Carrara
La voce della memoria
con testi dell'Archivio Germinal Carrara e di Veronica Bazzichi
Il 4 novembre scorso, 98° anniversario della “vittoria” italiana nella Grande Guerra e poi proclamato festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale (tutte cose alle quali non siamo molto affezionati), nel capoluogo apuano si è tenuta una manifestazione commemorativa che ha coinvolto numerose classi di bambini. L'anarchica Soledad Nicolazzi ha iniziato a intonare una canzone antimilitarista e le forze dell'ordine l'hanno subito fermata e portata in Questura. Il 12 dicembre centinaia di persone, provenienti da varie parti d'Italia, hanno dato vita sempre a Carrara ad una manifestazione di solidarietà (con Soledad) e di protesta (contro le guerre e il militarismo), facendo risuonare in varie piazze della città numerose canzoni, tra cui l'incriminata “Oh Gorizia tu sei maledetta”. Anche altrove, alla stessa ora, altri cori e cantanti e gente comune...
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Carrara, 12 dicembre 2015 - Un momento della manifestazione con il coro “Garibaldi d'Assalto” e Pardo Fornaciari da Livorno |
Cantare
la lotta
alla guerra e al fascismo
dell'Archivio
Germinal Carrara
Il 4 novembre scorso, in una delle piazze principali di Carrara
(piazza Gramsci già piazza d'armi) si è svolta
la festa delle forze armate, dove l'amministrazione insieme
alle forze dell'ordine ha messo in scena un tragico teatrino
coinvolgendo alcune scuole locali. I bambini hanno letto alcune
lettere di soldati dal fronte della guerra del '15-'18. In questo
modo il messaggio è stato quello che la guerra si fece
per dovere, pazienza se si andava a morire.
In questo modo i bambini si abituano ad un mondo in cui la guerra
è orribile ma normale.
In quell'occasione la nostra compagna Soledad non ha resistito
e ha intonato “O Gorizia”, il canto antimilitarista
nato proprio nelle trincee della prima guerra mondiale. È
stata fermata subito e trattenuta.
La notizia si è propagata velocemente e giorno dopo giorno
partendo dal “Coro inni e canti di lotta della scuola
popolare di musica Testaccio di Roma” in poco tempo è
nata la volontà di fare una giornata che riunisse tutti
in un unico canto corale. Sono arrivati da tutta Italia, cori
di lotta e cantanti, a portare solidarietà e ribadire
che le guerre di oggi, come quelle di ieri, distruggono i popoli
e arricchiscono i potenti.
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Davide Giromini di Carrara e Evelin Bandelli di Pisa |
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“Coro
Novecento” di Fiesole (Fi) |
Tante sono state le adesioni che si sono dovute organizzare
ben quattro piazze in cui sono stati distribuiti i vari cori
che hanno cantato in contemporanea dalle 15.30 alle 16.30. In
piazza delle Erbe, punto di partenza della rivolta delle donne
carraresi alla violenza nazifascista; in piazza Alberica (già
Gino Lucetti) luogo di nascita dei gruppi anarchici cittadini;
in piazza Matteotti, dove nel palazzo politeama si trovava la
sede storica dei gruppi anarchici dal dopoguerra e dell'archivio
Germinal (fino al crollo di alcuni solai per abusi edilizi avallati
dalle amministrazioni pubbliche). Infine in piazza Gramsci.
In ogni luogo si è cantato e parlato per tenere viva
ogni piazza.
Alle 17.00 tutti si sono riuniti in piazza Gramsci per la cantata
finale in cui a gran voce si è intonato “O Gorizia”.
Molti hanno portato il loro contributo anche solo con pane e
lardo, vino e cibo per scaldare ancora di più l'aria.
Da questo spontaneo incontro è nata una giornata di condivisione
che ha portato alla città di Carrara, agonizzante dal
punto di vista sociale e culturale, un momento di riflessione
sulla nostra memoria storica.
La memoria storica e la necessità di mantenerla viva
è ciò che da sempre muove la Biblioteca Archivio
Germinal. Ogni occasione per tenerla viva è quanto mai
necessaria.
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“Garibaldi d'Assalto” e Pardo Fornaciari di
Livorno |
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Davide Giromini di Carrara e Marco Rovelli di Massa (Ms) |
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“I Malfattori” di Santarcangelo di Romagna
(Rn) |
Hanno partecipato:
Coro Inni e Canti di Lotta della Scuola Popolare di Musica di
Testaccio (Roma), Le Voci di Mezzo (Milano), Evelin Bandelli,
Marco Rovelli (Massa), Davide Giromini (Carrara), I Suonatori
Terra Terra (Firenze), Anna Barile (l'Aquila), Simona Ugolotti
(Genova), Coro Garibaldi D'assalto, De Soda Sister (Livorno),
Peto e Leo (Piadena), Controcanto (Pisa), Il Coro di Micene
(Milano), Massimo Ferrante (Napoli), Il Coro Novecento, Coro
Seduto (Genova) e Il Collettivo di Pistoia.
Archivio Germinal Carrara
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Massimo Ferrante di Napoli |
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Uno scorcio di piazza Gramsci |
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Simona Ugolotti da Genova |
Carrara,
sul 12
dicembre 2015
di Veronica
Bazzichi
Il canto popolare è la voce della memoria, quella memoria
storica grazie alla quale non dimenticare è solo il presupposto
perché nelle nostre coscienze non venga meno la necessità
di aberrare le ingiustizie a favore di una società in
cui tutti gli esseri umani possano essere portatori di quei
diritti inviolabili per cui altri esseri umani hanno combattuto,
dando la propria vita e la propria libertà, affinché
altri potessero trarne vantaggio e vivere una vita, perché
no, migliore.
Attraverso la memoria storica ci giungono gesta di sopraffazione
da parte di uomini verso altri uomini, la morte, il dolore,
la censura, la schiavitù, la brama di potere e l'esecuzione
di quel potere che caratterizza sadicamente l'animale-uomo a
dispetto di tutti gli altri esseri viventi: non più la
sopravvivenza ma la prevaricazione, il potere del più
forte sul più debole, un potere acquisito e dimostrato
troppo spesso con la forza, con le armi, con gli abusi, con
la guerra.
Ed è contro questo potere che il 12 dicembre a Carrara
si è cantato.
Contro il potere di chi muove i fili delle nostre scelte quotidiane,
di chi riesce attraverso il consumo a corrompere e manipolare
le nostre azioni e la nostra consapevolezza, contro quelle guerre
organizzate per dividere le persone, creare nemici, creare terrore.
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Piazza delle erbe durante una performance de “I
Suonatori Terra Terra” di Firenze |
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“Le Voci di Mezzo” di Milano |
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“I Suonatori Terra Terra” di Firenze |
Ma attraverso una canzone, si può cambiare qualcosa?
Si possono muovere le coscienze?
Una canzone può essere un punto di partenza o di ri-partenza?
Attraverso una canzone può sopravvivere la storia e il
suo esempio, sí, può farlo.
Lo si legge negli occhi delle donne che intonano un ritornello,
lo si vede nei loro fiori rossi tra i capelli, in quegli sguardi
orgogliosi e preoccupati al tempo stesso di chi è consapevole
che la lotta non è ancora finita ed è necessario
essere e restare uniti, nei bambini che osservano curiosi e
attenti... sí, i bambini, perché c'erano proprio
tutti: c' erano uomini, donne, vecchi e bambini, età
diverse e appartenenze politiche diverse, anarchici e comunisti
a evocare e ribadire la necessità e la naturalezza dello
stare insieme, a fronte di un nemico comune, contro il fascismo,
contro le ingiustizie sociali, contro gli abusi di potere.
E a proposito di abusi, è stato doveroso tra i numerosi
cori, ricordare Giuseppe Pinelli, morto “precipitato”
da una finestra della Questura di Milano dopo pochi giorni dalla
Strage di Piazza Fontana avvenuta proprio il 12 dicembre del 1969.
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“Dal Nostro Canto” di Siena |
Non sarà una canzone a cambiare il mondo, ma tante voci
che hanno voglia di cantare tutte insieme possono trasformarsi
in un momento di indispensabile unità, per ristabilire
l'equilibrio tra ciò che è stato e ciò
che dovrebbe essere... tra ciò che è e ciò
che vogliamo che sia... Un unione attraverso la quale rispolverare
la coscienza, perché senza memoria si perde il presente
ed è già perso il futuro.
Il 12 dicembre a Carrara si è cantato per ricordare,
perché non si ripetano gli errori, per ripudiare la guerra,
per ricordare l'esempio e la lotta di coloro che hanno dedicato
la propria vita a un'idea, a un pensiero che spesso si è
trasformato in morte.
Il 12 dicembre a Carrara si è cantato per dire NO agli
abusi di potere, alle armi, alla guerra... un NO che non basta
mai, e sulle note di “O Gorizia tu sei maledetta, per
ogni cuore che sente coscienza...” qualcuno si è
commosso, qualcuno si è sentito risollevare di una passione
quasi spenta, qualcuno ha provato orgoglio e ha respirato fratellanza
e amicizia...
In una città, Carrara, che sta vivendo una situazione
devastante dal punto di vista culturale, ambientale e sociale,
l'Archivio Germinal che si occupa di conservare e diffondere
materiale del movimento anarchico e libertario da oltre 30 anni
(con non poca difficoltà a seguito del crollo della sede
storica, il Teatro Politeama Verdi) in collaborazione con la
Scuola Popolare di Musica del Testaccio di Roma, ha organizzato
questa giornata di canti popolari e politici in cui “cantiamogliele”
è un grido di rabbia, di sconforto e di stanchezza, ma
anche di voglia di continuare a credere negli esseri umani e
nella loro capacità di rendersi migliori, condividento,
cadendo e rialzandosi in piedi.
Insieme.
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Il momento finale della manifestazione in piazza Gramsci |
Così “O Gorizia tu sei maledetta” è
un piccolo grande esempio delle nostre vite vissute e relegate
all'interno di un sistema oppressore, che si permette di interrompere
con la forza l'intonare di una canzone, un sistema in cui oggi
come ieri quella canzone può essere scomoda, fastidiosa,
a chi ancora ha intenzione di negare la nostra libertà
individuale a favore di una società in cui l'essere umano
è costretto ad abbassare la testa, ma non tutti, non
ancora, hanno intenzione di farlo... e anche questo, il 12 dicembre
a Carrara, lo abbiamo ricordato.
Veronica Bazzichi
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