Non ho mai saputo il perché ma
in Occidente e, data l'influenza prepotente che questa parte
del pianeta esercita sul resto del mondo, quasi ovunque, le
cosiddette cifre "tonde" esercitano un fascino particolare.
Il 10 e tutti i suoi multipli sono quasi sempre occasione per
commemorazioni, ricordi, festeggiamenti. Nulla di più
naturale che la fine del secolo che stavolta coincide anche
con la fine del millennio assuma una speciale valenza simbolica:
una data più importante delle altre, un anniversario
da rammentare negli anni a venire, che occorre sottolineare
ed accogliere con la massima enfasi.
Eppure altre tradizioni culturali scandiscono diversamente il
tempo: per gli ebrei e per i cinesi il 2000 è passato
da un pezzo, per i mussulmani arriverà tra sei secoli.
I romani di 2000 anni orsono contavano gli anni a partire dalla
fondazione della loro città, mentre quelli odierni forse
mai come quest'anno si sono pentiti di un cambiamento di datazione
per il quale tocca loro subire orde di turisti (pardon, pellegrini).
Per non parlare, ovviamente, della presenza fissa, ingombrante
e costosa di un facoltoso immigrato extracomunitario polacco
che da vent'anni regna su parte della città. Il polacco
in questione, contrariamente ai tanti suoi connazionali mal
tollerati lavavetri agli incroci, è poi a tutti gli effetti
l'unico con buoni motivi per festeggiare: la sua azienda, con
alti e bassi, è ormai sul mercato da un paio di millenni.
Eppure provoca più intralci al traffico urbano lui di
un esercito di lavavetri e di vigili urbani.
Evidentemente Wojtila e i suoi predecessori avevano intuito
con largo anticipo la regola aurea per il successo commerciale:
la capacità di adattare costantemente la produzione alle
esigenze di un mercato capriccioso, mutevole e desideroso sia
di certezze che di novità. In questo l'azienda del vecchio
Wojtila potrebbe dare dei punti al più scaltro dei capitani
d'industria: la Chiesa cattolica da prova di notevole plasticità
culturale unita ad una particolare sensibilità ad allearsi
con i potenti del momento.
La celebre massima di Giovanni Agnelli: "la Fiat è
sempre governativa" è ben poca cosa di fronte alla
Chiesa cattolica, per la quale ogni governo deve essere al suo
servizio. Quella di WC è un'impresa che può permettersi
di battere cassa al governo italiano per avere sovvenzioni per
le proprie scuole con manifestazioni cui la controparte partecipa
sedendo in prima fila, accomiatandosi dall'inquilino del Vaticano
con una lunga teoria di inchini e baciamano.
É successo il 30 ottobre dopo una manifestazione di piazza
in sostegno al finanziamento pubblico alle scuole private: abbiamo
visto esponenti di primo piano del governo e dell'opposizione
in ginocchio davanti a Wojtila. D'altra parte i regali per il
compleanno del bambin Gesù sono stati e continueranno
ad essere assai generosi: miliardi e miliardi di soldi pubblici
spesi per il restauro di chiese e conventi, per l'ospitalità
ai "pellegrini", per le infrastrutture necessarie
ai megaraduni organizzati dalla benemerita ditta Wojtila &
C. Naturalmente nessuno vuole qui sostenere che le varie istituzioni
locali e nazionali in cui si articola il governo della nostra
ridente penisola non siano generose anche con altre imprese:
basti pensare ai bei soldoni pubblici elargiti alla Fiat per
le celebrazioni del suo centenario. Ma, c'è poco da dire:
2000 anni sono una ben altra età e quindi il piatto è
necessariamente più ricco.
La posta in gioco con i festeggiamenti giubilari è peraltro
ben più importante del mero rimpinguamento della casse
vaticane, poiché la Chiesa cattolica intende riaffermare
con tutta l'arroganza che la contraddistingue il proprio primato.
D'altra parte la stessa pretesa di segnare il tempo umano con
la propria presenza è il segno inconfondibile di tutti
i sistemi di pensiero e le istituzioni autoritarie e totalizzanti,
siano queste religioni o ideologie politiche. Il tempo umano
viene interrotto da un evento straordinario che spezza l'ordine
precedente - o interrompe il disordine - e da l'avvio ad un'epoca
nuova, che, se non perfetta, è certamente perfettibile
e punta all'eternità. Un'eternità che, anche se
proiettata, come nel caso della Chiesa cattolica, oltre il tempo,
prende la forma assai terrena di un sistema di potere temporale
ben radicato nel tessuto sociale che attraversa e tenta di plasmare
a se. La Chiesa mira a durare nel tempo e fa della durata uno
dei fondamenti della verità che pretende di incarnare.
Capacità
di adattamento
La nostra epoca, segnata dalla rapidità dei cambiamenti
e dalla caducità dei gusti e delle tendenze, pare contraddistinguersi
per due fattori contrapposti ma correlati. Da un lato il trionfo
a livello planetario della logica del profitto che non ha altra
morale se non quella della vendibilità di un prodotto,
sia questo un detersivo, un'automobile o la chiesa cattolica;
d'altro canto l'emergere o il riemergere in forme estreme dell'integralismo
religioso come reazione alla amplissima deprivazione materiale
e culturale che la pervasività a livello planetario del
capitalismo induce.
Di fronte alle sfide della modernità la Chiesa cattolica
ha dimostrato la consueta capacità di adattamento all'ambiente.
Il papato di Wojtila ne è l'emblema più significativo,
perché questo papa, dopo aver esordito come eroe dell'anticomunismo
si presenta oggi come critico deciso dei mali del capitalismo,
pur essendo egli stesso e i suoi manager eccellenti esempi di
imprenditoria sempre al passo con i tempi. Capita talora di
udire opinionisti e politici, magari "illuminati"
e di sinistra, mettere in evidenza le "contraddizioni"
della Chiesa cattolica, al cui interno convivono i preti delle
favelas brasiliane e i cappellani che benedicono i torturatori
fascisti cileni e argentini. Spesso queste sottolineature mostrano
una sostanziale incapacità di comprendere l'universalismo
cattolico, che è volontà di potere a tutti i livelli:
per cui i preti che lottano nelle favelas sono parte integrante
della Chiesa tanto quanto quelli che si schierano con le dittature
sudamericane. Gli uni e gli altri sono la risposta giusta per
diverse esigenze di mercato.
Intendiamoci: so bene che soggettivamente queste persone sono
tutt'altro che intercambiabili, so che gli uni sono convinti
della necessità di profonde trasformazioni sociali ugualitarie
e gli altri sono fascisti convinti, so che gli uni e gli altri
non "recitano una parte". Nondimeno il fatto che gli
uni e gli altri operino all'interno della stessa organizzazione
dimostra che sono entrambi indispensabili ad essa. Non è
un caso che quando la scelta di campo oppone cattolici a non
cattolici, la Chiesa cattolica si affretta a schierarsi con
i primi, per quanto impresentabili essi siano: pensiamo al sostegno
politico ed economico fornito alla Croazia che giunge al punto
di elevare all'onore degli altari un macellaio nazista come
Stepinac. E per fare da contrappunto agli Stepinac, fa santa
anche Gertrude Stein, ebrea convertita morta in un lager nazista.
A Wojtila piace fare i santi: infatti durante il suo papato
ne sono stati nominati più che nei quattro secoli precedenti.
D'altra parte sono operazioni mediatiche interessanti: gita
in aereo ai quattro angoli del pianeta, raduni, messe e, per
il gran finale, qualche nuovo santo per arricchire il pantheon
locale, per creare uno spettacolo più vario e legare
alla chiesa anche le più lontane frontiere del cattolicesimo.
Celebrazione
del potere
Il Giubileo sarà lo spettacolo degli spettacoli, la
più grande kermesse del papato di W. C: le feste barocche
con tanto di fuochi artificiali e giochi di luci, organizzate
per festeggiare il restauro della facciata di S. Pietro ne sono
state il degno anticipo, dimostrando che, sia pur limato da
alcuni eccessi sul piano formale e liturgico, questo Giubileo
del 2000, non meno degli altri che nei secoli l'hanno preceduto,
sarà una magniloquente celebrazione del potere del papato.
Un potere non di rado feroce il cui marchio è stato impresso
a sangue nelle carni degli uomini e delle donne che in questi
duemila anni vi si sono opposti o, più semplicemente,
ne hanno negato la pretesa di verità.
Gli anticlericali si stanno preparando a mettere i bastoni tra
le ruote di una macchina orchestrata da anni per funzionare
alla perfezione: anche un piccolo sasso contro tanta potenza
può rappresentare una boccata d'aria fresca in un paese
come il nostro, dove la classe politica è complessivamente
prona di fronte al trono di Pietro.
Possiamo poi sperare che per il 2001 Wojtila decida di colonizzare
anche lo spazio: chissà che non ci regali un po' di quiete
dopo l'ubriacatura del Giubileo.
Maria Matteo
Gli
anticlericali
si stanno preparando
a mettere i bastoni
fra le ruote.
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