Vi sono 2 Libera associazioni
ciascuna da me amata. Luna, la più conosciuta,
in Sicilia, si occupa di trovare ragazzi giovani che abbiano
il coraggio di acquisire le terre sequestrate ai mafiosi e di
coltivarle (ha lavorato bene, tanto daver avuto lincarico
gravoso, se non massacrante, di occuparsi anche delle proprietà
sequestrate alla ndrangheta calabrese, che dicono ancora
più feroce). Il fatto che uno dei coordinatori sia don
Luigi Ciotti mi fa pensare, forte la presenza dei cattolici.
Laltra non scrivo la seconda di puntuale
proposito Libera, opera in Emilia ed è
quanto meno lo credo di impostazione anarchica e quindi
anche atea (come me).
Mi ha scritto Colby, uno di quei giovani attivi, per invitarmi
ad una 3 giorni anticlericale. A causa dei miei occhi e delle
cure (ultime che mi costringono a frequenti viaggi in Germania)
non potrò parteciparvi.
Mi dispiace molto. Avrei detto loro, nella pubblica piazza,
che non è più possibile essere anticlericali.
Anche se è vero che le autorità e molti della
gerarchia ecclesiale fanno di tutto per far rinascere e alimentare
quel fenomeno deviante.
Ieri sera 6 agosto, raitre, quasi notte, dopo la trasmissione
dei telegiornali nazionale e regionale è andata
in onda una trasmissione sul rabbino Toaff, che ha lasciato
la sua carica di massimo rabbino italiano, appunto in
Roma per limiti di età. È stato un personaggio
duro, come tutti gli uomini di fede (credono limpossibile,
possibile). Ha raccontato la sua storia di ragazzo e di uomo
perseguitato dalla bestialità nazista (
).
Il racconto ha avuto tre momenti di estrema commozione: la strage
di SantAnna di Stazzema, di cui fu uno dei testimoni;
la benedizione di papa Giovanni agli ebrei che uscivano dalla
sinagoga romana dopo la preghiera (quel papa contadino di immensa
bontà ed intelligenza, accortosene, aveva fatto fermare
la propria auto) e la partecipazione del presidente Pertini
ai funerali di una bimba ebrea uccisa in Roma da uno dei rigurgiti
fascisti, 1982; sembra impossibile.
Sia Toaff, sia papa Giovanni erano uomini di fede, senza aggettivazioni
(ciascuno credeva nella sua, fondata accettazione delle fanfole
tratte dalla notte dei tempi). Sandro Pertini era di fede socialista,
con qualche attenuante quindi, quanto meno per laggettivazione
recente.
Tutti e tre i personaggi in misura diversa, va da sé
sono stati degni di rispetto e 2, addirittura, amabili.
Nel mio vivere ormai lungo ho avuto frequentazione
e conoscenza di molti sacerdoti, quasi tutti, come logico, cattolici
e cristiani. Se ci penso, se ricordo le loro parole, a volte
aspre per i contrasti ideologici, debbo affermare essere stati,
in larga maggioranza, stimabili.
Dio e il diavolone
Certo, ciascuno fedele alle proprie credenze; altrettanto certo,
comprensivo, liberale, non violento e con una volontà
moderna, di privilegiare al loro interno le vocazioni comunitarie.
Si è soliti dire: Beato chi ha la fede, perché
ha meno problemi. È proprio vero?
È vero il contrario se fatto certo dellimpossibilità
dellimpossibile, attraverso il pensiero e losservazione
acquisisci, come per incanto, una grande serenità
e perdi il timore. Sì, il cosiddetto timore iniziale
(la condanna, secondo i fanfolisti, di ogni creatura che nasce),
la paura sia della colpa, sia della pena che obbliga il cristiano
verso Dio, il timore servile, il timore, appunto, di Dio.
Se ti liberi da ciò, le opere che fai lo sono per tua
scelta e non per limposizione di una verità rivelata.
Quando la mia Connie una schnauzer gigante che mi affascina
per il perfetto disinteresse e la bellezza degli occhi
avverte i primi lampi e ode i tuoni, corre verso di me, trema
e mi si accuccia tra le gambe.
Le dico: Connie Connaccia, hai paura del diavolone, eh?
Ti prende stavolta il diavolaccio. Dio e il diavolone.
Luomo è un unico.
Frutto, come ogni altra cosa nata dalla Terra, di
miliardi e miliardi di congiunzioni e di casualità. Si
modifica già per la prima esperienza che lo porta al
pianto o al sorriso. Di qui limportanza delleducazione
in cui la parola colpa non dovrebbe mai entrare, né come
iniziale, né come futura.
Le iniziative saranno solo sue, inquinate molte volte da errori,
mai da colpe.
Non ho respiro antropologico per potermi soffermare su un argomento
così importante. Spero solo di farti intuire lestrema
bellezza della tua singola libertà. Quella sì
capace di convincerti ad operare secondo etica e socialità,
a favore degli altri prima ancora che tuo.
Cerco di farlo con la comunicazione, lunico modo
disgraziato me che conosco. Gli occhi hanno già
dato un grosso taglio alle mie possibilità. Temo, va
da sé considerati gli anni, altre malattie, col solo
augurio: non tocchino il cervello.
Ho avanti a me limmagine di una quercia ormai stanca
potrei dire un altro albero, più modesto; un ceppo di
rose la stanchezza è tale da rifiutare ogni cura
incisiva.
Pensare alla morte come esaurimento non comunico più
un valido pensiero, e non ghiande, e non rose non dà
la benché minima inquietudine. Se mai, la lieve gioia
di ritornare alla Terra. Madre e anima.
Amici di Libera delle 2 Libera ho dovuto passare
la soglia dei 77 anni (sto percorrendo il settantottesimo) per
accorgermi dellassoluta sinonimia, anzi, lidentità
di 2 aggettivi: etico e sociale.
Dice il Grande Dizionario della Lingua Italiana: Letica
è la scienza della condotta umana, intesa come dottrina
del fine a cui tende il comportamento e dei mezzi atti a raggiungere
tale fine, o come ricerca del movente della condotta stessa
(e mira alla definizione della nozione di bene, ravvisato nella
felicità, nel piacere, nellutile, nellamore).
Si dice sociale in un sistema culturale bene determinato
ciò che agisce ed esprime compiutamente sé
stesso e laltro, alla fin fine il bene, la felicità,
il piacere, lutile e lamore proprio e dellaltro,
allinterno di una socialità compiuta.
Ragionateci, amici: etico e sociale sono sinonimi con una compenetrazione
esaltante.
Avviene così che uomini di immensa bontà e intelligenza,
militino in campi avversi. Molti uomini di immensa bontà
e intelligenza, credono ancora e ci pare tanto assurdo
da poterli ritenere colpevoli nelle verità rivelate,
diverse di luogo in luogo. Sino a far temere il ritorno di un
nazismo, proprio per le ragioni contro ogni ragione della fede.
Non è uno scandalo chio ripeta: se papa Wojtila
meno santo di papa Giovanni, ma certo deccelsa
forza e intelligenza fosse nato, anziché in una
famiglia cattolica di Polonia, in una famiglia musulmana dellIran,
avrebbe avuto una altrettanto fede assurda e incrollabile della
verità rivelata da Maometto.
Ripeto: etico e sociale sono sinonimi. Per maledizioni millenarie,
in questo concetto è stata introdotta, sino a divenire
dominante, la necessità di una fede. Affermiamo lesatto
contrario. È lunica via per giungere alla cancellazione
dei delitti di ogni tipo, sollecitati da verità
che sono, quando non imposture, interpretazioni eccessive, a
volte sino al fanatismo ed alla persecuzione, di testi e saggi
profetizzanti e poetici. Ne hanno preso leffettiva
gestione i peggiori: i politici, i militari e i finanzieri.
Le guerre, le violenze, le tragedie continueranno sino a che
esisteranno fedi che non siano la sola fede delluomo per
luomo.
Abbiamo in noi, ciascuno come ogni altro animale e come
gli altri organismi viventi le nostre capacità
e possibilità. È a queste che dobbiamo richiamarci,
momento per momento, per arrivare alla consapevolezza, alla
tolleranza, alla non violenza e alla pace. La consapevolezza
soprattutto della vita, solo materiale, il che non toglie, anzi
moltiplica, il dovere delletica e della socialità.
Lanticlericalismo rinasce, purtroppo, dalla sempre più
pesante presa di possesso nel campo economico e mediatico degli
uomini peggiori di fede, stato via stato, nazione
via nazione. Uomini di fede, e proprio perciò giustificati
ad imporre la propria.
È banale citare il fatto incontrovertibile che nella
nostra Italia tutti i mezzi di comunicazione tutti senza
esclusione alcuna aumentino gli spazi dedicati alle religioni;
comè logico, in particolare cattolica o cristiana.
Meno banale, anzi funesto sino a far temere la fine della Terra
(la Terra è lanima) per eventi sempre più
continui e catastrofici nati dalle fedi ed attuati da chi ne
trae macabri profitti.
Luigi Veronelli
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