Diversità.
Due dossier su questo numero di “A” si occupano
di due anarchici tra di loro molto, molto diversi – Luigi
Veronelli e Umberto Marzocchi.
Veronelli era un personaggio decisamente al di fuori di qualsiasi
schema, conosciuto dal grande pubblico come il massimo esperto
italiano di vini, autore di decine di libri, curatore di guide
e di dispense settimanali, ricordato dai non più giovanissimi
per una storica serie televisiva con Ave Ninchi. Sconosciuta
al grande pubblico era la sua appassionata attività editoriale
e sociale, che negli ultimi anni si era concretizzata nel progetto
“Critical wine/Terra e libertà” e nelle molte
battaglie sostenute in difesa delle produzioni naturali, contro
la logica del profitto e delle multinazionali. Ancora meno noto
il suo costante riferirsi all’anarchismo, come dimostra
l’etichetta che aveva coniato per sé e che voleva
accompagnasse il suo nome sui manifesti di convocazione delle
iniziative cui era presente: anarchenologo.
Marzocchi, invece, apparteneva alla “razza” dei
militanti anarchici nati intorno all’inizio dello scorso
secolo, quella che conobbe giovane il fascismo, vi si oppose
con determinazione e, a costo di grandi sacrifici, affrontò
l’esilio, la guerra di Spagna, la Resistenza (nel caso
di Marzocchi, il maquis francese) e poi la lunga e difficile
opera di ricostruzione del movimento anarchico nell’Italia
del secondo dopoguerra.
Nel ricordarli, ci piace sottolineare la profonda diversità
dei loro percorsi esistenziali e politici. Sta proprio qui una
delle ricchezze maggiori dell’anarchismo, cioè
la capacità di attrarre a sé e di valorizzare
visioni del mondo, sensibilità, capacità operative
radicalmente “altre” nella loro genesi, ma accomunate
da una comune tensione libertaria, umanitaria, solidaristica.
Ci si potrebbe sbizzarrire nel mettere in luce le differenze
che separano questi due anarchici: si pensi – per esempio
– al progetto veronelliano di presentare delle liste alle
elezioni, per portare avanti anche così il suo progetto
di difesa delle produzioni contadine e di una vita “ecologica”
e, dall’altra parte, allo storico astensionismo anarchico
proprio della tradizione militante, tante volte esposto e difeso
da Marzocchi in comizi, conferenze, ecc.
Eppure, da entrambi questi nostri compagni noi vogliamo “attingere”
quel che ci serve per ragionare e per agire, tenendo ancora
una volta la nostra rivista aperta alle mille voci della libertà
– senza alcuna pretesa di “dare la linea”,
più modestamente accontentandoci di fornire elementi
di conoscenza e di stimolo.
Papa. È stata una delle campagne mediatiche
più intense e asfissianti cui siamo stati sottoposti.
La morte in diretta di Karol Wojtila, il suo declino fisico,
le esequie e tutto il resto hanno dato il la ad un coro quasi
unanime di cordoglio e mitizzazione: un gigantesco spot pro-Chiesa
che ha fatto registrare pochissime voci dissonanti, tra le quali
la nostra (cfr. lo scritto di Maria Matteo).
Sito. Sono migliaia al mese i contatti registrati
sul nostro sito Internet, al punto che stimiamo di avere altrettanti
lettori on-line di quanti ne abbia la rivista “cartacea”.
In tutto, circa dieci/dodicimila persone al mese che leggono
o almeno danno un’occhiata ad “A”.
Ricordiamo che sul sito, curato da Cati Schintu (con la collaborazione
di Alex Steiner), si possono leggere e scaricare tutti gli ultimi
61 numeri della rivista, a partire dal n. 246 (giugno 1998).
C’è poi la possibilità di abbonarsi e di
ordinare un po’ tutti i nostri “prodotti”,
dai Dossier ecologisti alle Letture dei classici dell’anarchismo,
dalla videocassetta su Franco Serantini alle nostre (richiestissime)
4 cose su Fabrizio De André. Grazie al lavoro (in corso
da anni) di Massimo Torsello e Nadia Buttà, c’è
poi l’Anarchivio, che consiste nell’indicizzazione
dell’intera collezione di “A”. C’è
già l’indice di tutti i numeri, mentre a tutt’oggi
sono presenti i testi completi dei seguenti numeri: dal n. 1
al n. 99 e dal n. 246 al n. 269.
Cliccando arivista.org si apre insomma
uno spazio interessante, al quale val la pena dare almeno un’occhiata.
Ci fanno piacere critiche e suggerimenti, per migliorarlo. Intanto
il lavoro continua...
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