La
tematica legata alla “violenza” è sempre
stata ampiamente trattata su “A”. E, al contempo,
è sempre stata – come nella migliore tradizione
anarchica (e non solo) – forse la più dibattuta,
quella intorno alla quale si sono accesi i dibattiti più
partecipati, sia in termini numerici sia in termini “emotivi”.
Nel periodo che è ora sotto la nostra lente d'ingrandimento
– la fine degli anni '70 – fu l'articolo “Emile
Henry e il senso della misura” di Amedeo Bertolo, pubblicato
sul n. 72 (quello di cui ci siamo occupati in questo spazio
sullo scorso numero) a costituire il punto di partenza del dibattito
che poi si sarebbe prolungato per mesi e mesi. Sul n. 73
(aprile 1979), sotto il titolo “Violentismo ed etica”,
è Paolo Finzi a riprendere alcuni aspetti dello scritto
di Amedeo Bertolo: l'uso della violenza indiscriminata, l'“attacco
al nemico”, la questione etica.
Piero Flecchia analizza alcune vicende italiche per sostenere,
in conclusione, l'importanza di una presenza libertaria nella
grande crisi del marxismo, per far sì che la “creatività
delle masse” non venga ancora una volta annichilita dal
classico schema organizzativo verticista, tendente a ripresentarsi
anche tra i delusi del grande sogno marxista.
Alfonso Nicolazzi e Dino Mosca, che cinque anni prima si erano
licenziati da Alitalia per poi fondare a Carrara la tipografia
in cui in quegli anni si stampava “A” (e che tuttora
prosegue la propria attività, anche con la stampa del
settimanale Umanità Nova) si occupano del Comitato di
Lotta degli Assistenti di Volo che si svolge in quel periodo
nell'aeroporto romano di Fiumicino. “Alfonso – precisa
la premessa redazionale – è andato a Fiumicino,
ha parlato con decine di assistenti di volo e di hostess, ha
partecipato a un'incandescente assemblea, vivendo dall'interno
l'entusiasmante clima di questa lotta autogestita”. “Anche
per oggi non si vola” si intitola il loro reportage.
Josep Alemany riferisce delle recenti elezioni spagnole (“le
urne disertate”), un altro articolo affronta la tematica
europea.
Quattro scritti dalle carceri di Nuoro, Brescia, Pisa, Roma
costituiscono il “dossier carceri”, che contiene
anche una piantina dell'Italia con indicate tutte le carceri
in funzione. Al dossier carceri è dedicata la copertina
del numero (un gioco grafico, francamente criptico, sul volto
del criminologo Cesare Lombroso).
I due libri presentati nella rubrica “Letture” sono
gli atti del Convegno di studi su Camillo Berneri tenutosi a
Milano nell'ottobre 1977 e l'ultimo libro di Louis Mercier Vega
(“Azione diretta e autogestione operaia”) pubblicato
dalle Edizioni Antistato.
Fausta Bizzozzero (tuttora responsabile legale di “A”)
con “Se Komeini fosse una donna” e il (milanese)
Collettivo liberazione Sessuale (con “Recuperare la femminilità”)
sviluppano riflessioni “di genere”.
Otto pagine sono dedicate alla pubblicazione di materiali scritti
in vista del Convegno internazionale sull'autogestione programmato
a Venezia per la fine di settembre. Quattro commissioni si sono
messe al lavoro durante un seminario preparatorio tenutosi a
Milano nel mese precedente (marzo) e la sintesi del loro lavoro
trova spazio sotto i rispettivi quattro titoli: contro l'economia,
aspetti pedagogici, l'anarchia possibile e la pratica della
libertà. Completa questa sezione, in vista del Convegno
veneziano di fine settembre, la pubblicazione di un saggio della
storica Suzanne Korosi su “I consigli operai in Ungheria
1956”.
Omosessualità, anarchia-poesia e femminismo i temi delle
tre lettere pubblicate nella rubrica della corrispondenza.
La terza di copertina è dedicata all'attivazione dal
numero successivo (aprile) di un grosso allargamento del circuito
distributivo, dal momento che la rivista sarà in vendita
in quasi tutte le edicole di Torino, Milano, Genova, Bologna,
Firenze, Roma e Napoli, nonché in altre edicole a macchia
di leopardo un po' in tutt'Italia: la maggior parte delle edicole
nelle stazioni ferroviarie, tutte quelle delle metropolitane
di Milano e Roma, nelle principali librerie di movimento. Il
massimo sforzo, nella storia di “A”, di allargare
il cerchio e rendersi disponibile in una parte almeno del “circuito
commerciale”. Ne riparleremo.
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