musica
Nel ricordo di Bianca
di Sergio Secondiano Sacchi
Da dieci anni ad Aversa si tiene un incontro musicale in ricordo di Bianca D'Aponte, stroncata a 22 anni da un aneurisma.
Eccone il resoconto dell'edizione 2014, come sempre ricca di tante belle voci e belle storie. Soprattutto al femminile.
E il prossimo 8 marzo, a Barcellona...
Venerdì, 24 ottobre: il
vignettista Sergio Staino, editorialista di punta dell'Unità,
quotidiano a un passo dal fallimento, viene intervistato da
Repubblica e, alla domanda se nel fine settimana si recherà
da Renzi alla Leopolda o in piazza San Giovanni alla manifestazione
sindacale, dichiara: “sarò ad Aversa al Premio
Bianca D'Aponte”.
Le graduatorie dell'appartenenza vengono così insospettatamente
riformulate.
Molte sono, quindi, le cose da riconsiderare e le domande relative.
Innanzitutto: Bianca D'Aponte, chi era costei?
L'uso dell'imperfetto non è, purtroppo, dovuto solo al
rispetto formale dell'abusata citazione manzoniana, ma proprio
al fatto che Bianca D'Aponte non c'è più. Da undici
anni, ormai.
Era una bellissima ragazza di Aversa appassionata di musica
che scriveva e cantava canzoni. Poco tempo dopo avere firmato
un contratto discografico, venne stroncata da un aneurisma mentre
si trovava davanti alla televisione. Aveva ventidue anni.
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Bianca D'Aponte |
Un rapporto squilibrato
Il premio a lei intitolato è stato istituito dai genitori che hanno per questo fondato l'associazione Sono un'isola. Praticamente a loro totale carico organizzano ogni anno una manifestazione musicale, un concorso per giovani cantautrici in grado di offrire ad altre ragazze, con aspirazioni simili a quelle della figlia, un'occasione per segnalarsi in un ambiente dove la componente femminile è in netta minoranza. La storia e il mercato della canzone italiana hanno avuto proprio nelle donne le interpreti più qualificate grazie alle varie Mina, Milva, Ornella Vanoni, Gabriella Ferri, Patty Pravo, Iva Zanicchi, Caterina Caselli, Gigliola Cinquetti, Mia Martini, ma nel campo della cosiddetta “canzone d'autore” le proporzioni s'invertono: basti pensare che nelle 39 manifestazioni che segnano la lunga storia del Club Tenco, le donne rappresentano il 15%. Eppure, scorrendo l'elenco degli artisti intervenuti, si può asserire che non ci si è mai dimenticati di nessuna e che le esponenti più significative, da Giovanna Marini a Gianna Nannini, da Fiorella Mannoia a Petra Magoni, sono contraddistinte da plurime partecipazioni.
Questo squilibrato rapporto, dovuto a varie ragioni non necessariamente connesse a volontà discriminatorie, varrebbe la pena di essere indagato. Ecco che un premio come il Bianca D'Aponte si riveste anche di indicazioni, di interrogativi e di significati che vanno al di là dei contenuti meramente artistici, pur rimanendone strettamente correlati.
Alcuni dei più importanti festival di canzone d'autore italiani sono invece gestiti da donne. Penso al Premio Parodi (che è in realtà un festival di world music, malgrado una massiccia presenza cantautorale) e all'ormai storico Pigro dedicato a Ivan Graziani che si divide tra Bolognano e Teramo. In questo caso le forze motrici sono le vedove, ma non è così per il Premio Bindi di Santa Margherita Ligure diretto da Enrica Corsi, figlia d'arte, e, soprattutto, per quello pensato e organizzato da Nini Giacomelli e Bibi Bertelli, il vivacissimo e articolato Dallo sciamano allo showman, che per tutti è ormai lo Shomano, che ha trasformato la Valcamonica in sede della “canzone umoristica d'autore”. Per il cinquanta per cento, il cherchez la femme vale anche per Aversa perché, come già detto, i promotori sono entrambi i genitori, Giovanna e Gaetano.
Conosco Gaetano D'Aponte da un po' di anni perché frequenta le Rassegne del Club Tenco. Ogni volta mi ha portato il cd della loro manifestazione, distribuito gratuitamente dietro a un'offerta per Emergency. Ogni volta, la curiosità per l'appuntamento e il coinvolgimento affettivo per questa persona aumentavano. Finché, in occasione della decima edizione, mi decido ad andarci, accogliendo il suo invito. E coinvolgo nella spedizione proprio Sergio Staino, sempre pronto a dare credito agli stimoli culturali e alle curiosità che finiscono per investirlo.
La mozzarella di bufala, onnipresente
Impossibile parlare di un festival di canzone d'autore senza
riferimenti alla tavola: nelle migliori tradizioni del settore,
gastronomia e canzone d'autore procedono sottobraccio. Il Tenco
deve molto della sua leggenda alle cene dopo-teatro in cui ci
si conosce e si canta incontrando anche professionisti del settore
come Carlo Petrini, Gianni Mura o Gigi Garanzini. Allo Shomano
esistono perfino concorsi tra ristoranti locali e alcune manifestazioni
contano sull'apporto economico di produttori vinicoli, come
L'isola in collina di Ricaldone, paese natale di Luigi
Tenco, o Musica da bere che si svolge a Vobano in Franciacorta.
A Milano uno dei palcoscenici più vivaci per la scena
musicale cittadina è denominato Salumeria della Musica.
Del resto anche qui ad Aversa c'è l'emblema gastronomico
d'eccellenza: la mozzarella di bufala.
Che non manca mai né a mezzogiorno né nelle cene
nel dopo-teatro, quando si mangia tutti assieme nel salone di
un hotel. L'atmosfera conviviale mi rimanda alle prime edizioni
del Tenco, negli anni Settanta: tutti, artisti compresi, si
frequentano e non sembra serpeggiare nessun clima di stress
o di antagonismo latente.
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Da sinistra: Sara Fochesato, Alice Clarini, Giulia Daici, Federica Di Marcello (Marlò), Tonia Cestari, Eliana Tumminelli (NaElia), Alfina Scorza, Elsa Martin, Gaetano D'Aponte, Elisa Rossi, Anita Vitale, Floriana Cangiano (Flo), Andrea Mirò, Fausto Mesolella, Antonio Silva |
Solo un'isola, davvero
La carovana della manifestazione è assai nutrita: musicisti e i cosiddetti “operatori culturali”, appassionati e giornalisti. Questi ultimi, a dire il vero, scarseggiano un po' perché i cieli del coraggio e dell'intelligenza non sono molto esplorati. Impressiona la presenza dei reporter RAI: sono qui a titolo personale, l'azienda è, naturalmente, assente. Ci sono Fausto Pellegrini di RaiNews, Sandro Petrone del TG1 o le giornaliste radiofoniche Timisoara Pinto, Roberta Balzotti e Cristina Zoppa. Le ultime due fungono anche da presentatrici affiancando, una sera ciascuna, Antonio Silva, storico presentatore del Club Tenco al suo esordio in questa manifestazione. Tra le assenze si segnalano anche quelle degli apporti economici: se la manifestazione può contare sull'“adesione” morale del Presidente della Repubblica o sul patrocinio del dipartimento ministeriale per le Pari Opportunità, gli enti pubblici concretamente addetti ai contributi se ne stanno alla larga. Solo il Comune, di 53.000 abitanti, fa lo sforzo di partecipare con 5.000 euro.
Eppure, l'associazione non limita la propria attività al festival: scopro che possiede un auditorium molto bello, ricavato nel seminterrato di un palazzo di recente costruzione, esattamente come quello di Radio Popolare di Milano. Anch'esso contiene, per motivi di sicurezza, i classici 99 posti, anche se la pianta a “elle” permetterebbe una maggiore capienza.
Durante l'intero anno qui si tengono concerti, corsi di musica ed è ospitata la scuola di musica Armonesia che fornisce l'orchestra per le cantautrici del concorso. Quanto avrebbe bisogno di sostegni tangibili una iniziativa del genere: nel territorio ampliamente descritto da Roberto Saviano è l'unica sede a promuovere intelligenza e cultura nel campo della musica giovanile.
Eppure è lasciata sola, affidata ai risparmi di una famiglia. Sono un'isola: il titolo è quanto mai veritiero.
La prima vittoria di Elisa Rossi
Quest'anno, le finaliste del concorso sono undici. Dopo l'esibizione
di venerdì sera al teatro Cimarosa (il musicista, contemporaneo
di Mozart, era nativo di Aversa) il mattino si ripresentano
all'auditorium, per giuria e i giornalisti, proponendo una canzone
fuori concorso. Non sempre l'impressione della serata viene
confermata: alcune risultano più convincenti col secondo
brano, mentre altre operano nuove scelte che lasciano un po'
perplessi. Equilibrate le esibizioni della vincitrice Elisa
Rossi che, con il brano Pensi sia possibile, si aggiudica
sia premio assoluto, assegnato da una giuria composta da professionisti
del settore musicale, sia la targa dell'associazione MuoviLaMusica
di Alberto Salerno, paroliere di successo e marito di Mara Maionchi.
La ventiseienne ragazza romana, riminese di nascita, proviene
dal jazz e ha studiato sia a Roma che a Saint Louis. Quando
le annunciano la vittoria, sale sul palco piangendo e giustifica
le lacrime con un disarmante: “scusate, ma io non ho mai
vinto niente”. Il che è vero solo in parte, perché
nel suo curriculum esistono riconoscimenti raccolti sia a Musicultura
che al Mantova Music Festival. Ma si trattava di vittorie settoriali.
Anche qui esistono apposite sezioni e il premio della Critica,
assegnato da una giuria formata da giornalisti e operatori,
va a Elsa Martin per la canzone in friulano Cjante ambientata
nella grande Guerra.
Il premio per il Miglior Testo viene attribuito a Floriana Cangiano,
in arte Flo, per Quale amore, intensa canzone sul femminicidio,
quello della Miglior Interpretazione alla messinese Avita Vitale
con Quanto custa. La salernitana Alfina Scorza con Suona
forte non solo vince per la Migliore Composizione, ma si
vede anche proporre da Mariella Nava un contratto per l'etichetta
discografica Suoni dall'Italia.
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Andrea Mirò |
Il cd “Anima Bianca”
Ma Sono un'isola non è solo un concorso. È anche una famiglia allargata: si esibiscono anche quasi tutte le vincitrici delle precedenti edizioni (salvo due, che vivono all'estero). E poi c'è la madrina di turno che, da tradizione, interpreta un brano di Bianca: quest'anno si tratta di Andrea Mirò e lei sceglie Come Doroty. Per l'occasione del decennale viene pubblicato un disco contenente le versioni delle varie madrine. Si intitola Anima Bianca e, oltre alla Mirò, ci sono Fausta Vetere, colonna storica della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Elena Ledda, Petra Magoni, Mariella Nava (tutte presenti in teatro dove si esibiscono con brani del loro repertorio) Rossana Casale, Cristina Donà, Nada, Brunella Selo e Paola Turci. Il disco comprende anche un'incisione della stessa Bianca (Un chicco di caffè) e quelle di due ospiti maschili: le anime degli Avion Travel Peppe Servillo e Fausto Mesolella.
Il secondo è da sempre il direttore artistico della manifestazione e anche in questa edizione non ha fatto mancare la sua generosa e talentuosa presenza: alla chitarra ha esibito i consueti tocchi di alta classe spaziando da Satie a Papaveri e papere, ha formato duetti inediti con Petra Magoni e con Enzo Avitabile (intensissima e struggente la versione di Don Salvato') e ha intrecciato un toccante duetto ideale con la stessa Bianca recuperando la sua voce da una traccia d'incisione e accompagnandola dal vivo.
Perché, se il concorso è riservato alle sole cantautrici, lo spettacolo vede anche partecipazioni maschili. E così sfilano, oltre a Enzo Avitabile, Tony Bungaro, Francesco Tricarico, Mauro Ermanno Giovanardi, Kaballà, Alessio Bonomo, Mimmo Cavallo, Joe Petrosino i Doppiopasso. Tutti, naturalmente, per affetto e amicizia.
In tante lingue (anche in maori)
Partendo con la necessaria scorta di mozzarelle, abbracciando
Giovanna, Gaetano, Fausto, Mimmo Andreozzi, il colonnello in
pensione dedito al volontariato che, con i suoi figli, ci ha
assicurato i vari spostamenti, abbiamo la basaltica convinzione
del ritorno. Ma sapendo bene che il prossimo appuntamento è
molto più vicino: a Barcellona, domenica 8 marzo. Non
poteva essere scelta altra data per la prima esperienza internazionale
di Sono un'isola. Che tende a diventare arcipelago avendo
calamitato nella sua orbita Cose di Amilcare associazione
che opera nel capoluogo catalano. All'auditorium CAT, Centre
Artesanal Tradicionarius, che si trova nell'affascinante quartiere
di Gracia, si terrà una sorta di Bianca D'Aponte internazionale,
dove varie cantautrici presentaranno versioni di canzoni di
Bianca nelle rispettive lingue. Che sono catalano, spagnolo,
inglese, tedesco, francese, basco e perfino maori. Si tratta
solo di un primo passo dell'edizione di un disco, che si presenterà
ad Aversa nella prossima edizione, in cui saranno presenti altri
idiomi tra cui russo e portoghese.
Inoltre ci saranno alcune sorprese. La mostra di Sergio Staino,
Canzone e fumetto non è tra queste: è già
stata annunciata.
Sergio Secondiano Sacchi
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