunque sia, io...loro devono rispettare i miei sentimenti...
Pres: d’accordo, senta...
Teste: ...proprio secondo il mio ideale... (?)... dell’anarchia.
Pres: lei vedendo questo volantino si è sentito offeso qui c’è scritto otto per mille, poi c’è una banconota, c’è questa immagine del Papa, sotto c’è scritto “meeting anticlericale”, ecc., cos’è di tutte queste immagini ed espressioni che l’ha ferita a lei?
Teste: come? Qual è l’immagine...
Pres: di quest’immagine cos’è che l’ha infastidita?
Teste: mi ha offeso, perché è stato messo su ...(?)... in una latrina e dico che ci sta meglio la testa loro che...
Pres: va bene.
Teste: ...che uno di loro che non quella di Papa Wojtyla, questo indipendentemente, ho detto, dal fatto che loro possono criticare...
Pres: va bene, altre domande del PM? Domande del... lei, chi lo ha interpretato questo che fosse una latrina?
Teste: lei mi deve scusare.
Pres: senta la domanda è: perché questa qui che è sotto la testa del Papa le pare una latrina, un water?
... e via di questo passo.
Ma intanto, mentre si ordisce l’ultimo tentativo di affossare il meeting nel silenzio delle botteghe che contano, questo si chiude con il bel risultato del ritorno agli spazi pubblici ed una grande affluenza di pubblico.
Per “ringraziare” il clero locale, in primis il vescovo di Fano, per la pubblicità gratuita fatta all’edizione tramite anatemi ed attacchi pubblicati sulla stampa nazionale e locale (e Omelie in tutte le Chiese) (38), viene consegnato al vescovo di Fano lo “Strozzaprete d’oro”, disegnato e realizzato dall’architetto Ivan Lolli, ovviamente in “Das” dorato, racchiuso in un elegante cofanetto nero con nastro rosso e zircone, con la dedica “A Monsignor Mario Cecchini, anticlericale dell’anno”.
Il Monsignore ci fa visitare le sale vescovili, ci offre un caffè e ci tiene a specificare che nessun arredo appartiene a lui... personalmente. Beh, non si può dire che gli anticlericali non facciano il primo passo anche verso chi li stigmatizza!
Nono meeting anticlericale: 1492-1992 a modo nostro
I 500 anni dalla “scoperta dell’America” giungono al meeting con una serie di proposte culturali critiche, dalla presentazione del libro di Massimo Pieri ed Anna Borioni “Maledetta Isabella, maledetto Colombo” (39) ed altri che passano in rassegna la questione del colonialismo nelle Americhe. Joyce Lussu torna con letture di “Poeti di altri continenti” e delizia a tarda ora una platea di giovanissimi con letture dei sonetti anticlericali del Belli. Riguardo ciò bisogna dire che non sempre accadeva che la cultura “matura” fosse accettata, ed interessasse la platea di giovani che frequentavano i palchi dei meeting. Eppure il tentativo di Joyce affascinò tutti, la ricordiamo già ottantaduenne, seduta su di una sedia, con una lampada accanto, sul palco del meeting, fiera e limpida come l’imperatrice dei Tarocchi. Così come lei Guglielmo Ricci, libertario esule ai tempi della Guerra di Spagna, che con la sua emotività infiammò una platea di giovanissimi parlando di antifascismo e Chiesa.
Mimmo Franzinelli torna con una relazione su “Missionari, religione, colonialismo 1860-1950”, il Partito “Groucho-marxista d’Italia” con una esposizione di mail art intitolata “Little Big Horn”. Tanti anche gli altri interventi su temi che ormai vengono dibattuti annualmente, come lo stato della laicità in Italia, Chiesa e repressione sessuale, nazionalismo e religione. Nelle tre giornate di questa edizione giunge anche Arcigay, con una comunicazione sulle dichiarazioni anti-gay del Cardinal Oddi (40) e di alcuni vescovi americani.
Del resto si inizia a sentire sempre più pressante il dissenso su questioni riguardanti la sessualità, il matrimonio dei preti cattolici, la misoginia del clero, anche in ambienti non laici, in qualche modo è anche merito del saggio della teologa cattolica Uta Ranke Heinemann, ormai best seller, uscito nel 1990, “Eunuchi per il regno dei cieli”.
In quest’anno è da sottolineare la forte presa di posizione dei vescovi circa l’impegno dei cattolici in politica; il modello scelto per la Polonia, il ritorno ad uno Stato confessionale, vuole essere quello da imporre se possibile anche in Italia, tanto che su ispirazione del card. Ruini viene pubblicato sul quotidiano della Dc anche un “ottalogo” elettorale per i cattolici, intendendo così limitare l’autonomia dell’elettorato dalle posizioni politiche del Vaticano. Quella sapiente orchestrazione politica delle dichiarazioni ai mass media, già percepibile fin dagli inizi del suo papato, caratterizza la politica di GPII ora più che mai, con la richiesta che sia messa fine alla guerra cosiddetta “del Golfo”, nel momento che sono in pericolo le popolazioni cristiane, e il silenzio sugli scontri in Libano o durante tutto il pesante embargo in Iraq. Così per il riconoscimento da parte del Vaticano della neonata Croazia iper-cattolica, alla vigilia dello scatenarsi del conflitto jugoslavo.
La canonizzazione, appoggiata in quegli anni da GPII, di Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, organizzazione tradizionalista cattolica simile ad una massoneria e presente in tutti gli spiegamenti del potere temporale, segnala l’intenzione di stringere in una morsa i poteri istituzionali. Non solo, il dialogo ecumenico inter religioso inaugurato da Wojtyla ad Assisi nel 1986 sottolineava l’intenzione di porsi al centro di un movimento religioso mondiale. Alleanza che però, oltre alla “giornata per la pace” si baserà, ove possibile, anche su un’intesa circa la morale imponibile ai fedeli e l’influenza dei vertici religiosi sulle scelte politiche dei governi, come si dimostrerà alle conferenze Onu (quella demografica a Il Cairo, nel 1994) con l’alleanza cattolico-islamica contro la diffusione dei metodi contraccettivi.
Ma torniamo al meeting, che ha ormai un’ampia frequentazione “fidelizzata”; tante persone vengono in tenda, anche in camper, o prenotando in anticipo alberghi e pensioni, e la struttura resta quella dell’anno precedente: interno della Rocca Malatestiana vietato, e giardini antistanti invece concessi per lo spazio ricreativo e gli stand della cucina, dibattiti e libreria presso il Chiostro San Michele. Le “staffette” in bici ed a piedi tra in punto e l’altro si sprecano, oltre che l’auto per lo speakeraggio pubblicitario, una fiat 127 bianca denominata “Papamobile” (o AnticleriCAR), sulla quale Patrizia Diamante (che poi, diverrà, non a caso, anche conduttrice radiofonica) imita la voce di Wojtyla invitando i cittadini fanesi ed i turisti (in più lingue, alcune delle quali inventate) a visitare il meeting.
Mentre va in scena, sabato 22 agosto, “Il mistero buffo” proposto da un noto allievo di Fo, Mario Pirovano, arriva anche Ugo Gregoretti con le sue telecamere a riprendere il meeting per “Sottotraccia”, trasmissione che rivelerà in tv anche altre “curiosità” come la scoperta del “Mausoleo di Berlusconi” ad Arcore nel 1993. Una telecamera un po’ cinica e un po’ antropologa, che visiterà la mensa ma non i dibattiti né la libreria o le mostre, riprende la folla di persone che assistono, sedute sul prato, al “Mistero buffo”, e Federico Sora (41), l’ideatore dei Menù eretici che, nella penombra tra una grigliata e un’altra indica a Gregoretti sul Menù: “Spiedini d’eretico... non so se mi spiego”.
Oltre agli interventi diventati quasi un appuntamento estivo (come l’assemblea della Associazione per lo sbattezzo, o l’incontro vacanziero-impegnato di molti anarchici italiani, o le mostre di mail art...) ogni anno il meeting si arricchisce di nuove “apparizioni”, di “vengo, non vengo” di questo o quel nome, di concorsi improvvisati, c’è la presentazione del pamphlet di Brenda Maddox sull’aborto, La dottrina diabolica, e arriva lo storico del movimento anarchico Massimo Ortalli a portare la storia degli opuscoli anticlericali anarchici, si parla di arte e di restauri con Fabrizio Iommi ed il suo “Il Giudizio universale della Cappella Sistina” e si fanno concorsi d’arte come “Chiesa, profitto e profilattico”, bando che mette assieme mail-artisti, creativi, grafici e le più svariate tecniche per esprimersi sulla Chiesa e le censure alla contraccezione; l’Associazione per la sterilizzazione volontaria mette in palio per il concorso un milione di lire.
Che il meeting sia sempre stato sostenuto da artisti, artigiani e grafici resta evidente nei loghi e manifesti prodotti in quegli anni, nelle collaborazioni vecchie e nuove: dalla vendita di editoria a tiratura limitata (ad esempio col Centro internazionale della grafica di Venezia), alla produzione di oggetti decorativi per i luoghi dei meeting e di cartelli e insegne (dagli angioletti in compensato di Saverio Feligini (42) alle sagome colorate di Armido Remigi, ai cartelloni-tazebao viaggianti di Adriano Grazioli) (43).
1993: decimo meeting anticlericale, sette giorni di festa
Vogliamo preparare una lunga festa, dal 21 al 28 Agosto, e per questa conquistiamo di nuovo l’uso dell’intera Rocca Malatestiana, sia l’interno che la cornice di prati e fossati. Non risparmiamo le energie. Del resto il ’93 è un anno difficile. È l’anno in cui al carnevale di Viareggio viene messo sotto accusa un carro del famoso Carnevale, che raffigurava il Papa e Bill Clinton su un elicottero da guerra sopra la Somalia. È l’anno in cui la ministra Rosa Jervolino fa la guerra all’opuscolo sulla prevenzione dell’Aids per gli studenti, l’anno in cui CL viene coinvolto nello scandalo Sbardella, il cadetto andreottiano detto Lo Squalo, finanziatore delle cooperative bianche e delle mense cielline. È l’anno in cui Ida Magli accusa l’ipocrisia di chi non tiene in considerazione i soprusi della legge coranica sulle donne e chiede che anche l’islam sia coinvolto nella critica al rapporto tra religioni e libertà femminile, richiesta che sarà strumentalizzata da chi è interessato a riciclare la cultura cattolica come paladina dell’emancipazione femminile.
Infine, sempre nel 1993 il gruppo di intellettuali femministe “Controparola” (testimonial Dacia Maraini), invita a non versare un soldo dell’otto per mille alla Chiesa cattolica, indignate dall’invito del Papa alle donne bosniache a non abortire dopo gli stupri. Questo intervento porterà allo scoperto la misoginia papale: GPII le accuserà di essere “bugiarde”, anche se le dichiarazioni a lui attribuite erano vere.
Al Decimo Meeting compaiono per la prima volta, accanto all’immagine del diavoletto-bambino che divenne poi anche una richiestissima maglietta, le parole “razzismo” e “intolleranza”. Legate tra loro da un testo che riafferma la cifra politica profonda di quel che potremmo definire “l’umanesimo dei meeting”, la denuncia della corruzione e della sopraffazione operata dal clericalismo e dai suoi poteri. Il tutto legato ad una generale apertura all’espressione di arti, stili, modi di essere differenti dalla norma: “Un meeting anticonformista? Sì, se la norma è quella della mafia, delle connivenze tra clero e poteri, di Sbardella che finanzia Cl, dei razzismi e dell’intolleranza”.
Tutto questo si esprime in una kermesse di dibattiti e con un’atmosfera di festa quasi irreale. Si va dalla presentazione del libro edito nel ’92 dalla casa editrice Elèuthera, che riporta con forza il discorso sull’eutanasia, “Eutanasia. Uscita di sicurezza” del giornalista statunitense Derek Humphry (44), alla ricercatrice Silvia Tozzi, col suo “Donne senza Rinascimento” (45), alla scrittrice e storica trentina Nives Fedrigotti con la sua ricerca su episodi di Inquisizione su “streghe” italiane, oltre ad un dibattito su società e linguaggi sessisti.
Saranno presenti in programma anche le animatrici del Comitato per i diritti delle prostitute, Carla Corso (già autrice di “Ritratto a tinte forti”) e Maria Pia Covre, con un intervento su “Le abitudini sessuali del capofamiglia italiano”. Per elencare tutti gli altri contributori di questa edizione (letture, presentazioni editoriali, ospiti noti, da Petra Wüst a Michele Gianni, da G. Ditadi e Pinuccia di Gesaro) non basterebbero queste pagine... citiamo solo Giancarlo Leoni col suo intervento su “Lega nord, Dc e cattolicesimo” e la presentazione del libro di J. Ellul “anarchia e cristianesimo” edito da Elèuthera.
Il 27 agosto si svolge l’ incontro nazionale tra associazioni laiche e anticlericali sulla proposta di abolizione degli articoli 7 ed 8 del Concordato (quelli riguardanti i rapporti Stato-Chiesa).
Ovviamente c’è molto di più, e anche la parte espositiva vede presenze eccellenti: dalla mostra del noto pittore ed incisore veneziano Vincenzo Eulisse, alla retrospettiva video “Angolo Divine” del noto transgender Divine, protagonista di film di John Waters quali Polyester e Grasso è bello. Al decimo meeting si svolgono anche le letture del Premio di poesia anticlericale “Nicolò Franco”.
Momenti caldi del meeting ’93 sono anche lo spettacolo del cantastorie Franco Tringale, l’esibizione del Trio comico Brolati con Paola Brolati, la lettura di brani “licenziosi” del Piccolo galateo per fanciulle di Pierre Louys da parte del tenore Joe Fallisi, linciato (verbalmente) da un gruppo di femministe giunto apposta per lui, e il gruppo di lavoro sulla scuola coordinato dagli insegnanti e sindacalisti Saverio Craparo, Stefano D’Errico e Donato Romito.
Nel 1993 stampiamo, con in copertina il logo del meeting, la nostra Millelire “Anticlericale”, all’interno della quale partiamo con un articolo intitolato sarcasticamente “Pio XII + l’informatica = Giovanni Paolo II”, e riportiamo anche una rassegna dell’attività della Associazione per lo sbattezzo e vari articoletti sui meeting, compresa una descrizione del Menù eretico (che includeva quella “salsa di musulmano” che ora desterebbe ire trasversali). L’attività della Associazione per lo sbattezzo in otto anni si è ampliata, ha contribuito a connettere gruppi e associazioni, ha lanciato in Italia la “Dichiarazione di Sbattezzo” e raccolto migliaia di adesioni. L’attestato di adesione (per meglio dire la “Dichiarazione di libertà dalla fedi religiose”) che viene rilasciato non è propriamente una dichiarazione di ateismo ma un’ espressione pubblica di non inclusione, che il socio gestiva personalmente inviando, nel caso del battesimo, notifica “di sbattezzo” alla parrocchia di origine. Un’ iniziativa illustrata nella Millelire è l’obiezione alla Tassa di religione (Otto per mille), con questa si denunciava il meccanismo perverso della scelta imposta nel mod. 740 che fin dagli inizi era parso iniquo:
-
Chi non esprimerà la scelta vedrà ripartita la propria quota in proporzione al numero delle scelte espresse. Per essere più chiari, ipotizzando che su 100 contribuenti 20 rispondano e che di questi 15 optino per una delle tre chiese (a noi poco importa quale) e 5 a favore dello Stato, l'ammontare degli ipotetici 2.400 miliardi verrebbe così ripartito: 600 miliardi allo Stato e 1.800 miliardi alle chiese: ratificando così il democraticissimo criterio con il quale il 15% dei soggetti determina il 75% del risultato.
Così già spiegava l’Associazione, ed entrava nei dettagli della ripartizione dei fondi e della questione delle cosiddette “offerte deducibili”, denunciando il possibile uso di questo meccanismo per l’evasione fiscale.
Si trattava di una iniziativa praticamente simile all’obiezione alle spese militari, occorreva cioè calcolare la somma della propria denuncia dei redditi corrispondente all’otto per mille destinandolo poi ad una associazione a propria scelta. In questa maniera l’Associazione aveva precorso i tempi prefigurando il ... 5 per mille.
Undicesimo meeting: battaglie e sconfitte
L’attività dell’Associazione per lo sbattezzo è sempre più nota (interviste a La Stampa, L’Europeo, addirittura...a Marie Claire), e si sta apprestando un nuovo meeting, con contenuti pubblicizzati dalla spedizione di circa 30mila copie de Il Peccato, il bollettino della Associazione e dalla diffusione capillare del programma stesso (con la pubblicazione curata dal circolo Papini, “Traffico”).
Ma nel maggio ’94 viene inferto un grave colpo agli animatori del meeting. Con accuse pretestuose, tanto che lo stesso Pubblico Ministero pesarese (Silvia Cecchi) chiede l’assoluzione, e senza nemmeno richiedere il nulla osta ministeriale prescritto per questa tipologia di reato, io e Federico Sora veniamo condannati dal giudice pesarese P. F. Casula a un anno di reclusione, con attenuanti ridotto ad otto mesi, per “vilipendio a capo di stato estero” (art. 278 CP), cioè a Karol Wojtyla. Grandi titoli sulla stampa locale, per una condanna ingiusta ma che viene salutata da alcuni con “l’avevamo detto” come se fosse stata guidata da mano divina... ed in effetti una regia c’era. Si trattava di sanzionare in un modo o nell’altro un’attività non colpevole di reati definiti ma sgradita, non perseguibile penalmente ma fortemente scomoda per le critiche alle gerarchie clericali ed a politici nazionali. Solo nel 1998, presso la Corte d’Appello di Ancona, i condannati in primo grado saranno prosciolti perché la Corte dichiarerà il non doversi procedere (46).
Questo fatto non toglie voglia e coraggio di fare ma crea disagio, e pone interrogativi sul ruolo e le responsabilità degli organizzatori e sostenitori, nel momento in cui c’è chi cerca di manipolare ogni minimo segnale di satira per stravolgerlo cogliendolo come offesa (il modo, nel caso di questa condanna, in cui Vauro disegnava l’abito papale), o di acchiappare al volo ogni accenno di “esuberanza” satirica per addossarlo agli organizzatori come se fosse giusto per noi dover effettuare una pre-censura al materiale ed alle opere esposte (libri, mostre, striscioni, magliette, volantini ecc.). Va sottolineato che Vauro Senesi inviò testimonianza scritta al processo, in questa faceva notare che il suo disegno non era stato modificato.
...E invece il meeting si fa, per una durata di ben cinque giornate, dal 19 agosto sino a martedì 23, giorno in cui si tiene un incontro di una neonata compagine, frutto di vari sforzi: il Coordinamento delle associazioni laiche ed anticlericali. Di nuovo il tentativo di coordinamento tra varie realtà e un tema ricorrente: l’abolizione dell’art. 7 della Costituzione italiana, che rimanda all’intesa originariamente stipulata detta Patti Lateranensi nel 1929 e poi divenuta Nuovo Concordato nel 1984.
Un meeting riuscito nonostante gli ostacoli, e la scomparsa di personaggi che avevano contribuito alle edizioni degli anni precedenti, come Guido Tassinari.
Un meeting in cui si torna a discutere di scuola pubblica e scuola privata (con Scuola e Costituzione) e nel quale si cerca di riflettere su “Limiti e contraddizioni dell’anticlericalismo” (Mimmo Franzinelli). Franzinelli sottolinea che c’è a suo avviso:
- “...il rischio che a prendere sul serio le reiterate esternazioni pontificie ci siano solo sparuti gruppi di integralisti cattolici e di anticlericali; l'insistenza sulla sola contrapposizione alla Chiesa che porta a perdere il senso delle dimensioni dei problemi, e a ritenere un compagno di strada chiunque spari castronerie contro i preti e a trascurare il problema di fondo: la costruzione di un’etica laicamente libertaria; lo spocchioso dogmatismo di troppi anticlericali, probabilmente assimilato col latte dell'educazione confessionale.”
Si tratta di riflessioni in parte smentite dai fatti stessi della politica italiana e in parte ancor oggi vere (il senso di superiorità e lo snobismo, la spocchia antireligiosa).
Anche a questo meeting è presente l’Osservatorio delle donne libertarie sugli integralismi, occupato a seguire le vicende internazionali della Conferenza del Cairo su popolazione e sviluppo che si terrà proprio nel settembre del 1994 e vedrà inusitate pressioni vaticane e islamico-integraliste contro la diffusione dei metodi contraccettivi e l’aborto legale.
Tra le partecipazioni che legano il meeting all’analisi della società c’è quella di Guido Caldiron (47) col suo “Neonazismo, nuova e vecchia destra”, quella del collettivo studentesco bolognese Gaya Mater Studiorum con un intervento su “Le convivenze di fatto”, e una relazione dello storico Paolo Sorcinelli su “Gli italiani e l’eros”. Tra gli ospiti illustri anche Walter Peruzzi (48) che interverrà su “Embarghi, guerre dimenticate, motivazioni religiose delle guerre”, Cesare Frassineti (49) che presenterà il suo “La mano visibile”, Cesare Mannucci, autore di “L’odio antico” su cattolicesimo ed antisemitismo, Pietro Adamo per la presentazione del suo “Quale Dio per la sinistra?” scritto assieme al filosofo Giulio Giorello, Carlo Capuano con la mostra dei suoi disegni intitolata “CleroTarocchi”, lo Studio d’arte Andromeda con la sua mostra-ricerca sull’intolleranza e Gianni Minasso col suo “Sapevo il Credo e ora l’ho scordato”.
Tra gli spettacoli teatrali nuovi, ricordiamo la livornese Compagnia del libero pensiero col suo originale “Direttorio della confessione generale”, un testo che trattava dei manuali per i confessori, ed una performance contestata, del performer “Cupio dissolvi”, che scatenò una bagarre tra organizzatori nelle riunioni di preparazione del meeting: risultato, il parere della minoranza (animalisti e femministe) non venne accolto ma durante lo spettacolo, mentre il sado-maso si martirizzava e gettava frattaglie, qualche spiritoso pensò bene di staccare l’interruttore Enel, tra proteste e ringraziamenti. Lo stesso malcapitato, dopo essersi visto la scena rovinata, incappò in altri ironici anticlericali partenopei i quali, mentre facevano turno al servizio libreria e venuti a conoscenza che cercava “qualcosa da fumare”, pensarono bene di vendergli, ben incartato in pellicola, un frammento dei vecchi travi della Rocca Malatestiana, e ...incassarono per il meeting.
Per tenerci su, non mancava nemmeno la “clownessa Harpa” (Patrizia Diamante), che girava con le pinne ai piedi ed un espositore da sigaraia appeso al collo a vendere opuscoli e la Milellire Anticlericale. Non mancava neppure lo piscoterapeuta Carlo Masi, vestito da profeta-patriarca, con tanto di bastone simil-Sinai e lunga barba, che si aggirava tra gli stand con occhi di bragia inscenando il disappunto archetipico del Padre. A proposito di Millelire edite da Stampa alternativa, inizia con loro quella che sarà la seguente cataratta di pubblicazioni satiriche su Berlusconi, il fumettista Zap presenta al meeting la sua Millelire intitolata “Il Beeeerlusca”. E, mentre “ il Berlusca” fa il suo ingresso in sordina nell’immaginario satirico italiano, al meeting è esposta una mostra dal titolo “Chiesa e Tangentopoli” (della quale inchiesta c’è chi vende magliette a tema).
Nei mesi seguenti poi il Circolo Papini di Fano e l’Associazione per lo sbattezzo lavoreranno ad una nuova Millelire che includerà anche i temi discussi nel dibattito “Chiesa, tribunali e vilipendio” tenutosi a questo meeting, e che sarà stampata l’anno successivo.
Dodicesimo meeting: nell’anno dei massacri, l’anno dei miracoli
Il 1995 vede lo svolgersi di sanguinosi scontri nella ex Jugoslavia, mentre la statuetta di una madonnina comprata a Medjugorie, posta in un giardinetto privato a Civitavecchia, diventa meta di masse incuriosite, migliaia di persone che corrono per vedere le lacrime di sangue (si scoprirà poi di dna maschile, ed il proprietario del manufatto rifiuterà di sottoporsi all’esame del suo dna). Nel volantino del dodicesimo meeting, che raffigura una madonna che ammicca alla nostra iniziativa, il testo di presentazione indica stavolta il progressivo ingigantirsi del fenomeno che, parafrasando Arancia Meccanica, potremmo definire Ultra-mediatico, cioè il potere sempre più reale sulla politica di chi grida più forte e spara di più coi suoi mezzi di comunicazione. Lo stile non è più scherzoso, né satirico, il meeting prende atto che occorre schierarsi con chiarezza contro ogni forma di violenza, siamo consapevoli che qualcosa sta cambiando, e che i toni divertiti, irriverenti, provocatori rischiano non solo di essere bersagliati nei tribunali e sui mass media ma di finire cancellati nelle guerre, negli attentati, nelle esecuzioni, nelle aggressioni contro la libertà di espressione che falcidiano persone in tutto il mondo.
- “...non c’è un futuro di pace per le culture guerrafondaie e per l’integralismo religioso...
Abbiamo esempi recenti di follia integralista nei gesti violenti dei fondamentalisti di ogni paese (Iran, Usa, Giappone). Una cultura laica ed anticlericale invece, si oppone alla fede come strumento di potere...”.
Sono passati sei anni da quando, nel 1989, Khomeini condannò a morte lo scrittore Salman Rushdie (50) per il suo libro “Versi satanici” e le condanne di questo tipo continuano in decine di paesi nel mondo.
Non è un caso che capitoletti importanti della bella Millelire da noi pubblicata in quest’anno, “Vilipendio. Manualetto sulle –offese all’autorità” (51) siano dedicati alla legislazione nazionale e internazionale a confronto con il reato di vilipendio ma non solo, anche al concetto di libertà d’espressione e di libertà personale. In chiusura, è lo studioso Italo Mereu (52) che ricorda la famosa sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti la quale aveva sentenziato in merito al “rispetto” da tenere alla bandiera a stelle e strisce:
“Punire l’oltraggio vorrebbe dire diminuire il simbolo, che rappresenta un valore irrinunciabile: una libertà così ampia che include anche l’offesa alla libertà”.
Al dodicesimo meeting Walter Siri (53) introduce un dibattito sulla società multietnica e gli integralismi, con il sociologo Peter Kammerer (54), interessante è anche la presentazione del libro “Disertori” (55), sulle diserzioni dagli eserciti della ex Jugoslavia. La Bund gegen Anpassung (Lega anticonformista) (56) invece torna a presentare le vicende processuali di Karlheinz Deschner (57), autore di una controversa “Storia della Chiesa” in più volumi e processato in Germania su denuncia delle autorità ecclesiastiche.
Il dibattito sull’educazione religiosa nella scuola si amplia con la partecipazione di nuovi relatori, del comitato anticoncordatario Carta 89, del Comitato torinese per la laicità della scuola, dell’Associazione Giordano Bruno, della Unione Atei, agnostici, razionalisti.
Le donne libertarie gestiscono invece un incontro con la femminista jugoslava Shura Dumanic (58), con la quale continueranno a collaborare, su “Stato e donne nella Jugoslavia”.
A proposito di donne, da segnalare, quell’anno, la pubblicazione della lettera Enciclica papale “Evangelium vitae”, che riaffermò la tesi della figura femminile (Eva) come complemento (indispensabile ma sempre complemento) di quella maschile, la concezione del ruolo femminile come ruolo “naturalmente” legato a compiti familiari e... la legittimità ben sottolineata dell’obiezione di coscienza alla legge 194 sull’interruzione di gravidanza. A queste visioni dettate dalla fede si chiedeva ancora una volta l’uniformarsi della politica.
Gli spazi espositivi vedono una partecipazione inaudita con ben quattro mostre complesse e “contributi creativi” di interessanti realtà:
“Par concilio” sul Concilio di Trento, “Macaroni e Vu’ cumprà” sulla storia dell’immigrazione dall’Italia e nell’Italia, “Bologna, 1 luglio ‘95” con le foto scattate da Mario Taddia al gay Pride bolognese, “Da Sarajevo” con le foto scattate da Massimo Sciacca.
Gli Uomini casalinghi (59) gestiscono ancora una volta un loro “banchetto” espositivo con il Manuale dell’uomo casalingo e prodotti fatti dalle loro casalinghe mani, il periodico di satira Verona Infedele (60) espone le sue vignette.
Dulcis in fundo, si attua il gemellaggio con il Carnevalone liberato di Poggio Mirteto, portando acqua (anzi vino, quello lacrimato, grazie a un meccanismo, dalla madonna in cartapesta portata dai gemellanti) al mulino di chi, per tranquillizzarsi, vuole convincersi che in fondo il meeting sia solo una spiritosa sagra. Anzi, per tranquillizzarli ancora di più, o forse per esorcizzare i nostri timori del futuro, al meeting di quest’anno, oltre all’enoteca chiamata “Angolo di-vino”, cambia nome anche il bar, diventando... Bar Lusconi.
1996/2000: trasformazioni e trasferte
Dal 1996 in poi i meeting anticlericali iniziano a mutare, sotto l’effetto di un progressivo allontanamento di alcune “braccia” e “menti” dell’organizzazione locale, riducono prima l’ampiezza dei loro programmi, poi si trasferiscono in altre località, perdendo un po’ in audience e un po’ in incisività sul territorio, fattori conquistati dalle tradizionali edizioni fanesi grazie al meticoloso e costante lavoro di contatti e “trovate” mediatiche.
Il tredicesimo meeting, nel 1996, si svolgerà comunque a Fano il 24 e 25 agosto, limitandosi a due soli spazi, il loggiato del Palazzo san Michele, in pieno centro, per le mostre ed il servizio libreria, e la Sala polivalente del quartiere San Lazzaro, per i dibattiti. Il meeting non offrirà stavolta un servizio pasti completo agli intervenuti ma solo un buffet (il “Menù eretico light”, resta la Pasta fredda del Gesuita ed il Cocomero voltagabbana...se ne va il Minestrone Opus Dei), ed usufruirà, per il concerto serale del sabato (i Sud sound system non ancora famosi), degli spazi pesaresi del Centro sociale autogestito Oltrefrontiera.
Agli spazi di dibattito su temi ormai tradizionali si aggiungono anche quest’anno, per non smentire la fama del meeting che coglie sempre al volo gli argomenti caldi e legge nella realtà italiana i dati salienti, altre voci: quella di Maria Matteo, con una relazione sulla violenza all’interno della famiglia, quella di Marina Padovese che porta ai meeting l’esperienza della Casa di accoglienza per donne che subiscono violenza di Mestre, e quella di Elvira Banotti, femminista storica romana (del gruppo fondato da Carla Lonzi, Rivolta femminile), che racconta la sua “Città sessuale”.
Il quattordicesimo meeting tenterà qualcosa di più, dal 22 al 24 agosto del 1997, a Fano. Gli spazi gestiti saranno un po’ più impegnativi: torna il Bastione Sangallo, per il Menù eretico light, le mostre, i concerti, e viene concessa la Sala del Consiglio comunale per i dibattiti. C’è partecipazione, anche se in tono minore, e si aprono dibattiti interessanti. Le compagne anarchiche, forse anche per esorcizzare uno dei motivi di allontanamento dal meeting, la gestione troppo al maschile, aprono le giornate come Osservatorio delle donne libertarie sugli integralismi, spazio che invece prima non aveva mai avuto un rilievo da “apertura” dei lavori. Si fa il punto anche sulla situazione della gestione delle quote della Tassa di religione, o Otto per mille, in Italia. Partecipa la Lega anticonformista di Friburgo con un intervento sul pericolo dell’integralismo islamico in Europa. Si fa una proposta un po’ provocatoria: lo scioglimento dell’Associazione per lo sbattezzo per raggiunti fini statutari.
Quest’anno si riflette anche sul fervore Vaticano nella preparazione del Giubileo del 2000, che vedrà ingenti stanziamenti statali straordinari ed una campagna mediatica schiacciante volta a presentare di nuovo Roma, ed il Vaticano, come centro religioso-culturale mondiale, con ambigui risvolti che rivestono la Chiesa di Roma come fosse, di nuovo, una religione di Stato.
Nel frattempo, altre passioni trendy coinvolgono il nostro parco giochi... per la prima volta al meeting viene proposto un “Body piercing iconoclasta”, non sono in grado di informarvi con precisione su quali icone del corpo vennero infrante.
Il quindicesimo meeting, nel 1998, segna l’impossibilità di svolgere ancora i meeting a Fano, gli allontanamenti sia mio che di altri compagni divengono definitivi non solo dal punto di vista pratico (io mi ero già dimessa nel 1996, reiterando nel 1998, dalla presidenza della Associazione per lo sbattezzo); i nostri motivi verranno spiegati brevemente anche durante quello che sarà l’unico spazio del meeting anticlericale di quell’anno: il “Convegno anticlericale” che si terrà alla Rocca Malatestiana il 20 ed il 21 giugno. Da un lato, l’insoddisfazione personale di alcuni di noi per come era stata condotta la difesa al processo per vilipendio, dall’altra l’obiettiva pesantezza della mole di lavoro, oltre che delle responsabilità personali; le necessità logistiche ci avevano schiacciato. Seppure l’età media degli animatori dei meeting fosse bassa (sui trent’ anni), c’era comunque una serpeggiante stanchezza, una necessità di cambiare (61).
Questo meeting in forma di convegno vedrà tra gli altri interventi su “La Chiesa e lo stato etico” di Patrizia Nesti, un intervento di proposta di una campagna nazionale anti-Giubileo (relatori Walter Siri e Federico Sora, che assieme si sono occupati per molti anni anche dell’analisi del meccanismo dell’Otto per mille), un intervento della Rete delle donne anarchiche sugli integralismi religiosi dedicato al “caso Algeria”.
La situazione di empasse fanese non è poi così negativa, visto che nel 1999 permetterà lo svolgimento del sedicesimo Meeting anticlericale a Bologna, finalmente in una grande città, dal 1 al 4 luglio. Questo significherà la definitiva presa in carico da parte della Federazione anarchica italiana sia della logistica del meeting che del marchio “Associazione per lo sbattezzo”, lasciandone però a Fano sia la sede legale che l’amministrazione. Il meeting lancerà, a fronte di una riflessione generale sulla presenza della religione cattolica, lo slogan “Contro il trattamento religioso obbligatorio”, elencando alcune volontà e alcuni, chiamiamoli così, desideri, in un modulo stile cartolina che ognuno avrebbe potuto sottoscrivere: l’opposizione alla
-
“esposizione dei simboli religiosi negli uffici pubblici, negli ospedali, nelle scuole, all’insegnamento delle religioni e alla celebrazione degli atti di culto nelle scuole, alla presenza di sacerdoti e all’imposizione di riti negli ospedali, al subire l’estrema unzione e la celebrazione di funzioni religiose in caso di morte, al contribuire tramite le tasse versate allo stato italiano al sostentamento delle chiese, all’ingerenza dei messaggi e delle funzioni religiose imposte dai mass-media, all’obbligo del rispetto delle festività religiose”.
Ciò oltre alla libertà di decidere del proprio corpo (sessualità, fine vita, funerali) ed al fantastico ed utopico desiderio di “poter scegliere le festività non in base al calendario cattolico, ma seguendo la mia natura”.
Un meeting complessivamente vivace, con la partecipazione di vecchi e nuovi relatori e relatrici: da Mario Coglitore, Salvo Vaccaro, Carlo Oliva, noti anche come collaboratori di A rivista anarchica, al fumettista Stefano Disegni (per la presentazione della Carta contro il trattamento religioso obbligatorio), a Mario Guarino che presenta il suo “I mercanti del Vaticano” edito da Kaos edizioni, ad Angelo Quattrocchi, della casa editrice Malatempora, che presenta la sua “Veridica storia dei Giubilei”. Presente anche Roberto Massari, delle edizioni Erre Emme, che porta al meeting i volumi della Storia della Chiesa scritta da K. H. Deschner.
Il meeting bolognese ottiene una buona visibilità sulla stampa, e sembra far sperare in una ripresa più coinvolgente dell’attività; anche l’arcivescovo di Bologna, Cardinal Biffi, si scatena contro il pur lecito sbarco degli anticlericali nella Sua Città. Dello sdegno della Curia bolognese vedo io personalmente i risultati, poiché vengo convocata dall’Intendenza di Finanza per un incontro farsa, una via di mezzo tra l’interrogatorio stile Kgb per ignote (e inesistenti) indagini su possibili reati fiscali compiuti dall’Associazione, all’indagine conoscitiva sulle politiche dell’associazione, decisamente fuori tema per una Intendenza di Finanza. Ciò perché, dopo le mie dimissioni, e per sempre, il nuovo consiglio dell’Associazione per lo sbattezzo si è “dimenticato” di eleggere una nuova presidenza, e quindi viene chiesto conto a me di tutto ciò che succede.
L’anno seguente, il 2000, è l’anno del Giubileo in pompa magna di Papa GPII. Ed anche l’anno dell’approvazione della legge 62 (62), che concede finanziamenti alla scuola privata. Il comitato di iniziativa laica e libertaria, con associazioni già presenti negli incontri anti-Concordato degli anni precedenti, riesce ad organizzare una manifestazione unitaria a Roma in occasione dei 400 anni del rogo del filosofo Giordano Bruno in Campo dei Fiori, avvenuto il 17 febbraio 1600. All’iniziativa, oltre che le associazioni laiche ed anticlericali italiane, aderiranno Unicobas, l’Unione sindacale italiana, Azione gay e lesbica, e arriveranno pullman dal movimento anarchico e libertario italiano. Saranno presenti inoltre ai dibattiti noti nomi della cultura e dello spettacolo: Luigi Magni, Giuseppe Ferrara, Giuliano Montaldo (che parlerà del suo film su Giordano Bruno), Giancarlo Zagni, Carlo Lizzani, Luigi Faccini, Silvano Agosti, Mario Alighiero Manacorda, Guido Zingari, Tonino Miccichè, Alberto Abruzzese, Federico Coen.
Il 17, 18, 19 febbraio si tengono quindi (in luogo del 17esimo meeting) a Roma incontri, conferenze, spettacoli, culminanti nella sfilata in costumi storici fino a Campo dei Fiori, annunciata da banditori nella città, e seguita da migliaia di persone, tanto che la polizia cerca di bloccarla col pretesto che l’autorizzazione era stata data solo ai... “figuranti”.
L’8 luglio 2000, dopo pressanti tentativi vaticani di farlo vietare, si terrà quale segnale più evidente della fame di laicità degli italiani e delle italiane, il fenomenale Gay pride internazionale a Roma, con la partecipazione di quasi un milione di persone. 2002/2003 … i meeting ancora in viaggio
Ma lo sforzo romano non basta a creare una nuova struttura solida che possa, basandosi come sempre sul solo lavoro volontario e sull’auto organizzazione, gestire eventi così complessi anche per gli anni futuri. Così l’esperienza dei “meeting” si chiude praticamente con le due edizioni successive. La 18esima edizione è a Piombino, presso l’amena Pinetina, dal 5 all’8 settembre 2002. Un meeting sorretto dalle forze della Federazione anarchica italiana e dall’Associazione per lo Sbattezzo. Decentrato, seppure accogliente, vede la presentazione della ricerca pubblicata da Pierino Marazzani, sostenitore della tesi secondo la quale “la religione non è baciata dalla grazia di Dio”, col suo “Le disgrazie dei Papi”, esilarante per alcuni versi. Altre presentazioni, quella del libro “La favola di Cristo” di Luca Cascioli, e di “L’invenzione di Dio” di Gianni Grana (63), il primo, noto per aver denunciato provocatoriamente il suo parroco (suo amico e compagno di studi in seminario) perché aveva affermato che Gesù Cristo era esistito realmente, proprio nel settembre 2002. Il secondo, docente in pensione morto l’anno precedente ed al quale l’Unione atei agnostici e razionalisti ha intitolato la sede di Roma, saggista e scrittore, autore della poderosa opera in 2000 pagine che passa in rassegna le espressioni religiose dell’umanità.
Dibattiti su “Dall’embrione alla clonazione”, “Ognuno ha il dio che si inventa”, con la partecipazione dell’affabulatore ateo Piergiorgio Odifreddi, e “Il libro e la spada. Religioni, guerre e nazionalismi”, che vede la partecipazione di Enzo Marzo, uno dei promotori nel 1998 del Manifesto laico (64), testo al quale aderì una vastità di sigle e nomi di tutto il panorama laico, dai liberali agli anarchici. Per il teatro, torna Mario Pirovano con la messa in scena di un’altra nota opera di Dario Fo “Johan Padàn e la descoverta de le Americhe”.
Il 2002 è l’anno in cui, per la prima volta, le gerarchie ecclesiastiche, in questo caso la Conferenza episcopale Usa, ammettono, con l’istituzione di provvedimenti, la gravissima situazione degli abusi sessuali su minorenni compiute da ecclesiastici. Mai la Chiesa ha dovuto sopportare tanta poca fiducia nei suoi educatori! Eppure mai come ora sarà forte la campagna cattolica per ottenere sempre nuovi finanziamenti agli istituti educativi cattolici. Proprio l’educazione cattolica sarà il tema centrale dell’altro tentativo di meeting, il diciannovesimo, l’anno seguente, in un altro spazio ai margini di una città, Modena: ad ospitare infatti l’ultima edizione di un meeting anticlericale, con dibattiti, mostre, spazio conviviale, è lo spazio sociale anarchico Libera, dal 12 al 14 settembre 2003.
Si parte con la discussione sui legami tra neofascismo e destra cattolica, partecipa al dibattito Emanuele del Medico, poi autore l’anno successivo di “All’estrema destra del padre” (65), libro dossier sui legami tra area nazifascista e area cattolico-integralista. Si passa poi alla discussione sulla scuola con un intervento di controinformazione sui testi scolastici di storia, la presentazione del libro “Elogio dell’istruzione pubblica” del Marchese di Condorcet e, sabato 13 settembre, con un sit in di fronte al Provveditorato “contro la scuola clericale”. Al seguente dibattito su “La scuola confessionale della liberale Letizia (Moratti nda)”, aderirà al meeting anche il poeta e cantautore Claudio Lolli.
Interessante la terminologia del dibattito su “Movimenti e anticlericalismo” il quale, nel prendere in esame la “sudditanza” dei movimenti di massa al potere clericale oltre a nominare la tradizionale “piovra vaticana”, definisce anche il “calamaro islamico”, introducendo una novità nel mondo delle tradizionali allegorie marine del potere clericale.
Verranno presentati a questo meeting i libri “Assassinati in Vaticano” di J.Verges e L.Brossolet, edito da Kaos, sul triplice omicidio accaduto in Vaticano nel 1998 e rispetto al quale la madre della guardia svizzera Cédric Tornay fece istanza di riapertura dell’inchiesta proprio nel 2002, e “XX settembre 1870” di Maurizio Marchetti, una storia dei fatti che portarono alla breccia di Porta Pia e alla fondazione dello stato laico, molto attuale anche per la beatificazione dell’ultimo Papa-Re, Pio IX, avvenuta nel 2000.
Tour, circoli, consulte: il dissenso continua
Dal 1986, anno i cui il pretore di Modena, Persico, inquisì l’Associazione per lo sbattezzo per verificare a suo dire la legittimità della sua stessa esistenza, fino ad oggi, l’eco della nostra attività si è sparso qua e là in Italia sia grazie alla intraprendenza dei “Tour anticlericali” che spontaneamente, grazie all’interesse suscitato dalla Dichiarazione di sbattezzo. Dall’anno della sua nascita, infatti, il 1986, l’associazione ha raccolto migliaia di adesioni in tutt’Italia. Ma quanto a numeri, non è possibile dare dati aggiornati, poiché l’associazione è ora sciolta. Occorre basarsi su ciò che dice l’uno o l’altro di coloro che ne hanno continuato l’attività, come ad esempio il fanese Federico Sora, che dà il dato di circa 3000 sbattezzati in Italia, in un’intervista a Panorama del 2007. Né lui né Chiara Gazzola (66) (anarchica emiliana che farà da referente per l’Associazione alla fine degli anni ’90) specificano quale sia ad oggi il dato, che occorre poi sommare alle dichiarazioni di Sbattezzo inviate tramite l’Unione atei agnostici razionalisti. Cos’è successo, infatti, nel 2002? Il Garante per la privacy, su istanza di un associato Uaar, si esprime positivamente sulla richiesta di quest’ultimo di vedere effettivamente annotata nel registro battesimale la sua dichiarazione di “sbattezzo”. Da qui in poi l’Uaar ottiene grande rilievo sulla stampa e, organizzandosi sempre meglio, inizia a gestire essa stessa lo “sbattezzo”, una escalation che porta Uaar a fondare nuove sedi locali, e a un progressivo estendersi della sua attività, in precedenza meno notata dai mass media. Purtroppo l’informazione di Uaar sarà incline a screditare l’attività di noi antesignani dell’Associazione per lo sbattezzo, dipinti come incapaci di un’azione legale decisiva (ma che era certo impossibile visto che il Garante, negli anni della nostra attività, nemmeno esisteva!).
Altro neo, ma non da poco, in Uaar: la fusione totale tra ateismo e istanze anticlericali, che pone come dato scontato che l’anticlericalismo e la critica politica al Vaticano sia patrimonio degli atei, cosa affatto vera, lo vediamo ogni giorno col fiorire del dissenso nel mondo cattolico alle politiche ratzingeriane e con il resistere dei movimenti religiosi di base.
Riguardo alla “conta” degli sbattezzati, occorre poi considerare che molti inviano comunque alla propria parrocchia la richiesta di cancellazione dai registri battesimali senza associarsi né all’una né all’altra associazione. Come del resto aveva già fatto Aldo Capitini nel 1958 (67).
Raffaele Carcano, della Uaar, ha scritto nel 2006 una nota dal titolo “L’inattendibilità delle statistiche della Chiesa” (68), in essa si dava conto della ricerca effettuata da Uaar stessa per la sua Campagna di bonifica, con la quale intendeva verificare quale fosse realmente il numero dei battezzati in Italia. Se uniamo il numero stimato al 2009 di sbattezzi compiuti tramite la modulistica Uaar (circa 15mila i moduli scaricati), a quelli segnalati dalla Associazione per lo Sbattezzo dagli anni ’80 (circa 3mila), otteniamo una ragguardevole cifra di persone che hanno inteso formalmente uscire dalla conta ma che spesso i registri anagrafici centrali del Vaticano non segnalano. Anche le statistiche e le indagini demoscopiche rivelano un calo di coloro che si dichiarano cattolici praticanti, dall’altro lato però si osservano sempre più forti pressioni per l’indottrinamento cattolico, con la spinta verso gli istituti educativi privati, la presenza nei mass media.
Lo “sbattezzo” continua a suscitare negli anni le reazioni scomposte di tutto quel ceto politico clericale che ha trovato spazio in questo o quel partito dopo la frantumazione della Democrazia Cristiana: nel luglio 2009 ben quindici deputati del Pd, in primis Paola Binetti, scrivono a Concita de Gregorio, direttrice del quotidiano L’Unità, per protestare contro l’uscita in undici puntate del fumetto “Quasi quasi mi sbattezzo” di Alessandro Lise e Alberto Talami. Quello che i deputati chiedono è che, in nome della alleanza dei cattolici del Pd contro il “comune nemico” (il Pdl), il giornale rinunci a riportare contenuti sgraditi ai clericali. Sgradito è stato sicuramente il lavoro dell’Osservatorio sulla secolarizzazione costituito da Cgil Nuovi diritti e Critica liberale, che nei suoi rapporti statistici (Università La Sapienza, Roma) ha evidenziato come, nonostante le pressioni ideologiche, il costume sociale italiano si stia discostando sempre più dalle indicazioni vaticane (numero dei battezzati, matrimoni cattolici, devoluzione otto per mille eccetera). Poco di questi studi è stato riportato dalla stampa nazionale.
E in effetti anche la diffusione e la visibilità dell’anticlericalismo moderno è stata sempre dura e osteggiata sui mass media principali. Si è verificata però una disseminazione della critica e dei contenuti dei meeting grazie all’attivismo di base.
Dalla mostra fiorentina del 1986 sul viaggio di GPII in Olanda, al pic-nic anticlericale del giugno1989 a Fano, al convegno sulla religione nella scuola a Mantova nel 1990, i meeting anticlericali hanno contribuito a tutta una serie di manifestazioni collaterali interessanti.
Spesso con la collaborazione dei circoli locali della “Giordano Bruno” e di altre associazioni, si sono tenuti incontri di vario tipo in tutta Italia grazie ai rapporti di conoscenza e collaborazione nati ai meeting ed alla propulsione di questi a spingere nel sociale e nel tessuto urbano sia le richieste di laicità che la contestazione alle gerarchie cattoliche.
Così, di nuovo a Fano, per discutere nel marzo del 1991 di “Chiesa ed est Europa”, poi a Cremona per un “Esodo anticlericale” dei contenuti del meeting, quindi a Bologna, il 1 aprile del 1995, presso il centro sociale Livello 57, per un convegno di presentazione della Millelire “Vilipendio” con Franco Grillini, Walter Siri, don Ulisse Frassali.
Nel maggio del 1997 a Roma si svolge un convegno organizzato da Unicobas su scuola e insegnamento della religione, stesso tema a Macerata, nel gennaio del 1998. A Jesi poi, in preparazione delle iniziative “contro il Giubileo”, si tiene un incontro “antigiubilare” di preparazione su vari temi (finanziamento pubblico della Chiesa, questioni di ingerenza politica ). Di “Zone dewojtylizzate”, dopo la prima del 1984... se ne tengono parecchie: da quella bolognese del settembre 1995, a quella di Pescara del 2001 (convegno anticlericale).
Nel 1997 a Cremona si tiene la Prima festa del Libero Pensiero, organizzata dalla Federazione dei comunisti anarchici.
Nel giugno del 2000, sempre a Fano, si tiene la conferenza “La Terra gira intorno al sole”, che vede la partecipazione del regista Giancarlo Zagni, della bruniana Sara Fioroni, del redattore del redattore della rivista “Libertaria”, Carlo Ghirardato.
Anche se l’esperienza sociale e politica dei meeting fanesi è già finita, non cesseranno a Fano gli interventi locali su argomenti specifici, come quello, del 14 febbraio 2004, sulla Legge 40 sulla fecondazione assistita, che occupò la cronaca regionale: una mini sfilata anticlericale in costume infatti si introdusse nella gigantesca sfilata di Carnevale, e volantinò le migliaia di persone presenti con un testo di dura critica all’ingerenza della Chiesa nel referendum. Referendum che il Cardinal Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, volle che i cattolici boicottassero... contraddicendo in questo modo la stessa dottrina sociale della Chiesa che invece indica nel referendum una positiva forma di democrazia partecipativa. Ma, si sa... si predica bene e si razzola male.
Molte delle persone che hanno contribuito a creare i meeting anticlericali o li hanno frequentati sono ora presenti in tante iniziative successive, più o meno radicali, più o meno continuative, sino ad oggi.
L’11 febbraio del 2006 si è tenuta a Roma la prima manifestazione “No Vat”, indetta dal coordinamento di associazioni Lgbt e anticlericali “Facciamo Breccia” (69), teso a creare spazi di contestazione visibili, con sit-in, manifestazioni, alle politiche sociali del Vaticano.
Intanto alcune realtà laiche italiane hanno gettato le basi per l’attività delle Consulte per la laicità (70). Si è espansa sempre più l’attività della Unione atei, agnostici, razionalisti, che spingono sul pedale dall’ateismo mediatico e assertivo, in Usa detto “bright” e gestiscono il loro completissimo ed aggiornato sito. È nato nel frattempo anche il sito web “Italialaica, il giornale dei laici italiani”, e la blogosfera si è popolata di pagine laiche ed anticlericali.
Nel frattempo i cattolici, dopo la diaspora dovuta al crollo della Dc, si sono impegnati alla conquista di spazi all’interno dei ogni coalizione politica, bloccando sempre e comunque in Parlamento ogni tentativo di legiferare su questioni attinenti i cambiamenti sociali sempre più evidenti: la famiglia che diventa plurale e interculturale, il corpo femminile che non vuole obbedire ai dettami della biopolitica vaticana (vedi i ricorsi contro la legge 40/2004 ed il divieto di fecondazione eterologa), l’etica di fine vita che vuole una “cultura della morte” sì, ma non nel senso negativo eccepito dal Vaticano, bensì nel senso positivo della cultura del scegliere quando morire se necessario e del farlo con serenità e responsabilità evitando inutili sofferenze.
Non possiamo per ora che auspicare un rinnovamento anche del dissenso cattolico, già prefigurato da tanti ai tempi del Concilio Vaticano II, del quale la filosofa Mary Daly (71) (nota la sua definizione del Papa come “Sua Nullità”) scriveva nel suo “La Chiesa e il secondo sesso”, auspicando un mondo nel quale la spiritualità potesse esistere lasciando a terra le spoglie della credulità, del clero e del patriarcato.
Francesca Palazzi Arduini
Note
- Tra gli altri, Mareno Rosati, Renzo Tronchin, Spartaco Verna, Tatiana Olivieri, Matteo Sora, Patrizio Nocchi e gli “anconetani”, i compagni del Centro studi Luigi Fabbri di Jesi, Rosy e Bibi, Marina Fabbri, Enrico Moroni, Rosanna, Francesca Balloni, Saverio Feligini, Piero Emili, Beppe Oldani e i “cremonesi”, Max e Marcello, Giorgio Caselli, Andes Battisti, Rudy della Santa, Roby Galarini, Tiziana Montanari e i compagni bolognesi, Alessandro Iacuelli e i partenopei, Valeria Vitali, Davide Gostoli, Fabio Damiani, Daniele Falcioni, Maria Diotalevi ...
- Fabio Tombari nasce a Fano nel 1899, pubblica Le cronache di Frusaglia nel 1927. Si tratta di racconti basati sull’osservazione di gente e luoghi del territorio fanese. Nel 1933 viene pubblicato da Mondadori Tutta Frusaglia, riedito con successo negli Oscar dal 1974.
- Napoleone Papini, anarchico italiano animatore della sezione umbro marchigiana dell’Internazionale, fondatore del giornale “Il Martello”, dapprima erroneamente considerato fanese di nascita. In seguito le ricerche dello stesso circolo Papini ne stabilirono la nascita a Fabriano (1856). Fu esule in Argentina, dove morì nel 1925.
- Casa editrice fondata a Ragusa negli anni ’60 dall’anarchico Franco Leggio, che rilevò la collana di scritti ed estratti politici Anteo, e fece di questi opuscoli piccoli ed economici gli antesignani delle “Millelire” ideate con grande successo da Marcello Baraghini negli anni ’90.
- Adele Faccio (1920-2007), esponente di punta del Partito radicale e deputata, nel 1975 venne incarcerata per aver dichiarato ad una assemblea pubblica di aver abortito (la Legge 194, che consentirà l’aborto legale, è del 1978). È stata una delle fondatrici dei Verdi arcobaleno.
- Il Concilio Vaticano II, aperto da Papa Giovanni XXIII nel 1962 e chiuso da Papa Paolo VI nel 1965, segnò una svolta ecumenica nella Chiesa di allora, riformò la gerarchia ecclesiastica, sottolineò il ruolo dei laici, dichiarò sorpassata la messa in latino, e tentò di prestare l’orecchio alle tante richieste di riforma che provenivano dagli strati più bassi della gerarchia.
- Tra questi il compagno anarchico Michel Mattioli, tra i primi a promuovere i meeting. Agli inizi degli anni ’80 il Porto di Fano non è ancora un polo della vetroresina e degli scafi fuoribordo di lusso ma vive molto di piccola pesca e di attività artigiane, tra le quali primeggia quella dei “calafà”, capaci di costruire una imbarcazione in legno da cima a piedi. Le albe del ritorno dei pescatori ai moli hanno varato l’usanza di bere la “Moretta”, un misto caldo di caffè e liquori che contagerà tutti i “Lupi di mare” apprendisti ai meeting anticlericali.
- Donato Romito, storico, insegnante, nato a Bari, vive a Pesaro. Attivo nella Federazione dei comunisti anarchici, noto per il suo impegno politico e sindacale nella difesa della scuola pubblica, ha contribuito ai meeting come moderatore di tanti dibattiti e come coordinatore dei gruppi di lavoro sulla scuola pubblica.
- Adriana Dadà, storica, ricercatrice presso l’Università di Firenze, ha pubblicato tra l’altro il noto “L'anarchismo in Italia tra movimento e partito”, Milano, TETI, 1984. Si è occupata di storia del movimento operaio, delle donne, delle migrazioni.
- Gianni Cimbalo, è professore ordinario di Diritto ecclesiastico all’Università di Bologna. Ha pubblicato tra l’altro “La scuola tra servizio pubblico e principio di sussidiarietà. Legge sulla parità scolastica e libertà delle scuole private confessionali", Giappichelli, Torino 1999.
- Menù eretico 1999: (tratto dal sito http://www.abanet.it/papini).
Oltre a vini (il “Buttiglione” più economico o la “Lacrima di Madonna”), agli Affettati alla Khomeini, All’insalata D’Alema, al Cocomero voltagabbana, pare giusto ricordare l’intera serie di primi e secondi frutto della fantasia dei cuochi dei meeting, in primis di Federico Sora. Tutti i piatti in menù erano effettivamente disponibili. Il Menù era illustrato da vignette diverse ogni anno. I “lavoratori” e invitati al meeting usufruivano di buoni pasto. Un primo costava circa 3 euro di oggi.
Antipasti: Bruschetta satanica (pomodoro, aglio, erbe aromatiche) Crostinus satanas (funghi, patate, erbe aromatiche) Patè di frate grasso (fagioli neri, cipolla, carota) Patè d’infedele (fave, legumi, verdure) Salsa di musulmano (hummus- salsa di ceci e sesamo) Salsa di bigotta (zucchine, cipolla).
Primi: Pasta blasfema (zucchine, panna, latte, aglio, prezzemolo) Pasta al Pesto del peccatore (pesto genovese) Pasta dell’Eremita (crudaiola con pomodoro, aglio, cipolla, basilico) Pasta alla Monsignor Biffi (ragù bolognese) Pasta San Gennaro (pomodoro e basilico) Pasta dell’integralista (carbonara con pancetta, uovo, parm) Strozzapreti anticlericali (funghi, piselli, panna, latte) Lasagne del Gesuita (con sugo di carne) Lasagna del Francescano (vegetariana) Pasta sbattezzata (cozze, con sugo di pomodoro o in bianco) Pasta delle streghe (aglio, peperoncino, pomodoro, maggiorana, origano ed altre erbe) Spaghetti del tonno Errani (tonno, pomodoro, prezzemolo) Pasta Rivola (pasta fredda con pomodoro, basilico, capperi, olive) Pasta del Cardinal Giordano (puttanesca con capperi olive e pomodori) Pasta dell’Inquisitore (rucola, panna, latte) Pasta con ricotta buddista (ricotta, pomodoro, verdure) Pasta eretica (verdure arrostite, aglio, cipolla, peperoncino, prezzemolo).
Secondi con carne o pesce: Roastbeaf del mangiaprete (vitello) Zucchini papalini ripieni, Peperoni del libero amore (peperoni ripieni di carne) Maiale alla Wojtyla (braciole di maiale) Grigliata d’eretico (costine e salsicce di maiale) Pepata di pretini (pepata di cozze) Seppie miscredenti (seppie ripiene al forno) Gallina Jervolina (pollo con verdure)
Piatti vegetariani: Insalata iconoclasta caprese (mozzarella, basilico e insalata di pomodori) Suore blasfeme (patate alla pizzaiola) Clericale caponato (caponata di verdure alla siciliana) Scismatici gratinati (Patate e cipolle gratinate) Pomodori controriformati (pomodori al gratin) Friggione di padre Pio (pomodoro, cipolla) Verdure alla Giordano Bruno, Zucchine atee al forno (zucchine, pane, erbette) Frittelle di ricotta ortodossa (ricotta, farina, uova, parmigiano, prezzemolo, aglio).
- Federazione dei comunisti anarchici, FdCA, costituitasi nell’ottobre del 1985 dal confluire in un’unica organizzazione di Ora (Organizzazione rivoluzionaria anarchica) e Ucat (Unione dei comunisti anarchici della Toscana), di stampo piattaformista, molto attiva in ambito sindacale, pubblica Alternativa Libertaria.
- L’atto costitutivo dell’ Associazione è datato 25 dicembre 1986 Lo studioso di diritto ecclesiastico Gianni Cimbalo aveva proposto gli articoli principali dello Statuto, Saverio Craparo diede la definizione e si aggiudicò lo status di primo associato. L’idea dei fondatori è quella di riprendere il gesto compiuto da Aldo Capitini il 27 ottobre 1958, con la sua lettera all’arcivescovo di Perugia nella quale rendeva nota la sua volontà di uscire dal gregge dei battezzati. La Dichiarazione di Sbattezzo viene lanciata in quegli anni dall’Associazione come atto in preminenza culturale e politico, rigettando qualsiasi forma di amministrazione rituale ma anzi dando rilievo al gesto di libertà che prende forma sociale e pubblica. La presidenza della Associazione è retta da me dal 1986 sino al 1996. Da allora l’Associazione non ha rinnovato gli incarichi e si è formalmente sciolta il 2 ottobre 2005.
- Alberto Pettigiani, psicologo torinese, autore di saggi di psicoterapia ad indirizzo transazionale, psicologia clinica, ma anche su naturismo e vegetarianesimo. Nel saggio “I guasti psicologici dell’educazione religiosa” ha analizzato la base nevrotica della pulsione religiosa. La conferenza si tenne a Fano il 28 novembre 1986.
- Guido Tassinari, poi scomparso agli inizi dell'ottobre 1993, all'età di 65 anni, fu ricordato dalla stampa quasi unicamente in riferimento all'impegno da lui profuso in favore dell'eutanasia. In realtà, la sua presenza nella vita sociale e politica italiana si è caratterizzata per l'attivo impegno in varie battaglie civili, complessivamente rivolte al superamento della legislazione repressiva sui temi del divorzio, dell'aborto, della sterilizzazione. Ricordiamo il suo impegno nella rivista “ABC”, e nell'Associazione italiana per l'educazione demografica e nell'Associazione italiana per la sterilizzazione volontaria.
- Gualtiero De Santi, è ordinario di Letterature comparate presso l’università di Urbino ma è altresì noto per i suoi studi e pubblicazioni nell’ambito della critica cinematografica e teatrale.
- Paolo Cognini, allora studente universitario, ora avvocato impegnato nella difesa dei diritti civili e umani degli immigrati (Ambasciata dei Diritti, Marche).
- Primi promotori, Patrizia Diamante ed Ennio Carbone, un binomio... chimico!
- Marcel Lefebvre (1905-1991), arcivescovo e poi vicario apostolico, Sospeso a divinis dal 1976 e scomunicato da papa Giovanni Paolo II il 30 giugno 1988. I conservatori vaticani cercarono di costruire la pace con Lefebvre, affermando che il Concilio Vaticano II non fosse un Concilio dottrinale ma un Concilio pastorale, iniziando col destituire a poco a poco tutti i contenuti innovativi del Concilio. Nel 1988 Ratzinger stesso, allora Prefetto, trattò con Lefebvre per ottenere che restasse obbediente al Papa. Ma lo scisma si attuò egualmente stante l’intenzione di Lefebvre di garantire a se stesso un seguito.
- “Sbattezzati di tutt’Italia unitevi” di Sandro Premici, dalla cronaca nazionale de La Repubblica, 21 agosto 1988:
“... La Costituzione garantisce la professione di ateismo o di agnosticismo; è la nostra risposta all'offensiva clericale che si sta lanciando al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. Il meeting anticlericale di Fano è ormai un appuntamento tradizionale che cresce di anno in anno. Vi partecipano centinaia di giovani venuti da tutta Italia con ogni mezzo. Sono atei, agnostici, mangiapreti, ma anche laici e cattolici. Tutti accomunati da un acceso anticlericalismo, alimentato sottolineano gli organizzatori dalla crescente invadenza della Chiesa di Wojtyla, un papa medievale che sa usare affermano molto bene i moderni mezzi di comunicazione.” Un altro articolo di Premici, del 20 agosto 1989, renderà conto della partecipazione a questa edizione di circa cinquemila persone.
- Marina Padovese (1958-1998), anarchica e femminista, autrice di Donne contro la guerra, edito da La Zisa, Palermo, nel 1996, nel quale coronava la sua teoria antimilitarista, scritto durante anni di intenso impegno di solidarietà con le donne della ex Jugoslavia. È stata anche un’attiva sostenitrice di A rivista anarchica ed animatrice delle Donne in nero di Mestre. Con Paola Mazzaroli, redattrice del periodico degli anarchici veneti e friulani Germinal, ed altre ha sostenuto ai meeting il gruppo dell’Osservatorio delle donne libertarie sugli integralismi.
- Caterina Bueno (1943-2007), cantante, cantautrice e ricercatrice. Ha fondato la ricerca e la trascrizione della tradizione del canto popolare del centro italia. Ha cantato e collaborato con tutti i cantanti di musica folk degli anni ’60 e ’70 (da Rosa Ballistreri, a Giovanna Daffini, a Giovanna Marini, a Francesco de Gregori...). Ha lavorato con l’istituto E. De Martino ed ha fatto parte del Nuovo Canzoniere Italiano.
- Franco Leggio (1921-2006) anarchico siciliano che ha legato alla editrice La Fiaccola, nota non solo per la collana di scritti atei e anticlericali “Anteo” ma per avere negli anni (è tutt’ora esistente e attiva) pubblicato libri interessanti e scomodi, come Homocaust. Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, di Massimo Consoli, nel 1984, che ebbe uno straordinario successo. Franco ha sostenuto attivamente il periodico Sicilia Libertaria, sul quale spesso Pippo Gurrieri ha promosso la Associazione per lo sbattezzo ed i meeting..
- Il governo Berlusconi ha prospettato con decreto (163/2005) di esentare dall’imposta comunale sugli immobili, oltre i già esentati edifici di culto, tutti gli edifici di proprietà della Chiesa cattolica. Il decreto è stato poi ritirato prima che passasse alla Camera.
- Edito da La Fiaccola nel 1989, Padre Gemelli per la guerra ha fatto conoscere il lato oscuro di Agostino Gemelli (1878-1959), fondatore dell’università del Sacro Cuore di Milano, con la sua attività di fervente fascista e cappellano militare.
- Patrizia Diamante, nata a Faenza ma fiorentina d’adozione, pittrice, scrittrice, blogger, conduttrice radiofonica, vignettista, è nota anche col suo pseudonimo di Pralina Tuttifrutti. Ha fondato il “Partito Groucho-marxista d’Italia”. Compagna di Horst Fantazzini, il “rapinatore gentile”, dopo la scomparsa del quale ha curato nel 2003 per Stampa alternativa “L’ultimo colpo di Horst Fantazzini”.
- Legge salutata con calore da quella parte della Chiesa cattolica attiva nel sociale, perché consente l’ingresso, con la cosiddetta sussidiarietà orizzontale, del privato cattolico nella gestione del servizio pubblico a condizioni particolarmente favorevoli per la contrattazione. Sarà l’enciclica Centesimus annus nel 1991 a confermare l’intenzione cattolica di subentrare con sempre maggiori poteri nella gestione delle necessità sociali: la scuola, la sanità, i servizi. Tale principio conforme al tentativo di economizzare le spese e distribuire i guadagni a più attori facendo divenire il Welfare una risorsa sfruttabile, viene sancito poi nel Trattato di Maastricht del 1992.
- La Compagnia delle Opere, fondata da don Luigi Giussani, ispiratore di Comunione e liberazione, nel 1986, raggruppa migliaia di imprese nell’ottica di organizzare a livello economico ed imprenditoriale la presenza cattolica nella società. Si è più volte espressa ufficialmente a favore dei governi di centro-destra e suoi aderenti sono stati coinvolti in inchieste per affari di tangenti.
- Lia Didero, romana di origine ma fanese di adozione, attiva nella Federazione dei comunisti anarchici, è una delle fondatrici della associazione interculturale Nuovo Mondo di Pesaro, sostiene inoltre una serie di attività a favore della produzione non industriale (Gruppi di acquisto solidali) ed è redattrice di Alternativa libertaria.
- “Ateismo, laicismo, anticlericalismo. Guida bibliografica ragionata al libero pensiero ed alla concezione materialistica della storia”, di Mimmo Franzinelli, il primo volume, “Chiesa, Stato e società in Italia” uscì e venne presentato al meeting nel 1990. Il secondo, “Da Cristo a Wojtyla. Contributi per una storia eterodossa della Chiesa” nel 1992, ed il terzo “Il prete persecutore” nel 1994.
L’opera raccoglie esaustive schede bibliografiche di molte opere di orientamento ateo, anticlericale e laico. Franzinelli ha usato il termine “laicismo” anche per indicare una laicità “attiva” in maniera differente da coloro che di recente lo utilizzano in modo dispregiativo per indicare coloro che a loro dire propugnano una laicità “aggressiva” e tendente alla cancellazione di ogni rilevanza sociale delle Chiese.
- Pietro Cimatti (1929-1991), poeta e scrittore, redattore capo de La Fiera letteraria, ha vissuto a Roma dal 1946, ha collaborato ai programmi culturali della Rai. Al meeting ha contribuito col suo Il manuale dell’anticristo (Ecig, Genova 1988) e con la sua Radiocronaca di una solennità religiosa.
- Serena Urbani, attrice del Living Theatre, animatrice dell’attività teatrale del Living in Italia, recuperò l’archivio del Living rimasto a Parigi e lo trasportò materialmente a Riccione, dove era stata costituita nel 1985 appositamente una associazione che ne seguisse il recupero. È morta suicida nel 1993, testimone purtroppo del clima tutto italiano di svalorizzazione del patrimonio umano artistico e culturale nel nostro Paese.
- Fabio Santin, artista e designer, redattore della rivista ApArte, noto anche nel movimento anarchico per aver curato la grafica delle testate di svariati periodici e pubblicazioni. È sua la grafica del logo della Associazione per lo sbattezzo.
- Joyce Salvadori in Lussu, (1912-1998), partigiana, scrittrice, traduttrice. Ha sposato Emilio Lussu e come lui militato in Giustizia e libertà e preso parte attiva alla Resistenza. È stata promotrice dell’Unione donne italiane e ha fatto parte dei direttivo nazionale del Partito socialista. Ha tradotto per prima in italiano il poeta turco Nazim Hikmet, ha viaggiato in Kurdistan, in Angola, e in tanti altri paesi del mondo, interessata alla valorizzazione delle culture ed ai messaggi di libertà.
- Homocaust, testo fondamentale sulla persecuzione degli omosessuali da parte del nazismo, è stato in seguito aggiornato e la terza edizione (1991) viene segnalata dal noto critico Giovanni Dall’Orto come la più attendibile in merito anche alla stima delle vittime omosessuali dei campi di concentramento nazisti, trentamila secondo fonti accreditate.
- Giuditta Tavani Arquati (1830-1867). Figura storica della lotta per l’indipendenza dallo Stato pontificio. Uccisa in una delle sommosse romane contro il governo di Pio IX, a lei è stata dedicata un’associazione, poi sciolta nel 1925 dal fascismo e riaperta dopo la guerra di Liberazione.
- Il Movimento Salvemini, ispirato ai principi di laicità dello Stato propugnati dallo storico e liberal socialista Gaetano Salvemini, del quale l’animatore Cosmo Sallustio Salvemini (poi inquisito per partecipazione a logge massoniche segrete) ha presentato nel 1993, il suo “Papato e Conclave. Storia dei rapporti con l’autorità politica”, edito da Teti con prefazione del teologo Hans Küng. Nel 1991 presenta una relazione su “La questione cattolica in Italia”.
- “...Il vescovo di Fano, Mario Cecchini, in una lettera letta domenica in tutte le chiese della diocesi ha espresso "profonda amarezza" per la "volgarità e la bassezza" della manifestazione. Il vescovo ha criticato anche la giunta comunale di Fano che ha concesso spazi pubblici agli organizzatori della manifestazione.” Sandro Premici, La Repubblica, 23 agosto 1991.
- Massimo Pieri, Anna Borioni, Maledetta Isabella, maledetto Colombo. Gli ebrei, gli indiani, l’evangelizzazione come sterminio, Marsilio, Venezia, 1991.
- Il Cardinal Silvio Oddi (1910-2001), famoso per le sue dichiarazioni shock, quali “L'altro giorno, parlando della soppressione della bestemmia ho detto che dopo l’aborto e il divorzio, sopprimendo la bestemmia sarebbe scesa la maledizione di Dio. Pensavo che l’Italia avesse toccato il fondo ma mi sbagliavo: il fondo lo si doveva ancora toccare con questa decisione. Vorrà dire che Dio sarà più generoso in maledizioni.” (1992).
- Federico Sora, animatore dei meeting e “cuoco anticlericale”. Attivo nel movimento sindacale, ricercatore di storia del movimento anarchico, ora responsabile dell’archivio fanese E.Travaglini, ove sono custoditi i faldoni che documentano l’attività dei meeting.
- Saverio Feligini, pesarese ma romano d’adozione, ha vissuto a Singapore e New York, artista su vari materiali, si dedica al collage puro, ha eseguito per i meeting cartoni a tempera, sagome in legno, vignette.
- Adriano Grazioli, “poeta itinerante”, figura originale di libertario autodidatta nella sua personale campagna mediatica, noto infatti per aver frequentato convegni, piazze, mercati, sia della sua città, Reggio Emilia, che ovunque, portando con sé per anni una originale e leggera struttura in metallo che esponeva come un cartello a più lati, lì riportando testi e frasi anticlericali e invitando le persone a ragionare con la propria testa. Diversa invece la figura di Ettore Gagliano, detto “lo schiaffeggiapreti”, anch’egli spesso sulle cronache dei quotidiani ma per un altro tipo di “propaganda”, era sua usanza infatti attendere i sacerdoti a Milano in Piazza Duomo e prenderli a pesanti ceffoni.
- Derek Humprhy è stato l’ideatore delle associazioni per la libertà di fine vita e la pratica volontaria dell’eutanasia, fonderà a tale scopo nel 1980 la Hemlock Society. Al meeting lo presentarono lo psichiatra Giorgio Antonucci ed il ginecologo Giorgio Conciani, noto per aver subito dagli anni ’70 in poi diverse carcerazioni per la sua attività di medico abortista.
- Esce nel 1991, con la prefazione di Giorgio Galli, questo libro scritto da Enrica Chiaramonte, Giovanna Frezza e Silvia Tozzi, edito da Elèuthera: “Nel 1589, a Lucca, la "strega" Crezia Mariani viene condannata al rogo. Storia esemplare di una alleanza apparentemente contro natura tra un cattolicesimo ormai pronto per la Controriforma e un Rinascimento che sta imponendo anche all'arte medica un suo paradigma meccanicistico di scientificità. La colpa di Crezia è quella di curare le malattie, tramite l'impiego di erbe e di formule propiziatorie, e di essere, allo stesso tempo, donna e illetterata. Occupa cioè "abusivamente" lo spazio che la nascente ma già robusta corporazione medica considera suo proprio. È così, dapprima con varie sanzioni e poi con i roghi, che vengono stroncate tutte le tradizioni di "medicina artigianale" fatte di esperienza diretta, conoscenze generali e abilità manuali e sensoriali – che contrastano con il modello scientifico ormai vincente in seno ai Collegi medici.”
- Il primo ottobre 1998, dopo quattro anni d’attesa, la Corte d’Appello di Ancona dichiara il non doversi procedere in merito al reato di offesa a capo di Stato estero “perché l’azione penale non poteva essere iniziata per mancanza della autorizzazione del Ministro di Grazia e Giustizia ai sensi dell’art. 313 C. P.”. Per il pagamento delle spese processuali (la difesa per me dell’avv. Giovanni Flora e per Federico dell’avv. Giuseppe Sorcinelli) si attivò un apposito comitato, il Comitato 28 settembre.
- Guido Caldiron, Gli squadristi del 2000, Manifestolibri, Roma 1993.
- Walter Peruzzi, insegnante di storia e filosofia e pubblicista, ha diretto dal 1993 il mensile Guerre e Pace. Ha pubblicato per Terrelibere il saggio I crimini di Dio. Ha pubblicato di recente Il cattolicesimo reale. Attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della Chiesa, dei concili, Roma, Odradek 2008.
- Cesare Frassineti, economista, presidente del Cipax, Centro interconfessionale per la pace, promotore di Banca popolare Etica, ha pubblicato tra l’altro La globalizzazione vista degli ultimi, Cittadella editrice, Assisi, 2000.
- Salman Rushdie (1947) scrittore indiano, cittadino britannico, costretto all’esilio a causa della Fatwa, una condanna a morte nei suoi confronti, proclamata dall’ayatollah Khomeini all’uscita del suo libro “Versi satanici”, nel 1988. Il traduttore italiano del libro, Ettore Capriolo, fu aggredito ed accoltellato nel 1991, pochi giorni dopo venne ucciso il traduttore giapponese, Hitoshi Igarashi.
- Nella Millelire sarà presente in coda anche una esilarante “Autocertificazione di scomunica”, scritta da Patrizia Diamante, nella quale è possibile fare la spunta su un elenco fantasioso di peccati gravissimi, quali “avere organizzato una tavola rotonda su –Perché il Papa non ha né baffi né barba ed altri capi religiosi sì- ”, oppure “di inserirmi nelle frequenze di Radio Maria come radioamatore/amatrice anticlericale in vena di scherzi”... .
- Italo Mereu (1921-2009) professore di Storia del Diritto italiano, pubblicista, noto per la sua battaglia contro la pena di morte, ha pubblicato tra l’altro Storia dell’intolleranza in Europa. Sospettare e punire. Bompiani, Milano, 1979.
- Walter Siri, attivista della Federazione anarchica italiana, tra i soci fondatori della Associazione per lo sbattezzo, ha pubblicato per le edizioni Sempre avanti di Livorno il pamphlet Senza dio, senza padroni, 1997.
- Peter Kammerer, docente di Sociologia all’università di Urbino, ha pubblicato tra l’altro, con E. Donaggio, l’introduzione a Karl Marx per l’Universale economica Feltrinelli, 2007.
- Disertori, di Alberto Grossi ed Emilio Rossi, ed. Alfazeta, Parma, 1995.
- La Lega anticonformista di Friburgo ha partecipato, con Birgit Wust, Heidrun Baronowsky ed altre relatrici, a molti meeting anticlericali con relazioni sul paragrafo 166 del codice penale tedesco (vilipendio alla religione), sulla scuola pubblica in Germania, sulla presenza della Chiesa cattolica nelle università tedesche.
- I volumi della Storia critica della Chiesa furono pubblicati per la prima volta in Germania nel 1962, ed editi dalla casa editrice Erre emme di Roberto Massari in Italia nel 1998.
- Shura Dumanic, pacifista croata, attiva a Fiume nel centro Il Girasole. Nota per la sua attività di costruzione di solidarietà tra donne colpite dalla guerra.
- Il Movimento degli Uomini Casalinghi è stato fondato da Antonio d’Andrea nel 1985. Ha teorizzato forme di convivenza nelle quali si dà il massimo rilievo alla cura e attenzione per gli altri, e nel quale gli uomini si rieleggono alla luce del femminismo, in particolare delle teorie di Carla Lonzi.
- Verona infedele, giornale satirico veronese (il periodico della curia si chiama Verona fedele), attivo dal 1988 sino alla fine degli anni ’90. I suoi animatori hanno partecipato più volte ai meeting.
- A questo convegno ho presentato l’articolo, apparso su A rivista nel novembre ’98, in cui facevo una analisi delle vicende processuali della condanna per vilipendio a Wojtyla e ricordavo che “In Italia la laicità dello Stato è considerata con benevolenza simile a quella dei russi per la loro cagnetta Laika, lanciata “con simpatia” nello spazio e mai più ritornata...”.
- Legge n. 62 del 10 marzo 2000: Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione.
- Gianni Grana (1924-2001), scrittore e docente universitario, ha dedicato oltre 15 anni alla ricerca per il suo L’invenzione di dio, edito da Setup, Roma, 2000-2002 in 5 volumi. Ha pubblicato inoltre per Marzorati, Sei, editrice Ricerche, saggi di storia e letteratura.
- Il Manifesto laico contro il finanziamento pubblico alle scuole cattoliche fu pubblicato sulle pagine di Repubblica nel novembre del 1998. Lo promossero Giorgio Bocca, la rivista Critica liberale, Enzo Marzo, Alessandro Galante Garrone, Vito Laterza e Paolo Sylos Labini. Raccolse 25 mila adesioni di intellettuali e associazioni. Una lettera critica di Norberto Bobbio ai toni “battaglieri” del manifesto viene pubblicata poi nell’edizione in forma di libro del Manifesto laico, curata da Enzo Marzo e Corrado Ocone nel 1999 per Laterza.
- Emanuele del Medico, All’estrema destra del padre. Tradizionalismo cattolico e destra radicale, “Questo lavoro si prefigge di osservare il terreno in cui integralismo di matrice cattolica e radicalismo di destra convergono nel nome della Tradizione. Un fondamentale punto d’incontro tra le diverse anime del contemporaneo tradizionalismo europeo ed italiano (Lega Nord, Alleanza Nazionale, Forza Nuova – le principali forze mobilitanti del Paese) si sostanzia nel rifiuto radicale della società multiculturale a favore di una ridefinizione su basi etniche di confini statali, di seduzioni monarchiche, di teocrazie più o meno illuminate”, edito da La Fiaccola, Ragusa, 2004.
- Chiara Gazzola, redattrice della rivista Liberamente, ha pubblicato Divieto d’infanzia. Psichiatria, controllo, profitto. Ed. BFS, Pisa 2008.
- Aldo Capitini (1899-1968), figura di rilievo dell’antifascismo e teorico del movimento non-violento. Dopo la Liberazione fu escluso dalla Costituente, pur avendo dato un grande contributo all’antifascismo, perché si rifiutò di iscriversi ai partiti.
- “Così facendo, la Chiesa cattolica non tiene ovviamente in alcun conto chi si allontana informalmente dalla fede. Autorevoli commentatori come Corrado Augias hanno sostenuto che le statistiche sulla religione non devono basarsi sulle fonti interne alle confessioni religiose, ma devono invece rifarsi ai risultati delle inchieste sociologiche e demoscopiche: le quali attestano, per l’Italia, una percentuale di cattolici inferiore di un 10-17% a quella diffusa dalle gerarchie ecclesiastiche. Ma queste posizioni si sono rivelate minoritarie, e il dato di fonte vaticana continua a essere ripreso dai mezzi d’informazione con una certa enfasi, per quanto lentamente in calo.
Proprio per rimediare a questa situazione fu lanciata la campagna di “bonifica statistica”. Un numero sensibile di defezioni formali dalla fede (i cosiddetti “sbattezzi”) avrebbe, secondo l’UAAR, prodotto una diminuzione nel numero totale dei fedeli ostentato dalla Chiesa, in quanto le parrocchie avrebbero dovuto contabilizzare in diminuzione, oltre ai defunti, anche coloro che si erano “sbattezzati”. http://www.uaar.it
- Il coordinamento Facciamo Breccia, costituito nel 2005, dall’anno successivo organizza tutti gli anni la manifestazione romana No Vat. È espressione del collegamento tra area anticlericale, Lgbt (gay, lesbica, bisex, transgender) ed antifascista.
- Le Consulte per la laicità, la prima quella torinese nel 2005, nascono su ispirazione di Critica liberale in seguito al grande successo ottenuto dal Manifesto laico promosso nel 1998. Presenti in diverse città italiane, promuovono conferenze e dibattiti. A livello nazionale intervengono su questioni inerenti le attività legislative, la difesa della laicità nelle istituzioni nazionali. Si tratta di organismi differenti, per composizione ed attività, secondo la composizione, attualmente sono presenti a Torino, Roma, Trieste, Milano, Pesaro.
- Mary Daly (1928-2010), filosofa, teologa, femminista lesbica, ha partecipato come osservatrice statunitense al Concilio Vaticano II nel 1965, ha pubblicato su questo le sue riflessioni nel 1968 in La chiesa e il secondo sesso, pubblicato in Italia nel 1982 da Rizzoli. Nel 1990 esce per Editori Riuniti un altro lavoro di Daly, Al di là di dio padre. Verso una filosofia della liberazione delle donne.
In ricordo di
Marina Padovese
Questo
dossier è dedicato alla compagna Marina Padovese,
della quale ricorre il 12° anniversario della scomparsa.
La ricordiamo sempre ribelle e autorevole al contempo,
divertita e instancabile compagna nella scommessa della
realizzazione dei meeting anticlericali e nell’Associazione
per lo sbattezzo; che fosse serissima al tavolo dei convegni,
o a disegnare con competenza striscioni, o sulla sua moto
in giro per la città oppure... coi piedi a mollo
nel ghiaccio delle angurie!
L’esperienza femminista di Marina, una compagna
anarchica che ha realmente lavorato per gettare ponti
tra le idee, le culture ed i luoghi, l’ha vista
viaggiare nella ex Jugoslavia, in quelli che nessuno poteva
immaginarlo, sarebbero stati gli ultimi anni della sua
vita. Voleva essere vicina alle donne che nel momento
tragico e assurdo delle carneficine lottavano per conservare
uno spirito di fratellanza non solo tra i popoli, ma anche
tra i sessi... l’umanità che sembrava scomparsa
per sempre da quei territori e rintanata solo nel sentimento
dell’orrore.
Nemmeno in quegli anni Marina è mai mancata dai
meeting, esprimendo volta per volta le sue riflessioni
sul rapporto tra Donne e Potere, tra Chiese, religioni,
integralismi e guerre, e mandando il suo saluto, sebbene
solo forzatamente telefonico, anche all’ultimo meeting
svoltosi a Fano, al quale è arrivata la sua voce,
nel giugno del 1998. |
Questo dossier è stato realizzato da Francesca Palazzi Arduini. Esce come supplemento del n. 356 (ottobre 2010) della rivista anarchica “A”.
“A” esce regolarmente 9 volte l’anno dal febbraio 1971. Non esce nei mesi di gennaio, agosto e settembre. È in vendita per abbonamento, in numerose librerie e presso centri sociali, circoli anarchici, botteghe, ecc.. Se ne vuoi una copia/saggio, chiedicela. Siamo alla ricerca di nuovi diffusori.
Per qualsiasi informazione, compresa la lista completa dei nostri “prodotti” (dossier “Gli anarchici contro il fascismo”, letture di Bakunin, Kropotkin, Malatesta e Proudhon, volantoni della serie anti-globalizzazione, poster di Malatesta 1921, i nostri dossier, cd e dvd di /su Fabrizio De André, dossier e cofanetto su Franco Serantini, DVD sullo sterminio nazista dei Rom, lista di oltre cento cd, mc, ecc. della ‘Musica per “A”‘, ecc.) contattaci. Se ci fai avere per fax, e-mail o in segreteria telefonica il tuo indirizzo completo, ti spediamo a casa tutte le informazioni necessarie per poter ordinare quello che vuoi.
Una copia di “A” costa € 3,00, l’abbonamento annuo € 30,00, quello estero € 40,00, l’abbonamento sostenitore da € 100,00 in su.
Editrice A, cas. post. 17120, I Mi 67 – 20128 Milano
telefono (+39) 02 28 96 627
fax (+39) 02 28 00 12 71
e-mail arivista@tin.it
sito web arivista.org
conto corrente postale 12 55 22 04
conto corrente bancario n. 107397
presso Banca Popolare Etica, filiale di Milano
Codice IBAN:
IT10 H050 1801 6000 0000 0107 397.
Codice BIC:
CCRTIT2184B |