Mille
papaveri rossi!
Messe in piedi da Stella*Nera e dalla Coop. 56 (con il sostegno
del locale assessorato alle politiche giovanili), l8
e 9 febbraio scorsi si sono svolte ad Abano Terme (Padova)
due serate musicali in ricordo di Fabrizio De André.
Mille papaveri rossi è il nome di questa
due giorni, la prima manifestazione di questo
genere organizzata in zona.
Cè da dire prima di tutto che, nelle intenzioni
degli organizzatori e dei musicisti partecipanti, questa non
voleva essere e non è stata una celebrazione: si è
concretizzato in questa occasione il bisogno comune di riunirsi
sotto le canzoni di Fabrizio per suonarle, cantarle e riascoltarle
insieme.
Le canzoni di Fabrizio sono canzoni speciali, che hanno saputo
farsi strada direttamente fino al cuore della gente. Il loro
è un destino del tutto particolare: sono suonate e
cantate nelle osterie, accanto ai falò sulla spiaggia
e sui palchi dei bei teatri del centro, sono suonate e cantate
in chiesa, sotto la doccia e nei campi rom, sono suonate e
cantate da interpreti famosi per il pubblico pagante e da
musicisti sconosciuti nelle feste di piazza e nei ghetti delle
periferie.
Nei concerti di queste due serate i musicisti intervenuti
hanno offerto il loro punto di vista. La propria musica, innanzitutto:
forse mal eseguita, ma spontanea. E la propria voce: forse
mal educata al canto, ma sincera. Moltissime le canzoni di
Fabrizio, ovviamente, che sono state rilette secondo le diverse
sensibilità, e numerose anche le composizioni originali
che sono state offerte. Sul palco, a dimostrazione ulteriore
della bella atmosfera che ha caratterizzato questi incontri,
ci sono state felici collaborazioni tra i musicisti. Anche
il pubblico, che ha riempito la sala tutte due le sere,
ha partecipato attivamente cantando e battendo le mani.
Ha dato inizio alla festa Alberto Cantone, ben conosciuto
da tanti anni nella sua città, Treviso, per limpegno
delle sue trasmissioni radiofoniche e lintensa attività
per creare e rivendicare spazi di espressione. Accompagnato
dal valente chitarrista Gianantonio Rossi, Alberto ha fatto
scorrere più dun brivido nelle nostre schiene
per la sua voce bellissima, a tratti (
va detto) così
vicina a quella di Fabrizio da far sospettare un improvviso
miracolo, o almeno un magico ritorno allindietro del
tempo. Invitato più volte a parlare di sé stesso
a fine concerto (si sa che Alberto ha scritto
numerose e belle canzoni che non ha mai voluto registrare),
lui ha risposto solo con un sorriso.
Avevo sentito parlare dei rodigini Marmaja da alcuni amici
e compagni che avevano assistito a dei loro concerti, e che
erano rimasti piacevolmente sorpresi dallenergia che
anima la loro musica. La ricetta sonora del gruppo è
buona e semplice: i piedi ancorati alla terra con suoni e
parole impregnati di umori folcloristici (molto particolare
e secondo me curioso luso dei fiati e della fisarmonica),
e tanto rock ruvido nelle chitarre e nella sezione ritmica.
I Marmaja cantano di terre, mari, migrazioni, spose e banditi:
storie vere, vicine e lontane nella memoria. Succede così
che a brani mossi e festosi si frappongano ballate lente e
toccanti
proprio come susava ai bei tempi quando
la musica era una cosa importante che saliva dallanima
innaffiata dallispirazione o dalla rabbia, senza progetti
economici o di look e senza esigenze contrattuali a tener
assieme chi suona. Nel loro album desordio non poteva
mancare, in proposito, un ringraziamento ed unesplicita
citazione a Fabrizio De André, nel segno di comuni
attitudini e sintonie. Un amore mai sopito che i Marmaja hanno
saputo ravvivare in questo concerto, nonostante lattacco
di febbre influenzale di cui è stato vittima il cantante,
in una dimensione danzante e poetica altamente contagiosa.
Quello che mi ha conquistato è stato il gusto degli
arrangiamenti e la loro evidente ricerca di un bel suono
complessivo, diverso per ciascuna canzone. Una sorpresa, una
sorpresa graditissima a così breve distanza da casa.
Tra poco dovrebbe essere pronto il loro secondo album, che
immagino altrettanto carico di passione del primo In
tel vento sonà (se fremete di piacere allascolto
di Gang e MCR, i Marmaja hanno ottimo pane per le vostre orecchie).
Molto diversi come approccio complessivo alle canzoni di Fabrizio
rispetto ai Marmaja, i Le Panash si sono presentati in una
già sperimentata formazione unplugged a quattro elementi
(chitarre acustiche, basso, fisarmonica e voci). Diversi,
dicevo, perché dove i Marmaja sono stati militanti
allegri e fieri, i quattro bassanesi, comunque militanti,
vitali e gioiosi, hanno accarezzato spesso i tasti della nostalgia
facendo nascere a più dun cuore in platea qualche
sospiro commosso.
Sarà stata labilità di entertainer istrione
di Alessandro Gugolo, sarà stato il gusto commovente
che prendevano le canzoni suonate dalla fisarmonica di Miranda
De Cortes, fatto è che il gruppo ha saputo immediatamente
conquistare il pubblico per la sua capacità dimpatto
e soprattutto per latteggiamento semplice e sorridente,
riuscendo a far scomparire il palco e lintero teatro
per trasformare tutto in una bella festa paesana con tanto
di coro sgangherato. Le Panash ha trasformato le canzoni di
Fabrizio De André in vera e propria musica di strada:
musica bella, colorata e per nulla timorosa a sporcarsi e
regalarsi a chi lama.
La seconda serata ha toccato altre corde. Linizio ha
visto, appena di ritorno dal Galles dove ha messo su famiglia,
il nostro Stefano Giaccone. Stefano è davvero
molto cambiato rispetto al periodo Franti/Kina/Tirofisso
(rispetto al quale in molti vorrebbero vederlo ancora inchiodato),
distaccandosene dai moduli espressivi e concentrandosi sulla
sua abilità a scavare tra le parole, non solo quelle
che scrive nelle sue poesie e racconti, ma anche in quelle
che canta. La sua voce calda ha offerto un repertorio misto
di canzoni di Fabrizio e di cose originali, che secondo me
per certi versi costituiscono degli esempi, anche se non espliciti,
di ispirazione.
Tutte le canzoni di Stefano offrono una diversa faccia dellamore,
un diverso modo di accarezzare, un diverso sentimento. Cè
insomma una specie di filo rosso che tiene insieme il suo
repertorio originale di tutti questi anni, e che risulta più
evidente dalla scelta (solo apparentemente incoerente) di
certe sue interpretazioni, dagli Stormy Six a Ivan Della Mea,
da Dick Gaughan a Bruce Springsteen e che giunge al genovese
di Da a me riva accoltellato da una lingua
certo più abituata a suoni californiani, torinesi e
gallesi, eppure resa in forma viva, vibrante e commovente.
Un amore grande e sconfinato, che abbraccia tristezza e malinconia,
passione e delusione, rabbia e nervosismo.
Il cuore ha continuato la sua corsa con Alessio Lega, autore
ed interprete anchegli ben conosciuto nei giri nostri.
Leccese trapiantato a Milano, il suo repertorio è composto,
oltre che dalle proprie, da canzoni popolari e dautore
italiane e francesi, castigliane, russe tradotte in italiano
oppure eseguite in originale. Alessio ha suonato e cantato
negli spazi sociali, nei circoli culturali e nei teatri di
numerose città italiane: nel febbraio del 2000 la sua
canzone I funerali del pirata, presentata a un
concerto a Genova in ricordo di Fabrizio De André (ed
a lui dedicata), ha avuto una forte eco sulla stampa nazionale,
così come la sua partecipazione al festival Léo
Ferré a S. Benedetto del Tronto.
Delle canzoni di Fabrizio De André Alessio ha offerto
quelle in cui meglio risalta linquietudine, il sarcasmo,
losservazione corrosiva e spietata: le canzoni in cui
non si ha paura di dire che il re è nudo.
E, pur se le canzoni di Fabrizio sono state il motivo di queste
serate aponensi, cè da dire che il pubblico è
rimasto letteralmente impietrito allesecuzione di Dallultima
galleria, la canzone che Alessio ha composto sui fatti
di Genova, per esplodere di un applauso lungo, commosso, duro
e teso.
In chiusura, Lalli. Basta il suo nome a evocare un arcobaleno
di sensazioni, quindi immaginate come salta e corre e scalpita
il cuore quando Lalli canta Fabrizio
Quando Lalli canta Fabrizio si scontrano due mondi e fanno
scintille. La sua voce così carica di singhiozzi e
delicatezza, che sa però divenire dura come pietra,
si veste dei versi di Fabrizio e diventa ancora più
bella, diventa leggera e bruna, diventa voce di sogno e azzurra
come il mare.
Tutti i musicisti intervenuti hanno acconsentito a partecipare
a questa iniziativa rinunciando allabituale cachet,
e ricevendo solamente un rimborso per le spese di viaggio.
Allingresso è stato richiesto un contributo,
destinato a sostenere Emergency, che tutti, nessuno escluso,
hanno offerto con convinzione e spirito di solidarietà.
Marco Pandin
Musica
per A
Eugene Chadbourne The competition of misery
cd/libretto a 10,00 euro
Una raccolta di canzoni di protesta, anarchiche, pacifiste
e rivoluzionarie scelte dal mega-archivio personale
di Eugene Chadbourne, figura di spicco della musica
radicale e improvvisata americana.
Le sue canzoni sono state definite come larsenale
della musica contro, e non è unesagerazione
da rockgiornalisti arrapati. La sua attività
si estende, con unapprossimazione per difetto,
in migliaia di concerti, centinaia di collaborazioni
e una lista disumana di registrazioni su cassette, album
e cd: tutti rigorosamente autoprodotti e venduti di
persona ai concerti oppure pubblicati in giro per il
mondo da etichette estremiste ed indipendenti. Insomma,
buone vibrazioni ben conosciute agli appassionati di
quella musica che non riesce a restare costretta nei
binari del pentagramma e delle definizioni di genere.
AA. VV. Addio Lugano bella cd
a 12,00 euro
AA. VV. Quella sera a Milano era caldo
cd a 12,00 euro
Ristampa su cd dei due fondamentali volumi dellantologia
della canzone anarchica italiana editi negli anni 70
dai Dischi del Sole.
Tutte le canzoni, tutti i protagonisti: numerose registrazioni
storiche rimasterizzate digitalmente.
AA.
VV. OGM - Piccolo dizionario degli orrori
libro/cd a 8,00 euro
Unantologia di contributi scritti sulle manifestazioni
di Genova dello scorso luglio. Al libro è allegato
il cd-single Dallultima galleria,
una canzone di Alessio Lega, ed il libretto Mi
sono svegliato e ho visto che stavate dormendo tutti
con la versione originale e completa del racconto scritto
da Marco Pandin e pubblicato su OGM alla
lettera J/jukebox.
Fabrizio
De André Dal vivo - vol. 2
cd a 10,00 euro
Raccolta postuma di registrazioni dal vivo, quasi tutte
risalenti allultimo tour. Affrettatevi: solo poche
copie disponibili.
Fabrizio
De André Minnamoravo di tutto
cd a 10,00 euro
Antologia curata dallo stesso Fabrizio De André.
Contiene versioni rimasterizzate di classici come Il
bombarolo, Coda di Lupo, Sally
e altre tra cui una bellissima versione del 1997 di
La canzone di Marinella cantata con Mina,
altrove introvabile.
Fabrizio
De André La canzone di Marinella
cd a 8,00 euro
Raccolta delle primissime canzoni incise da Fabrizio
De André: le versioni sono quelle originali dei
45 giri, rimasterizzate. Contiene, tra le altre, Nuvole
barocche e E fu la notte, che nel
1958 costituirono il suo debutto discografico.
Environs
Un pettirosso in gabbia mette in furore il
cielo intero cd/libretto a 8,00 euro
Nel family tree che nasce dai Franti, quello di Environs
è uno dei rami più vecchi e quello che
ha ereditato i cromosomi più sperimentali della
nota hardcore/folk band torinese. Environs naviga senza
una rotta precisa, vaga attraverso le suggestioni del
suono alla ricerca di una traccia: di quel filo
rosso sonoro che ci ha accompagnato attraverso
gli anni 70 ed 80.
Franti
Non classificato 3 cd/libretto
a 16,00 euro
Ristampa, edizione speciale a sostegno di A/Rivista
Anarchica. Qui dentro cè quasi tutta
la musica dei Franti, storica hardcore/folk open-band
torinese attivissima durante gli anni Ottanta. Rispetto
alla versione originale pubblicata nel 1992 da Blu Bus,
questa offre un terzo cd contenente registrazioni
rimaste sinora inedite di canzoni risalenti allultimo
periodo di attività del gruppo.
Judas
2 s/t cd a 8,00 euro
Con Pete Wright, ex Crass, e Martin Wilson, ex Flux
of Pink Indians. Le musiche offerte in questa avventura
sono imprevedibilmente lontane dai trascorsi storici
dei due componenti (la strumentazione è essenzialmente
acustica), ma il repertorio di Pete e Martin sa essere
allo stesso tempo agile ed aggressivo: le loro canzoni
sono caratterizzate da strutture ritmiche complesse
e da testi particolarmente corrosivi, qua e là
contaminati da parole italiane. Judas 2 si propone come
la nuova tappa di un cammino controvento mai interrotto,
fatto stavolta di una vivace e coraggiosa mescolanza
di musiche folk-punk e suoni trovati in giro, a cavallo
tra memoria e sperimentazione.
Musica
per A non è un negozio né un mailorder:
è uniniziativa volontaria e non retribuita
a sostegno di A, mandata avanti con il contributo
di alcuni musicisti, gruppi ed etichette indipendenti.
Non si fanno sconti né spedizioni in contrassegno.
Questi sono solo alcuni dei titoli disponibili: richiedete
la lista completa (aggiornata a giugno 2002), ricca
di oltre duecento cd, dischi, nastri e libri. Per ottenere
il materiale è sufficiente versare sul c/c postale
n.12552204 intestato ad Editrice A, Milano
una sottoscrizione che corrisponda al valore del materiale
prescelto. Vi preghiamo di aggiungere al totale un contributo
adeguato per le spese postali (almeno 3,00
5,00 euro: le spedizioni vengono fatte per via raccomandata
e/o per pacco ordinario).
Non dimenticate di indicare titoli e formati nella causale
del versamento, e di indicare chiaramente il vostro
indirizzo.
Musica
per A c/o Marco Pandin casella postale 86 35036
Montegrotto PD e-mail: stella_nera@tin.it
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