a cura
della redazione
Due gli scritti che caratterizzano
il n. 52 (dicembre 1976/gennaio 1977) di “A”, entrambi
segnalati in copertina.
Una foto di operai in lotta e la scritta “Lotte operaie
e presenza libertaria” (una curiosità: tra le decine
di lavoratori che appaiono nella foto, nemmeno una donna!) segnalano
ancora una volta la sensibilità “di classe”
della rivista. “La crisi economica – si legge nella
premessa alla tavola rotonda ospitata all'interno, intitolata
Conflittualità sociale e presenza anarchica –
l'aumento dei prezzi, la diminuzione del potere d'acquisto dei
salari, la ristrutturazione, i recenti provvedimenti governativi,
hanno dato vita in questi ultimi mesi a una situazione di disagio
generalizzato e quindi al rifiorire della conflittualità
sociale che si è espressa con lotte autonome, spesso
stimolate da compagni anarchici. All'interno del dibattito da
qualche tempo in corso nel movimento anarchico, e come contributo
ad esso, abbiamo voluto discutere la situazione attuale, le
sue implicazioni, la funzione dei sindacati e dei partiti di
sinistra e le nostre possibilità e modalità d'intervento
con alcuni compagni inseriti in varie situazioni di fabbrica”.
E via a nove pagine di interventi (una curiosità analoga
alla precedente: otto maschi, nessuna donna).
L'altro scritto annunciato in copertina, con un piccolo strillo
(“Intervista con Gaber”) in basso, rimanda a un'intervista
(non firmata) con il cantautore milanese, allora impegnato nello
spettacolo Libertà obbligatoria. Una bella intervista,
senza alcuna forzatura ideologica, rispettosa delle idee e del
modo di presentarsi di Gaber. Ma soprattutto un'intervista che
conferma la profondità del pensiero critico gaberiano,
ben al di là della sua nota (e divertente) capacità
di mettere alla berlina le superficialità, i tic e le
ipocrisie della borghesia intellettuale di sinistra. È
di quell'epoca l'unica (lunga) visita che Giorgio ci fece in
redazione, accompagnato da un suo amico e collaboratore. Fu
una chiacchierata all'inizio quasi imbarazzata (soprattutto
da parte sua: era timido), poi scioltasi a mano a mano che al
di là delle etichette (noi orgogliosamente anarchici,
lui altrettanto orgogliosamente senza etichetta alcuna) emergevano
tanti punti di contatto (e anche alcuni di diversità)
tra la sua visione del mondo e la nostra. Peccato davvero che
quella simpatia profonda, ribadita poi altre volte in fuggevoli
incontri (anche in camerino, dopo gli spettacoli) non sia stata
coltivata e approfondita. E pensare che ci invitò (inascoltato)
ad andarlo a trovare nel suo buen retiro in Toscana...
Numerosi gli altri temi di attualità presenti nel numero
52. Paolo Finzi si occupa della strategia del Partito radicale
(“Lo Stato 'buono' dei radicali”), all'indomani
del loro congresso di Napoli. “Al di là di qualsiasi
ibrido “libertarismo”, la distinzione tra il loro
riformismo e la nostra scelta rivoluzionaria resta sempre netta
ed insuperabile”: così si chiude lo scritto.
Stefania Orio, da poco divenuta mamma, racconta la propria esperienza
di gestante e puerpera nel reparto maternità della Clinica
Mangiagalli di Milano.
Di Luis Mercier Vega viene tradotto dalla rivista anarchica
quadrilingue “Interrogations” un dettagliato saggio
(“Il camaleonte in azione”) sulla Chiesa cattolica
in America Latina. Il sommarietto ci pare molto indicativo (e
lo dedichiamo, oggi, al primo vescovo latino-americano divenuto
papa): “La crisi della Chiesa è una crisi di trasformazione
e di adattamento alle nuove realtà dei paesi latino-americani
– La sua strategia di intervento, quindi, è estremamente
diversificata anche se finalizzata ad un unico scopo: mantenere
un potere che le sta sfuggendo dalle mani”.
Da segnalare la prima puntata di una serie di interventi di
due giovani fiorentini, Riccardo Pozzi e Francesco Naselli,
in tema di autogestione del territorio. Questa prima puntata
(“Federalismo e mutuo appoggio”) è dedicata
al pensiero in materia dell'anarchico russo Piotr Kropotkin.
Nella (sempre vivace) rubrica della posta (che allora si chiamava
“Cas. Post. 3240”) interessante uno scambio di lettere
in merito alla Festa del Proletariato Giovanile, tenutasi nell'estate
'76 al Parco Lambro, a Milano, e di cui la nostra rivista si
era occupata. Il dibattito è tra la redazione della rivista
Anarchismo e quella di “A”.
|