editoria
ANCORA LIBER i libri liberi
dossier a cura di Federico Zenoni / foto Greta Sorana
LIBER
Salone
di Carlotta Pedrazzini
La
quarta edizione del Liber Salone, il salone della psicoeditoria
creativa e autoprodotta, si è svolta a Macao (nuovo centro
per le arti, la cultura e la ricerca): per due giorni, sabato
27 e domenica 28 settembre, un luogo liberato ha dato spazio
a liberi artigiani e alle loro autoproduzioni. Tra gli espositori:
pittori, poeti, scrittori, disegnatori, musicisti, inventori,
autoeditori, più in generale artisti accomunati dall'intento
di liberare la propria creatività dalle logiche del mercato,
dalle forzature che esso impone, e da tutte quelle categorie
che imbrigliano la forza creatrice.
Da quattro anni il Liber Salone raggruppa “psico-editori”
che, tramite questo appuntamento, esprimono la propria indipendenza
da tutto ciò che riguarda il tradizionale modo di concepire
l'editoria; si tratta di una dichiarazione di libertà
e di autonomia che gli espositori rinnovano ormai ogni anno,
non con le parole, ma con le proprie produzioni.
La funzione dell'esposizione è principalmente aggregativa:
l'intento è quello di creare una gruppo coeso di autoproduttori,
ma anche di diffondere sempre di più la pratica dell'autogestione
editoriale, della produzione “fatta in casa”. Perché
in un mondo che tende sempre di più all'omologazione,
anche nell'ambito della creatività e della cultura, è
bene dare l'esempio, mostrare che una libera espressione senza
vincoli è ancora possibile.
Appena messo piede in Liber, l'eterogeneità balzava subito
agli occhi; tutti gli stand erano stati curati secondo i gusti
e le esigenze degli espositori, senza che nessun criterio di
uniformità fosse stato imposto. Le produzioni, inoltre,
erano tra le più varie: diverse le creazioni, diversi
i contenuti, ma anche gli argomenti, gli stili e le tecniche.
Ad accomunare tutto: l'autogestione e l'autonomia con le quali
erano state prodotte. Ma non solo; anche il fine, quello della
comunicazione, era un chiaro denominatore comune. Sui banchetti
non era presente arte fine a se stessa, ma media in grado di
veicolare significati, messaggi in bottiglia indirizzati a chiunque
fosse disposto a raccoglierli.
È stato un piacere girare tra gli stand e parlare con
gli espositori, ascoltare la storia dietro ad ogni creazione
presente. Tutte le autoproduzioni esposte lungo i due piani
di Macao erano uniche, rappresentavano la specifica creatività
e individualità di chi le aveva realizzate e proprio
per questo erano irripetibili.
Chi, nell'ultimo fine settimana dello scorso settembre, si è
avventurato tra gli spazi espositivi del Liber Salone ha avuto
l'opportunità di trovarsi di fronte a qualcosa sprovvisto
di duplicati, senza eguali; ha assistito ad un esperimento autogestionario
di cui ci auguriamo tutti una maggiore espansione.
Una
malattia chiamata LIBER
di Federico Zenoni
Sull'ultimo numero estivo di A-rivista avevamo già parlato
di LIBER –i libri liberi-, il salone dell'editoria creativa
ed autoprodotta (detta anche psicoeditoria); questo dossier
era uscito poco prima della quarta edizione, svoltasi nell'affascinante,
decadente, fantasmatica cornice di Macao a Milano (www.macaomilano.org).
Parte del gruppo di Macao che si occupa di editoria, e che organizza
a Maggio In-edito (tre giorni dedicati all'editoria indipendente),
ha collaborato entusiasticamente con la ciurma di Liber per
approntare al meglio lo spazio per i due giorni di esposizione,
prove di stampa, laboratori, presentazioni e concerti.
Una venticinquina di espositori ed espositrici si sono adagiati,
allungati, allargati sui due piani del salone aereo di Macao,
esponendo al vento e alla vista un ventaglio vistoso di autoproduzioni
cartacee e librarie.
Quest'anno, con la collaborazione di un misterioso “Comitato
Scientifico di Liber”, la casa ed. Libera e Senza Impegni
ha finalmente diagnosticato la “sindrome psicoeditoriale”
che calza bene ai casi più disperati convenuti a Macao
(vedi box).
Decisivo anche l'apporto dei liberi musici che si sono alternati
sul palco: Chiara (pianoforte e batteria minimale) e Francesca
(voce, chitarra, disegni), ossia le RADIOLARI da Foligno; poi
il quintetto dei BUDAVARI con le loro lunghe suite strumentali;
e ancora l'esibizione acustica dei FRISER (La Ciurma Anemica)
con le loro versioni dei canti popolari e della resistenza;
infine il recital poetico-musicale degli O.P.M. (Organismi Poeticamente
Modificati). E non dimentichiamo le incursioni psichedeliche
del cantautore Dario Antonetti, un veterano di LIBER!
Ma prima dell'evento settembrino, delle “delegazioni”
di Liber si erano messe in moto sviluppando delle “sorellanze”,
in particolare con il Festival della Mentina (a Sarzana) e L'Atelier
dell'Altra Editoria (a Mestre), due convivii decisamente libertari.
Il Festival della Mentina (www.facebook.com/festivaldellamentina2014)
si svolge a fine Agosto nel centro storico della ridente Sarzana
durante il blasonato –e sovvenzionato- Festival della
Mente; è una rassegna, anzi, un “festival riduttivo”
(come ci tengono a precisare gli organizzatori): mostre, letture,
azioni, teatro, proiezioni, musica, banchetti di autoproduzioni.
Il tutto si muove ed agita in piccoli spazi, precisamente la
suggestiva sede dell'Associazione Rasoterra ed il carruggio
antistante. Vale una visitina.
L'Atelier dell'Altra Editoria (www.facebook.com/pages/Atelier-dellaltra-editoria/1529447637266792),
alla sua prima edizione, ha radunato alcuni auto-produttori
editoriali della zona Mestre-Venezia più una combriccola
milanese direttamente da Liber. Organizzato da Claudia Vio (animatrice
di Unica Edizioni) con la collaborazione del Gruppo di Lavoro
di Via Piave e, appunto, Liber –i libri liberi-, si è
svolto nei suggestivi locali di Casa Bainsizza ospitando anche
laboratori, musica dal vivo, presentazioni e letture. Sicuramente
un'esperienza da sostenere e da ripetere, anche in altra stagione,
magari in primavera.
Un caloroso arrivederci alla quinta edizione!
Sindrome
psico-editoriale. Una diagnosi
sindrome
(sin-dro-me) s.f. 1 (med.) il complesso
dei sintomi che denunciano una situazione morbosa senza
costituire di per sé una malattia autonoma/ 2
(estens.) complesso di atteggiamenti con cui si
reagisce in modo abnorme a una specifica situazione critica,
a un condizionamento, un pericolo ecc. / Dal gr. Syndromé,
comp. di syn- “sin-” e un deriv. di dromos “corsa”; in orig. “concorso di gente”,
poi anche “concorso di sintomi”.
Sindrome psico-editoriale (psi-co-e-di-to-ria-le)
1 (med.) diversi i sintomi riscontrati,
ma principalmente una insana passione per i libri e la
carta in generale, passione che rasenta la fobia o il
feticismo e che si manifesta negli opposti del “collezionismo”
o della distruzione dellï'oggetto (ritagli, strappi, “collage”).
Questa si unisce ad una vera e propria mania per il riciclo
e il recupero di materiali, cartacei ma non solo, che
può trasformarsi in psicosi nel momento in cui
ci si illude di essere un “Editore” creando
manufatti dallï'improbabile denominazione di “libroide”,
dall'aspetto trasandato, con una tiratura minima, frugale
e fuori controllo e inventandosi una “distribuzione
extracommerciale” a base di scambi postali, baratti,
contrabbando, vendite sottobanco e altri espedienti illusori
nonché al limite della legalità / 2
(offens.) “Sei uno sporco psicoeditore!”
– “Non sarai mica uno psicoeditore del c?”
– “Psicoeditoria che cosa?! Ma vedi di farti
curare” / 3 (fig.) “LIBER, –i
libri liberi– salone della psicoeditoria”,
evento marginale di raggruppamento, accoppiamento, esibizionismo,
di persone affette da “sindrome psico-editoriale”.
Si svolge (ed è aperta al pubblico!) ogni anno
a Milano in autunno, quando i sintomi della sindrome si
fanno più pressanti ed evidenti. / 4 (web)
per i medici, i familiari o i conviventi col soggetto
affetto da questa rara sindrome è consultabile
un sito apposito per la prima assistenza:
www.libersalone.altervista.org.
FZ
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La
debolezza è la sua forza
di Marco Parente –Lieve Malore–
Quarta edizione di Liber... Potremmo dire “il tradizionale
evento milanese” del mondo autoproduttivo paraeditoriale
cartaceo e tentare di raccontare cosa c'è, chi sono questi
“psicoeditori”. Ma nonostante la presenza pluriennale
manca un'identità così forte da renderne chiari
i contorni.
È sicuramente una raccolta di egocentriche inclinazioni
espresse con tecniche desuete o poco convenzionali o con testi
diffusi “in proprio” invece che lanciati nella disperata
corsa al mondo dell'editoria commerciale. È già
abbastanza per rendere la cosa interessante. Una delle sue caratteristiche
è la libertà di accesso, qualsiasi edito-creatore-creativo
può venire e mostrare il suo lavoro, è quindi
una amorevole culla di libera espressività di nuovi e
vecchi linguaggi paracartacei e delle loro interpretazioni.
Questa identità fragile è ancora un'opportunità
per poter far parte di un disordine in cui ogni ordine è
ancora possibile. A Liber da un paio di anni con più
forza si sta indagando su cosa sia questo mondo ed è
stato creato un angolo di presentazione degli autori, di discussione
e di interpretazione di ciò che accade. Chi fosse interessato
ha quindi un osservatorio privilegiato per tentare di capire
ma, attenzione, per ora non ne uscirà con le idee chiare...
deve farsene una ragione. Liber ancora non ci sta ad essere
definito, forse attende un “luogo” tutto per sé
che ancora non esiste. Del resto l'avevano scritto...(Bandinelli,
Lussu, Iacobelli, “Farsi un Libro”, Stampa Alternativa
1990) farsi un libro è una cosa per snob e pazzi privi
di asilo.
Cacca e varia umanità
Quest'anno
il luogo di Liber è Macao, sede di lussuosa decadenza,
una palazzina liberty appena fuori dal centro di Milano, un
edificio occupato caratterizzato da rude eleganza diroccato-antagonista,
precedentemente era stata la sede della Borsa del macello.
Tra le cose viste continuo a riconoscermi nei lavori di autori
come Casa Editrice Libera e Senza Impegni, Pratiche dello Yajè
e, assenti giustificati, Troglodita Tribe... Ma certamente sono
condizionato dalla fascinazione e dal desiderio di emulazione
che mi ha colpito quando, vedendo loro nel 2011, ho conosciuto
quella particolare forma espressiva definita allora “libro
casalingo”. Altre cose mi attraggono, spunti creativi,
testi insoliti. Potrei certamente citare Tillia Tarrare, fa
libretti accessoriati di tappi di sughero o macchie di vino...oppure
erbari e ricettari a tema cucina bio-vegan, questa volta si
è superata producendosi anche in un catering degno di
nota, profanazione e redenzione dell'ex tempio del mercato sarcofagico.
Poi il maestro Jaccarino con la sua instancabile verve creatrice,
acquarelli fatti su ogni superficie e a ciclo continuo (solo
l'anno scorso espose 365 ritratti) furia nella tensione creativa,
grazia nel risultato finale. Molto mi ha colpito Gattili, libri
minimali, con caratteristiche costruttive (formato, pagine,
rilegatura, grafica) rigorose come un setting psicoanalitico,
nel complesso tende a scatenare un transfert che sfocia in un'insana
tensione al possesso. A proposito di psicoanalisi cito la fanzine
C.A.C.C.A., contenitore di testi ed immagini varie il cui solo
nome suscita latenti pulsioni infantili. Sul versante dell'autoeditoria
mi vengono in mente Candilita e Altre Latitudini, guardateveli
su internet. Curiose anche le “instant filastrocche”
di “Filastrocche su Misura”. Fine del reportage,
non potrei raccontare una trentina di espositori che piuttosto
vanno visti e conosciuti di persona.
Dalla Mentina al biblio-infrazionismo
Invece è interessante dire che la Liber-esperienza si
sta allargando, quest'anno delegazioni di “psicoeditori”
sono state presenti a Sarzana, al festival della Mentina, a
Mestre e ad altre manifestazioni, insomma crescono le opportunità
di circolazione del materiale. Servirà questo ad aiutare
Liber a trovare il suo posto nel mondo?
Una considerazione verso una scelta identitaria voglio farla
io, come autore/espositore e anche come fruitore, la cosa che
più mi pesa è l'aspetto commerciale. Il fatto
di vendere e comprare il materiale esposto mi appare sempre
più un ostacolo, appiattisce tutto verso note categorie
di mercato come l'editoria e l'artigianato, ne sminuisce la
portata, ci si aspetta un libro degno dell'editoria tradizionale
o un ninnolo artigianale, un soprammobile. Invece credo che
mai come in questo caso “il mezzo sia il messaggio”,
l'idea originaria dell'editoria casalinga, poi eco-editoria
creativa, poi psicoeditoria (e quel che sarà...) è
quella di costruire manufatti cartacei non convenzionali per
diffondere contenuti non convenzionali, “simpatiche scintille
libertarie” dichiarò Zenoni (ideatore di Liber)
qualche anno fa. Questo avviene con desueti supporti cartacei
che ancora possono stupire proprio perché diffusi su
carta ritagliata, colorata, pasticciata invece che nell'affollatissimo
torrente digitale. Un libretto eco-psico-casalingo-creativo
ti può svolazzare intorno come una farfalla fuori stagione
mentre cammini indaffarato a twittare qualche stronzata e provocarti
inatteso stupore. Come può esprimersi questo spirito
con una mostra mercato dove l'”homo digitale urbano”
si aspetta il ninnolo da regalare alla morosa e si intrattiene
con te come con uno scaltro commerciante?
Io sto sperimentando il “biblio-infrazionismo”,
una libera interpretazione dell'infrazionismo dell'artista Fausto
Dalle Chiaie, cioè “azione-collocazione-donazione
di una o più opere, mostrate a terra da parte dell'artista,
nei luoghi dell'arte, e il suo susseguente allontanamento dall'opera
e dal luogo”. Io ho deciso di abbandonare i miei libercoli,
di allontanarmi da loro, lasciarli lì e sperare che siano
protagonisti di incontri proficui di stupore e curiosità.
È una donazione, è un libero scambio, chi vuole
può lasciare un'offerta per un oggetto il cui valore
non è quantificabile ma è definito solo dalla
percezione individuale. Non c'è mostra, non c'è
mercato, c'è un fugace incontro potenzialmente amoroso.
È una scelta linguistico-espressiva a cui l'economia
è decisamente subordinata, come nella street art. Chi
lascia un contributo lo fa per gratitudine, per sostenere questa
forma espressiva o per altro, ma non è un rapporto mercantile,
è piuttosto un amorevole scambio di doni.
24HZT:
L'altra editoria
di Paolo Cabrini
Ospite della quarta edizione di LIBER 2014 è stata per
la prima volta la “Fanzinoteca”, un progetto di
Valeria Foschetti de “La Pipette Noir” (già
presente a Liber nelle precedenti edizioni). Interessante è
il lavoro svolto da Valeria nel ridare valore al fenomeno creativo
editoriale generato dalle fanzine. Le edizioni Pratiche dello
Yajè di Paolo Cabrini, hanno colto fin da subito questa
ventata libera e libertaria della Fanzinoteca, luogo aperto
alla consultazione e all'acquisto di fanzine, iniziando da subito
una stretta collaborazione con il progetto 24HZT.
24HZT è la forma contratta in inglese di 24 Hour Zine
Thing, un giorno per pensare, scrivere e creare una fanzina.
Una particolare forma creativa che si esercita in tutto il mondo.
La storia delle fanzine è ormai ampiamente conosciuta
e prima ancora del sorgere dell'editoria indipendente, si era
già da tempo affermata sulla scena della cultura underground.
Spesso chi adotta questo genere creativo non necessariamente
appartiene alla schiera degli editori indipendenti, psicoeditori,
editori alternativi, ma si impegna a crea una forma comunicativa
originale, dai contenuti vari: andiamo dal femminismo libertario
al rock punk, fino al gastronomico-culinario-alternativo e al
fumetto.
Il fanzinaro non sempre sente l'esigenza di creare una propria
casa editrice indipendente per affermarsi sul panorama dell'editoria
alternativa, ma si muove senza limiti o regole autodefinite,
individua un tema e inizia a lavorarci con tutti i mezzi possibili
creando una pubblicazione alle volte composta da un solo foglio
dalle dimensioni di un A4 o A3 che sapientemente ripiegato va
a formare un libretto tascabile dalle 8 alle 16 pagine. Le edizioni
Pratiche dello Yajè e la Fanzinoteca milanese, hanno
voluto adottare questo slogan 24HZT per promuovere un progetto
di contagio culturale e creativo, con la sfida di proporre a
qualsiasi persona interessata la realizzazione di una fanzina
nell'arco di tempo di 24 ore a tema libero nel formato di un
A6. Noi forniremo il foglio bianco prestampato nella numerazione
delle pagine e il resto ce lo mettete voi. Poi restituito presso
la Fanzinoteca o spedito.
per info e contatti rivolgersi a:
paolo.cabrini67@gmail.com
(www.praticheyaje.altervista.org)
o lapipette@yahoo.it
(www.lapipettenoir.wordpress.com).
Nel Dossier “LIBER”
(A-rivista n°391) si erano auto-presentate alcune espositrici
ed espositori presenti alla terza edizione (svoltasi a La Scighera)
e cioè: Museruola Edizioni (museruola
edizioni.blogspot.com), Barbara X –diy resistance
(”barbara x imieilibri” su face book), Microedizioni
Amigdale, Casa ed. Libera e Senza Impegni (www.senza
impegni.altervista.org), Candilita (www.candilita.it),
Cartiera Clandestina (www.marcobrunello.it),
Troglodita Tribe s.p.a.f. (http//trogloditatribe.wordpress.com),
Unica Edizioni (www.unicaedizioni.com),
Libri Finti Clandestini (www.librifinticlandestini.tumblr.com),
Edizioni Pratiche dello Yajè (wwwpraticheyaje.altervista.org),
Edizione dell'Autrice (www.autoeditoria.it),
Edizioni casalinghe Lieve Malore (http//lieve
malore.blogspot.it), Laboratorio di Cromografia (www.jaccarino.com),
Semiserie (www.semiserie.it),
Edizioni A Mano Libera (www.libriliber.it).
Ora, ecco le auto-presentazioni di altri espositori
intervenuti all'ultima edizione:
Stefano
Giovannini
È nato a Bologna il 9 dicembre 1965 alle ore 11,40 del
mattino.
Ha pubblicato lo sperimentale albo a fumetti Stefano Giovannini
(dicembre 2007), il libro La luce nelle ossa (giugno
2009), l'opuscolo illustrato Rex (marzo 2010), l'albo
autoprodotto con inserto da staccare e buttare Quisquilie
underground (aprile 2011), il dvd d'animazione Che bella
mantin! (ottobre 2012), la raccolta di insuccessi Internet
(novembre 2012), il volume illustrato Ha dell'incredibile
(dicembre 2013) e il cofanetto di spille Occhiolino (luglio
2014).
Non è mai stato in anticipo sui tempi, in compenso lo
è sempre agli appuntamenti.
Percorso
Non Disponibile
Mi piace costruire cose, preferibilmente recuperando materiali
e oggetti in origine destinati ad altro.
Preferisco che queste cose siano oggetti da usare così
che possano essere trasformate da chi le adotta.
Faccio anche quaderni, usando carta di recupero (fotocopie,
pezzi di libri, sacchetti del pane..), così sono in parte
già scritti, illustrati, segnati. Aggiungo del mio. Lascio
pagine bianche in modo che altri possano intervenire.
Questa cosa non ha significato alcuno.
http://percorsonondisponibile.blogspot.it/
- http://fotografiaapedali.blogspot.it/
Cose
A Caso Con Attenzione
C.A.C.C.A. nasce per accostare modi diversi di vedere il mondo.
Ogni numero pubblichiamo illustrazioni e testi ispirati da una
parola chiave che speriamo venga letta nei più diversi
modi possibili. Stampiamo tra amici e rileghiamo a mano tirature
limitate che distribuiamo spostando il nostro banchetto ovunque
ci chiamino. In attesa di incontrarci, potete trovarci su:
https://www.facebook.com/CoseACasoConAttenzione
- http://issuu.com/coseacasoconattenzione
Gattili
I Gattili sono brevi testi (poesia, prosa, mini-saggi) di autori
contemporanei con un'opera grafica, assemblati e legati a mano
in soli diciotto esemplari numerati per autore.
Ho realizzato finora oltre un centinaio di titoli, coinvolgendo
amici, poeti, editori, librai, cantanti, registi, ecc.
Su facebook: Gattili Edizioni.
Sottotorchio
Se Liber è un gioco, ebbene, noi di SottoTorchio siamo
alla prima partita. Vogliamo vincere, ma scopriamo che è
difficile perdere, soprattutto se si è curiosi in tutti
e con tutti i sensi. Basta vedere e guardare, ascoltare e sentire.
Sì, sentire. Soprattutto sentire! Sentire le parole che
gli altri proferiscono, quelle che preferiscono, quelle che
scrivono, disegnano, stampano, incollano o cuciono. Sentire
il rumore delle pagine quando sfogli un libro (e se, poi, è
un libro di psicoeditoria, sai quanti suoni!). Sentire tra le
dita la consistenza di ogni foglio, il ruvido e il liscio, il
poroso e il patinato, il leggero e il pesante, il nuovo e il
riciclato. Sentire il profumo della carta, dell'inchiostro,
della stampa. “Sentire” (senti che buono!) il sapore
dello stare insieme, di condividere, di scambiare e, talvolta,
di cambiare. Bello LIBER. Ancora una partita?
Come giochiamo? SottoTorchio parte con una dotazione iniziale
costituita da tecniche incisorie, sperimentazione e contaminazione.
Inciampa qua e là nella stampa tipografica, nella calligrafia
e nella legatoria, ma il segno è il suo... tratto distintivo.
Parla per immagini, immagina (e talvolta scrive) parole. Prende
il gioco sul serio. Progetta, costruisce e poi ci ripensa e
inventa ex novo, improvvisa. Se il segno è il suo tratto
distintivo, la produzione di idee è il suo motore.
sottotorchio@hotmail.com
Altre
Latitudini
“Altre Latitudini, altri orizzonti al di là del
quotidiano, squarci di luce che illuminano l'esistenza e la
qualificano. Cercare per svelare quello che la vita, comunque,
ci pone sotto il naso ogni giorno che ci svegliamo ma che spesso
non vediamo e di conseguenza non cogliamo. Esercitare l'innata
curiosità che è in tutti e usarla per mettere
in evidenza personaggi, situazioni, esperienze altrimenti nascoste.”
Il gruppo culturaleeditoriale Altre Latitudini nasce nel settembre
2003 con l'intento di pubblicare un libro-omaggio a un artista
disabile, Severino Caletti, improvvisamente scomparso.
Da allora il gruppo ha dato origine a una serie di iniziative
che l'hanno visto presente non solo nella zona di residenza,
il Lago Maggiore, ma anche nel resto d'Italia, Sardegna compresa.
L'attività svolta è stata poliedrica: dalle mostre
d'arte al turismo responsabile, dai laboratori per bambini a
reading teatrali e libri di impegno politico e sociale ma la
vocazione originaria, quella di dare voce alle creatività
“invisibili”, restituendo quindi un'immagine e un
immaginario diverso ad un certo territorio (quello della “sponda
magra” del Lago Maggiore appunto)è sempre rimasta
la linea portante del gruppo che, aperto e libero per vocazione,
si è avvalso sin dalla nascita della collaborazione di
artisti, animatori culturali, editori, fotografi, artisti di
teatro, musicisti, illustratori e appassionati.
Dalla stabile collaborazione con il Circolo Culturale ANPI di
Ispra ha preso vita il progetto editorialemusicalefilmico
“Il fiore meraviglioso” che da quasi dieci anni
scova le ultime testimonianze possibili della Resistenza in
Italia e dà nuova vita ai canti popolari di lotta attraverso
il lavoro congiunto dei Friser a Milano.
http://altrelatitudini.googlepages.com
WWW.LIBERSALONE.ALTERVISTA.ORG
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