oscurantismo
Per chi leggono le Sentinelle
di Francesca Palazzi Arduini
Conservatori e neofascisti si mobilitano contro le teorie sul genere, mistificando il discorso sull'orientamento sessuale e sull'omofobia.
C'è un termine che ossessiona le notti ed i giorni dei lettori di periodici cattolici.
Si tratta di un termine di origine anglosassone, con effluvi protestanti, che unisce in un sol fascio gli irritati neofascisti nostrani con i suscettibili cattolici già sulle spine per il colono sudamericano che si disimpegna senza troppa attenzione sulle questioni di principio, soprattutto quando si parla di “sesso” (il dato biologico) o di “genere” (il dato culturale). “Come sapete in tempi recenti gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un'idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento sessuale” scriveva la curia milanese pochi mesi fa, chiedendo ai suoi insegnanti di “segnalare” le iniziative inerenti, per valutare “l'effettiva diffusione dell'ideologia del gender”. Ideologia?
Si tratta appunto del termine “Gender” che questi
definiscono “Teoria del Genere” riferendosi a filoni
di studi come fossero una teoria monolitica e soprattutto come
riguardassero una sorta di Complotto Lgbt per cancellare le
differenze sessuali plasmate nell'argilla da dio: “Ebbene
sì, è vero, siamo come pesci in un acquario dove
ovunque ti giri viene proclamato questo nuovo dogma di fede
occidentale: non ci sono più uomini e donne, non ci sono
più sessi, né natura, né gerarchie, né
differenze”1.
Orientamento sessuale, quindi, confuso con sesso biologico, e sesso biologico posto in antitesi col genere sessuale, cioè col “vestimento” culturale, storico e sociale del sesso biologico.
Eppure a me pare che questa “confusione” sia creata
ad hoc proprio dai cattolici teo-politici, abili manipolatori
di un sapere che certo non si sono mai scomodati a leggere.
Spesso i paladini cattolici in Parlamento sono stati più
realisti del re circa questioni riguardanti la sessualità,
usando proprio la confusione e l'improprietà dei termini
per confondere le acque. Basti pensare a quel Buttiglione che
durante il dibattito parlamentare negò l'esistenza dell'orientamento
sessuale Lgbt nelle persone, confondendo questo con ogni tipo
di gusto o scelta sessuale quali pedofilia o zoofilia.2
Pur non ignorando quanto ribadito dalla sua Chiesa cattolica
nel Catechismo, ove invece ben si specifica che l'orientamento
sessuale Lgbt, definito “una prova”, esiste eccome.
Da fantasmi a transformer
È in corso da tempo una specie di guerra simbolica dentro le anime del cattolicesimo, tra negazionisti e progressisti, i primi negano che esista l'oggetto stesso del discorso, i secondi impegnati a rendere emersa una realtà, anche personale. Il “soggetto emergente” è la persona omosessuale, bisex o trans, che dopo decenni di presenza in maschera nei più vari contesti sociali, culturali e artistici del Paese, ora esiste anche nella società civile ed ambisce ad essere riconosciuta come cittadina in quanto tale, portatrice non di un “gusto” o di una “scelta” occasionale ma di un orientamento naturale.
Sull'invisibilità dei soggetti Lgbt il pensiero va allo stesso percorso compiuto in questi decenni dalle donne, anch'esse invisibili nella politica e nel diritto se non come estensione del sesso maschile; il diritto di voto, come saprete, in Italia, è stato conquistato nel 1945, dopo una guerra che ha sconvolto gli equilibri di potere.
Eppure anche adesso, quando si parla di “femminicidio'', usando un termine che esiste in quanto segnale di una sensibilità che è cambiata, perché un tempo fare violenza alle donne era normale anzi “naturale” e legittimo - ora no, c'è chi grida allo scandalo. E, guarda caso, gli argomenti usati contro il termine “femminicidio” sono gli stessi di chi si adopera a smentire le “Teorie del Gender”: il femminicidio – dicono i detrattori – non esiste in quanto segnale di sessismo perché anche in Paesi molto paritari come quelli scandinavi la percentuale di donne-vittima è alta. E lo stesso per il “Gender”: la differenza di genere ed il condizionamento culturale – dicono – non esistono, esiste solo la differenza biologica tra i sessi, perché “anche in Paesi molto paritari come quelli scandinavi” la percentuale di donne che scelgono lavori tradizionalmente femminili è molto alta. Potremmo chiamarla “Teoria Scandinava”.
Una teoria che non tiene conto che i dati sulle violenze alle donne, ad esempio, sono solo una conta delle denunce effettuate, e che spesso proprio i condizionamenti culturali fanno sì che una donna, in Paesi ove è meno tutelata, non denunci. Va tenuto conto che la Scandinavia non è il Bengodi ove la cultura non possiede cliché sessisti, e anche che la globalizzazione fa sì che le culture di Paesi più evoluti sul tema della libertà femminile convivano con culture meno libere da questo punto di vista.
Nel caso delle “Teorie del Gender” occorre prima
vedere cosa intendono sul campo i cattolici per “Teoria
del Genere”. Leggendo “Il nuovo amico”3,
ad esempio, un diffuso periodico provinciale di una Curia, scopriamo
pagine intere dedicate alla disamina di questo “nuovo
nemico”, “La cosiddetta teoria gender, affascinante
ma totalmente priva di basi scientifiche”, come si afferma
in un articolo intitolato “La teoria del gender nelle
scuole”. A parte il paradosso che un giornale religioso
vada a questuare sulle basi scientifiche delle teorie, di cosa
si tratta? Semplicemente del senso di allarme scatenato da una
conferenza interscolastica su esperienze di comprensione degli
stereotipi sessuali nei bambini e nelle bambine.
Solo l'affermare che sul sesso biologico vengono costruite convenzioni sociali che limitano la libertà di bambini e adolescenti di costruire la propria personalità, sembra scandaloso. Eppure è proprio l'estensore dell'articolo che spiega: “la società ci obbliga ad assumere ruoli considerati tipici degli uomini o delle donne” senza smentirlo, perché è così ovvio, ed è proprio su questa ovvietà che teoriche e teorici della differenza sessuale e di genere lavorano. Ma la ricerca e la teoria vengono dipinte nell'articolo con toni sempre più allarmistici sino a denunciare una sorta di complotto Lgbt per cui si cercherebbe di minare alla radice la credibilità della famiglia eterosessuale.
UNAR bomber
Insomma, una teoria che dovrebbe servire ad aumentare la capacità
di combattere gli stereotipi, diviene una pericolosa congiura
contro l'eterosessualità, come il materiale didattico
promosso dall'Unar (Ufficio ministeriale contro le discriminazioni)
accusato di esser stato “realizzato unicamente con il
contributo di 29 associazioni Lgbt” (errore, le 29 associazioni
erano state consultate per la campagna nazionale contro il bullismo
nelle scuole), si tratta in realtà di una serie di opuscoli
destinati agli insegnanti4, in
cui esperti in tematiche Lgbt presentavano la possibilità
di fornire agli studenti strumenti per capire l'esistenza delle
diverse forme di orientamento sessuale non solo eterosessuale.
Chi avrebbe dovuto scriverne, suor Germana?
Per la “Teoria del Gender”, si scrive nel periodico curiale, “la differenza sessuale non si fonda su una realtà biologica”, e così “l'identità sessuale diventa una libera scelta”, riassunti un poco superficiali e parossistici delle teorie sul genere come negazioniste addirittura della differenza biologica tra i sessi. Base scandalistica dell'articolo è una puntata tv (Brainwashing - The gender equality paradox), ahimè anch'essa prodotta in Norvegia, nella quale l'autore Harald Heia è riuscito a presentare in un confronto senza dialogo alcuni ricercatori e formatori sul “gender”, con scienziati che fanno ricerca sulla diversità di conformazione cerebrale di maschi e femmine. Il Regno dell'Ormone contro la Libertà dalla Convenzione? Non è così semplice.
Certo nell'articolo de “Il nuovo amico” il proposito non è capire in maniera meno superficiale ma ribadire il pericolo di genitori che “non rivelano il sesso biologico ai propri figli, per lasciare a loro la scelta” (la fonte non è citata). La risposta è guardarsi nelle mutande, verrebbe da dire. E la sensazione che queste persone non abbiano in realtà mai letto nessun autore o autrice vero che possa definirsi teorico/a del “gender” è confermata quando vediamo citato come unica fonte il filosofo Vittorio Possenti… membro della Pontificia accademia delle scienze sociali.
La finalità unica pare la costruzione di un nemico: le pratiche di sostegno alla parità civile delle persone Lgbt sono “pericolose”, il “gender” diventa una “ideologia” tutta dedita alla “propaganda omosessuale”. E in cosa di preciso questa teoria è pericolosa? Sul periodico cattolico si precisa che “una nuova antropologia secolare oggi influenza le politiche di molti organismi nazionali e internazionali, è presente nei media, sta diventando un riferimento per la giurisprudenza; anche nel mondo del lavoro si parla di diversity management, di benefit specifici per Lgbt, di certificazioni speciali per aziende gay friendly”. Si capisce quindi come si confonda una serie di teorie con l'applicazione dei criteri anti-discriminazione che fanno parte da decenni dei programmi sulla diversità (razziale, sessuale, di genere) dell'Unione Europea. Ma cosa sono le “Teorie sul Genere”?
Senza Dio non sei Bio
“Il concetto di “genere” è stato introdotto
ufficialmente nel discorso scientifico da Gayle Rubin in The
Traffic of Women nel 1975. Nella sua riflessione, il gender
system è l'insieme delle disposizioni (processi,
comportamenti, rapporti ecc.) sulla base delle quali ogni società
trasforma il fatto biologico della differenza sessuale in prodotto
dell'attività umana e organizza la divisione dei compiti
spettanti ad ogni sesso.” Spiega la sociologa Alessandra
Vincenti5, ricordando come le
teorie (plurime) sul genere si riallaccino al discorso femminista
sui ruoli, sullo stereotipo sociale, e siano non un nuovo strumento
complottista di una lobby di congiurati Lgbt, ma uno strumento
nato negli anni '70 per analizzare la costruzione sociale delle
identità, che riguarda in principal modo proprio l'eterosessualità
maschile e femminile, come “fattore primario del manifestarsi
dei rapporti di potere”.6
Dunque quale è il problema? Forse si punta il dito contro la visibilità di categorie umane sinora cancellate e discriminate (LGBT: lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per distogliere lo sguardo dalla crisi dei modelli familiari tradizionali e anzi incolparne qualcuno.
E qui il pensiero corre al fascismo, alla costruzione del nemico sociale, e alle correnti neofasciste, che tutt'ora basano la loro esistenza sulla costruzione di un bersaglio connotato da attributi “naturali” come il colore della pelle, il luogo di nascita, e appunto l'orientamento sessuale, e si alleano con chi questa battaglia la fa dall'interno delle istituzioni.
Significativa la descrizione fatta da Michel Foucault di un
passaggio storico tipico: “A quel punto appariranno tutti
i discorsi biologico-razzisti sulla degenerazione, ma anche
tutte le istituzioni che, all'interno del corpo sociale, faranno
funzionare il discorso della lotta delle razze come principio
di eliminazione, di segregazione, e infine di normalizzazione
della società. Pertanto, il discorso… abbandonerà
la formulazione fondamentale delle origini che sosteneva: “Noi
dobbiamo difenderci contro i nostri nemici perché in
realtà gli apparati dello stato, la legge e le strutture
di potere, non solo non ci difendono dai nostri nemici, ma sono
degli strumenti per mezzo dei quali i nostri nemici ci perseguitano
e ci assoggettano''. Questo discorso scomparirà. Non
si dirà più che “dobbiamo difenderci contro
la società'', ma si enuncerà il fatto che “dobbiamo
difendere la società contro tutti i pericoli biologici
di quell'altra razza, di quella sotto-razza, di quella contro-razza
che, nostro malgrado, stiamo costituendo''. La tematica razzista
non apparirà più a partire da quel momento, come
strumento di lotta di un gruppo sociale contro un altro, ma
servirà alla strategia globale dei conservatorismi sociali”.7
Di qui la sincronia strategica attuale tra conservatorismo cattolico, radicalismo religioso e neofascismo.
La sintonia tra cattolici e neofascisti è totale sulla
mistificazione e costruzione del pericolo “gender”,
leggiamo un flyer delle “Sentinelle”8:
“Vogliamo tutelare i nostri figli dall'introduzione di
programmi di educazione sessuale infantile promossa dalla Comunità
internazionale e dalla distribuzione nelle scuole degli opuscoli
UNAR sull'omofobia”. Qui l'imprecisione è ancora
più facile da scoprire, meno mediata da chiacchiere:
si afferma tranquillamente il falso, cioè che gli opuscoli
UNAR fossero destinati agli studenti, e che esista una “Comunità
internazionale” (la UE?) che impone programmi educativi.
Che gli opuscoli in questione, destinati agli insegnanti di scuole primaria, media e licei, fossero “distribuiti nelle scuole” è stato come si diceva da subito proclamato e/o insinuato da vari organi di stampa che hanno volutamente confuso l'iniziativa con alcuni percorsi scolastici dedicati alla differenza sessuale e di genere.
In ballo c'è quindi una sfida a categorie formate nel
tempo, come quella di Natura, per cui la “legge naturale”
viene rivendicata dagli ideologi del loro status quo.
“Non vogliamo che sia considerato reato dire che la famiglia
è quella composta da un papà e una mamma”,
afferma baldanzoso Angelino Alfano lanciando il Family Day 2014,
proponendo una sorta di copyright sulla parola “Famiglia”
come se quelle mono-genitore, o ricostituite, o omosex, fossero
famiglie pirata. In questo caso è evidente che Alfano
confonde la parola “famiglia”, con la definizione
di “nucleo familiare”. Eppure basterebbe guardare
ai più recenti studi Istat per verificare l'esistenza
in Italia di ben 41 forme di famiglia (dalla persona sola alle
famiglie costituite da più nuclei), ricordando che dal
1991 l'Istat ha cambiato la definizione di famiglia: per famiglia
di fatto si intende “un insieme di persone legate da vincoli
di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela
o da vincoli affettivi, dimoranti abitualmente nella stessa
abitazione”.9 Per nucleo
familiare, invece, si intende: “un insieme di persone
tra loro coabitanti che sono legate dal vincolo di coppia e/o
rapporto genitore-figlio (sempre che il figlio sia celibe/nubile)”.
Ciò significa che il nucleo familiare, a differenza delle
famiglie, comprende sempre almeno due persone: una coppia, un
genitore con figlio celibe o nubile.
A prescindere da ciò che dice Alfano/Dio, quindi, queste sono le nostre famiglie, in natura, ed una non è per principio peggiore o migliore dell'altra ma semmai lo sarà nei fatti, perché un bambino non ha “diritto ad avere un papà e una mamma” (Papa Bergoglio), ad avere la Norma (un papà che lavora e una mamma casalinga, una sorellina bionda e un'auto station wagon), ma semplicemente la sua famiglia.
La pelle di pecora
Non solo cerca il nemico, ma il lupo si atteggia a vittima; citiamo ancora questo testo proveniente da un flyer distribuito ad una veglia in piedi delle “Sentinelle”, formazione sostenuta da Forza Nuova: “con la legge Scalfarotto chiunque affermi che la famiglia naturale sia fondata sull'unione tra un uomo e una donna potrà essere denunciato per omofobia e quindi rischiare fino a un anno e sei mesi di carcere”.
In realtà il disegno di legge detto “Scalfarotto” (Disposizioni in materia di contrasto dell'omofobia e della transfobia, approvato dalla Camera nel settembre del 2013) propone solo delle Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122. La prima legge è la ratifica dei provvedimenti contro la discriminazione razziale redatti alla Convenzione di NY del 1966, il secondo decreto è la famosa “Legge Mancino” (Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa).
Questi provvedimenti concernono il contrasto giudiziario di atteggiamenti quali istigazione all'odio razziale (vedi gli striscioni negli stadi), religioso o etnico, a questi viene aggiunto il contrasto all'istigazione all'odio e alla discriminazione verso omosessuali e transessuali.
Che l'affermazione delle Sentinelle sia palesemente falsa lo capisce chiunque legga il disegno approvato alla Camera, emendato per non dar luogo proprio ai fraintendimenti circa la “libertà di pensiero” reclamata da neofascisti e integralisti, cosa che ha suscitato le ire di alcune fra le associazioni Lgbt che hanno giudicato gli emendamenti troppo ammorbiditi.
Il Disegno recita: “Art. 1. All'articolo 3 della legge
13 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni, sono apportate
le seguenti modificazioni: a) al comma 1, lettere a) e b), sono
aggiunte, in fine, le seguenti parole: «o fondati sull'omofobia
o sulla transfobia»; b) al comma 3, primo periodo, dopo
le parole: «o religiosi» sono aggiunte le seguenti:
«o fondati sull'omofobia o sulla transfobia»; c)
dopo il comma 3 è aggiunto (emendamento Gitti, Pdl, detto
'Salva vescovi') il seguente: «3-bis. Ai sensi della presente
legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione
alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione
di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle
idee, purché non istighino all'odio o alla violenza,
né le condotte conformi al diritto vigente ecc.”.
Più chiaro di così, cattolici e neofascisti sono tutelati nell'espressione delle loro idee addirittura quali organizzazioni, ma protestano egualmente.
Sarebbe interessante paragonare questa garanzia della libertà
di espressione con quella che tutela dalle offese al loro credo
le persone religiose: “Chiunque pubblicamente bestemmia,
con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità
è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila
a seicentomila” nel cui caso si tratta di offese alla
fede e non di critiche ingiuriose o ipotesi discriminatorie
verso una persona reale. La depenalizzazione del reato di bestemmia
in Italia, avvenuta nel 199910,
è stata fortemente osteggiata proprio da coloro che ora
reclamano il proprio diritto a definire le persone Lgbt “pericolose
per l'armonia sociale” o “contro natura” nelle
loro omelie e sulla loro stampa.
Che la tolleranza non sia loro virtù è indubbio, e il rischio è che si allarghino due fronti fondamentalisti contrapposti, come se la coperta corta dei diritti esistesse veramente e, per dirla di nuovo con Foucault, come se fosse in corso una nuova guerra per il possesso di risorse in crisi, come i sussidi alle famiglie: “La legge non nasce dalla natura, presso le sorgenti presso cui si recano i primi pastori. La legge nasce da battaglie reali: dalle vittorie, dai massacri, dalle conquiste che hanno le loro date e i loro orrifici eroi”.
Soprattutto Forza Nuova, sulla questione del DDL Scalfarotto,
è parsa seguire alla cieca le imbeccate di alcuni media
ipertro-cattolici11, e formata
alla lettura del testo da petizioni prive di fatti come quella
pubblicizzata dal sito “La nuova bussola”12,
due righe che si scordano di citare in quale parte del testo
del DDL sarebbero queste minacce alla libertà religiosa:
“Dal 22 luglio la Camera inizierà la discussione
di un disegno di legge che in nome della lotta all'omofobia
impedirà la manifestazione della libertà di pensiero
e minaccerà la libertà religiosa. Firma per chiedere
ai parlamentari di fermare questa legge”.
Mentre quindi si protesta contro gli opuscoli Unar, che sarebbero colpevoli di “diffondere l'idea che omosessuali si nasce, così come si nasce etero”, mentre si protesta cioè contro l'affermazione della realtà scambiandola per ideologia, si grida “Allarmi!” perché un disegno di legge punirebbe la libera espressione, disegno che consente invece l'espressione articolata e pubblica di ogni tipo di pregiudizio sugli omosessuali, purché non si arrivi all'incitamento all'odio.
La scia italiana della libertà di espressione e di scelta è dunque sempre quella a due pesi e due misure: la stessa delle battaglie della Chiesa per l'insegnamento della religione ai bambini nelle scuole pubbliche, per la non obbligatorietà della quale ricordiamolo noi laici italiani abbiamo dovuto svolgere negli anni Novanta una battaglia giunta sino alla Corte costituzionale (1991). È la stessa degli ipocriti anatemi pubblici (perché si fa ma non si dice) contro il suicidio assistito o l'eutanasia. È sempre quella che confonde la libera espressione con l'istigazione all'odio e alla discriminazione, mentre in ogni altro Paese non ingarbugliato da duemila anni di clericalismo e sofismi, chiunque riesce ragionevolmente a distinguere uno spintone da un “sorry”. Del resto “hate speech” è un termine inglese.
Anche il delirio fa brodo
Di fronte alla costruzione di una ideologia fittizia, dipinta
a tinte fosche sia su giornaletti parrocchiali che su siti nazionali
con frasi del tipo “È già dittatura gay
dall'Italia all'Inghilterra”, c'è da chiedersi
quanto pesi ai cattolici la manifestazione dei propri convincimenti
con metodiche proprie di una minoranza, come nei patetici Family
Day, quanto sia duro il doversi travestire da ebrei perseguitati
da presunte leggi statali gaye, e sopportare il palese
tradimento dei selfie di Berlusconi con Pascale e Luxuria.
La realtà è che dietro alla gelosia per le defezioni
si cela una politica della discriminazione ancora ben organizzata,
a causa della quale in Italia non esiste ancora alcun riconoscimento
civile per le coppie omosessuali.
Ma tutto fa brodo per mantenere le proprie posizioni, anche
il delirio: tanto che è addirittura un senatore già
ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a proporre il diritto
dei genitori (etero) a votare anche per i propri figli minori.
“La dimensione pubblica, nel nome del diritto naturale
e della Carta Costituzionale, sostiene solo – ed anzi
deve sostenere di più – la famiglia composta da
un uomo e da una donna uniti in matrimonio ed orientata alla
procreazione. Ogni altra relazione affettiva merita considerazione
dal punto di vista dei diritti individuali codificati nella
dimensione privatistica. E tale deve essere la rilevanza pubblica
della famiglia naturale in relazione ai figli che si può
cominciare a considerare l'ipotesi del voto plurimo dei genitori
in proporzione ai figli minorenni affinché la rappresentanza
democratica tenga in dovuto conto l'Italia di oggi e, ancor
più, quella di domani.” Ritorno alla legge dell'Orda?
Non è un caso che in questo momento di agitazione e turbamenti,
allora, i difensori della libertà si ritrovino tanto
vicini a chi Emanuele Del Medico ha così ben descritto
come coloro che “siedono all'estrema destra del padre”.13
Ricordiamo, a proposito di ideologia, il colpo di mano per far
abolire la L.645/1952 che persegue chi fa apologia del fascismo,
tentato nel 2011 dalla proposta di legge del senatore PDL Cristiano
De Eccher che, negli anni '70, fu dirigente di Avanguardia Nazionale.
Colpo di mano fortemente sostenuto proprio da Forza Nuova, attualmente
componente cardine delle “Sentinelle”.
La differenza fondamentale, segnalata dalle leggi citate, tra
istigazione all'odio e alla discriminazione e libera espressione,
non è importante per costoro: il loro obiettivo è
sempre la ri-organizzazione.
Francesca Palazzi Arduini
Note
- Luigi Amicone, Perché domani saremo al Family Act?,
Tempi.it, 14 novembre 2014.
- Francesca Palazzi Arduini, Rocco
e i suoi fratelli. Colpi di mano, sotterfugi, sacrestie. Dentro
e al di là del dibattito parlamentare sull'omofobia.
A rivista anarchica, n.350, febbraio 2010.
- La “teoria del gender” nelle scuole pesaresi,
Il Nuovo amico, settimanale di informazione delle diocesi di
Pesaro, Fano, Urbino, 10 settembre 2014.
- La stampa cattolica diffonde la falsa notizia che gli opuscoli
fossero destinati agli studenti: “Una circolare del Ministero
dell'Istruzione ha bloccato la diffusione nelle classi degli
opuscoli “Educare alla diversità a scuola”,
realizzati dall'Istituto A. T. Beck su mandato dell'Unar (che
li ha pagati 24.200 euro)”. Avvenire online, 4 maggio
2014.
- A. Vincenti, Il genere scelto, in Coltivare la differenza.
La socializzazione i genere e il contesto multiculturale,
Unicopli, Milano, 2011.
- Joan W. Scott, Il genere: un'utile categoria di analisi
storica. Trad. italiana in P. Di Cori, Altre storie.
La critica femminista alla storia, CLUEB, Bologna, 1996.
- Michel Foucault, corso del 21 gennaio 1976 al Collège
de France, in “Bisogna difendere la società”,
Feltrinelli editore, Milano, 1998.
- Sentinelle in piedi, Pesaro, flyer distribuito il 5 ottobre.
Significativo anche il comunicato diffuso dopo il sit in: “Con
gli intervenuti all'evento e con le associazioni dei genitori
stiamo già pianificando delle iniziative per contrastare
la folle introduzione dell'ideologia gender nelle scuole dell'infanzia,
patrocinata dalla Provincia con il progetto ‘Decostruiamo
i modelli'. Siamo pronti a dare battaglia”. NB: Il progetto
citato non esiste.
- La misurazione delle tipologie familiari nelle indagini di
popolazione, Istat, Roma, 2010.
- Legge 25 giugno 1999, n. 205. A questo proposito sono da
ricordare le obiezioni di molti religiosi italiani che fecero
osservare come il punire ingiurie o denigrazioni verso la “Divinità”
e non verso i simboli e le persone (es. la Madonna) legate alla
fede rendesse parziale e inefficace l'articolo così modificato.
- Del resto lo stesso movimento “mediatico” delle
Sentinelle, infarcito di militanti di FN, è oggetto di
una accesa diatriba della organizzazione Riscossa Cristiana
verso Alleanza Cattolica, con accuse anche di registrazione
indebita del marchio verso il noto Massimo Introvigne, reggente
nazionale di Alleanza Cattolica. Introvigne ha presentato a
Torino il “Manifesto in difesa della famiglia tradizionale”
alla presenza dell'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi
e dell'ex sottosegretario agli interni, Alfredo Mantovano.
- La nuova bussola quotidiana, www.lanuovabq.it.
- E. Del Medico, All'estrema destra del padre. Tradizionalismo
cattolico e destra radicale, Edizioni La Fiaccola, Ragusa,
2004.
|