canzone d'autore
Al centro, le donne
di Steven Forti / foto Roberto Molteni
È dedicato alla canzone d'autore
al femminile, il Premio Bianca d'Aponte, la cui undicesima edizione
si è tenuta ad Aversa il 16 e 17 ottobre.
|
Le dieci finaliste di questa edizione (da sinistra a destra): Anna Surico dei CFF, Priscilla Bei, Francesca Incudine, Anna Maria Stasi dei CFF, Irene Ghiotto e la violoncellista Valentina Cacco, Grazia Cinquetti, Amelie, Rossella Aliano, Helena Hellwig, Francesca Pignatelli e Giulia Olivari |
Se c'è ancora qualcuno
che non sa che cosa sia il Premio Bianca d'Aponte, farebbe bene
a rimediare subito. È senza dubbio uno degli incontri
di maggiore interesse della canzone d'autore italiana di questo
inizio di XXI secolo, insieme alla storica Rassegna della canzone
d'autore del Club Tenco di Sanremo (dal 1974), al Premio Ciampi
di Livorno (dal 1995), al Festival Ferré di San Benedetto
del Tronto (dal 1996), al Premio Bindi di Santa Margherita Ligure
(dal 2005), al Festival Dallo Shamano allo Showman della Val
Camonica (dal 2003) e al Premio Andrea Parodi di Cagliari (dal
2008). Ma a differenza di tutti questi è l'unico premio
che metta al centro le donne. Ed è forse, più
di tutti gli altri, un momento di profonda amicizia. Sì,
perché questo premio è dedicato a Bianca d'Aponte,
una giovane cantautrice aversana scomparsa nel 2003, a soli
22 anni, per un aneurisma. Ne aveva parlato su queste pagine
Sergio Secondiano Sacchi con un articolo dedicato alla scorsa
edizione, la decima, del premio (Sergio
Secondiano Sacchi, “Nel ricordo di Bianca”,
“A” 395, febbraio 2015).
Seppur così giovane, Bianca ha avuto il tempo di scrivere
delle bellissime canzoni. Alcune sono state incise dalla stessa
Bianca, altre rimangono raccolte in provini o se ne conserva
solamente il testo. Nel 2004 Gaetano e Giovanna, i genitori
di Bianca, hanno deciso di creare quest'isola di musica e di
poesia per mantenere vivo il ricordo della figlia e per dare
la possibilità ad altre giovani cantautrici ed interpreti
di inseguire il proprio sogno. Poco a poco, questa iniziativa
è cresciuta e si è andata consolidando, giungendo
all'undicesima edizione. Grazie alla passione e alla generosità
di Gaetano e Giovanna, che sostengono praticamente a loro totale
carico l'iniziativa, e di alcuni amici di Bianca, Aversa si
è convertita in un punto di riferimento per la canzone
d'autore al femminile, per quanto le istituzioni non abbiano
fatto nulla per aiutare Gaetano e Giovanna in questo duro e
faticoso lavoro. Come scriveva Sergio Secondiano Sacchi, “Quanto
avrebbe bisogno di sostegni tangibili una iniziativa del genere:
nel territorio ampliamente descritto da Roberto Saviano è
l'unica sede a promuovere intelligenza e cultura nel campo della
musica giovanile. Eppure è lasciata sola, affidata ai
risparmi di una famiglia. Sono un'isola: il titolo è
quanto mai veritiero.” Parole che è bene ricordare
e rileggere. E ristampare ogni volta fino a che non cambiano
le cose.
|
Ginevra Di Marco, la madrina di questa edizione del Premio |
|
La cantautrice catalana Sílvia Comes, Premio Bianca d'Aponte International |
Tra Faber e Matteo Salvatore
Come ogni anno dieci finaliste si sono esibite sul palcoscenico
del bel tetro Cimarosa della città campana. Alle spalle
ognuna di loro ha una vita fatta di studi e passione e di tanti
concerti nei locali e nei piccoli teatri di mezza Italia. Giovani
cantautrici che provengono dal Veneto e dalla Sicilia, da Milano
e da Roma, dall'Emilia e dalla Puglia. Ma non ci sono solo loro.
Nelle due serate, presentate con la conseuta ironia da Antonio
Silva e Carlotta Scarlatto, hanno partecipato anche quelli che
il mondo mainstream chiamerebbe i big, ossia riconosciuti
artisti del panorama italiano come Bastian Contrario, Carlo
Mercadante, Renzo Rubino e Diodato (che hanno duettato a sorpresa
nel brano di Fabrizio De André Amore che vieni, amore
che vai), Giuseppe Anastasi e Andrea Miró, che ha
anche recitato in italiano Il ladro di Georges Brassens,
parte del progetto, portato avanti insieme ad Alberto Patrucco,
dedicato al maestro dei cantautori francesi. Ma c'è stata
anche Mariella Nava che ha cantato In nome di ogni donna,
un brano di denuncia contro la violenza sulle donne.
|
La vincitrice di questa undicesima edizione del Premio Bianca d'Aponte: la vicentina Irene Ghiotto accompagnata dalla violoncellista Valentina Cacco |
Non poteva mancare poi Fausto Mesolella, direttore artistico
e anima di questo premio, che, accompagnato dalla sua band,
ha deliziato il pubblico con tre canzoni del suo nuovo album
Canto Stefano. Si tratta di dodici poesie di Stefano
Benni messe in musica dall'ex Avion Travel. Due di queste meritano
una menzione. L'insanguinata è un testo appositamente
scritto da Benni per la chitarra di Mesolella, che deve questo
soprannome a Samuele Bersani. Quello che non voglio è
invece una poesia che l'autore di Bar Sport regalò
a Fabrizio De André alla metà degli anni Novanta:
Faber la stava trasformando in canzone quando il vento se lo
portò via per sempre. La poesia rimase in un cassetto
fino all'incontro tra Benni e Mesolella e ora, finalmente, ha
ripreso a volare sulle splendide note del chitarrista campano.
Ma Mesolella ha anche duettato con Raiz (due brani dal loro
meraviglioso Dago Red, Targa Tenco 2014) e, fuori programma,
con Mimmo Epifani, interpretando uno storico pezzo di Matteo
Salvatore, che ha riportato la mente di molti alle violenze
di fascisti e padroni nelle campagne pugliesi.
|
La milanese Helena Hellwig, premio della Critica |
Come in ogni edizione, poi, non sono mancate né la
vincitrice dell'anno precedente, la bravissima Elisa Rossi,
né la “madrina” del premio che quest'anno
è stata Ginevra Di Marco. Accompagnata dall'ex CCCP/CSI
Francesco Magnelli e da Andrea Salvadori che con Ginevra, Alessio
Lega e molti altri partecipa all'avventura del nuovo Bella Ciao,
la Di Marco ha ammaliato il pubblico con un intenso set finale
che ha guardato al passato e al futuro della sua più
che ventennale carriera. Da due brani dei CCCP (tra cui Amandoti)
ad un gran finale dedicato alla canzone popolare insieme ad
Elena Ledda (anche lei partecipa alla carovana del nuovo Bella
Ciao), Fausta Vetere (colonna storica della Nuova Compagnia
di Canto Popolare) e Brunella Selo, ma anche omaggiando Andrea
Parodi, nell'anniversario della scomparsa del cantautore sardo,
e, naturalmente, Bianca d'Aponte. Ogni anno, infatti, la “madrina”
interpreta una canzone scritta da Bianca. Ginevra Di Marco ha
scelto l'intima Mary, che, insieme ai brani delle dieci
finaliste, è contenuto nel cd della manifestazione, distribuito
gratuitamente dietro a un'offerta per Emergency.
La vincitrice di quest'undicesima edizione è stata la
vicentina Irene Ghiotto (con La filastrocca della sera),
mentre alla milanese Helena Hellwig (con Alla Marilyn morrò)
è toccato il Premio della Critica. Alla romana Priscilla
Bei, con Ulisse, Mariella Nava ha deciso di proporre
un contratto per la sua etichetta discografica Suoni dall'Italia.
Ma sono meritevoli di una menzione, anche se non premiati, i
brani dell'emiliana Grazia Cinquetti, della bolognese Giulia
Olivari e della siciliana Francesca Incudine, che nel 2013 si
era già fatta conoscere con un bel disco Iettavuci,
dove canta in siciliano.
|
Mimmo Epifani e Fausto Mesolella cantano Matteo Salvatore |
Da Aversa a Barcellona
Quest'edizione del Premio Bianca d'Aponte è stato però
segnato da una grande novità: un nuovo orizzone internazionale
grazie al legame con l'associazione Cose di Amilcare, attiva
da oltre un triennio a Barcellona. L'8 marzo scorso si è
infatti tenuto nel capoluogo catalano il Bianca d'Aponte
International, in cui una ventina di cantautrici e interpreti
di diverse nazionalità hanno tradotto e cantato nella
loro lingua le canzoni di Bianca. Ne è nato Estensioni,
un disco, presentanto proprio nella due giorni aversana, la
cui copertina è una riproduzione di un'opera originale
su marmo di Marco Nereo Rotelli. Estensioni raccoglie
undici di queste interpretazioni in catalano, spagnolo, francese,
inglese e perfino in maori, maltese, russo e ceco. Nel bel teatro
Cimarosa della città campana si sono potute ascoltare
alcune di queste “estensioni” delle canzoni di Bianca.
Come quella della francese Céline Prouvost (che ha ottenuto,
tra l'altro, da Mariella Nava l'offerta di un contratto discografico),
dell'algherese Claudia Crabuzza – che canta nel catalano
della sua terra –, della tunisina M'Barka Ben Taleb e
della catalana Sílvia Comes.
Proprio quest'ultima è stata insignita del Premio Bianca
d'Aponte International per il ventennale lavoro di ricerca nel
campo della poesia e della canzone. L'ultimo disco di Sílvia
Comes, che ha partecipato recentemente anche allo spettacolo
Storie e amori d'anarchie, cantando in catalano La
locomotiva di Francesco Guccini, è infatti dedicato
alla poetessa spagnola Gloria Fuertes. Ma la dimensione internazionale
del Bianca d'Aponte non si conclude con queste prime tre tappe.
Il prossimo 6 marzo si terrà a Barcellona la seconda
edizione dell'estensione catalana del premio aversano organizzata
da “Cose di Amilcare” e già il 19 dicembre,
a Sanremo, sempre con “Cose di Amilcare” e con il
Club Tenco, si terrà una serata dedicata a Bianca e alle
poetesse, alla quale parteciperanno Fausto Mesolella, Alessio
Arena, Sílvia Comes, M'Barka Ben Taleb e cantautrici
di diverse latitudini: la russa Julija Zigansina, la ceca Ruth
Horáckova e la neozelandese Tamar McLeod Sinclair, tutte
e tre presenti in Estensioni con una canzone di Bianca.
|
Il
gran finale con Fausta Vetera, Ginevra Di Marco, Brunella
Selo e Elena Ledda |
Ad ottobre di ogni anno Aversa si converte in un'isola. Un'isola
che, di anno in anno, diventa sempre più grande e più
rigogliosa, nonostante l'assenza di aiuti istituzionali alla
famiglia d'Aponte. Da quest'anno, grazie al legame con l'associazione
Cose di Amilcare, di isola ce ne sarà sicuramente un'altra:
a Barcellona. Un'altra isola, legata a doppio filo con quella
di Aversa, in cui sono le voci, le canzoni e le poesie di donne
ad essere, finalmente, le protagoniste.
Steven Forti
|