Ricordando Paolo Soldati/
Costruttore di una nuova umanità
Dopo aver pubblicato sullo scorso numero il
ricordo di due nostri redattori, ospitiamo il necrologio
dei suoi (e nostri) compagni anarchici ticinesi.
Venerdì 17 gennaio ci ha lasciati a sessant'anni il compagno
di sogni, di lotte e di bevute Paolo Soldati. Originario del
Mendrisiotto è stato una delle figure di spicco dell'anarchismo
ticinese a partire dagli anni 1970. Di formazione era tecnico
di radiologia medica, ma è stato anche operaio di fabbrica,
cameriere, selvicoltore, agricoltore, educatore, falciatore
e quant'altro.
Presente fin dagli inizi nell'Organizzazione anarchica ticinese,
diede vita assieme a Marina Risaio e altri al mensile “Azione
Diretta” che durerà fino al 1986. La rivista, che
trattava temi come le lotte operaie, l'autogestione, l'antimilitarismo,
l'ecologia, la lotta antinucleare e le battaglie per i centri
sociali autogestiti, veniva ampiamente diffusa ai cancelli delle
fabbriche; in qualche caso divenne portavoce diretto delle rivendicazioni
dei lavoratori. L'attenzione anticipatoria per i temi legati
alla salute come gli additivi alimentari, l'amianto, le sostanze
tossiche usate sui luoghi di lavoro era spesso accompagnata
da interventi diretti sul territorio con azioni di sensibilizzazione
e denuncia. Paolo fu tra gli organizzatori, nel 1977, della
marcia contro le centrali nucleari e la repressione. L'antimilitarismo
propagandato dal giornale era vissuto da tutti i partecipanti
al collettivo redazionale in prima persona e comportò
per Paolo una condanna al carcere per obiezione di coscienza.
Egli fu anche tra i promotori della Lega per il Disarmo Unilaterale
della Svizzera che spianò la strada al Gruppo per una
Svizzera senza esercito. Battersi per le compagne e i compagni
perseguitati dallo Stato era per Paolo un fatto ovvio. Per Salvador
Puig Antich, Giovanni Marini, Petra Krause, Giorgio Bellini,
Marco Camenisch, Monica Giorgi organizzò e partecipò
a clamorose iniziative, tra cui varie occupazioni di rappresentanze
diplomatiche. Lavorò intensamente per la denuncia delle
istituzioni totali nel quadro di Croce Nera Anarchica.
Alla fine degli anni Settanta, Paolo e altri anarchici aderirono
con entusiasmo al progetto dell'Associazione Cultura Popolare
di Balerna che prevedeva l'apertura di un centro autogestito
con una ristorante, una libreria e un negozio. Nel 1980 iniziò
a lavorare al ristorante naturista-macrobiotico La Meridiana,
ma dopo qualche tempo venne impressa alla gestione una svolta
gerarchica che portò all'estromissione degli anarchici.
Subito dopo, Paolo partecipa con alcune compagne e compagni
alla nascita e alla gestione del Centro giovanile di Lugano.
La creazione di un cooperativa di pulizie permise di riprendere
l'esperienza dell'autogestione, ma insormontabili problemi di
logistica portarono alla sua chiusura nonostante il buon successo
dell'impresa. Sono questi anche gli anni di una politica d'intolleranza
della Svizzera nei confronti dei richiedenti l'asilo e dei migranti.
Paolo si attiva in prima persona in frontiera, “alla ramina”,
assicurando a molte famiglie il diritto, proclamato dallo Stato
ma loro negato, alla libera circolazione. Sono gli anni di un'attività
spesso silenziosa e notturna, nell'ambito dell'Ufficio Accoglienza
Profughi a Chiasso. Nel frattempo, come redattore di Azione
Diretta, intreccia una fitta rete di contatti con il movimento
anarchico in tutto il modo.
Nei primi anni Novanta, emigra in Francia dove con la sua compagna
Milena e i figli Emma e Emiliano dà vita alla “Ferme
aux Animaux”, luogo di accoglienza temporanea per ragazzi
con difficoltà sociali, conservatorio di animali in via
d'estinzione e fattoria pedagogica per veicolare l'importanza
della biodiversità. Successivamente, la fattoria viene
trasformata in un centro di accoglienza per bambini e adolescenti
in situazioni socialmente problematiche facente parte del movimento
delle società cooperative partecipative nate durante
la Comune di Parigi. In Francia Paolo e Milena acquisiscono
un'ampia competenza in materia di organismi geneticamente manipolati
(come li chiamava polemicamente Paolo). Paolo è nominato
segretario provinciale della combattiva Confédération
Paysanne e si attiva come falciatore volontario nella tutela
delle risorse agricole dall'inquinamento da OGM. Su questo tema
redige un articolato dossier per la Rivista Anarchica. Tornerà
ad abbracciare i compagni in Svizzera per l'ultima volta in
occasione dell'Incontro internazionale di Saint-Imier nel 2012.
Nel 2013, la rivista Voce Libertaria pubblica una sua intervista
che termina così: “Noi pensiamo che il movimento
anarchico ha avuto, ed ha ancora oggi, dei grandi teorici. Abbiamo
la teoria ma abbiamo anche le pratiche per cambiare questa società.
Tutto è già stato pensato e ripensato, fatto e
rifatto. Quello che dobbiamo fare è mettere in atto le
pratiche, mostrare concretamente che si può vivere meglio
oggi e qui. I comunisti aspettano il Sol dell'avvenire, noi
dobbiamo agire oggi, ovunque si possa, per modificare anche
di poco la nostra realtà.. Un saluto a tutti i vecchi
compagni e ai giovani, in particolare a Luca Rockabilly con
il quale alcuni di noi... giocavano 25 anni or sono”.
Un saluto a te, Paolo. Ci ha lasciati una bella persona.
gli anarchici ticinesi
Venezuela/
Contro la politica economica del presidente Maduro
Il 22 gennaio 2014 un comunicato ufficiale di Rafael Ramírez,
vicepresidente dell'Area Economica del Gabinetto, ha reso nota
la svalutazione, tra l'altro attesa vista la mancanza di liquidità
dello Stato venezuelano. Il funzionario ha dichiarato che le
rimesse e le valute per i cittadini che escono dal Venezuela
verranno gestite secondo quanto attualmente stabilito dal SICAD,
il Sistema Complementare di Amministrazione delle Valute, a
11,30 bolívares. Questo annuncio fa parte del pacchetto
economico, truccato e promosso da ampi settori del governo boliviano.
Il presidente Maduro ha segnalato che il nuovo schema “a
bande” darà impulso all'economia reale e che rappresenta
un passo avanti per il consolidamento del socialismo. Ramírez
ha anche indicato che non si poteva concedere alcun privilegio
a chi esce dal Venezuela, cosa che risulta essere una ridicola
scusa, considerando il fatto che i veri privilegiati che hanno
beneficiato della corruzione e dell'incompetenza governativa
sono stati i “boli-borghesi” e i raccomandati. Esempio
assolutamente chiaro di quanto affermato è che, per il
periodo 2004-2012 e secondo le stesse statistiche ufficiali,
all'incirca 10.000 imprese hanno ricevuto 181 miliardi di dollari
CADIVI (Commissione dell'Amministrazione delle Valute), di cui
il 25% andava alle 20 imprese più grandi; e in questo
totale bisognerebbe includere i 20 miliardi di dollari che –
secondo quanto sostengono alcune voci ufficiali – sono
stati consegnati a imprese fantasma o corrotte. Inoltre, nello
stesso lasso di tempo, la compagnia petrolifera PDVSA ha speso
più di 130 miliardi in acquisti all'estero non transitati
attraverso la CADIVI (Commissione dell'Amministrazione delle
Valute). Simili cifre, in difetto rispetto agli indizi sullo
sperpero effettivo, sembrano un'inezia rispetto ai quasi 20
miliardi che sarebbero transitati attraverso travel check
e acquisti on line.
La nuova convertibilità del bolívar in dollaro
prevede un incremento di quasi l'80% rispetto al precedente
tasso di cambio di 6,30 bolívares per dollaro. Iniziano
con la convertibilità delle due monete, bolívar
e dollaro, ma continueranno progressivamente a transitarne altre,
con lo scopo di ottenere più bolívares per la
stessa quantità di dollari per ridurre la pressione fiscale
e lasciare nelle mani dello Stato il controllo delle importazioni.
(...)
Questa congiuntura dimostra l'incapacità del cosiddetto
Comitato Politico Militare della Rivoluzione, che fa appello
a un meccanismo regressivo e lesivo per le grandi masse. In
El Libertario sosteniamo che è un chiaro segnale
a favore della rendita perché tutto sta avvenendo a causa
della diminuzione delle entrate delle valute generate dagli
idrocarburi, fattore determinante della dinamica economica e
finanziaria venezuelana. Insistiamo sul fatto che l'opposizione
riunita nella MUD (Mesa de la Unidad Democrática) e la
pseudo-sinistra al governo non trovano nulla da ridire sull'essenza
di questa nuova aberrazione del militarismo venezuelano, rendendosi
complici della presa di decisioni del potere. È lo stesso
cammino iniziato il venerdì nero del 1983, continuato
dalle diverse amministrazioni successive e arrestatosi solo
nel periodo della grande bonaccia finanziaria del 2007. Moltiplicazioni
inorganiche per coprire i passivi di bilancio con le inevitabili
conseguenze nell'economia nazionale, favorendo il settore finanziario,
dalle telecomunicazioni, all'energetico e alla borghesia importatrice.
È una nuova deriva del ruolo assegnato ai militari governanti
per mantenere lo schema del capitalismo di Stato che ha segnato
il Venezuela dal 1926, quando il petrolio passò a essere
la nostra prima merce di esportazione come fonte energetica
fossile, e prosegue fino ad oggi. Le soluzioni proposte di fronte
alla grave crisi che oggi viviamo sono peggiori di quelle di
Gómez e il peso delle stesse ricade sempre su chi ha
avuto meno responsabilità in questa ordalia inaspritasi
negli ultimi quindici anni, che Domingo Alberto Rangel ha definito
“emirato petrolifero”.
Per affrontare il peggioramento della crisi economica per la
maggior parte dei cittadini, la nostra proposta continua a essere
la costruzione di una diversa alternativa alla lotta inter-borghese
tra il governo bolivariano e i suoi falsi critici della Tavola
dell'Unità Democratica, ricostruendo l'autonomia delle
organizzazioni e iniziative popolari di base e aumentando la
conflittualità contro il potere autoritario in ogni sua
dimensione. Per arrivare a questo non ci sono scorciatoie, c'è
solo la convinzione dell'imperiosa necessità della rinascita
di un movimento sociale su basi critiche e indipendenti per
il cambiamento civilizzatore necessario in Venezuela.
Collettivo editoriale de El Libertario
www.nodo50.org/ellibertario
http://periodicoellibertario.blogspot.com
@pelibertario
(traduzione di Arianna Fiore e Giorgio Ricchiuti)
Scuola/
Il professore e il palloncino
Il viandante che avesse percorso Via Valperga Caluso a Torino
lunedì 17 febbraio intorno alle 10 si sarebbe trovato
di fronte ad uno spettacolo singolare.
Nello spiazzo antistante il Liceo Statale Regina Margherita,
l'ex Istituto magistrale dal medesimo nome, avrebbe notato un
banchetto sul quale troneggiavano salumi, formaggi, carciofi,
diversi tipi di pane, dolci e soprattutto bottiglie di spumante.
Accanto ai cibi ed alle bevande poi vi erano due volantini,
uno “Libiamo ne' lieti calici” della CUB Scuola
Università Ricerca caratterizzato da una citazione de
“La Traviata” e l'altro, in puro stile dada, intitolato
“Brindisi allo spreco”a cura di Mario Frisetti RSU
CUB SUR nell'istituto e compagno attivo da molto tempo nel movimento
libertario torinese.
Cosa ci aveva indotto ad un'iniziativa di questa fatta? Molto
semplicemente la scelta della dirigente scolastica dell'istituto
di imporre ai docenti un alcol test sulla base di una norma
demenziale stabilita dalla Regione Piemonte.
In realtà la Regione Piemonte aveva avuto la bella idea
di imporre alle scuole il controllo al tappeto sugli insegnanti
per individuare gli eventuali alcolisti.
Un'operazione pesantemente lesiva della libertà e della
dignità degli insegnanti anche se, purtroppo, nello spirito
dei tempi e, per soprammercato, un' operazione dai costi spaventosi,
ogni alcol test se fatto “correttamente” costa circa
ottanta euro.
Se si considera che i costi dell'operazione sarebbero in capo
alle singola scuole che dovrebbero impegnare le risorse necessarie
a garantire a sicurezza a scuola per finanziare i controlli
e che le risorse delle scuole sono state massicciamente tagliate
al punto che gli istituti scolastici premono sempre più
sui genitori per raccogliere fondi, si comprende il carattere
surreale dell'operazione anche dal semplice punto di vista contabile
ed a prescindere dai suoi caratteri liberticidi.
Non a caso gli stessi dirigenti scolastici del Piemonte sinora
si sono limitati a organizzare brevi corsi per il personale
nel quale ai docenti viene spiegato quanto l'abuso di alcolici
sia dannoso e persino ciò ha provocato la critica degli
insegnanti tediati dalla stupidità burocratica di questa
misura.
Il Regina Margherita poi è in una situazione che rende
quest'operazione, non esagero, pazzesca. Vi sono vetri caduti
che hanno mancato di poco qualcuno, vi sono state manifestazioni
studentesche perché MANCAVANO LE SEDIE e l'idea di spendere
migliaia di euro per questa sciocchezza ha colpito fortemente
i colleghi e le colleghe che lavorano nell'istituto.
Come si è arrivati a deliberare il presidio/brindisi?
Giovedì 13 febbraio all'improvviso, l'esigenza mi era
stata comunicata il giorno precedente, avevo tenuto un'assemblea
al Liceo Regina Margherita. L'assemblea in origine era stata
indetta su questioni interne e non pensavo fosse utile andarci.
La situazione è cambiata quando è saltato fuori
che la Dirigente Scolastica aveva avuto la bella pensata di
imporre ai docenti una visita medica a tutti per individuare
gli alcolisti.
Scopro che aveva avuto un'idea geniale, per risparmiare non
avrebbe fatto fare il “vero” alcoltest al modico
prezzo di 77 euro a cranio ma una visita da parte del medico
cosiddetto competente e cioè convenzionato con la scuola
al prezzo di 25,730 euro a cranio.
Il nostro volantino steso in uno stile provocatorio con vignette
di Superciuk e di otò sembra piacere ed effettivamente
nessuno difende la posizione della dirigente scolastica.
Fra l'altro era chiaro che la tipa, come rilevavo, aveva voluto
fare il fenomeno, ad esempio il dirigente scolastico dell'ITIS
Avogadro se l'era cavata, e non è stato il solo, organizzando
un'ora di formazione sull'alcol per tutto il personale, soluzione
magari furbina e che non pone in discussione radicalmente la
demente politica della Regione Piemonte ma che, almeno, dobbiamo
riconoscerlo, evita danni economici alle già massacrate
casse delle scuole.
Detto ciò, non sono mancati gli interventi demenziali
del tipo:
1. “Ma di umiliazioni ne subiamo tanto, I PROBLEMI VERI
SOMO BEN ALTRI!” ad opera di una collega specialista in
furbate del genere e che propugna la sbraitante sottomisisone
2. “Ormai la retribuzione del medico competente è
a bilancio, allontanatisi dalla cassa non si accettano reclami!”
ad opera di una collega di FLC CGIL che propugna la parsimoniosa
sottomissione.
3. “Non possiamo farci rilasciare dal medico di famiglia
un certificato che certifichi che siamo sobri?” ad opera
di una collega un po' svanita che propugna la sagace sottomissione.
E, nonostante tutto ciò l'assemblea non era andata male,
sono stato molto orgoglioso degli iscritti CUB SUR della scuola
che in sei più il marito di un'iscritta dell'Istituto
Giulio si sono dati disponibili all'obiezione all'imposizione
con i rischi che la cosa avrebbe comportato per loro. La scelta
hard non è passata, c'erano anche dei motivi veri e seri
che la rendevano difficile ma si è deciso un presidio
davanti alla scuola per lunedì.
La sera del 13 annotavo sul mio diario “Un giorno da segnare
con un sassolino bianco? Vedremo lunedì.”
|
Torino, 17 febbraio - Davanti al Liceo statale Regina Margherita
la bicchierata anti-palloncino promossa dalla CUB |
Il, relativo, successo
Il lunedì mattina il presidio ha preso la forma del Frühstück
e cioè della colazione berlinese che prevede una coppa
di champagne. Un'idea, a mio avviso, divertente e simpatica,
una forma ironica ed efficace di comunic/azione.
La provoc/azione riesce, un gruppo di colleghi della scuola
anima il banchetto, diversi compagni arrivano a solidarizzare,
diversi fotografi e giornalisti si fanno vedere.
Il giorno dopo ci saranno articoli amichevoli in nazionale su
Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e
sulle pagine locali de La Repubblica e de La Stampa ed uno ostile
ma non pessimo su Libero.
È chiaro che la provoc/azione è un mix di tecnica
e di arte e che molto conta la sorte per quel che riguarda il
suo successo ma è altrettanto chiaro che si deve essere
pronti a cogliere l'occasione.
è fra l'altro fatto che in occasione del presidio/brindisi
che abbiamo organizzato ieri di fronte al Liceo Regina Margherita
hanno dichiarato di essere contrari all'alcol test il medico
competente che li faceva e la dirigente scolastica che li ha
ordinati e che è arrivata al punto di fare un salto al
presidio, senza bere però, e di comunicarlo ai giornali.
Con ogni evidenza la coerenza non abita questi ambienti e le
ragioni del guadagno e della carriera sovrastano ogni altra
considerazione il che non è certo una novità.
È, a questo punto, lecita, mi si conceda una celia, la
domanda, visto che siamo contrari noi, che lo sono i dirigenti
scolastici di area liberal, che lo è l'assessore all'istruzione
della Regione Piemonte e che non si trova un cane favorevole
agli alcol test, non è che gli alcol test stessi si sono
autogenerati?
Cosimo Scarinzi
Coordinatore nazionale della CUB istruzione università
ricerca
Fano (Pu)/
Nazisti imbrattatori
Svastiche, croci celtiche e uno scontato “froci”:
è l'imbrattamento effettuato il 14 febbraio scorso sul
portone dell'Infoshop, piccola galleria fanese autogestita da
più realtà che il giorno successivo agli atti
vandalici ha ospitato, il pomeriggio un'iniziativa pacifista
sulla Siria (Dalla Turchia alla Siria: volti e storie di una
guerra dimenticata) e lo sportello antisfratto per le famiglie
in difficoltà la mattina. Ad agire sono gli stessi che
ogni tanto ammorbano le nostre strade con volantini razzisti,
che sperano di seminare odio e paura approfittando della crisi,
gentaglia che le nostre città hanno finora isolato e
respinto. Utili idioti che non si rendono conto di essere al
servizio dei poteri forti, e da quelli usati o messi da parte
a seconda della convenienza politica del momento. Altrove hanno
tentato di scrivere che Fano è cosa loro, tipico linguaggio
mafioso. Non è vero, Fano non è cosa loro. Fano
è delle associazioni, dei gruppi, delle persone che tutti
i giorni, a viso scoperto, lavorano per creare solidarietà
e risposte alla crisi, di chi non accetta le logiche della guerra
tra poveri, di chi non teme alcuna diversità (diverso
da chi?), e ama l'amore e la libertà, di chi costruisce
economia alternativa, di chi racconta le miserie della guerra
perché non si faccia in nostro nome, di chi pretende
case e lavoro per tutti e per tutte, di chi si confronta, di
chi è antifascista, e non può non esserlo, per
tutti questi motivi, e anche per quest'ultimo gesto di vigliaccheria.
Alternativa Libertaria/FdCA
(Federazione dei Comunisti Anarchici)
altlib@altraofficina.it
|
Fano,
14 febbraio - Il portone dell'Infoshop imbrattato, le cui due targhe (quella di Alternativa
libertaria e in seguito quella di Femminismi) divelte nei giorni
precedenti erano state già restaurate |
Bollettino dell'Archivio Pinelli / n. 42
È
disponibile il Bollettino n. 42 dell'Archivio G. Pinelli
di Milano. In questo numero, tra l'altro, la trascrizione
e traduzione di un dibattito inedito con Cornelius Castoradis
avvenuto nel 1983 durante un seminario organizzato dal
centro studi libertari sull'immaginario sociale e un omaggio
a Bakunin nel 200° anniversario della nascita. Ecco
l'Indice:
Omaggio a Bakunin nel 200° della sua nascita
• Per Bakunin
di Hans Magnus Enzensberger
Cose nostre
• Tu sei maledetta! Uomini e donne contro la guerra
(1915-1918)
• Adottato!
• Venduto!
• Sito nuovamente accessibile
• Quota di associazione annua
Memoria storica
• “Fomentare le prossime scintille”:
storia della Gilde freiheitlicher Bücherfreunde
di David Bernardini
• Ricordo di Nunzio Pernicone
di Robert Helms
Biografie
• Semka e Dora, dalla Nabat ad Auschwitz
di Kirill Limanov
In archivio
• L'immaginario sociale
dibattito con Cornelius Castoriadis
• Il Fondo Eliane Vincileoni
Informazioni editoriali
• Un giornale anarchico a Cuba dopo decenni di silenzio
a cura del GALSIC
• Tre volumi imperdibili
di Lorenzo Pezzica
Anarchivi
• Una targa per Kelly
a cura della Kate Sharpley Library
• Periodici e numeri unici di Pesaro e Urbino (1873-1922)
di Luigi Balsamini
• 80 anni ben portati
Album di famiglia
• Passaggio a Ushuaia: Radowitzky è ancora
qui
di Salvo Vaccaro
per donazioni e richieste di copia cartacea del Bollettino
(5,00 euro comprese le spese di spedizione):
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