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Giulio Tremonti |
Sembra impossibile eppure Tremonti ha affermato che la disoccupazione giovanile
non esiste perché in Italia ci sono 4 milioni di extra comunitari che lavorano sodo e felici, quindi, se solo volessero, i giovani disoccupati italiani sarebbero 4 milioni in meno.
Intanto, come al solito, sbaglia nei numeri perché non tiene conto dei lavori in nero in cui un sacco di extra comunitari e anche di giovani italiani, spesso giovanissimi, anzi minorenni, lavorano, e a sentir lui, “sodo e felici”. Ma parliamo solo dei lavori regolari che sembra che i bamboccioni italiani non vogliono fare mentre i bravi extra comunitari, che non hanno le fisime degli italiani, fanno con piena felicità e soddisfazione. Ma il motivo che spesso non fa accettare agli italiani il lavoro che il mercato offre non è solo che si tratta di un lavoro faticoso e magari degradato socialmente. Il problema grosso e del quale Tremonti evita (insieme a tutto l’establishment) di parlare, è che chi accetta quel lavoro finisce col rinunciare a qualunque speranza.
Così come è voluta e organizzata la società, accettare oggi un lavoro pesante e degradato per un giovane vuol dire entrare in una spirale dalla quale non è possibile uscire specialmente se con i primi salari che percepisce si compra qualcosa a rate o, diononvoglia, si sposa. E se anche questo primo lavoro, magari per il giovane che ha una laurea in ingegneria, è di operaio in una fabbrica, cioè in una struttura che sembra potergli permettere, proprio per il titolo di studio, la speranza di una “carriera”, non è detto che ciò avvenga e non solo perché la direzione non glielo vorrà permettere, ma soprattutto perché quella fabbrica può, per decisione dei proprietari, chiudere, trasferirsi ecc. senza che nessuno abbia il diritto di impedirlo.
Oggi, accettare un lavoro come Tremonti vorrebbe che i giovani italiani accettassero, è quanto di più ignobile si possa proporre. I giovani italiani, accetterebbero tutti i lavori se questi lavori potessero avere un termine e, soprattutto, se tutti i giovani dovessero passare da questa trafila. I giovani facevano per 24 o 18 mesi i soldati di leva, ma questo servizio alla società, anche se pesantissimo, aveva una scadenza e soprattutto era un dovere per tutti. (tranne per i figli di papà).
I nostri “fratelli e sorelle” extracomunitari che accettano a vent’anni di lavorare nelle fogne, di badare a vecchi novantenni che si fanno addosso i loro bisogni ecc. ecc. non sono quelle libere persone apprezzate da Tremonti e di cui parla la nostra costituzione, sono già delle persone senza speranza ed il cui utilizzo, alle condizioni ed alle umiliazioni che facciamo loro sopportare, dovrebbe farci vergognare e forse ciascun giovane e ciascuno di noi che giovane non è più, in cuor suo si vergogna mentre il Sig. Tremonti non solo non sente il bisogno umano di chiedere loro perdono per essere uno dei responsabili della situazione, ma addirittura utilizza questa mancanza di speranza contro i nostri giovani figli (non i suoi).
Purtroppo temo che il Sig. Tremonti non sia un caso isolato. Temo che buona parte di questa allegra e democratica società la pensi come lui. Io no.