dossier Georges
Brassens
No, non durante
l'orario scolastico
di Paolo Capodacqua
Quando,
nel 1985, mi vietarono di cantare Brassens a scuola.
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...Eppure
erano passati più di trent’anni da quando Patachou
aveva spinto le tonton Georges su quel palco e verso la Storia.
Certo, nel 1952, anche la laicissima Francia aveva provato
un brividino nella schiena ascoltando le storie irriverenti
di quella baffuta faccia tosta. Ormai, però, nel 1985,
a trentatre anni di distanza dal miracoloso spintone, quel
signore con la erre arrotata ed il vocione gentile aveva ricevuto
riconoscimenti degni dei più grandi poeti francesi,
era entrato nelle antologie scolastiche e aveva fatto in tempo
pure a morire, nel 1981, sigillato nella Storia di Francia
dall’epitaffio istituzionale del presidente Mitterand:
”Il poeta è morto, la Francia intera si raccoglie
sulla sua tomba”. Ebbene, di fronte a cotanto pedigree,
quella professoressa di francese (sic) di Avezzano
riuscì a scandalizzarsi all’ascolto delle parole
de L’Orage e Dans l’eau de la claire
fontaine, poetate in italiano con passione da ventiquattrenne
dalla mia modestissima voce impegnata in un tour nelle scuole
superiori della Marsica proprio con un recital dedicato a
Georges Brassens.
“Chi paga questo “signore” per tali lezioni
di oscenità e oltraggio alla donna?” aveva inveito
la puritaine, contornando le saette con altre elucubrazioni
ascetiche (e può una donna pregare Dio affinché
Questi spinga i venti a soffiare fino a portare le di lei
vesti altrove e quindi rendere appetibili le sue membra ignude
per qualsivoglia uomo di passaggio?). Con un’istanza
ufficiale la prof rese per iscritto le sue rimostranze agli
“organi competenti”. Le parole di un’insegnante
di provincia, in genere, al di fuori dell’ambito didattico
lasciano il tempo che trovano. Invece le invettive della Professoressa
Letta (sorella del più noto Gianni) fecero effetto
eccome.
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Paolo
Capodacqua (Avezzano – Aq, 1961) Musicista e autore.
Oltre ad accompagnare da vent’anni il never ending
tour di Claudio Lolli, la sua chitarra è stata
suono, voce e trama creativa per poeti, musicisti ed
autori. Traduttore-interprete di Georges Brassens, autore
di musiche per il Teatro e di canzoni per bambini, ha
pubblicato diversi dischi e svolge un’intensa
attività concertistica e musicologica. È
presente, tra l'altro, in Mille papaveri rossi,
il doppio CD di interpretazioni di canzoni di Fabrizio
De André, ideato e realizzato da Marco Pandin,
da noi pubblicato nel 2003 |
Non le becere canzonette
dei riflussi
Brassens non s’ha da cantare! Stop
ai concerti nelle scuole! Anche se il danno però era
in parte fatto. Centinaia di studenti (contenti di aver conosciuto
qualcosa che non fossero le becere canzonette del riflusso)
erano stati già contagiati dal contatto con le parole
del Sommo Untore. Finì che mi concessero di cantare
solo nel pomeriggio, a scuole chiuse, della serie chi voleva
veniva, come dire, a suo rischio e pericolo. E venne, in uno
di quei pomeriggi di grande freddo, un avvocato insegnante
di filosofia nel medesimo liceo di Madame. Piacere, Giorgio,
i miei ragazzi sono entusiasti delle tue interpretazioni,
ti offro gratuitamente la mia assistenza se vuoi avviare un’azione
legale. Ringraziai declinando l’invito e spostandomi,
negli anni, a cantare e suonare altrove, traducendo Brassens
e portandolo, tra mille altri posti, anche al Folkclub di
Torino (invitato dal compianto Franco Lucà) in una
serata memorabile insieme a due mostri sacri come Fausto Amodei
e Nanni Svampa. Oggi ringrazio quella prof come si ringraziano
i cattivi maestri, per avermi fatto capire, tanti anni prima
di Berlusconi e del bunga bunga, dans quel pays nous vivons
e cosa intendano gli integralisti cattolici per “oltraggio
alla donna”. Ultimo ma non ultimo, per avermi fatto
conoscere Giorgio, che è diventato uno dei miei migliori
amici. Giorgio, italianizzazione del nome francese Georges…
Paolo
Capodacqua
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da
“Il Messaggero”, 8 maggio 19853 |
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