Questa storia inizia con un pilota di
formula uno che va dal papa. Prima di lui sfilano tanti altri:
viene presentato un bebè che Wojtyla tocca con due spintarelle
come per sincerarsi che sia vivo, poi una bambina che offre
la guancia ma che il papa, in un guizzo malfermo, afferra al
collo e rigira verso la bocca, un gesto da Nosferatu che ha
scioccato parecchie ragazzine che conosco, uno spettacolo che
"non dovrebbero trasmettere in prima serata".
Prima del pilota hanno sfilato in tanti, tutti vanno dal papa,
quasi che questi fosse un gobbo amuleto, un dispensatore di
papa-diplomi di moralità, una fresca sorgente di bon-bon-bontà
etiche, l'unico che può scacciare meglio di aglio e travaglio
guerre e carestie: un papa-griffe (1) anche, un autorizzatore,
il grande vecchio che concede e retrocede, che separa i buoni
dai cattivi: i buoni alla luce di un cerimoniale vaticano attorniato
da guardie svizzere brille e cardinali mollicci, ed i cattivi
sepolti nei rimasugli cinerei delle loro oscure botteghe del
dubbio. E cos'é la fede, e l'assenza di fede in Italia,
in questo paese di colonnati riverniciati per il Giubileo? Una
questione di inferno e paradiso, di essere out o in.
Già Vattimo, su La Stampa (2), aveva ricordato la questione
col suo "Voglio andare dal Papa", chiedendosi perché
mai, lui ed il filosofo cattolico Pietro Prini, non venissero
mai presentati al pontefice, mentre ogni genere di miscredenti
sì. (L'Inferno è una sala d'attesa?). Secondo
Vattimo, le gerarchie cattoliche dovrebbero iniziare in tal
modo un riconoscimento del dissenso cattolico. Infatti Prini
è l'autore di un libro molto discusso, "Lo scisma
sommerso", cui il Vattimo plaude per le tesi di una "società
aperta" (3) e la messa in dubbio di certi catechismi cattolici,
tra i quali appunto quello dell'inferno, che non si addicono
più alla società moderna.
Vogliate seguirmi in questo viaggio tra le fiamme infernali,
che vi procurerà certo qualche indulgenza se non proprio
un colpo di sonno. Innanzitutto Prini inizia il suo libro citando
Ratzinger (o Nazzinger), sulla questione del vocabolo 'aggiornamento'
introdotto dal Concilio Vaticano II, ed in ciò parte
con lo stesso piede de 'i Millenari' nel loro libro 'Via col
vento in Vaticano'(4), che omaggiano Ratzinger sin dall'inizio
della loro lavoro di diffamazione dei carrieristi ecclesiastici.
Guarda guarda: sia un filosofo, docente a La Sapienza, che dei
misteriosi preti romani, sembrano perseguitati dalle ombre dell'inquisizione
o perlomeno molto dispiaciuti nella consapevolezza che ciò
che diranno non piacerà a chi sanno. Ma lasciamo i Millenari
bruciare nelle loro invidie Vaticane, essi ci confermano il
solito pregiudizio nei confronti degli arrampicatori di ogni
ceto e classe sociale, che ad un certo momento si vestono sempre
da ribelli.
Prini, invece, dopo le prime righe su Ratzinger e sulle discussioni
circa la parola 'aggiornamento' che suscitò, appunto,
molti sofismi ma pochi cambiamenti, ci informa su quello che
egli definisce uno 'scisma' in atto (dagli anni '60 quindi)
nel mondo cattolico su rilevanti argomenti della fede.
Innanzitutto sono state le "scoperte scientifiche"
che, secondo Prini, hanno modificato il comportamento dei cattolici
e le loro convinzioni tanto da renderle del tutto discoste dalla
vecchia dottrina cattolica. Ebbè, certo che molta gente
è stata arrostita, molti libri vietati, ma alla fine
il gregge, guardando in sù, non ha più pensato
che il sole gli girasse intorno, né che Noè avesse
caricato sull'arca due esemplari di Tirannosaurus Rex (sai che
puzza!). Insomma, per Prini, la Chiesa dovrebbe tenere in considerazione
le scoperte scientifiche, fermo restando che è l'offerta
di senso della fede a rendere morale la scienza. Da un lato
quindi, la ricerca scientifica sembra scacciare i diavoli della
ignoranza e le muffe della superstizione (5), dall'altro per
Prini la scienza è un' entità a sé stante,
una macchina priva di senso morale e bisognosa della fede per
essere guidata e non mettere in atto ogni balzano esperimento
le venga in mente. E su questo porterei l'attenzione, innanzitutto
perché mi chiedo quali 'stop' morali abbia mai messo
la Chiesa alla scienza: sull'aborto e sulla sperimentazione
genetica? Solo per ribadire il controllo sulla maternità
e sulle coppie etero. Per il resto, non mi sembra che ci fosse
una maggioranza di cattolici tra coloro che in questi decenni
si sono battuti (e qui si parla di ben altro che di 'altolà'
moraleggianti) contro il nucleare, contro la vivisezione, o
contro l'espianto a cuore battente, o contro le pratiche di
quella 'psichiatria' che Prini stesso nel suo libro loda, forse
a proposito di esorcismi, per la sua 'efficacia terapeutica'
(6). Vorrei far notare che, dopo capitoli sulla liceità
del sesso (7), è proprio unendo una sua definizione di
'interpersonalità' e la conoscenza scientifica del fatto
che "è al nono giorno dopo la fecondazione che si
annida lo zigote", che Prini spiega perché una donna
non dovrebbe abortire, per non deludere questo 'dialogo' interpersonale
tra lei e lo zigote. Questa affermazione piacerà molto
agli antiabortisti, sempre alla ricerca di nuova carne al sangue
per le loro battaglie contro la libertà di scelta. Peccato
che invece Prini si sia espresso favorevolmente sull'evoluzionismo
(ora combattuto negli Usa tanto da essere fuorilegge in molte
scuole), sarebbe piaciuto di più alle gerarchie. In compenso,
con la sua moralità, egli decide che gli esperimenti
genetici sui non-umani sono legittimi: "almeno fino a quando
non ne deriva un disordine nell'equilibrio della vita sulla
Terra" (8)... che forse spingerà il Papa a uno dei
suoi appelli allarmati dal pulpito? "Frateli, il proliferare
dei lombrichi da ostia ci mete in alarme...", oppure "l'Osservatore
Romano ha lanciato oggi un monito a chi ha permesso il brevetto
delle maxi-sanguisughe, ormai dette -di Lourdes-".
E sulla libertà femminile Prini si è mantenuto
in riga, bravo: non una parola sul ruolo delle donne nella società
e nella Chiesa. (9)
Del resto, non siamo noi donne, con la capostipite Eva, che
abbiamo indotto il genere umano al peccato, in primo luogo alla
superbia di volere conoscere come stanno le cose mangiando quella
meluccia? Ma il problema è che "il 60% dei cattolici
italiani non crede che esista l'Inferno" (10), dice Prini,
come interpretare quindi il peccato, e la punizione in questa
società? Perché è proprio nel concetto
di peccato che si differenzia l'umanesimo religioso da ogni
altra filosofia, sottolinea.
Il peccato per Prini non è ignoranza che conduce a fare
del male ma la deliberata scelta di fare del male, una posizione
degli umani, che possono fare del male pur sapendo quali sono
le conseguenze. Dunque, discostandosi da Socrate come da ogni
altro successivo pensiero sulle cause del "male" (tutti
dietrologi?), Prini identifica il peccatore in chi sceglie il
male e rifiuta pure la grazia divina che giunge come 'correttivo'
al suo libero arbitrio.
In parole povere: un' esistenza sfigata è data in eredità
agli umani, che sono spesso volontariamente stronzi come se
il 'peccato originale', consistesse nel fatto stesso di essere
umani. Questi, anche se in grado di vedere i risultati infernali
che la loro scelta provocherà, spesso scelgono comunque
l'uovo alla gallina. Essi hanno un gusto, un piacere per il
peccato che io per paradosso definirei...genetico! Dunque, il
battesimo dei neonati (11), che viene spacciato per rito cristiano,
incamerando tutti a forza nel conteggio dei cattolici del mondo,
non serve a niente a questi peccatori impenitenti che bruceranno
lo stesso all'inferno. Ma un inferno priniano, una posizione,
uno stato... d'anima. Che da un lato consente di ritenere puniti
gli irriducibili a Dio, dall'altro cancella quelle immagini
'fabulatorie' di penitenti tra i roghi, quelle vecchie liste
di peccati (12), quelle ore al confessionale..., ammodernando
la teologia, accorciando un pò il cilicio (longuette?),
ammonendo a convertirsi ma senza dare precise indicazioni su
come "lucrare le indulgenze" (13) e su quando decidersi
a credere, purché prima o poi lo si faccia. Perché
comunque per Prini è a 'Dio' che bisogna rivolgersi per
avere un senso nella vita, e dopo la morte, ma il suo pare un
Dio interiore, che si ricerca come attraverso le Confessioni
di agostiniana memoria. Quasi come nell'ultimo episodio di Star
Wars, nel quale si scopre che tutto l'intuito degli Jedi consiste
in minuscoli esserini che hanno nel sangue e che gli suggeriscono
cose molto utili.
Pur nella lontananza da immagini fosche, come quel 'cielo pieno
di dannati che illuminano la Grazia del Signore' dipinto da
molti "Padri della Chiesa", questo credente di Prini
non convince, perché le sue idee partono dalla fede per
farsi smussare dal resto del reale e dal confronto con gli altri,
e quindi, come si diceva per la papale 'Fides et Ratio', questi
pensieri somigliano più ad un accondiscendere che a un
ricercare (il falso 'si sbaglio, corigetemi'). Rimane ad una
non credente incomprensibile come si possa avere la faccia tosta
di presentare tutta la filosofia non cattolica come cretina,
alla quale contrapporre il pensiero cristiano, unico conscio
del "male". Certo, con Prini siamo lontani da Baget
Bozzo, che in un recente articolo (14) presentava la Weil come
una "mistica " un pò manichea e, a mò
del Papa, affermava che "l'illuminismo è morto come
Kant di fronte... alla strage del mondo di questo secolo",
con una operazione di ignoranza e retorica ben poco invidiabile.
Però... siamo anche lontani da quella "società
aperta" implorata da Vattimo, nella quale si discute di
ogni cosa senza il razzismo della fede, la spada di damocle
dell'inferiorità umana dei non credenti, sulla testa.
Mysterium incarnationis. Proprio nel documento di indizione
del Giubileo (15) che ha questo titolo, si ribadisce la volontà
cattolica di non riconoscere ai non cattolici nessuna possibilità
di "salvezza", oltre che si ricorda come il ruolo
delle brave donne debba essere come quello di Maria "Donna
del silenzio e dell'ascolto, docile nelle mani del Padre...".
Sta anche ai non credenti mettere in rilievo l'ipocrisia di
una propaganda di fede che si regge sui soliti postulati dell'obbedienza
alle gerarchie, della salvaguardia della casta sacerdotale e
dei suoi privilegi nonché della sua unica legittimità
a produrre teorie sul mondo. Gli aggiustamenti epocali di filosofi
come Prini, invece, che ora lavorano ai margini, saranno risucchiati
dalle cannucce vaticane per 'aggiustare' (aggiornare) la teologia,
il catechismo e quant'altro nel caso che la pressione ed il
dissenso sociale del gregge risultasse insopportabile (ingovernabile
per fortuna lo è già). E infatti... qual'è
di già la risposta dei gesuiti a coloro che come Prini
mettono in dubbio la "consistenza infernale"?
Apritevi inferi! Basta leggere Civiltà Cattolica per
capire come si siano scocciati di tutto questo parlare dell'inferno,
che li costringe a scendere in campo onde racconciare un pò
la situazione. "che vale a impegnarsi in grandi sacrifici
se poi la salvezza è sicura per tutti, buoni e malvagi?"
(16), ecco, in sintesi, la stizza; poi però, dopo aver
ribadito che comunque è cosa arcinota che "molti
saranno i chiamati, ma pochi gli eletti", e cioè
che come per le lezioni solo pochi potranno usufruire del regno
dei cieli...dopo quindi questa precisazione oligarchica, si
tratta di parlare di cosa sia mai questo inferno, possibilmente
smentendo le tesi di quei teologi che dicono che 'è vuoto',
o di Lombardi Vallauri che dice che 'è una vergogna'
(17), o di Prini che dice che non è fuoco e fiamme. E
come risolvono la questione i nostri prestigiatori, coloro che
già nel 1657 Pascal affermava ponessero "cuscini
sotto il gomito dei peccatori"? Rispondono che l'inferno
esiste, ma che non è un luogo bensì una "condizione"
(beh, proprio "posizione" non potevano dire perché
è lo stesso vocabolo che usa Prini). Basteranno le credit
card a salvare i vip, dopo i loro pellegrinaggi e le benedizioni
papali, da questa "condizione"? E soprattutto, viste
le interpretazioni, le condizioni e le posizioni (non fate battute),
quante anime possiede un credente? Due, quella laica e quella
religiosa, o più? E come si salveranno entrambe? E se
d'Alema andrà all'Inferno potrà usare la sua barchetta
o dovrà usare quella vecchia di Caronte, più adatta
a Cossutta?! Inoltre: se Andreotti andrà in Paradiso,
il giorno del Giudizio Universale risorgerà con il suo
attuale corpo o con quello di qualcun'altro, nel qual caso si
potrebbe riaprire il processo? Beh, molte sono le domande, ed
anche il problema del corpo, un macigno di problema per il cattolicesimo
e non solo,striscia intrigante nella teologia. Si sa ad esempio
che " è contro la natura dell'anima essere priva
di corpo" (18) e che quindi i cattolici lo mortificano,
poi lo inùmano (vocabolo pieno di doppio senso), e poi
aspettano di riceverlo nell'al di là. Ma allora, dice
il prete al suo gregge, non si dovrà più aver
paura di peccare e di finire all'inferno: infatti, non è
prevista la retrocessione, un punto in più a vantaggio
del catechismo e a svantaggio del calcio.
Francesca "Dada" Knorr
1) 'Laici in cerca di fede',
di Francesco Merlo, Corriere della Sera 14/01/1999.
"...gli atei italiani stanno facendo a gara per svelare
una seconda anima religiosa, e baciano pure qualche anello
pingue e sospetto, come fa Bassolino con il cardinal Giordano".
2) 'Voglio andare dal Papa', lettera aperta di Gianni Vattimo,
La Stampa 13/01/1999.
3) Pietro Prini, Lo scisma sommerso. Il messaggio cristiano,
la società moderna e la Chiesa cattolica. Garzanti
1999.
Gianni Vattimo "Dacci oggi la società aperta",
La Stampa, 2/01/1999. Il riferimento è alla
'società aperta auspicata da K. R. Popper come società
basata sullo sviluppo della ragione umana nella sua peculiarità
di facoltà critica, una società che non tollera
ma stimola e si contrappone alla 'società chiusa',
organicista e totalitaria basata su norme rigide e non modificabili.
Vedi ed. it.: La società aperta e i suoi nemici,
Armando, Roma, 1977.
4) Via col vento in Vaticano, Kaos edizioni, Milano
1999.
5) "è indubitabile che il mondo com'è costruito
dalla scienza e dalla tecnica moderne sia un mondo esorcizzato
dagli antichi regni dell'infernale"... "la scienza
e la tecnica hanno messo in fuga i diavoli". cap. III.
6) "all'efficacia terapeutica della psichiatria moderna".
cap.III.
7) Il cancro può trovare origine "in alcuni comportamenti
sessuali", dice invece il Papa nella sua infinita sapienza,
1/10/1999.
8) cap. VI
9) "l'energia dell'Enel ...illumina ogni giorno i gesti
più semplici di milioni di uomini e donne, ma anche
i luoghi dei grandi eventi: dalle sale parto agli stadi..."
(opuscolo spedito con tutte le fatture enel) noi donne siamo
abituate ad essere prese in considerazione solo per una nostra
peculiare funzione. Per il rapporto tra donne e Chiesa è
di massimo interesse anche il saggio di Dinora Corsi: "Dal
sacrificio al maleficio" in cui è storicamente
delineata la definizione di donna come 'porta del diavolo'.
"Dal sacrificio al maleficio. La donna e il sacro nell'eresia
e nella stregoneria", in Quaderni Medioevali n.
30, dicembre 1990.
10) AA.VV. La religiosità in Italia, Milano
1995.
11) Jean Delumeau , Il peccato e la paura. L'idea di colpa
in Occidente dal XIII al XVIII secolo, Il Mulino, 1987.
Delumeau illustra esaurientemente l'idea per cui ogni genitore
era terrorizzato in passato dal fatto che il figlio morisse
non battezzato e fosse quindi costretto a vivere nel Limbo
e non ...in Paradiso. "il bambino era reputato battezzato,
cristiano e salvo solo se non usciva (o non lo si faceva uscire)
dal ventre materno". "...già nel 1556 Enrico
II aveva emanato editto con cui si imponeva alle donne incinte
la dichiarazione all'autorità". Esistevano sin
dalla fine del Trecento (sino al XX secolo) i cosidetti Santuari
di Rianimazione, consistenti in luoghi ove il neonato morto
veniva deposto in attesa di scorgere un qualsiasi movimento
animato che consentisse di ...battezzarlo. Ovviamente il movimento
veniva spesso indotto, e il battesimo pagato.
12) La confessione, che anche Prini critica nel suo libro,
divenne obbligatoria almeno una volta all'anno con il Concilio
Lateranense quarto (1215). E le possibilità di peccare
sono infinite: solo dai peccati capitali derivano 783 diverse
possibilità di peccare. Il 'fare male' è diventato
così colpa e necessità di espiazione amministrata
e regolata dai confessori. Dai dieci ai diecimila comandamenti.
13) anche durante l'estate di quest'anno si è rinvigorito
il dissenso tra chiese protestanti e chiesa cattolica circa
le indulgenze, ed in vista del Giubileo è su questo
tema che si presenta una scissione insanabile tra i mercanti
vaticani ed i protestanti. L'indulgenza è una specie
di assicurazione per il post-mortem, la remissione delle pene
che il fedele deve praticare per non dover scontare nell'al
di là la colpa commessa ma confessata! Solo il 31 ottobre
di quest'anno, a distanza di 482 anni dalle Tesi luterane,
cattolici e protestanti hanno firmato una strategica Dichiarazione
in vista del Giubileo. Vi si ammette in sostanza che la salvezza
è "Giustificata" principalmente dalla fede,
e non dalle opere e dai meriti, che ne sono la conseguenza.
Assente Ratzinger, la Chiesa cattolica acconsente così
a rivedere la teoria della Giustificazione, come già
auspicava il teologo Hans Küng dagli anni '50.
14) Baget Bozzo 'Se Satana è morto la redenzione è
impossibile', L'Avvenire, 20/01/1999. Prini risponde
a Bozzo facendo anche una divertente affermazione: "
...Bozzo, che all'inizio della sua carriera di scrittore politico
cercava le ascendenze patristiche delle correnti della DC..."
(Avvenire, 22/01/'99).
15) Mysterium incarnationis, Bolla di indizione del Giubileo
del 2000, 29 novembre 1999.
16) La Civiltà Cattolica, 17 Luglio 1999, quad.3578.
'L'inferno. Riflessioni su un tema dibattuto', editoriale.
Vedi anche:
La predicazione dell'Inferno oggi, La civiltà cattolica
1992, quad.3404.
17) "Parla il professore messo al bando. L'inferno? È
una vergogna. La pena eterna è contro i principi del
diritto. È esagerata anche per Hitler. L'ex docente
della cattolica rilancia la sua eresia." colloquio con
L.Lombardi Vallauri a cura di S.Magister, L'Espresso
19/11/1998.
18) Tommaso d'Aquino, Summa contro i gentili.
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