Ogni mattina intorno alle 3h10 si sente
nel braccio della morte il rumore del carrello dei pasti, che
rotola in ciascuno dei corridoi indicati dalle lettere dellalfabeto
A, B, C, D, E, F. Ogni corridoio ospita 84 detenuti e si compone
di sei sezioni, anchesse indicate dalle stesse lettere,
dalla A alla F. Ci sono 14 celle in ogni sezione, divise su
due lati, allestremità dei quali si trova una doccia.
Quando il carrello arriva, le guardie (di solito due, accompagnate
da un detenuto) riescono a farci stare sopra sette vassoi. A
volte usano due carrelli per quattordici vassoi. Le guardie
si recano quindi verso le sezioni e annunciano, a chi avesse
voglia di stare ad ascoltare : «è ora di mangiare,
accendete le luci e sedetevi sulle panchine». Che
tu lo voglia o no, lufficiale ti sveglia e ti chiede se
hai fame. Certi si rivolgono a te come se fossi un cane : «va
a sederti». Gli ufficiali aprono quindi una specie
di finestrella nelle porte di metallo e, con una sbarra di acciaio,
spingono il vassoio dicendoti «vieni a prenderlo».
Certe guardie ti chiedono di accendere la tua luce e di sederti
sulla panchina, altri non ci pensano neanche e ti chiedono soltanto
: «tu, devi mangiare?». Il cibo è
generalmente freddo o tiepido e senza protezioni, esposto ai
germi. Poche sono le guardie sufficientemente preoccupate della
nostra salute da indossare una protezione sui capelli. Il loro
rituale serve, si dice, a protezione dei detenuti; ma allora
perché quando tornano a riprendere i vassoi (circa 15
minuti dopo), non dicono più niente, anche se la tua
luce è spenta e il vassoio che porgi loro è intatto?
Una guardia che lavorava di notte e serviva i pasti era affetta
da una forma di herpes, talmente virulenta che le sue mani erano
ricoperte di piaghe aperte. Vista la grande facilità
di contagio del virus, un detenuto si è lamentato nei
confronti di una guardia di grado superiore e si è sentito
rispondere che non gli avrebbe fatto male saltare un pasto.
La prima colazione è alle 3h10, il pranzo alle 10h15
e la cena alle 16h.
Il muro di mattoni scottava
Alla prima ed ultima cella di ogni sezione cè
una porta metallica di transito per accedere alle altre sezioni.
La maggior parte delle guardie sbatte continuamente questa porta,
nella maniera più violenta possibile, a tutte le ore
del giorno e della notte. Quando sbatte questa porta tutta la
sezione si sveglia, bisognerebbe essere proprio dei grandi dormiglioni
per restare addormentati.
Come residente nellultima cella, osservo il gioco di quelle
guardie. Una volta sbattuta violentemente la porta, si avvicinano
alla mia cella per essere sicuri che mi sia svegliato.
Non solo la mia cella è vicina a questa porta ma in più
si trova nella parte ovest delledificio. La scorsa estate,
al tramonto, il muro di mattoni scottava talmente che non potevo
coricarmi senza rischiare di far friggere il mio corpo. La temperatura
interna poteva raggiungere i 42 gradi e bisognava a volte aspettare
le 22 o le 23 prima che i muri di cinta fatti di cemento rilasciassero
finalmente il calore. Destate, la ventilazione è
quasi inesistente e, paradossalmente, più fuori fa freddo
più la ventilazione gira. Diventa allora una vera lotta
mantenere stabile la temperatura del proprio corpo.
Verso le 5h50 del mattino, la guardia arriva per il controllo
e il conteggio degli occupanti delle celle. Laddetto di
turno accende la luce nella sezione ispezionata ed una volta
finito, certe guardie dimenticano di proposito di spegnere la
luce, fino a quando i detenuti si mettono ad urlare e a sbattere
le porte delle proprie celle.
Lispezione
Abbiamo soltanto la possibilità di passare unora
fuori dalle nostre celle, per cinque giorni alla settimana,
in una sala dove si trovano un tappeto ed una sbarra per gli
esercizi, un tavolo di acciaio, un lavandino e una tovaglia.
Gli altri giorni è possibile recarsi soltanto in una
sala senza soffitto, dove cè anche un pallone da
basket con il suo cestino e anche una sbarra per gli esercizi.
Prima di lasciare le nostre celle (idem per la sala di ricreazione),
ci dobbiamo spogliare del tutto per lispezione. Una volta
rivestiti, ci dobbiamo girare e mettere con le spalle contro
lapertura metallica della porta, accovacciandoci e mettendo
le mani di modo tale che sia possibile, per le guardie, passarci
le manette. Certe guardie approfittano di questa situazione
per tirare brutalmente le nostre braccia incatenate, mentre
ci scortano verso le nostre celle. Di solito, ma non sempre,
circa unora dopo la ricreazione ci portano alla cella
delle docce. Succede però che questo tragitto lo si faccia
anche in tarda serata o addirittura di notte.
Due guardie bianche
Di recente, un detenuto afro-americano è stato riportato
in cella, dopo la pausa, da una possente guardia bianca. Aveva
stretto le manette così forte, da costringere il detenuto
a chiedergliene ragione. La guardia, irritata dalla domanda,
lo sbatté sul suolo di cemento. Scrisse poi anche un
rapporto contro il detenuto, con la scusa che questultimo
aveva rifiutato di obbedire. Il detenuto si vide quindi imporre
una sanzione, che consisteva in una restrizione dellaccesso
allo spaccio.
Unaltra guardia bianca aveva ammanettato un detenuto con
le mani dietro la schiena, mentre lo scortava alla doccia. Ad
un certo punto, gli diede una testata e lo gettò violentemente
a terra. Altre guardie intervennero e continuarono a pestarlo.
Qualsiasi cosa succeda, le guardie hanno sempre ragione, poco
importa la situazione.
Una volta ogni dieci giorni, oltre alla solita «messa
sotto sopra» delle celle, il maggiore mi manda due guardie
bianche allo scopo di distruggere tutto quello che possiedo.
Un giorno, stufo di sopportare questo sopruso, decisi di lamentarmene
con il maggiore. Come risposta, lui mi fece sapere che ero sospettato
di far parte di una gang interna al carcere e che loro avrebbero
continuato a distruggere le mie cose, almeno fino a quando io
non fossi riuscito a provare il contrario. Non ho mai fatto
parte di nessuna gang ed il maggiore lo sapeva perfettamente.
Inoltre, essendo chiuso solo in una cella per ventitré
ore al giorno, dovrei essere un supereroe per poter creare una
gang, in tali condizioni. In più, da quando la mia domanda
di appello è stata respinta, studio legge e leggo il
più possibile documentazione sulla materia, praticamente
giorno e notte, cosa che può facilmente essere verificata
quando mi si viene a trovare nella mia cella.
Senza mai fermarsi
Essendo afro-americano, so che tutto viene fatto per assillarmi,
per farmi diventare matto. Un giorno ho chiesto ad una guardia
nera perché subivo tale trattamento. Mi ha risposto che
siccome ci troviamo nella contea di Polk (una contea nello Stato
del Texas, notoriamente razzista 1oltre ogni possibile immaginazione),
lui stesso è costretto a rientrare subito a casa alla
fine del suo servizio, e la stessa cosa al contrario, quando
va al lavoro, senza mai fermarsi da nessuna parte durante il
suo tragitto.
Inoltre, essendo il mio un caso di tipo high profile,
un caso sensibile, le autorità temono di
veder risorgere un Gary Graham (Gary Graham era un afro-americano,
che era stato giustiziato nello stesso carcere nel giugno 2000
e la cui storia scosse lAmerica intera, tanto grande fu
la sua capacità di battersi contro la pena capitale,
che gli era stata ingiustamente comminata. Questuomo rilasciò
molte dichiarazioni e gridò la propria innocenza fino
allultimo secondo della sua vita).
Un ultimo fattore che mi causa maltrattamenti è la mia
scelta di non mangiare la carne di maiale, prova inconfutabile
della mia fede religiosa, che evidentemente ancor più
infastidisce le guardie carcerarie e provoca in loro una reazione
violenta, quanto ingiustificata, nei miei confronti.
Odio intenso
Lodio qui nellunità di Terell Unit è
talmente intenso che ne puoi avvertire le vibrazioni senza che
le guardie aprano la bocca.
La posta è generalmente distribuita la mattina alle sette
ed è il momento più importante della giornata,
insieme allapprovvigionamento allo spaccio, naturalmente
per quelli che se lo possono permettere. Certe guardie tengono
la posta fino alle 9, probabilmente per dimostrare il proprio
potere nei confronti dei detenuti.
I trattamenti medici sono talmente ridicoli che non li chiedo
neanche più. Una visita medica costa 3 dollari e debbo
dire che per esserci andato tre volte, non ho mai visto un dottore.
Ricordo che una volta manifestai il mio scontento, dopo aver
pagato solo per sentirmi dire dallinfermiera quello che
non andava e non usufruire di nessuna cura. Altri detenuti si
lamentano spesso delle prestazioni del medico, che in ogni caso
ignora quello che gli si dice e non diagnostica niente.
Unaltra volta, uninfermiera venne nella mia cella
per farmi un test della tubercolosi, che tutti sanno va verificato
dopo due o tre giorni, per essere attendibile. Sono passati
ormai 3 mesi e non ho mai rivisto quellinfermiera
Le cuffie della radiolina
Lunica cosa che hai nella cella, che ti permette di restare
più o meno sano di mente e ti dà unidea
di quello che accade nel resto del mondo è una radiolina
(che dobbiamo usare con le cuffie, sempre che uno se le possa
permettere). Se per sfortuna queste cuffie si rompono, cosa
che accade inevitabilmente poco tempo dopo il loro acquisto
(sono concepite per questo), bisognerà compilare una
scheda blu per poterne comprare delle altre, in sostituzione.
Per poter ricevere nuove cuffie, bisognerà poi restituire
quelle fuori uso. Le ordinazioni speciali come queste sono autorizzate
una volta ogni due settimane. Se le guardie recuperano le cuffie
usate nella seconda settimana, dopo averne già comprate
delle altre, si dovrà aspettare almeno altri dieci giorni
per riceverne un nuovo paio e questo solo se la scheda blu è
stata accettata (spesso non lo è). Resti allora altre
due settimane a non sentire altro che le porte che sbattono.
Se viene poi deciso che dobbiamo rimanere bloccati nelle nostre
celle capita sempre non potremo recarci allo spaccio
e quando saremo autorizzati ad andarci di nuovo, non ci saranno
più cuffie in vendita. Ho visto dei detenuti rimanere
fino a tre mesi senza poter ascoltare le notizie o della musica
Le mie si stanno rompendo proprio in questo momento, speriamo
di avere abbastanza soldi per poterne comperare delle altre
e sopratutto che non li abbia già spesi prima che mi
autorizzino a procurarmele.
Questa sensazione di essere totalmente in balia degli altri
fa sì che molti di noi perdano la testa e il senso della
realtà, e finiscano con laccusarsi vicendevolmente
per motivi futili. Ecco quello che si ottiene con questo tipo
di trattamento, invece di essere produttivi, aiutandosi a vicenda
per i problemi legali (ogni detenuto può lavorare alla
propria difesa consultando testi legali, ecc
). Poiché
certi detenuti non hanno nessuna idea di quello che sta loro
accadendo, ogni giorno ci si cerca di aiutare reciprocamente
per mantenere quel minimo di essenziale lucidità.
È possibile presentare una domanda per sostenere legalmente
un altro detenuto. Ma per un afro-americano è molto difficile
che tale richiesta venga accolta. Ho depositato una domanda
per incontrare un detenuto bianco, che ha grande conoscenza
del diritto, prima che il mio appello venisse respinto e avevo
solo quindici giorni per dare una risposta alla Corte. La donna
(bianca) che si occupa di dare le autorizzazioni me lha
rifiutata, avocando motivi di sicurezza. Questo significa che
non ho avuto il diritto di ricevere visite a scopo legale di
altri detenuti, perché ero considerato come una persona
in grado di mettere in pericolo le regole di sicurezza. Però
la gabbia che serve ad accogliere queste visite è più
sicura della stessa sala di pausa. Non esisteva dunque un valido
motivo per impedirmi questa opportunità, di incontrare
cioè persone in grado di informarmi sui miei diritti
e sulle circostanze relative al mio caso. In altre parole, quelli
che non conoscono le leggi e che dipendono dagli avvocati dufficio,
avvocati che lavorano per la Corte (e quindi non faranno altro
che favorire lesecuzione) non hanno nessuna probabilità
di uscirne vivi. Alcuni detenuti non sanno né leggere
né scrivere e non capiscono di conseguenza quello che
è scritto sulle carte che gli sono sottoposte. Altri
non parlano neanche linglese.
Come bestie
Ho lavorato nellunità di Ellis Unit (sartoria)
durante otto dei quindici anni che ho passato nel braccio della
morte. Ogni mattina, il personale mi dava delle forbici e/o
un giravite. A quellepoca, eravamo un centinaio di condannati
a morte, anche parecchie donne, tutti sorvegliati da tre guardie
mentre cucivamo le loro divise, senza venir pagati. Nel frattempo,
il sistema penitenziario guadagnava (e tuttora guadagna) milioni
di dollari grazie ai detenuti. Allora non rappresentavo un rischio,
quando avevano bisogno di me
Da quando George Bush è stato eletto presidente, e che
sette detenuti sono stati ripresi dopo un tentativo di evasione,
siamo trattati come delle bestie. Durante i quindici anni che
ho trascorso nel braccio della morte, una ventina di detenuti
hanno provato ad evadere, peraltro cercando di raggiungere un
posto dove, se lavessi voluto, avrei anche potuto tentare
di nascondermi
ma non lho fatto. Attualmente dicono
che rappresento un tale rischio che non posso neanche più
ricevere visite, neanche quelle di tipo legale, per meglio prepararmi
o aiutare il mio legale a provare la mia innocenza e salvare
la mia vita.
Tutto quello che ho raccontato dallinizio crea in me un
senso di impotenza e di disperazione, senza parlare della ormai
cronica mancanza di sonno e del continuo assillare di queste
guardie razziste. Mi chiedo spesso (come tanti altri detenuti)
se la morte stessa è davvero peggiore di una esistenza
così degradante, umiliante e disonorevole. Se un essere
umano arriva al punto di preferire la morte alla vita, vuol
dire che qualcosa non va.
Nemmeno i tagliaunghie
Quattro detenuti hanno abbandonato la loro domanda di appello
lanno scorso e due questanno, perché gli
avvocati dufficio provano spesso a convincere i loro clienti
a non fare appello.
La cosa più strana è che le guardie dicono che
avremo una pausa di gruppo limitata e anche un programma di
lavoro dopo le elezioni. Vuol dire che il governatore George
Bush Jr. sta, ancora una volta, utilizzando la vita dei condannati
per i propri scopi elettorali.
Prima dellesecuzione di Gary Graham, la Corte fissava
le date di esecuzione il terzo, quarto o quinto giorno della
settimana. Questo procedimento è stato vigorosamente
rifiutato dallopinione pubblica dopo la storia di Gary
Graham, per cui il ritmo delle esecuzioni è passato ad
una al mese, fino alle elezioni.
Quarantacinque giorni fa, gli addetti al carcere sono sbarcati
nel braccio della morte. Hanno preso i nostri tagliaunghie e
hanno annunciato che da allora in poi le avrebbero tagliate
loro, e questo a tempo indeterminato, mentre i detenuti si sono
sempre occupati delle proprie unghie dal 1924! In effetti, poi,
nessuno è venuto a fare questo lavoro e adesso non abbiamo
più il materiale per farlo. Ci sono detenuti che hanno
le unghie dei piedi e delle mani come grinfie. Ogni tanto vengono
ufficiali afro-americani ma quelli ti trattano peggio dei razzisti
bianchi, per essere sicuri di acquistare dei punti dopo aver
effettuato il loro lavoro come lo richiede il sistema (cercano
la riconoscenza, in sostanza).
Siccome abbiamo solo unora di pausa fuori dalle nostre
celle, certi detenuti sviluppano seri problemi di salute, come
pressione arteriosa troppo elevata, diabete, ecc. Viste le poche
opportunità di fare esercizio, certi mettono su molti
chili, il che fa pensare ai visitatori che sono in buona salute.
Quando siamo rinchiusi senza possibilità di pausa, riceviamo
dei sacchi di cibo per due o tre settimane, fin quando loro
dicono la calma ritorni nelle celle. Le crêpes crude al
burro di arachide sono mischiate con tutto quello che trovano
per fare un panino. Durante lisolamento, non cè
pausa ed è concessa solo una doccia tre volte alla settimana.
Molti detenuti hanno problemi di vista perché lo spazio
limitato delle celle o della piccola sala di ricreazione non
permettono di guardare molto lontano. La finestra strettissima
della mia cella non offre niente di molto attraente; vedo solo
un palazzo. Anche se avessi voglia di guardare fuori da quella
finestra, mi dovrei mettere in piedi sulla mia panchina, che
pure misura quasi due metri.
Se compiliamo il listino delle ordinazioni allo spaccio in modo
non adeguato ai requisiti, sarà rifiutato. Ci sono talmente
tanti di quei ragazzi che non sanno né leggere né
scrivere, o con problemi mentali, che i listini di ordinazione
non devono essere molto numerosi.
Certi erano perfettamente sani di mente quando sono arrivati
qui. Adesso cè chi butta i propri escrementi sui
muri o compie azioni ugualmente aberranti.
Se ti viene imposta unazione disciplinare per un motivo
o laltro, sarai messo al livello due o tre. Ciò
significa che non avrai modo di comprare cibo allo spaccio,
che tutte le tue cose ed apparecchi elettronici saranno confiscati
e che resterai solo in una cella, senza poter leggere o ascoltare
qualcosa, per sei mesi o un anno.
Certi detenuti sono spinti proprio fino ai limiti del sopportabile,
in modo che ciò giustifichi il loro spostamento ai livelli
due o tre.
Trasformarti in un animale
Dopo ogni spedizione, che ha lo scopo di distruggere la mia
cella, non ricevo più la mia posta per molti giorni e
talvolta per parecchie settimane. Anche i giornali, se si ha
la fortuna di riceverne, sono tenuti una settimana prima di
essere distribuiti e questo soprattutto se contengono articoli
che noi non dobbiamo leggere.
Nella sala di visita non hai il diritto di parlare con unaltra
persona che non sia quella che è venuta a trovarti. Se
uno dei detenuti deve essere ucciso uno o due giorni dopo, è
vietato essere civili e mostrare un piccolo segno di umanità
verso di lui. Le guardie lavorano sodo per togliere tutta la
tua umanità e la tua educazione, così da farti
diventare lanimale che dicono tu sia e giustificare gli
omicidi che commettono.
Tutto è impostato in modo da ammazzarti, ma tu non hai
il diritto di fumare neanche una sigaretta (devi essere ammazzato
in buona salute), perché se ti beccano a fumare, sei
direttamente mandato al livello tre, senza altri contatti umani
che quelli con le guardie, che fanno di tutto per farti diventare
matto.
Thomas Joe Miller-El
Domenica 1 ottobre 2000
Perché
questa campagna
Questa
Campagna viene condotta, contemporaneamente, in più
Paesi (Danimarca, Francia, Norvegia, Regno Unito, Svizzera,
Spagna, Stati Uniti, ora anche in Italia), da singoli
cittadini non vincolati ad alcuna grande organizzazione
già attiva contro la pena di morte, su esplicita
richiesta di Thomas. Rappresentanti della società
civile che credono nellinnocenza di questuomo
e lo ritengono vittima di un sistema che sceglie la pena
di morte quale presunto deterrente contro il crimine e
arriva a condannare un uomo per motivi razziali.
Ecco una breve descrizione del caso Thomas Joe Miller-El
per tutti coloro che desiderano sapere di più della
storia di questuomo.
Thomas, afro-americano è nato in una famiglia molto
modesta ed è cresciuto nei quartieri poveri di
una città del Texas. Come molti giovani nella sua
situazione, ha commesso dei furti per i quali è
stato condannato ed incarcerato. Thomas parla di quegli
episodi con molta franchezza, senza cercare false scuse.
Una volta adulto, Thomas ha esercitato diverse attività
come tassista o fattorino. Ha sposato Dorothy, dalla quale
ha avuto due figli e alla quale ha insegnato molto: scrivere,
leggere, guidare. Lui in effetti desiderava che la moglie
non fosse né dipendente né sottomessa.
Il 21 novembre del 1985, Thomas era al volante della macchina
di un amico e si trovava in una strada senza uscita. Allimprovviso,
vide un gruppo di uomini vestiti con giubbotti neri senza
nessun distintivo. Si accorse che quegli uomini erano
armati e temendo che si trattasse di una banda di malviventi
fece retromarcia. A quel punto, gli uomini fecero fuoco
su di lui, senza intimazione. Thomas cercò di fuggire
saltando fuori dal veicolo ma fu colpito alle spalle e
cadde, faccia a terra.
Dopo la sparatoria, gli uomini si avvicinarono al suo
corpo. Nonostante linsopportabile dolore, Thomas
finse di essere morto. In quel momento sentì dire
chiaramente: Sei sicuro che il negro è morto?
Se no, finiscilo!.
Coloro che avevano sparato a Thomas facevano parte della
SWAT TEAM of HOUSTON. La squadra speciale SWAT della polizia
di Houston sparò a Thomas al fianco sinistro e
alla schiena, quasi uccidendolo. Senza motivo. Nonostante
non fosse stato spiccato alcun mandato di cattura nei
suoi confronti.
La SWAT sparò a Thomas con un ARK 15. Il proiettile
penetrò nel corpo di Thomas ed esplose allinterno
del torace, provocando terribili lacerazioni allintestino
e ad altre parti del corpo (dopo gli spari, gli intestini
fuoriuscivano dal corpo quasi privo di vita). Thomas rimase
fra la vita e la morte per un lungo periodo. Venne sottoposto
a colostomia. Al momento del processo non si era ancora
ripreso, ma nonostante ciò fu costretto a presentarsi
per cercare di difendersi. Era così debole che
i suoi avvocati dovevano avvicinare le orecchie alla sua
bocca per capire cosa dicesse. La ferita causata dalla
colostomia si era seriamente infettata, Thomas aveva perduto
peso e si era ammalato di polmonite. Venne portato in
aula in queste condizioni, con terribili dolori fisici.
La discriminazione razziale fu evidente per tutto il corso
del processo di Thomas. La Pubblica Accusa scelse giurati
che credevano nella pena capitale. Durante le selezioni
dei giurati, i rappresentanti dellufficio del Procuratore
fecero in modo che venissero esclusi tutti i candidati
di colore tranne uno, accettato unicamente per aver dichiarato
Chi commette un reato del genere dovrebbe essere
steso su un letto di formiche con il corpo cosparso di
miele.
Anche questioni politiche caratterizzarono lingiusto
processo di Thomas. I suoi avvocati difensori non avevano
alcun interesse a difenderlo adeguatamente, dato che era
loro desiderio lavorare per lo Stato. Uno di questi era
addirittura candidato per lassunzione nellufficio
del Procuratore (da allora ha fatto carriera ed è
diventato Senatore).
Thomas è stato accusato di essere lautore
di una rapina avvenuta il 16 novembre 1985 in un Holiday
Inn di Irving (Dallas). Nel corso di quellaggressione,
un uomo era morto ed un altro, gravemente ferito, era
poi rimasto paralizzato. Questa è laccusa
che ha permesso di giustificare gli atti della SWAT TEAM.
Ci volle assai poco era il 26 marzo 1986
perché Thomas venisse processato in tutta fretta
e riconosciuto colpevole.
Nessun testimone ha mai formalmente riconosciuto Thomas
e quelli che erano in grado di provare la sua innocenza,
furono scartati dal processo a priori o hanno rinunciato
a testimoniare, temendo rappresaglie da parte della polizia.
Un testimone ha negato categoricamente per ben tre volte
che Thomas fosse lomicida si trattava, peraltro,
delluomo rimasto ferito e successivamente paralizzato.
Durante il processo, però, pensò bene di
ritrattare e non testimoniò in favore di Thomas.
Verdetto: Thomas fu condannato a morte mentre Dorothy,
sua moglie, venne condannata ad un doppio ergastolo, anche
per non aver voluto testimoniare contro il marito. Dopo
sei anni di reclusione, Dorothy venne di nuovo giudicata
e prosciolta.
Thomas, invece, in 16 anni ha ricevuto ben undici date
di esecuzione, sempre rinviate una, addirittura,
solo sette ore prima dellesecuzione! Lultima,
recentissima, risale al 21 febbraio 2002, anchessa
poi rinviata, a seguito di un ricorso della Difesa.
Oggi a Thomas è stata concessa la sospensione della
pena dalla corte suprema il 15 febbraio 2002. Il suo avvocato,
Jim Marcus, aveva inviato un appello alla corte, conosciuta
come mandato di certoriari (vedi: http://www.thomasmillerel.com/certiorari.html).
Quella stessa petizione era stata inserita sul sito norvegese
della campagna e mirava a mettere in risalto la base razzista
della sentenza (tutti i giurati erano bianchi eccetto
uno). Oltre al fatto altrettanto grave che Thomas era
impossibilitato a presenziare il suo stesso, primo e fondamentale
processo, a causa delle assai precarie condizioni di salute,
a solo due mesi dal grave ferimento causato dallazione
della swat team).
Un nuovo processo dovrebbe avere luogo nei primi mesi
del prossimo anno, visto che il caso di Thomas verrà
riesaminato dalla corte suprema il prossimo ottobre. A
questo punto, diventa fondamentale ed urgente permettere
a Thomas un legale di grande professionalità ed
esperienza, capace di smontare le tesi dellaccusa
e dimostrarne linfondatezza. Questo significa, negli
Stati Uniti, poter disporre di circa 200.000 dollari,
anche considerando le spese legali collegate al processo.
Lex ministro della giustizia americana, Ramsey Clark
ha dichiarato che se Thomas Joe Miller-El dovesse essere
giustiziato, lo Stato del Texas si renderebbe colpevole
di un omicidio.
Thomas, intanto, cerca di resistere alle terribili condizioni
di vita del carcere di Allen B. Polunsky Unit, dove insegna
agli altri detenuti a leggere e scrivere.
******************
Viviane Andrey, una giovane donna di Ginevra, è
andata a trovarlo in carcere, ha scoperto un uomo mite
e privo di odio. Ha deciso di aiutare Thomas in tutti
i modi. Ha fra laltro fatto apparire diversi articoli
sulla stampa francese (Marie-Claire ottobre 2000,
aprile 2001, 14 settembre 2001; Elle, giugno 2000;
LHumanité, 6 dicembre 2000), e la
stampa svizzera (Le Temps 1 maggio 2000; Le
Matin, 28 febbraio 2001; Femina, 14 giugno
2001). Thomas è anche apparso in alcuni libri relativi
alla pena di morte in Texas (Texas death row, 1997
- Edizioni University Press of Mississipi, Ken Light and
Suzanne Donovan; LAmérique qui tue,
maggio 2001, Editions Michel Lafon, Michel Taube). Gli
è inoltre stata dedicata una trasmissione in TV
su France 2, Envoyé Spécial 1995, e di recente,
il 3 settembre 2001, un servizio sul telegiornale svizzero
francese, il 19:30; Marie-Claire francese
del mese di maggio 2002 ed il bellissimo film-documentario
La Espalda del Mundo di Javier Corcuera.
******************
Per contribuire con offerte in denaro: conto corrente
postale no. 21690193, intestato a Vincenzo Puggioni
Via Filippo Marchetti, 13 00199 Roma (inserire
nella causale: THOMAS JOE MILLER-EL).
Chi desiderasse ricevere ulteriori aggiornamenti sul
caso di Thomas Miller-el è pregato di indicare,
sul retro del bollettino postale, un proprio indirizzo
di posta elettronica.
E/O di consultare i due seguenti siti francesi:
http://membres.lycos.fr/thomasmiller/
(Click on the Italian Flag)
http://www.geocities.com/justice4tjme/tjme_italien.htm
allinterno dei quali è stata inserita una
pagina web in lingua italiana.
Altri link con siti Internet sul caso Miller-El:
www.thomasmillerel.com
Habeas Corpus
http://www.laespaldadelmundo.com/ingles/la_vida/index.htm
(Engl.doc metaire/documentary) http://home4.inet.tele.dk/lepan/lenet/thomas.htm
(English) http://www.santegidio.org/en/pdm/news/ap_miller.htm
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