Meteo controllo
Era una splendida giornata di sole, di quelle da incorniciare per intensità di colore e perfezione di clima. Alle nove del mattino il cielo si apriva come una tavolozza blu pronta ad accogliere le variazioni cromatiche della natura, i raggi scaldavano i passanti con amorevoli carezze, e il vento sussurrava dolci parole di resa a quel paesaggio rasserenante e insolito. Giornate così, in città, se ne vedevano al massimo dieci all'anno eppure... Eppure i volti delle persone erano in gran parte tirati, offesi, attraversati da rughe di risentimento. Tutti in fila al semaforo, o alla fermata del tram, oppure al bar a consumare una frettolosa tazzina di caffè prima di prendere servizio. I due amici si guardavano con rassegnazione, l'occhio spento e l'eloquio in disarmo.
<Ma dico..> disse Gianni. <Tre giorni di ponte bruciati per colpa di queste previsioni del cazzo... ma come si fa? Davano addirittura il livello d'allerta A per nubifragi e frane.... Allerta A, capisci?>
<E a me lo dici?> rispose Guglielmo. <Avevo pensato a una gita al mare con Luisa e i bambini, ma poi mi sono spaventato. Pensa che coglione... ho dato disponibilità per il fine settimana lavorativo... troppo tardi per i ripensamenti>
<Secondo te io che ho fatto? Siamo qui a timbrare il cartellino per uno stronzo meteorologo che avrebbe dovuto essere al nostro posto... Guarda che giornata>
<Non ci pensare. Coraggio, andiamo...>
Come i due amici, milioni di persone si fecero ingannare da quelle previsioni stonate e perfide. Non solo non piovve, quel giorno, ma il tempo fu meraviglioso per tutto il ponte festivo. Che, tra l'altro, segnò un recupero della produttività pro capite e fece splendere un sole memorabile sui bilanci di tante aziende.
Le cose andavano così, in quei giorni strani, come fossero regolate da una logica rovesciata. I pronostici dicevano vittoria, ed erano spesso il preludio a una sconfitta. Sulla mappa del meteo dominavano le nubi, ma poi il cielo si apriva al sereno in modo imbarazzante. O gli esperti non capivano nulla, oppure giocavano troppo d'anticipo.
Qualcuno, nell'azzardare una spiegazione, definì sospetto il recente passaggio di istituti demoscopici e meteo sotto il diretto controllo governativo, ma fu presto tacciato di disfattismo populista. Le ragioni dell'efficienza e del risparmio, scrisse un ministro in un tweet, non potevano essere sacrificate a quelle della meschina insinuazione politica. E gli elettori si fidarono, tanto che per il ponte successivo tornarono a consultare il meteo. Davano tre giorni di sole pieno, addirittura <un anticipo d'estate> come lo definì il giovale conduttore del tg.
Così, dopo i giorni dell'allerta annunciata e mai avvenuta, in tanti vollero prendersi una rivincita sul tempo. Si misero in coda in autostrada diretti verso il mare, armati di pazienza, galvanizzati dal presagio d'estate che accompagnò la loro lenta marcia da bollino nero. Meglio sarebbe stato se si fossero armati di ombrelli, perché al loro arrivo si addensarono sulle coste nubi violacee che scatenarono temporali corredati di grandine e allagamenti. L'emergenza costrinse le persone a starsene al chiuso per tre giorni. Non fecero eccezione i due amici, Gianni e Guglielmo, che si ritrovarono al tavolo della pensione Paradiso senza altra scelta che giocarsi la sfiga a briscola. Tra una mano e l'altra alzavano la testa verso il televisore del salottino, nell'illusione che il tg portasse notizie migliori.
<...non cessa l'ondata di maltempo... è emergenza... allerta....> diceva ritmicamente lo speaker, quasi godesse di quegli aggiornamenti senza speranza.
<Bastardi...> commentò Gianni. <Questa volta l'hanno fatta grossa...>
<Secondo te pagherà qualcuno?> domandò rabbioso Guglielmo.
<Ma figurati... in questo paese nessuno si assume mai le responsabilità>
Poi lo speaker passò alle notizie successive. Il referendum sull'abrogazione della riforma del lavoro, a dispetto dei sondaggi, era fallito per il mancato raggiungimento del quorum. Scarsa affluenza alle urne, boom di presenze in riviera.
Fu un primo maggio triste sotto un cielo in lacrime. Gli unici a sorridere furono gli albergatori, rinfrancati dopo il flop del ponte precedente.
<Fanculo> disse Gianni. <Vedrai che quando torneremo al lavoro, tornerà anche il sole... >
<E intanto adesso piove, governo meteo> si limitò a chiosare l'amico.
Paolo Pasi
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