Un telefono poco smart
Sulle prime pensò a una
spiacevole coincidenza. Gli dissero che Silvano era scomparso
da una settimana. Non si avevano più sue notizie, come
fosse morto e qualcuno avesse fatto sparire le tracce. Lui sorvolò
sul fatto che, esattamente una settimana prima, aveva cancellato
Silvano dalla rubrica dello smartphone per manifesta
incompatibilità politica. Pensò appunto a una
triste combinazione, liquidando il tutto con un generico senso
di colpa.
Ma
quando cinque giorni dopo Annalisa si volatilizzò nel
nulla, non poté fare a meno di notare che nello stesso
periodo l'aveva soppressa dalla rubrica in un moto di stizza
che generalmente si riserva alle ex.
Due coincidenze fanno un sospetto inquietante, pensò,
ma non ancora una prova.
Fu allora che mise alla prova il suo sospetto che si era ben
guardato dal confidare, perché un'ipotesi del genere
sembrava partorita da una mente allucinata e paranoica. Richiamò
dalla rubrica il numero di telefono del suo meccanico, cui doveva
700 euro, e lo cancellò. Due ore dopo passò in
officina.
<Buongiorno, vorrei parlare con Carmelo>
Gli rispose con voce tremante un giovane che si passava nervosamente
le mani sulla tuta: <Mi spiace, non riusciamo a trovarlo…
Ho provato a chiamarlo sul cellulare, ma dicono che il suo numero
è inesistente... Non so proprio dove si sia cacciato>
Lui finse partecipazione e si allontanò in modo discreto.
Sapeva già ciò che gli altri cominciavano a temere.
Nessuno avrebbe più trovato Carmelo. Il meccanico si
era estinto, e con lui il debito, ma non era questo il punto.
Ormai ne aveva la prova. Il suo smartphone faceva sparire
le persone a comando. Un mistero prodigioso. Adesso possedeva
un micidiale strumento di potere.
Si ripromise di utilizzarlo con parsimonia, ma poi si fece letteralmente
prendere la mano. In sole due settimane cancellò nove
persone, tra le quali sua suocera. Poi stese la sua rete di
giustiziere. Quando qualcuno gli usava una piccola prepotenza,
o un minimo sgarbo, si procurava il suo numero di cellulare,
lo memorizzava e lo cancellava.
In tre mesi le sparizioni definite “inspiegabili”
furono così numerose da richiamare l'attenzione di tv,
giornali e polizia. Qualcuno, nelle indagini, riuscì
a trovare un esile appiglio di senso in quella vicenda grottesca
e sconvolgente. Dopo ripetute verifiche e incroci dei tabulati
telefonici, notarono che l'unico anello di congiunzione tra
le vittime dissolte era proprio lui, un normale impiegato di
35 anni, incensurato e ligio alle regole. Per sua sfortuna gli
ultimi smartphone trattenevano una memoria segreta che
ricordava perfino le cancellazioni, recando traccia di ogni
ripensamento del proprietario. Sms scritti e mai spediti, per
esempio. Oppure schede eliminate e numeri telefonici soppressi.
Così il suo fidato apparecchio lo tradì, rivelandolo
come persona fortemente sospetta; probabile omicida che aveva
cercato di far sparire i contatti con le vittime dopo averne
occultato i cadaveri.
Era una prova schiacciante, e lui avrebbe dovuto dare spiegazioni.
Si ritrovò da solo in una cella, senza più parole,
incapace di comunicare. Tagliato fuori da tutto. Gli avevano
sequestrato anche lo smartphone che, simile a una sentinella
della morte, aveva assecondato i suoi propositi di vendetta
per poi consegnarlo a quell'epilogo. Era peggio che vile sopravvivenza.
Era una condizione di non esistenza. Ne ebbe conferma quando
si sentì mancare. Da qualche parte, là fuori,
qualcuno stava già cancellando il suo numero dalla rubrica.
Paolo Pasi
|