Per molti anni, due volte l'anno,
la redazione di “A” si incontrava con i lettori
in pubbliche assemblee convocate in varie località italiane
– spesso a Bologna (per la sua centralità anche
ferroviaria). Nel giugno 1978 la XVII assemblea di “A”
si tenne a Roma, presso il circolo Malatesta, nel popolare quartiere
di San Lorenzo – a pochi passi da via dei Campani, dove
da decenni tuttora resiste la Libreria Anomalia. L'annuncio
appare in “A” 65 (maggio 1978), nel decennale di
quel maggio francese (ma anche europeo e per tanti versi mondiale)
cui vengono dedicate, in quel numero della rivista, tavole-rotonde,
testimonianze, riflessioni. A scrivere e ad esprimersi sono
sia “vecchi” reduci di quelle battaglie sia giovani
spuntati alle lotte l'anno prima, nel 1977, in quell'anno forse
meno “mitico” (e tutto sommato più esclusivamente
italiano) che però segnò per molti della generazione
nata nei primi anni '60 l'ingresso nella scena politica e sociale.
Segnaliamo
un dibattito tra 4 militanti anarchici francesi, e poi uno tra
altrettanti militanti italiani (Roberto Ambrosoli, Amedeo Bertolo,
Rossella Di Leo, Claudio Venza: tra parentesi, tutti e 4 attivamente
presenti anche oggi, 37 anni dopo), testimonianze di esponenti
di altri orientamenti di sinistra, e via discorrendo. A conferma
che anche in quella stagione fortemente connotata dalle specifiche
rivendicazioni e dalle polemiche accese, proprie della sinistra
(anche extra-parlamentare, come si diceva allora), questa rivista
sapeva anche cercare punti di contatto e di dialogo.
Interessante il grande spazio dedicato alla Cina, sia alla situazione
generale nella Repubblica Popolare Cinese sia alle attività
di un gruppo di anarchici cinesi residenti – però
– a Hong Kong (allora del tutto esterna all'influenza
di Pechino). Con la “chicca” di una lettera scritta
agli organizzatori di un incontro anarchico internazionale da
parte di una ex-guardia rossa impossibilitata a presenziare
ai lavori.
Ci piace riportare qui l'Ai lettori di quel numero di
“A”, perché segnala l'attenzione pratica
che la redazione dedicava anche ai problemi concreti di una
militanza politica e sociale che si trovava spesso a fare i
conti con la “legge”. Se un poliziotto ti ferma
per la strada – si legge – e ti invita a
seguirlo, puoi rifiutarti? Se è in borghese, hai diritto
di trascrivere tutti i dati del suo tesserino? Quando sei obbligato
a dire rigorosamente il vero? Quando hai diritto alla presenza
dell'avvocato? Se ti fermano mentre affiggi dei manifesti, possono
sequestrarti secchio, pennello e tutti i manifesti che hai ancora
con te?
A queste e a tante altre domande simili non è sempre
facile dare una risposta, soprattutto dopo l'entrata in vigore
di nuove disposizioni di legge di varia materia. La grande maggioranza
dei compagni, poi, non si preoccupa abbastanza di tenersi informata
ed aggiornata su quelle leggi che più frequentemente
ci vengono usate contro dalla polizia e dalla magistratura.
Una buona conoscenza delle principali leggi/norme/disposizioni
transitorie/ecc. è invece essenziale per i militanti
rivoluzionari: proprio sulla base di questa convinzione abbiamo
pensato che una rubrica di “informazione legale”
possa interessare tutti i compagni. Così, dal prossimo
numero, un compagno-avvocato risponderà sulle colonne
di “A” alle lettere che i compagni ci invieranno
prospettando vicende accadute e chiedendo informazioni e chiarimenti
sulle disposizioni di legge in vigore. Il compagno-avvocato
sceglierà quei “casi” o quelle questioni
che maggiormente saranno di interesse generale e il tutto –
domanda e risposta – sarà pubblicato.
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