ai lettori
abbonAmenti
Punto
primo. Far quadrare i conti di una
piccola cooperativa editoriale come la nostra non è semplice.
Lo sa bene, per esperienza quotidiana, chiunque gestisca oggi
in Italia qualsiasi piccola impresa economica.
Punto secondo. Chiunque stampi qualcosa e cerchi di distribuirlo
e/o di farlo distribuire in giro – nelle edicole, nelle
librerie, nei centri sociali, in genere nei circuiti “alternativi”
– sa non solo a quali costi va incontro, ma sempre di
più quanto ciò sia ormai di fatto impossibile
o quasi.
Mettendo insieme queste due considerazioni, l'abbonamento a
un periodico è sempre più la via migliore –
e ormai quasi obbligata – per permetterne la sopravvivenza
finanziaria e la facile “reperibilità”. Lo
andiamo ripetendo da oltre 42 anni, cioè da quando ha
cominciato a uscire “A”. E lo ripetiamo anche questa
volta, noiosamente forse, ma più che mai convinti che
o ci schiodiamo dai 600/700 abbonati paganti (cioè
in regola con la nostra amministrazione) oppure si preparano
tempi ancora più duri .
Potremmo fare lunghi discorsi, entrare nel merito del bilancio
di “A”, ripetere quanto siano meritorie (e calanti
di numero) le librerie che ancora tengono le riviste e soprattutto
quelle un po' “fuori dal coro” come la nostra. Ma
preferiamo scrivere meno e ingrandire il corpo tipografico,
per cercare di “colpire” l'attenzione dei lettori.
Abbonatevi, dunque. Regalate un abbonamento a un vostro
amico, parente, collega, ecc. Sottoscrivete un abbonamento per
uno dei tanti carcerati cui inviamo in omaggio “A”:
noi la rivista ai detenuti (che ne facciano richiesta e ci siano
segnalati) la inviamo comunque, ma se vuoi contribuire ad “A”
puoi anche inviarci 40,00 euro “per un abbonamento in
carcere”. La classica “buona azione”. Se solo
ne avete la possibilità, passate dall'abbonamento ordinario
(€ 40,00) a quello sostenitore (da € 100,00 in su).
Fate quel che potete e, naturalmente, volete.
Per parte nostra, non molliamo.
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