Collaboratori. Ce l’abbiamo messa tutta per non dimenticarne nemmeno uno. E invece Luca Vitone, di cui da anni seguiamo con interesse l’intelligente e multiforme attività artistica, spesso incrociata con l’anarchismo e con le vicende del popolo Rom (ultima testimonianza: la bandiera un po’ Rom un po’ anarchica, esposta in Lussemburgo e riprodotta sullo scorso numero), ci ha segnalato la propria assenza dalla lista di quanti hanno collaborato con “A” nei nostri primi 40 anni. Che da 2.616 diventano, così, 2.617.
Sostenitori. Un altro nostro compagno e amico, Arturo Schwarz, ci ha proposto di pubblicare l’elenco di chi – come lui – è abbonato ad “A” fin dal primo numero. Idea simpatica, ma la mancanza di sistematicità nei primi anni di amministrazione della rivista non ci permette di risalire con la necessaria precisione ad un’epoca così lontana.
E che non fosse proprio ieri – racconta Paolo Finzi, della nostra redazione – me lo dice il ricordo di quando, diciottenne (era l’autunno/inverno del 1970) andavo in giro per Milano, con un bollettario fatto fare apposta, per raccogliere tra intellettuali e altri personaggi della vita culturale milanese degli abbonamenti sostenitori (da diecimila lire). Abbonamenti basati sulla fiducia, perché “A” non esisteva ancora e solo nel febbraio successivo avrebbe visto la luce il primo numero. Si chiedeva un doppio gesto: di abbonarsi ad una rivista anarchica e ancor più di abbonarsi ad una rivista “futura”. Iniziai con l’andare a trovarne alcuni e da loro ricevetti altri nominativi e così il giro si allargò progressivamente. Ricordo per esempio i fratelli Pomodoro, Ettore Sottsass, la Camilla (Cederna), e tanti altri. E mi ricordo quando andai a trovare nella sua “bottega” in via Sant’Andrea Arturo Schwarz, immerso tra quadri e molte altre cose, con la sua folta barba. Quando ne uscii, avevo iniziato un’amicizia che dura tuttora, avevo le mie brave diecimila lire e altri indirizzi.
Peccato che 42 anni dopo, l’idea di Arturo – da allora, cioè da sempre nostro abbonato sostenitore non sia realizzabile. Ma da queste colonne rivolgiamo un appello a chi comunque ci legge dal primo numero a farsi vivo, magari mettendo per iscritto un piccolo ricordo della loro “prima volta” – con “A”, intendiamo. E di che cosa noi abbiamo rappresentato nella sua vita, insomma il senso di questa ininterrotta frequentazione culturale.
358. È questo il numero progressivo del nostro “numerone” di dicembre 2010/gennaio 2011, quello speciale con 260 pagine, che presentiamo anche nella terza pagina di copertina. Si sono fatti vivi in tanti per complimentarsi, per ordinarlo, anche semplicemente… per farsi vivi. Per due volte se ne è occupata la trasmissione radiofonica di RadioTre “PaginaTre”, proponendo ampi stralci da un paio di articoli. Altre radio ne hanno parlato. La rivista di musica Il Mucchio Selvaggio ha dedicato (nel numero di febbraio) 4 pagine al nostro 40° anniversario. Alcuni ci hanno telefonato e ci hanno fatto particolare piacere le chiamate di non anarchici, per esempio quella di Mao Valpiana, da anni, decenni una delle anime del mensile Azione Nonviolenta e del movimento nonviolento in generale. Nella rubrica della posta abbiamo deciso di pubblicare, non senza perplessità, stralci di e-mail che ci sono giunte, tutte – in realtà – accomunate da simpatia e apprezzamento. Di qui la nostra perplessità: chi si loda s’imbroda recitava un proverbio, di quelli ripetuti dai nostri vecchi. Ma abbiamo superato le perplessità un po’ per vanità (un sentimento umano, e noi oltre che redattori siamo anche umani) e un po’ per stimolare i critici-critici a farsi vivi, a uscire allo scoperto, a fustigarci per le nostre numerose mancanze e contraddizioni. Alle prossime puntate.
Rom. A quasi cinque anni dalla sua uscita (autunno 2006) il nostro 2DVD+libretto A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli zingari si è confermato anche in queste settimane a ridosso del Giorno della Memoria (27 gennaio) un utile strumento intorno al quale si sono sviluppate decine di iniziative per ricordare una delle pagine meno conosciute e trattate. Oltre a quelle cui partecipa un nostro redattore, ce ne sono innumerevoli altre che si svolgono senza la nostra partecipazione e perlopiù a nostra completa insaputa. Ci sono poi quelle scuole, Istituti per lo studio della Resistenza, centri sociali, ecc. che ci contattano per avere il nostro permesso per la proiezione di DVD – permesso che non serve perché la nostra è stata ed è un’iniziativa volta a diffondere conoscenze e idee, e non a far cassa. Anche se (non lo nascondiamo) cerchiamo di far sì che ad ogni iniziativa il pubblico possa avere l’opportunità di acquistare sul posto il DVD o perlomeno di essere informato sulle modalità per acquistarlo on-line. Gli interessati ci contattino, sia per organizzare iniziative con la nostra partecipazione sia per ricevere il DVD. O meglio, come ci piace dire con precisione, il 2DVD+libretto. Perché anche il libretto (di 72 pagine) ha per noi una grande importanza.
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