ai
lettori
QuestA volta
Ogni numero di “A” contiene un po' di articoli (da
40 a 70, mediamente) e affronta un po' di temi. Numerosissimi
e spesso anche “importanti” sono quelli che “buchiamo”,
di cui non c'è traccia nella rivista. E questa cosa,
anche se inevitabile, è sempre fonte di riflessione (e
a volte di frustrazione): comunque, ci siamo abituati.
Per ovviarvi, cerchiamo per quanto possibile di aumentare il
numero delle pagine, di ospitare più scritti. Ma il problema
c'è e resta. E c'è comunque un limite alla “quantità”
della rivista e i conti economici sono ineludibili.
Ciò premesso, diamo un'occhiata ad alcuni dei materiali
presenti in questo numero che esce dopo la lunga sosta estiva.
Alle “rivolte”, ai più o meno nuovi movimenti
sociali che si sono visti e si vedono nelle piazze di mezzo
mondo sono dedicati più articoli. Se ne occupano due
nostri collaboratori fissi, Andrea Papi
e Antonio Senta. Lo scritto di Toni è
di fatto la premessa di carattere generale a una serie prevista
di tre o quattro scritti specificamente dedicati a questi movimenti,
che appariranno in successione nei prossimi numeri. Sempre a
tematiche di lotta sono dedicati il servizio prevalentemente
fotografico di due anarchici catanesi impegnati nella lotta
contro il Muos di Niscemi (En) e in particolare alla giornata
di domenica 30 maggio, animata nel centro al centro della Sicilia
da decine di artisti – ciascuno dei quali ha portato il
proprio specifico contributo alla generale battaglia ecologista
e antimilitarista che tuttora continua (e noi continueremo a
seguirla).
“A” ha sempre cercato di seguire con attenzione
anche quanto succede all'estero. E Steven Forti passa in rassegna
il fenomeno (crescente) dei centri sociali
a Madrid, mentre l'inossidabile Orsetta Bellani (quella
del racconto pubblicato
sullo scorso numero) ci ha mandato un servizio
prevalentemente fotografico (ma non solo) dalla Colombia.
La nostra scelta di incrementare la comunicazione per immagini
si ritrova anche nelle 16 pagine, a colori, sulla realtà
brasiliana e in particolare sulle lotte che hanno portato
quel gigantesco paese agli onori delle cronache, proprio per
il vasto e prolungato movimento di lotta contro le scelte politico-economiche
del governo in vista degli impegni sportivi internazionali che
lì avranno luogo. Il testo di presentazione è
di un anarchico brasiliano, Nildo Avelino, docente universitario.
Sette recensioni di libri e una di un film costituiscono la
Rassegna libertaria, una rubrica
che sappiamo tra le cose più apprezzate di “A”
e che vorremmo sempre più ricca. Chi, tra i lettori,
intenda segnalare dei libri (o film o spettacoli teatrali ecc.)
a suo avviso interessanti, si faccia avanti, ci scriva in redazione
e a noi farà piacere allargare la platea dei “critici”
che vogliono segnalare ai lettori della rivista qualcosa da
leggere, vedere, ascoltare. Come per altri tipi di scritti,
la rivista è aperta e la redazione si impegna a esaminare
e a dare comunque risposta a chi ci proponga un proprio scritto.
Una segnalazione a parte (e infatti le abbiamo dedicato una
pagina specifica di presentazione) merita una nuova rubrica
che inizia da questo numero. Si intitola 9999
fine pena: mai ed è curata da Carmelo Musumeci,
ergastolano ostativo.
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