Sardegna
Buon compleanno Faber
testo e didascalie di Gerardo Ferrara / foto di Giuseppe Pau
Il mitico Gerry, giornalista indipendente e collaboratore della bresciana Radio Onda d'Urto, da qualche tempo trasferitosi in Sardegna, ha organizzato anche quest'anno sull'isola una rassegna di iniziative culturali/musicali ispirata al cantautore genovese. L'anarchia ha fatto capolino in molte occasioni. E la nostra rivista, informalmente, è stata tra i sostenitori.
Il
progetto “Buon compleanno Faber”, giunto a febbraio
(prendiamo a pretesto il 18 febbraio, giorno del compleanno
di Fabrizio...) alla terza edizione, si è svolto in alcuni
comuni della Sardegna (Isili, Soleminis, Guspini, Donori, Laconi,
Macomer, Elmas, Muravera) approdando poi, per due settimane,
alla Casa della cultura di Monserrato (Cagliari), che è
diventata la “Casa di Fabrizio”, luogo di incontri,
scambi, opportunità, resistenze, semine culturali e politiche,
luogo insomma di “festa e di lotta”.
Un progetto che porta all'interno i linguaggi musicali, delle
arti visive, della letteratura e del teatro di narrazione che
non vanno assolutamente nella direzione della sterile memoria
o della posticcia “masterizzazione” del Poeta-cantore,
ma coniugano l'arte e l'impegno civile con il pensiero e le
tematiche “deandreiane”, nel tentativo concreto
di attualizzare e ribadire il messaggio di De Andrè.
Fortemente sostenuto e promosso dallo straordinario impegno
di Gianni Stocchino, responsabile del Circolo dei lettori Mieleamaro
di Cagliari, da Marco Asunis, assessore alla cultura di Monserrato
e da Ilaria Porcu, responsabile della Monserratoteca, nasce
da una mia idea a cui è poi seguita una mia direzione
artistica. Dalla scorsa edizione, l'evento è patrocinato
dalla Fondazione Fabrizio De Andrè.
Non è una celebrazione, “non una cover, non un
omaggio e nemmeno un ricordo”, l'imperativo su cui si
è costruita la mappatura del viaggio, ma un percorso
di “festa e di lotta” fra le parole, le storie e
il “libero pensiero” di Fabrizio, navigando sui
fondali della sua poetica, fra i suoi versi e la nostra attualità.
Seguendo le rotte dei sentieri alchemici del mosaicismo deandreiano
per provare a scomporre, destrutturare, “la pace terrificante”
e “i gas esilaranti del regime” di una società
anestetica ed eutanasiaca.
È un progetto che è cresciuto molto anche grazie
alla partecipazione di personaggi dell'arte e della cultura
che in modo spontaneo hanno aderito alla manifestazione, sostenendo
fortemente il festival con la loro presenza e il loro contributo,
in una sorta quasi di scambio e di “residenza artistica”
per dimostrare come l'impegno di molti può far raggiungere
importanti traguardi anche senza grossi mezzi e risorse.
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Lorenzo
Monguzzi e Daniela Savoldi hanno presentato il lavoro
“Portavèrta” |
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Savina
Dolores Massa, scrittrice, attivista, voce errante |
La direzione ostinatamente contraria del cantiere aperto “Buon
compleanno Faber 2015”, con l'apporto di instancabili
collaboratori/trici e compagni/e, è stata quella di realizzare,
durante i 3 mesi di lavoro di preparazione che hanno preceduto
e poi declinato la rassegna di febbraio, un percorso che, attraversando
il confine di Fabrizio De Andrè, ci desse la possibilità
di “andare dall'altra parte”... in un'altra direzione,
appunto, che non fosse quella della solita macchina organizzativa
che mette in campo tante iniziative importanti senza tener presente
la dignità e il senso di ogni contenuto e di ogni ospite...
e quando parlo di “ospiti” mi riferisco non soltanto
all'artista più o meno famoso o conosciuto, ma anche
e soprattutto ai collaboratori, ai tecnici, ai volontari che
permettono l'efficace riuscita del progetto stesso.
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Marco
Asunis, assessore alla cultura di Monserrato e
Gianni Stocchino, responsabile del circolo dei lettori
Mieleamaro di Cagliari, promotori del progetto |
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Chiara
Effe, Chiara Chierroni, cagliaritane,
voce chitarra e violoncello, hanno presentato
il progetto “Se ti tagliassero a pezzetti” |
Faber ci insegna che l'orizzonte non è solo comunemente
un punto lontano e irraggiungibile, ma è soprattutto
il confine che ci separa dalla volontà-capacità
di andare oltre, di mettersi dall'altra parte...
Ecco, per noi mettersi dall'altra parte vuol dire provare a
confutare il mediocre e fallace, anzi pericoloso, tentativo
di ribadire da parte dei soliti “soloni italiani”,
che la cultura non attivi opportunità progettuali ed
economiche. Di conseguenza, lanciamo un segnale forte contro
questa “eutanasiaca” visione della cultura.
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“Donne
senza spazio nè tempo”
del collettivo genitori di Monserrato |
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Giacomo
Serreli, giornalista, ha tracciato il sentiero
dell'impegno civile e politico di Maria Carta |
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Maddalena
Senis, per l'intera rassegna “ha cucinato
Maddalena, sto deserto finirà” |
Donne al centro
La rassegna è stata dedicata alla figura e all'impegno
civile di Franca Rame.
E per Franca è stata realizzata un'opera in tessuto e
argilla dell'artista Costanza Ferrini, una testimonianza video
delle Mondine di Novi di Modena e un lavoro di teatro-narrazione
del collettivo femminile “genitori per la scuola”
di Monserrato.
Ospite d'eccezione Lella Costa che ha tracciato a suo modo un
sentiero che mette in relazione la visione sociale di Fabrizio
e di Franca.
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Piero
Cipriano “psichiatra riluttante”
ha presentato “La fabbrica
della cura mentale” e “Il manicomio
chimico” editi da Elèuthera |
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Lo
storico Coro Gabriel di Tempio
Pausania con il loro nuovo lavoro “Idula” |
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Angel
Luis Galzerano, scrittore e
cantautore italo-uruguaiano |
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Raoul
Moretti, “Harpscapes” |
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Monica
Porcedda nel lavoro teatrale “Transiti,
voci di donne migranti” di Emanuela Cara |
È stato quindi naturale e ineluttabile che la semina
culturale in questa direzione abbia avuto il solco arato dalle
tematiche “femminili” declinate da contributi e
interventi di Marina Addis Saba, scrittrice antifascista, che
grazie a Stefania Fusco ha presentato “Partigiane”,
Marisa Lallai e la sua mostra “da un viaggio in Togo”,
Valeria Patanè, voce narrante per Alda Merini, Emma Pucci
e la sua fisarmonica, Barbara Leone e il lavoro con il carcere
con la coop. Scenari Verdi, la cantautrice Chiara Effe, Francesca
Salis, voce rituale per Maria Carta, le opere di Cinzia Ghigliano,
Maura Cantamessa e Michela Anedda, la testimonianza di Teresa
De Sio, Monica Porcedda ed Emanuela Cara per “Transiti,
voci di donne migranti”, Francesca Balbo per “Cadenas”,
Margherita Pescetti per “Russulella”, Samantha Comizzoli
per “Shoot, la resistenza palestinese”, Savina Dolores
Massa e la sua voce errante per “Ogni Madre”, Alessandra
Guigoni e le ricette di Faber, Rossella Bianchi dell'associazione
Princesa di Genova, Stefania Secci e il fado, Claudia Musio
e Laura Cabras per “La cella di Gaudì”, Maria
Mantega con “Io sola”, l'insostituibile Maddalena
Senis, “la cuciniera della rassegna”.
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Francesca
Salis, “dentro il Rituale di Maria Carta” |
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Flavio
Secchi, cantautore cagliaritano |
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Omaggio
ad Alda Merini: Valeria Patanè, voce,
Benedetta Leoni e Marilena Serra, mandolini |
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Quartetto
“a la bartola”, Marco Maxia, Alessandro
Bardi, Paolo Cimino, Massimiliano Bondanini |
E ancora, il progetto grafico di Lorenzo Pes, l'immagine del
faccione di Faber realizzata dal graphic-designer Bomeluzo,
il progetto “la geNova luna” del collettivo Artonirico
di Genova, il fotoracconto di Andrea Nateri, gli interventi
di Giacomo Casti, regista e attore teatrale, Paolo Pisu, sindaco
di Laconi autore di un lavoro sui pastori sardi, Giacomo Serreli,
giornalista e componente della Fondazione Maria Carta, Luigi
Viva, biografo di Faber, Alberto Lecca, poeta e scrittore “blues”,
Erik Scaltriti, documentarista, Antonello Murgia, Anpi Cagliari,
Fawzi Ismail e Giuseppe Pusceddu del'associazione Sardegna-Palestina,
Francesco Migliorino docente e documentarista, Piero Cipriano,
psichiatra riluttante, e uno straripante Paolo Finzi.
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Daniele
Sanzone, voce degli A67,
presenta il suo “Camorra sound” |
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La
staordinaria Emma Pucci e la sua fisarmonica |
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Trio
Pangea, Sassari, “Storia di un impiegato” |
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Lella
Costa ha presentato il suo libro “Che bello essere
noi”,
accompagnata alla chitarra dal maestro Roberto Palmas |
Per finire, da segnalare i concerti di Flavio Secchi, Angel
Luis Galzerano, Giacomo Deiana e Fabrizio Lai, Naufragi ed altre
rivoluzioni, Tea e Grado Sol, Tonino Zurlo, Lorenzo Monguzzi
e Daniela Savoldi, il Coro Gabriel di Tempio Pausania, il Trio
Pangea dell'omonimo centro sociale di Porto Torres, Gianluca
Pischedda e Antonio Firinu, Roberto Palmas, gli Arenara, Le
stagioni di Andrea, Battista Dagnino, gli Humaniora, il quartetto
“a la bartola”, il coro dei bambini della scuola
elementare Cesare Cabras di Monserrato diretto da Valter Alberton,
il quartetto “Faber in jazz” di Gianluca Tozzi,
Raoul Moretti e la sua meravigliosa arpa, Gianfranco Fedele,
musico viandante. Un merito particolare va ai tecnici Alessandro
D'Amico e Giuseppe Pau in cabina di regia, a Cristina Mura per
le riprese e le luci e Alice Nozza per la libreria anarchica.
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Battista Dagnino, da Carloforte, “In te unde de Faber” |
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“L'ulivo che canta”, Tonino Zurlo |
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Costanza Ferrini, autrice dell'opera dedicata a Franca
Rame “Segnare la vita” |
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Logorroicamente fertile Paolo Finzi |
Qui di seguito una traccia dalla quale prendiamo spunto per
declinare il viaggio deandreiano:
“Ogni volta che l'uomo ha voluto rendere comprensibile
ciò che non lo è, come per esempio l'animo umano,
sono sorte scuole, religioni, filosofie. Tutti tentativi di
chiarificazioni che partono da assiomi, da certezze o regole
precostituite ma non spiegate, da cui poi nascono ossessioni
comportamentali che siamo soliti chiamare fondamentalismi.
Conosciamo solo qualcosa di molto personale, impreciso, mutevole.
Solo il contatto con il sé più profondo porta
alla comprensione e alla trasformazione dei disagi. Una trasformazione
che reca con sé anche qualcosa di artistico, perchè
porta a trasformare la contrarietà in qualcosa di bello
e utile, che trasmette il desiderio di contemplazione...”
Gerardo Ferrara
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