lotte
Assedio al Comune
di Cosimo Scarinzi
Le recenti vicende sindacali degli operatori sociali e delle insegnanti del Comune di Torino.
Cronaca e riflessioni.
Il 2 aprile chiunque avesse scorso
l'edizione telematica della cronaca di Torino de La Repubblica
avrebbe letto un breve articolo che riporto: “In 200
danno l'assalto al palazzo del Comune”. Protesta davanti
al municipio, con decine di operatori socio-assistenziali che
hanno cercato di entrare. I vigili hanno chiuso i cancelli,
loro hanno reagito bloccando le uscite e il traffico.
È un assedio iniziato quasi per caso. Circa 200 operatori
sociali erano in piazza Palazzo di Città per protestare
contro i ritardi che stanno subendo i loro stipendi. Volevano
andare a presidiare sotto la Regione, poi hanno improvvisamente
cambiato idea e hanno tentato di entrare dentro il municipio.
I vigili hanno chiuso il cancello in tempo, ma la contestazione
non si è fermata. E tuttora i lavoratori sono in sit-in
sotto la sede del Comune, dove è in corso il Consiglio
comunale. Stanno bloccando sia le uscite dell'edificio che il
traffico in via Milano.
A sostenere la protesta c'è la CUB, che rilancia la mobilitazione:
“Sosteniamo questa protesta – spiega Cosimo Scarinzi,
coordinatore del sindacato autonomo – nata in maniera
spontanea. Per loro e per altre persone nelle loro situazioni
stiamo preparando una grande manifestazione che coinvolga tutti
i lavoratori esternalizzati”.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/04/02/foto/gli_operatori_sociali_assaltano_il_comune-32650649/1/
Stefano Parola in “La Repubblica” del 2 aprile 2012.
Si tratta, a mio avviso, di un documento interessante non solo
perché da notizia dell'avvio di una mobilitazione che
è proseguita sino al momento in cui scrivo ma perché
introduce un'idea forza abbastanza nuova per quanto riguarda
la sabauda Torino: l'assalto al Municipio.
L'oggetto immediato del conflitto è sin troppo chiaro,
il Municipio di Torino e la Regione Piemonte, e in questo non
vi è nulla di originale, hanno affidato da anni ad una
rete di cooperative sociali l'assistenza alle fasce deboli della
popolazione: dormitori, cura dei portatori di handicap ecc.
Queste cooperative costituiscono un vero e proprio universo
sociale che dipende dal welfare locale con l'effetto che i lavoratori
e le lavoratrici occupati nel settore si trovano due controparti:
la direzione della cooperativa che gestisce il lavoro e l'ente
locale che ne regola la vita dal punto di vista delle risorse.
D'altro canto in questo universo sociale lavorano molte persone
formatesi nei movimenti di lotta dei passati decenni e che hanno
scelto questo tipo di attività parte per semplice necessità
parte perché attratti dalla dimensione sociale ed autogestionaria,
più apparente che reale a mio avviso, di questa attività.
Infatti, come notava in tempi non sospetti un mio compaesano
di sindacato, la pratica autogestionaria dentro i limiti posti
dal mercato e dall'intervento statale è alquanto limitata
per non dir di peggio.
Una
protesta scandalosa
Da uno specifico punto di vista la dimensione autogestionaria
è reale, mi riferisco al fatto che si tratta di persone
con un'elevata capacità di autorganizzazione sul terreno
del conflitto inteso sia come organizzazione della lotta che
come capacità di produrre linguaggi, proposte, immaginario.
Nello specifico gli operatori delle cooperative si organizzano
in un gruppo, gli Operatori Sociali NON Dormienti:
http://www.facebook.com/pages/Operatori-Sociali-Non-Dormienti/
213160178744114
con una pagina su Facebook che svolgerà un importante
ruolo organizzativo.
Diversi compagni e compagne che animano gli operatori sociali
non dormienti (OSND) sono iscritti alla CUB, alcuni sono delegati
sindacali della CUB eletti nelle loro cooperative ma è
giusto riconoscere che la mobilitazione vede il sostegno della
CUB ma è condotta in prima persona dagli OSND.
La
mobilitazione delle maestre delle scuole comunali
Contemporaneamente esplode la questione delle maestre delle
scuole materne comunali. A causa dei tagli il Comune intende
chiudere 15 nidi e licenziare circa 300 maestre precarie.
Il 16 aprile si ripetono gli “assalti” al Municipio
questa volta ad opera delle maestre. Per chiarezza, mi ha colpito
la dimensione simbolico comunicativa di questa pratica che,
nella realtà, non è affatto particolarmente violenta.
Chi conosca un po' Torino, il suo ceto politico, il suo sindaco
si renderà immediatamente conto del carattere “scandaloso”
della cosa. In una città nella quale il PD sembra il
PCI, la CGIL sembra la CGIL, al governo sono i ragazzi della
FGCI degli anni '60, che il municipio sia metodicamente assediato
da un segmento di quel popolo di sinistra che dovrebbe, secondo
schemi consolidati, avere fiducia nella “propria rappresentanza”
è quasi pazzesco.
Non a caso il sindaco Piero Fassino rifiuterà ogni confronto
ed incontro e guarderà alla piazza putiferiante con lo
stile di una nuova Maria Antonietta.
La CUB, che ha una presenza di minoranza ma vivace anche fra
le insegnanti comunali precarie, si dà due obiettivi:
– sostenere il movimento;
– lavorare alla sua unificazione.
È infatti evidente il rischio che vi sia una separazione
e, al limite, una contrapposizione fra precarie del comune e
lavoratori delle cooperative, contrapposizione esplicitamente
favorita dalle centrali cooperative che vantano la “qualità”
dei propri servizi e che rischia di trovare un non volontario
sostegno in settori delle insegnanti comunali.
Il 21 aprile c'è a Torino una visita dei Ministri Elsa
Fornero e Francesco Profumo che si recano ad un convegno della
Conferenza Episcopale a sostegno della scuola cattolica.
La CUB organizza un presidio che lancia con il volantino che
riportiamo quì sotto.
“I governi Berlusconi e Monti hanno ridotto i trasferimenti
verso gli Enti locali, ma Regione Piemonte e Comune di Torino
sono ampiamente responsabili della situazione attuale. Basta
pensare agli emolumenti del city manager Vaciago o dei dirigenti
comunali e regionali può avere un'idea dell'uso che viene
fatto del denaro pubblico nella nostra città.
Come se non bastasse Comune e Regione sono tra i principali
sponsor del TAV e dell'acquisto degli aerei da combattimento
F-35. Un progetto sostenuto perché finanzia gli imprenditori
amici dei due schieramenti ed un acquisto di strumenti di morte
finalizzato a favorire altri profitti milionari vengono appoggiati
con risorse che sarebbero necessarie per assicurare servizi
sanitari e sociali di buona qualità, trasporti accettabili
per i pendolari e lavoro dignitoso e ben pagato per chi lavora
negli stessi servizi.
Ma lamentarsi non basta: dobbiamo costituire un unico fronte
di lavoratori e lavoratrici del sociale e dei servizi, dall'assistenza
alla sanità passando per il settore educativo che rivendichi
dignità, reddito e servizi e la fine degli affari di
lor signori. Per vincere questa battaglia dobbiamo dare vita
ad un coordinamento di tutti i soggetti che oggi sono scesi
in piazza che sappia costruire una vertenza cittadina decisiva”.
Va rilevato il fatto che il movimento sviluppa una qualità
politica alta: nei cartelli i riferimenti al TAV ed agli F35
sono costanti come è ampia la consapevolezza del fatto
che il taglio del welfare non deriva da un destino infame e
beffardo ma da precise scelte politiche.
Una
mobilitazione da non sottovalutare
Sui fatti del 21 aprile Milena Vercellino scriverà
su “Il Corriere della Sera” del 22 aprile:
“Accoglienza nel segno della protesta ieri a Torino per
i ministri Elsa Fornero e Francesco Profumo, intervenuti ad
un convegno sulla scuola organizzato dalla Conferenza Episcopale
del Piemonte. I due professori «torinesi» docente
di Economia all'Università cittadina la prima, ex rettore
del Politecnico il secondo sono stati contestati da un gruppo
di insegnanti, precari della scuola, studenti, genitori e lavoratori
del sociale e delle cooperative, riunitisi in un presidio organizzato
dalla Cub.... Striscioni contro l'austerity ed i tagli al welfare
ed ai servizi, bandiere, persino un «lacrimatoio»
per raccogliere il pianto: la mattinata davanti al Teatro Nuovo,
dove si teneva il convegno, è trascorsa tra volantinaggio
e attesa. Al termine dell'incontro è cresciuta la tensione
tra le forze dell'ordine ed i manifestanti, circa 200 secondo
gli organizzatori. Gli agenti hanno costituito un cordone tenendo
a distanza i contestatori dagli accessi del teatro. All'uscita
dei ministri il lancio di uova. Poco dopo, alcuni brevi tafferugli
tra un gruppo di studenti e gli agenti ed una carica della polizia
che ha allontanato i manifestanti.”
La pressione cresce il 1 maggio. Il sindaco di Torino è
costretto a percorrere il corteo con una massiccia scorta di
poliziotti mentre insegnanti comunali, operatori sociali, studenti
fuori sede lo sbertucciano atrocemente. È la prima volta
che si verifica il fatto che i sindacati concertativi ed il
PD non se la sentono di garantire le “loro” istituzioni
e si affidano alla polizia. Anche in questo caso tafferugli,
fermi, bastonate ad alcuni studenti.
Ma la mobilitazione non si ferma. Il lunedì seguente
gli OSND organizzano un presidio con tende di fronte al municipio.
Vi sono concerti e iniziative varie e gli operatori sociali
dormono (male visto che sono non dormienti) nella piazza del
municipio http://www.youtube.com/watch?v=-eef6rV4drs&feature=share.
Contemporaneamente le maestre che si trovano nella stessa piazza
organizzano un corteo che arriva all'assessorato all'istruzione
del Comune e incontra l'assessora Pellerino (di Sinistra e Libertà).
Il Municipio fa un passo indietro ma prosegue nella stessa direzione:
si chiuderanno 9 nidi in luogo di 15, i 300 licenziamenti comunque
vi saranno ma, oh gran bontà delle giunte di sinistra!
le cooperative che subentreranno saranno incentivate se assumeranno
le precarie che perderanno il posto.
CGIL CISL UIL e CSA (un sindacato autonomo corporativo) che
avevano organizzato uno sciopero “contro i tagli”
ritengono di aver vinto la partita e di aver ottenuto il massimo
ottenibile e ritirano lo sciopero. Interessante, in particolare,
l'attitudine della CGIL che ha cavalcato in qualche misura lo
scontento ma che, al dunque, si allinea alle scelte comunali.
Interessante anche l'attitudine di SEL che ha cercato di interloquire
con il movimento ma che vive la sua contraddizione di partito
di lotta, poca, e di governo, alquanto.
La mobilitazione prosegue, il 19 maggio un nuovo e partecipato
presidio si tiene in occasione della presenza a Torino del Ministro
Profumo ad un convegno del PD, il 21 uno sciopero delle maestre
comunali organizzato dalla Cub vede la chiusura di 23 nidi e
la partecipazione, nonostante indecenti sabotaggi dell'amministrazione,
del 35% delle insegnanti comunali oltre che l'occupazione di
un asilo nido comunale http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/455111/
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/torino/lstp/147586/.
Concludo provvisoriamente, siamo credo di fronte ad una mobilitazione
da non mitizzare ma nemmeno da sottovalutare. La questione del
welfare diviene sempre più centrale nello scontro sociale
ed è possibile, non scontato né facile, costruire
un fronte unitario dei lavoratori di questo universo sociale
e della cittadinanza. Alle mobilitazioni, infatti, hanno partecipato
coordinamenti di genitori, gruppi di studenti, semplici cittadini
solidali e la mobilitazione stessa ha registrato un ampio consenso.
Cosimo Scarinzi
è uno dei 6 Coordinatori Nazionali CUB, nonchè
Coordinatore Nazionale CUB Scuola Università
Ricerca
(24 maggio 2012)
Esternalizziamo
gli esternalizzatori!
In questi mesi la “questione welfare”
sta esplodendo con tutta la sua gravità nella nostra
città. Lunedì 2 aprile centinaia di operatori
sociali delle cooperative hanno assediato il Comune chiedendo
il pagamento dei loro stipendi.
- Mercoledì 4 aprile la Giunta Regionale ha
approvato il piano sanitario che prevede la chiusura di
quattro ospedali, parecchi posti in meno e un deciso abbattimento
del servizio ai cittadini ...
- Lunedì 16 aprile centinaia di insegnanti
comunali hanno assediato nuovamente il palazzo di un Municipio
sordo alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori
che sono a gravissimo rischio di licenziamento.
Il pubblico licenzia ed espelle lavoratrici e lavoratori,
non paga gli esternalizzati e nega ai cittadini quel servizio
che è già stato pagato ampiamente con un alto
livello di tassazione che ricade totalmente sulle spalle
delle classi lavoratrici. |
|